Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Salmi 16


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Credesi composto nel tempo della persecuzione di Saul. Chiede con grande affetto di non essere sopraffatto dalla tribolazione. Dice che i suoi nemici godono delle prosperità del mondo; ma egli aspetta la gloria della vita avvenire.

1Orazione di Davidde.
Esaudisci, o Signore, la mia giustizia, da udienza alle mie preghiere.
Porgi le orecchie alla orazione, che io fo con labbra non fraudolente.
2Dalla tua faccia venga la mia giustificazione: gli occhi tuoi rivolgano verso dell'equità.3Hai fatto saggio del mio cuore, e nella notte lo hai visitato: col fuoco hai fatto prova di me, e non si è trovata in me iniquità.4Affinchè la mia bocca non parli secondo il fare degli uomini: per riguardo alle parole delle tue labbra io ho battuto vie faticose.5Reggi tu fortemente i miei passi ne' tuoi sentieri, affinchè i piedi miei non vacillino.6Io alzai, o Dio, le mie grida, perché tu mi esaudisti: porgi a me la tua orecchia, e ascolta le mie parole.7Fa bella mostra di tue misericordie, o Salvator di coloro, che sperano in te.8Da color, che resistono alla tua destra tienimi difeso come la pupilla dell'occhio.
Cuoprimi all'ombra delle ali tue:
9Dalla faccia degli empj, che mi hanno afflitto. I miei nemici han circondata l'anima mia:10Hanno chiuse le loro viscere; la loro bocca ha parlato con arroganza.11Dopo di avermi rigettato adesso mi han circondato: si studiano di tener gli occhi loro rivolti alla terra.12Stanno intenti a me come un lione inteso alla preda, e come un lioncino, che sta in aguato in luoghi nascosti.13Levati su, o Signore, previenlo, gettalo a terra; libera colla tua spada l'anima mia dall'empio,14Da' nemici della tua mano. Separagli, o Signore, nella lor vita da que', che sono in piccol numero sulla terra: il loro ventre è ripieno de' beni tuoi. Hanno numerosa figliuolanza, e lasciano i loro avanzi ai lor bambini.15Ma io mi presenterò al tuo cospetto con la giustizia: sarò satollato all'apparire della tua gloria.

Note:

16,1:Esaudisci... la mia giustizia. La giusta mia preghiera: la giusta mia causa.
Alla orazione, che io fo con labbra non fraudolenta. Esaudisci le voci e le istanze, che io ti presento colle mie labbra, con queste labbra, che non hanno mai servito al tesser frode o menzogna contro del prossimo. Cosi viene egli ad accennare, che il miglior titolo, che possa aver l'uomo per impegnare la carità di Dio a soccorrerlo, egli è l'aver serbato la carità verso i fratelli; perocchè secondo la parola di Cristo, con quella stessa misura, colla quale avrem noi misurato agli altri, sarà rimisurato anche a noi presso Dio.

16,2:Dalla tua faccia venga ec. Davidde i considera il Signore come un giudice, che siede al suo tribunale per far giustizia, e premiare e punir ciascun uomo secondo il suo merito. Or in un giudice umano l'aria stessa del volto presagisce a' rei la condanna, agl'innocenti la lor vittoria. Ciò Davidde trasferendo al Signore, gli dice: dal tuo volto benigno traspiri un segno della protezione tua verso di me, un segno, che annunzi la piena giustificazione, che io spero di ottenere da te: gli occhi tuoi, i tuoi sguardi sieno favorevoli a quello, che è giusto, a quello, che è retto, sien favorevoli alla mia causa che è giusta, e alle mie intenzioni, che son diritte.

16,3:Hai fatto saggio ec. Come oro, che si assaggia col fuoco, così tu facesti saggio di me, e delle mie affezioni col fuoco delle avversità; nella oscura notte di molte afflizioni mi visitasti chiamando a stretto sindacato i miei pensieri e affetti; ma (tua merce) non si trovò in me ingiustizia. Queste parole non si trovò in me ingiustizia, e le altre simili, che in questo libro e altrove s'incontrano nelle Scritture, debbono intendersi non assolutamente, ma relativamente a quello, di che in essi luoghi si tratta, come qui rispetto agli avversari e persecutori del giusto, a' quali protesta egli di non aver fatto giammai verun male.

16,4:Affinchè la mia bocca ec. Io mi guardai dagli stolti giudizii degli uomini, i quali sovente al male danno il nome di bene, ed al bene il nome di male. Tale non fu il mio linguaggio, e per istarne sempre lontano rispettai sempre la tua santa parola come infallibile e immutabil regola de' costumi, e per amor di questa parola io battei costantemente le vie strette della virtù, dure e penose secondo i sensi, e secondo la corrotta natura; ma rendute dolci e agevoli dalla tua grazia in coloro che amano.

16,5:Reggi tu fortemente i miei passi ec. Parole di un nome, che sa di non poter fare il bene ne perseverare nel bene senza l'aiuto della grazia. Reggi tu costantemente i miei passi nella via de' tuoi comandamenti, affinché nè la forza delle tentazioni, nè la volontà degli interni ed esterni nemici non mi tiri fuori di strada, o raffreddi almeno in cuor mio il fervore della carità, per cui io corro verso di te, mediante la osservanza della tua santa legge.

16,6:Perché tu mi esaudisti. Perