Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Salmi 77


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Celebra i benefizj di Dio verso il popolo Ebreo, dalla uscita dell'Egitto fino al regno di David. Avvertimenti allo stesso popolo, perchè non imiti la perversità de'padri suoi.

1Istruzione, ovvero intelligenza di Asaph.
Ascolta, popolo mio, la mia legge: porgi le tue orecchie alle parole della mia bocca.
2Aprirò in parabole la mia bocca: dirò cose recondite de' primi tempi.3Le quali furono da noi udite, e intese, e a noi le narrarono i padri nostri.4E questi non le tenner ascose a' loro figliuoli, e alla seguente generazione.
Narrando le lodi del Signore, e le opere potenti, e le meraviglie fatte da lui.
5Nel popolo di Giacobbe egli stabilì i suoi comandamenti, e ad Israele diede la legge:6Le quali cose comandò egli a' padri, che facessero sapere a' loro figliuoli, affinchè la seguente generazione le sappia. E i figliuoli, che nasceranno, e verranno alla luce le racconteranno a' proprj figliuoli,7Affinchè questi in Dio pongano la loro speranza, e non si scordino delle opere di Dio, e custodiscano i suoi comandamenti.8Affinchè non siano quali i padri loro, generazione prava, e ribelle: Generazione, che non ebbe cuor retto, e della quale lo spirito non fu fisso in Dio.9I figliuoli di Ephrem periti nel tendere, e scoccare l'arco, nel giorno della battaglia voltaron le spalle.10Non custodirono l'alleanza di Dio, e non vollero camminare nella sua legge.11E si scordarono de' suoi benefizj,e delle cose mirabili, che egli avea lor fatte vedere.12Dinanzi a 'padri loro fece egli cose mirabili nella terra d'Egitto, nella campagna di Tanis.13Divise il mare, e portogli a riva: e chiuse le acque quasi in un otre.14E li guidò il giorno per mezzo di una nuvola, e tutta la notte col chiarore del fuoco.15Spaccò nel deserto la rupe, e diede loro delle acque, quasi fossero presso una profonda fiumana.16Imperocché egli le acque fè uscir dalla pietra, e le acque fè scorrer a guisa di fiumi.17Ma eglino non rifinirono di peccare contro di lui: ad ira mosser l'Altissimo in quel secco deserto.18E ne' cuori loro tentarono Dio, chiedendo cibo a sostenere le loro vite.19E parlaron male di Dio, e dissero: Potrà egli forse Dio imbandirci una mensa in un deserto?20Perché egli ha battuta la pietra, e ne sono sgorgate acque, e ne sono sboccati torrenti. Potrà egli forse dare anche del pane, o imbandire una mensa al suo popolo?21Udì adunque il Signore, e differì il soccorso, e un fuoco si accese contro Giacobbe, e montò l'ira contro Israele.22Perché eglino non credettero a Dio, e non isperarono la salute da lui.23Or egli fu, che diede ordine alle alte nuvole, e aperse le porte del cielo,24E piovve ad essi per cibo la manna, e diede loro pane del cielo.25Mangiò l'uomo il pane degli Angeli: ei mandò loro in abbondanza onde cibarsi.26Rimosse dal cielo l'Austro, e col la sua potenza vi menò l'Affrico.27E fece piovere sopra di essi le carni come la polvere, e come le arene del mare uccelli alati.28E caddero in mezzo ai loro al loggiamenti, intorno a' lor padiglioni.29Ed ei ne mangiarono, e si satollarono oltre il bisogno; ed egli soddisfece a' lor desiderj, ed ebbero tutto quel, che bramavano.30Avean tutt'ora in bocca le loro vivande, quando l'ira di Dio piombò sopra di essi.31E i più grassi ne uccise, e prostrò il fiore d'Israele.32Con tutto questo peccarono tutta via, e non prestaron fede alle sue meraviglie.33E i giorni loro qual fumo sparirono, e i loro anni con fretta.34Lo cercavano quand' ei gli uccideva, ed a lui si volgevano, e con sollecitudine andavano a lui.35E si ricordavano, che Dio è loro aiuto, e l'Altissimo Dio è il lor Redentore.36E lo amarono a parole, e con la lor lingua dissero a lui cose false:37Ma il cuor loro verso di lui non era retto, né furon fedeli alla sua alleanza.38Egli però è misericordioso, e per donava loro i peccati, e non gli sterminava.
E l'ira sua molte, e molte volte rattenne, e non diè fuoco a tutto il suo sdegno:
39E ricordossi ch'ei sono carne: un soffio, che passa, e non ritorna.40Quante volte lo esacerbarono nel deserto? Lo provocarono ad ira in quegli aridi luoghi?41Ed ei tornavano a tentare Dio, ed esacerbarono il Santo d'Israele.42Non tenner memoria di quel, ch'ei fece in quel di, in cui li riscattò dalle mani dell'oppressore:43E come egli fè vedere i suoi segni nell'Egitto, e i suoi prodigj nella campagna di Tanis.44E mutò in sangue i loro fiumi, e le loro acque, affinchè non avesser da bere.45Mandò loro delle mosche che li mangiavano, e delle ranocchie, che li disertavano.46E i loro frutti die in preda alla ruggine, e le loro fatiche alle locuste.47E uccise colla grandine le loro viti, e i loro mori colla brinata.48E alla grandine diede in preda i loro giumenti, e al fuoco le lor possessioni.49Mandò sopra di loro l'ira, e l'indegnazione sua, l'indegnazione, e l'ira, e la tribolazione mandate per mezzo de' cattivi angeli.50Larga strada apri all'ira sua, non risparmiò loro la morte, e nella stessa morte involse i loro giumenti.51E percosse tutti i primogeniti nel territorio dell'Egitto, le primizie delle loro fatiche nei padiglioni di Cham.52E ne trasse il suo popolo come pecore, e come una greggia li guidò nel deserto.53E fuor li condusse speranzosi, e non ebber di che temere: e il mare seppellì i loro nemici.54E li condusse al monte di santificazione, monte, cui egli col braccio suo acquistò. E dalla faccia loro discacciò le nazioni, e distribuì loro a sorte la terra misurata con le corde.55E i tabernacoli di quelle nazioni diede in abitazione alle tribù d'Israele.56Ma eglino tentarono, ed esacerbarono l'altissimo Iddio, e non custodirono i suoi comandamenti.57E volsero a lui le spalle, e non osservarono il patto: si mutarono in arco fallace come già i padri loro.58Lui mossero ad ira sui loro colli, e con gli idoli scolpiti da loro provocaron lo zelo di lui.59Udigli Iddio, e disprezzò, e umiliò altamente Israele.60E rigettò il tabernacolo di Silo, il suo tabernacolo dove fè sua dimora tragli uomini.61E la loro fortezza diede alla schiavitù, e la loro gloria nelle mani de' nemici.62E chiuse il popol suo tralle spade, e disprezzò la sua propria eredità.63La loro gioventù fu divorata dal fuoco, e le loro vergini non furon piante.64I loro sacerdoti periron di spada,e non si piangevano le loro vedove.65Ma il Signore si risvegliò come un che dormiva, come un uom valoroso dopo aver bevuto assai bene del vino.66E percosse i suoi nemici alle spalle, e di sempiterna ignominia li ricoperse.67E rigettò il tabernacolo di Giuseppe, e non elesse la tribù di Ephraim.68Ma elesse la tribù di Giuda, il monte di Sion, cui egli amò.69Ed edificò come il corno del Monoceronte il suo santuario sopra la terra fondata da lui pe' secoli.70Ed elesse Davidde suo servo, ed alla greggia delle pecorelle lo prese, dalla cura delle gravide pecorelle lo tolse,71Per pascere Giacobbe suo servo, e Israele suo retaggio.72Ed ei gli ha pasciuti secondo l'innocenza del suo cuore, e secondo la perizia delle sue mani gli ha condotti.

Note:

77,1:Ascolta popolo mio, la mia legge. Ovvero la mia dottrina, i miei insegnamenti; perocchè la stessa voce ebrea significa e la legge e ogni maniera d'istruzione. Alcuni hanno creduto, che ne' due primi versetti sia introdotto Gesù Cristo: e certamente le parole del secondo versetto sono applicate a lui da s. Matteo XIII. 35. Ma a questo si può rispondere, che ciò fece il Vangelista secondo quel generale principio, che i salmi o tutti, o quasi tutti rappresentano la persona di Cristo, come dice tra gli altri Tertulliano. Adv. prax. Per la qual cosa anche in questo salmo il profeta dice alcune cose, le quali, meglio che a lui convengono al medesimo Cristo.

77,2:Aprirò in parabole la mia bocca. Ciò si verificò specialmente in Cristo, il quale parlava sempre per via di parabole, cioè di figure, sotto il velame delle quali nascondeva i misteri del regno di Dio, affinché intesi fossoro dai credenti, e restassero occulti agl'increduli. Or quantunque in questo salmo non si faccia quasi altro, se non ripetere la serie delle meraviglie operate da Dio per Israele, può nondimeno dire il profeta, che egli parlerà in parabola; perocchè sotto la scorza de' fatti, che egli racconta sono figurati i misteri grandi di Cristo e della sua Chiesa: perocchè (come dice l'Apostolo) tutte le cose che avvenivano ad essi erano figure, e sono scritte per istruzione nostra, I. Cor. X. 10. Quindi tutta mistica e parabolica ella e l'istoria del popol di Dio, come si e tante volte osservato. Dirò Cose recondite de' primi tempi. Anche con queste parole dimostra, che oltre il senso della lettera le cose, che egli dirà hanno un senso più astruso: perocchè (come osservò s. Girolamo) se una parte della storia dell'uscita degli Ebrei dall'Egitto ha un senso spirituale, il quale ci è stato scoperto da Paolo. 1. Cor. 12 13. ec. Hebr. XI. 23. 24., la stessa cosa convien credere dell'altra parte, di cui non ebbe l'Apostolo occasion di parlare. Dice adunque il profeta, che case grandi, cose misteriose egli dirà del principio, o cominciamento della nazione, de' primi tempi, dopo che Dio per suo popolo ebbe eletta la stirpe di Abramo. L'Ebreo ha de initio: del cominciamento.

77,3:Le quali furono da noi udite e intesa, ec. Tali cose noi le udimmo e le apparammo non solamente nella parola scritta, ma anche per la tradizione de' nostri maggiori: perocchè per queste due vie tutta la religione è stata a noi tramandata, e per esse ella passera fino all'ultime generazioni.
Narrando ec. I nostri maggiori ci raccontamno queste cose dandone gloria a Dio.

77,5:Nel popolo di Giacobbe ec. Per prima e massimo benefizio pone la legge data agl'Israeliti da Dio sotto la mediazione di Mosè.

77,6:Le quali cose. I precetti, e la legge. La seguente generazione: nell'Ebreo si ha l'ultima generazione; lo che può intendersi della generazione de' Cristiani, la quale è detta l'ultima età e la fine de' secoli, perchè alla Chiesa dl Cristo altra Chiesa non succederà, ed ella dura sino alla fine de' secoli, e aspetta la seconda venuta del Salvatore. Vedi 1. Joan. II. 18., I. Cor. X. II. 2. Tim. III. I.

77,7:Affinchè questi in Dio pongano la loro speranza, ec. Conoscere Dio, sperare in lui, amarlo e obbedirlo, ecco il compendio di tutta la legge.

77,8:Generazione prima e ribelle. I padri loro furon generazione perversa e ribelle: offersero e irritarono Dio colle mormorazioni, colle diffidenze, coll'aperta disobbedienza e fin coll'idolatria.
Della quale lo spirito non fu fisso in Dio. Perocchè ad ogni occasione si lasciò trasportare a mormorare, a querelarsi stranamente di Dio e a voltargli ancora le spalle.

77,9:I figliuoli di Ephrem ec. Porta un esempio di disobbedienza ne' figliuoli di Ephraim. E comunemente i Rabbini, e dietro ad essi vari Interpreti suppongono, che si parli di un fatto avvenuto nel tempo, che il popolo era tuttora in Egitto, il qual fatto è toccato 1. Paralip. VII. 21. dove si legge, che Ezer ed Eiad figliuoli di Ephraim furono uccisi dagli abitanti di Geth, perché erano andati ad occupare le loro possessioni. A prima vista non si può dir certamente se gli aggressori fossero quel di Geth, che volessero occupare i terreni, ovvero i bestiami ec. degli Ephraimiti, o se questi piuttosto prevenendo il tempo stabilito da Dio andassero a mano armata per invadere il paese e la terra di Geth, come parte del paese promesso da Dio alla stirpe di Abramo: ma questa seconda sposizione e tenuta, come ho detto, dagli Ebrei, onde a questo avvenimento vuolsi, che alluda in questo luogo il profeta. Altri pensando, che questo salmo sia stato scritto dopo Davidde, e dopo la separazione delle dieci tribu, suppongono, che si parli in questo luogo della guerra fatta da Asa re di Giuda a Jeroboam, nella qual guerra furono rotte, e disfatte le stesse tribù con perdita di cinquecento mila persone. Il regno delle dieci tribù è sovente indicato col nome della tribù di Ephraim, la quale vi primeggiava. Ma siccome noi non veggiamo nissun motivo, che ci obblighi a credere, che il salmo sia di data tanto posteriore, quindi è, che in primo luogo potremo attenerci all'opinione più antica, e che sembra anche assai plausibile, perché pare, che, il profeta voglia toccare un fatto anteriore all'uscita del popolo dall'Egitto, della qual'uscita parla in appresso. In secondo luogo quando si voglia abbandonare questa assai ragionevole interpretazione, perchè non potrem noi pensar piuttosto, che si possa qui accennare la guerra fatta a quelli di Ephraim da' Galaaditi a' tempi di Jephte, nella quale perirono fino a quaranta due mila Ephraimiti? Jud. XII. 6. Del rimanente la superbia e l'arroganza di questa tribù è rappresentata assai bene Jud. XII. 1., Jud. VIII. 1. ec.vedi questi luoghi. Questa sposizione veramente lega meglio con quello che segue, rimproverandosi agli Ephraimiti di aver violata l'alleanza del Signore, e di essere stati ingrati a' benefizi di Dio, ed a' prodigi fatti da lui nel trarli dall'Egitto, vers. 13.14., quantunque si possa anche dire, che accennato nel vers. 12 il fatto di Ephrem ricominci il profeta a parlare in generale della nazione nel vers. 13.

77,14:Nella campagna di Tania. Panis città reale residenza di Faraone era nel Delta sul ramo più orientale del Nilo. Ivi Mosè fece i tanti prodigi.

77,15:La rupe: ovvero le rupi, come ha l'Ebreo: peracchio due volte fece Mosè questo miracolo, Exod. XVII. 6. Num. XX. 8.

77,18:Chiedendo cibo ec. Vedendosi in luogo deserto con poca provisione temeron la fame, e in vece di ricorrere a Dio e a Mosè, si diedero a mormorare.

77,20:Perché egli ha battuta la pietra, e tu. È molto bene rappresentato il carattere degl'increduli, i quali sogliono in tal guisa sminuire e screditare le opere miracolose di Dio, e sovente attribuirle, al fato, al caso, od a naturali occulte cagioni. Vedine un esempio Joan. XI. 30. 31.
Del pane. Per nome di pane s' intende qualunque sorta di cibo: e gli Ebrei volevano delle carni.

77,21:E un fuoco si accese contra Giacobbe, ec. Parla di quel fuoco, che divorò l'ultima parte degli alloggiamenti, e fu estinto alle preghiere di Mosè, Num. XI. I. 2.; onde quel luogo ebbe il nome d'incendio.

77,23-24:Or egli fu, che diede ordina alle alte nuvole, ec. Come se dicesse: essi doveano per altro credere a lui e in lui sperare, mentre avean veduto come egli avea provveduto per essi un muro non più conosciuto sostentamento, in manna. Pane del cielo fu chiamata la manna, perché mandata dal cielo, e molto più perchè figura del vero pane del cielo, che è il corpo di Cristo. Vedi quello, che si e detto. Num. XI 13. 14., Joan. VI. 32.49.50., I.Cor.XIII.

77,25:Mangio l'uomo il pane degli Angeli. Un pane venuto dal luogo, dove stanno gli Angeli, cibo per conseguenza delicatissimo e di mirabil virtù: ovvero formato nel cielo per ministero degli Angeli. E può anche dirsi pane degli Angeli la manna in quanto ella è figura di Cristo, di cui godono nel cielo gli Angeli.

77,26-27:Rimosso dal cielo l'Austro, ec. All'Austro, che soffiava sostituì il vento Affrico, che era fatto apposta per portare nel campo degli Ebrei un immenso numero di quaglia: così ebbero senza fatica delle carni, quante mai potevano desiderare. Vedi Num. XI. 31.

77,30:Avean tutt'ora in bocca le loro vivande, quando l'ira ec. Un antico Interprete applica queste parole a quei Cristiani, i quali con cattiva disposizione di cuore si cibano delle carni sante e immacolate di Cristo: il pane del cielo nella loro bocca diventa per essi veleno, e l'ira di Dio si farà ad essi sentire: perocchè mangiano il proprio loro giudizio, come insegna l'Apostolo 1. Cor. XI. 29.

77,31:E i più grassi ne uccise, ec. Si accenna, che il principio della mormorazione venne da' primi del popolo da' magnati, come più delicati e più avvezzi a un vitto copioso; per questo furono i primi ad essere gastigati.

77,33:E i giorni loro qual fumo sparirono, ec. Dentro i quaranti anni di tutto quell'immenso numero di uomini, due soli (si eccettua il corpo de' Leviti) restarono al mondo. Giosuè e Caleb, accorciata a tutti la vita, e tolto a tutti l'ingresso nella terra promessa per la loro incredulità. I loro figliuoli, che non erano stati a parte del loro peccato, vi furono introdotti da Giosuè.

77,34-36:La cercavano quando ei gli uccideva. ec. Lo cercavano nell'afflizione, ma lo cercavano con cuore non sincero, ma da ipocriti; perocchè si pentivano per timore e orror della pena, non per principio di pietà vera e di amore verso Dio.

77,38:E perdonava loro i peccati. Non li puniva come a vrebbono meritato.

77,39:Un soffio che passa, e non ritorna. Parla dell'uomo secondo quello, che chiamasi vita animale, perché è comune a lui e a tutti gli animali: e nello stesso senso S. Giacomo: che è alla la vita vostra? Ella è un vapore, che per poco compare, e poi svanisce cap. IV. 14. Dio ebbe pietà ricordandosi, che l'uomo è carne, cioè, debole, infermo, soggetto a peccare, ed o cosa si miserabile riguardo alla vita animale, che passa come un soffio, o come un sottilissimo vapor si dilegua.

77,40:Quante volte lo esacerbarono ec. Gli Ebrei dicono, che fino a dieci volte dentro i primi due anni esacerbarono Dio i Padri loro. Mosè nel Deuteronomìo dice, che eui altercarono sempre contro il Signore cap. XXXI.27.

77,41:Ed esacerbarono il Santo d'Israele. il Genebrardo osservò, che si potrebbe tradurre secondo l'Ebreo, crocifissero il Santo d'Israele, dove sarebbe una profezia della morte, che e' fecer soffrire al Signore. Aggiungerò, che Santo d'Israele è chiamato Cristo dagli stessi demoni nel Vangelo.

77,42:Dell'oppressore. Di Faraone.

77,44:I loro fiumi. I fiumi degli Egiziani.

77,45:Delle mosche. Ogni specie di mosche. Così s. Girolamo, Aquila ec.

77,47:E i loro mori.O piuttosto i sicomori pianta comune nell'Egitto.

77,48:Le lor possessioni. Secondo il testo originale vorrebbe dire i loro bestiami minuti, le pecore, capre ec.

77,49:Mandò sopra di loro l'ira ec. Con questi termini generali e forti abbraccia le altre piaghe, che egli tralascia. Dice, che tutte queste calamità furon da Dio mandate sopra gli Egiziani per mezzo dei cattivi Angeli, dei quali Dio suoi servirsi a gastigare i cattivi uomini.

77,51:Ne' padiglioni di Cham. Ne' padiglioni de' discendenti di Cham. Cham figliuolo di Noè genero Mezraim, da cui vennero gli Egiziani.

77,54:Al monte di santificazione, ec. Così chiama la Giudea, montuosa in gran parte, ed eletta da Dio, e consacrata per essere la sede della vera religione, e insieme l'eredita d'Israele: questo paese lo acquistò per essi Dio colla sua potenza cacciandone i Chananei, come dice in appresso.
Misurata con le corde. E nell'Egitto ancora colle corde misuravansi i terreni, Herodoth. II. 6.

77,57:In arca fallace. Come un arco, che ferisce colui, che l'adopera. La similitudine è ripetuta in Osea VII. 6. In cambio di onorare e glorificate il Signore costoro l'offesero, come un arco, che in vece del nimico ferisce l'arciere.

77,58:Su' loro colli. Ne' luoghi eccelsi, dove sacrificavano agl'idoli.

77,59-60:Udigli Iddio, ec. Dio udì le loro bestemmie. Rigettò il tabernacolo di Silo. Il tabernacolo, che era a Silo, nel quale stava l'arca del Testamento. Questo tabernacolo fu privato dell'arca, la quale portata negli alloggiamenti dal popolo Ebreo, venuto questo a battaglia coi Filistei, fu sconfitto, e l'arca andò in poter de' nemici, è benché tornasse in Israele, non fu però rimessa a Silo, ma portata a Cariathiarim. Vedi 1. Reg. IV. Dal propiziatorio, che era sopra l'arca Iddio rendeva i suoi oracoli, e dispensava i suoi favori e le sue grazie.

77,61:E la loro fortezza... e la loro gloria ec. L'arca è detta fortezza e gloria del popolo Ebreo. Vedi 1. Reg.IV. 21. 22.

77,62:E chiuse il popol suo tralle spade, ec. Tralle spade dei Filistei, che ne fece: macello, e non tenne conto di un popolo, che a lui apparteneva si specialmente.

77,63:Dal fuoco. L'ira e la vendetta di Dio sovente è rassomigliata a un fuoco divoratore. Non furon piante: non si fece duolo per alcuno di tanto numero di vergini o trucidate dal nemico spietato, o menate in ischiavitù, la pubblica calamità assorbendo tutti i pensieri de' padri e delle madri infelici. L'Ebreo legge: non furon lodate: e vuol dire: non ebbero il piacere di sentir cantare le loro lodi ne' cantici, che si usavano, quando elle andavano a marito.

77,64:I loro sacerdoti periron di spada. Opbni e Phinees, e con essi certamente molti altri. Vedi 1. Reg. IV.. II E non si piangevano le loro vedove. L'Ebreo: a le loro vedove non piansero: lo che alluderebbe alla moglie di Phines, la quale alla nuova della presa dell'arca sgravatasi di un figlio morì. Vedi ibid.

77,65:Come un nom valoroso ec. Il Signore dopo aver fatto giusta e terribil vendetta delle iniquità del suo popolo abbandonandolo al furore de' Filistei, e dormendo, per cosi dire, sopra le calamita, onde lo stesso popolo rimase quasi oppresso, sfogata l'ira sua si risvegliò a guisa di forte campione, il quale, accresciute le sue forze col vino, sorge pieno di ardimento e di brio per andar contro ai nemici. Abbiamo notato altre volte, che la Scrittura parlando agli uomini dovea adattarsi ai loro linguaggio per farsi intendere da loro, e parlare anche di Dio umanamente (per così dire), e certe similitudini, le quali, a' di nostri secondo la maniera comune di pensare ci sembreranno un po' straordinarie, avean tutta la grazia in tempi più rimoti, come apparisce dall'uso, che ne hanno fatto gli scrittori più antichi e più colti della Grecia.

77,66:E percosse i suoi nemici alle spalle, ec. Parla della vergognosa malattia, colla quale Dio (dopo essersi servìto de' Filistei a punire il suo popolo) gastigò l'arroganza e l'empietà de' medesimi Filistei: del qual gastigo mite, che eglino ancor lasciassero un eterno monumento. Vedi vers. 1 Reg. V. 10. 12. ec.

77,67-68:E rigettò il tabernacolo di Giuseppe, e non elesse ec. Giuseppe il padre di Ephraim e di Manasse, e la tribù di Ephraim era la più potente dopo quella di Giuda, e il tabernacolo del Signore coll'arca stava a Silo città della tribù di Ephraim: presa l'arca da' Filistei, e dipoi rimandata, il Signore non in fece tornare a Sila. benchè ivi per qualche tempo restasse il tabernacolo; ma Dio elesse per farvi depositare l'arca il luogo di Cariathiarim nella tribù di Giuda, donde fu dipoi trasportata da Davidde sul monte di Sion. Dio dimostrò come egli sdegnato contro la tribù di Ephraim la privava della gloria, che in lei ridondava dall'avere nella propria con l'arca del Signore, e quest'onore trasferiva alla tribù di Giuda, eleggendo per fissa e stabile sua dimora il monte di Sion. Dio dovette dichiarare nel cominciamento del regno di Davidde, che il luogo di abitazione sua e dell'arca sarebbe in appresso per sempre il monte di Sion. Questa preferenza conceduta alla tribù di Giuda riguardava il Cristo, il quale dalla stessa tribù dovea nascere.

77,69:Edificò come il corna del Monoceronte ec. Dio edificò il suo Santuario, ovvero il luogo di santificazione per opera di Davidde; edificò questo suo tabernacolo in una terra stabile e ferma pe' secoli, affinchè per i secoli ancora fosse ivi stabile e fermo il suo tabernacolo; lo edificò a somiglianza del corno del Monoceronte; perché il corno del Monoceronte è unico ed è fortissimo, ed è piantato nel mezzo della fronte dell'animale. Così il tabernacolo eretto da Dio per le mani di Davidde dove stava l'arca, fu l'unico luogo, dove il vero Dio si adorasse, ed era la fortezza del popol di Dio, e situato sopra un'alta montagna, perché a tutti fosse visibile, e verso di lui tutti potesser rivolgersi. Tutte queste cose non convengono realmente, e in tutta la loro pienezza nè al tabernacolo di Sion, ne al tempio, che fu ivl eretto posteriormente da Salomone, se non in quanto e il tabernacolo e il tempio erano figure della Chiesa di Cristo, la quale sola veramente fu fondata pe' secoli, perchè ella è eterna; ed ecco il fine e l'obietto grande e misterioso, a cui mirava fin da principio il Profeta premettendoci parabole insigni e piene di alti misteri: vale a dire i misteri del Cristo figliuolo di Davidde secondo la carne, e i misteri della Chiesa sua sposa.

77,70:Dalla greggio delle pecorelle ec. Ci mostra, quasi di rei col dito, quel buon pastore, che conosce le sue pecorelle, ed è da lor conosciuto, e l'anima sua diede per esse: tanto egli le amò, e la loro salute preferi alla propria sua vita. Vedi Isai. XL. II.

77,71:Per pascere ec. Come Davidde governo i carnali discendenti di Giacobbe, così Cristo governera lo spirituale Israele.

77,72:Gli ha pasciuti secondo l'innocenza ec. Accenna mirabilmente due cose, le quali a un pastore di uomini sommamente convengono; la santità dell'esempio, e la prudenza e capacità per adattarsi al bisogno de' sudditi. L'una cosa, e l'altra fu in Cristo perfettamente. Egli comincio a fare, e poi ad insegnare, e colla infinita sua carità provide a tutti i bisogni delle sue pecorelle, e a tutto pensò e nulla omise di tutto quello che era utile per la loro salute. Dalla semplicissima sposizione, che abbiam data di questo salmo, parmi evidente, che non siavi nelle parole di esso da trovare occasione, o pretesto per toglierlo a Davidde, ne per crederlo di tempo a lui posteriore.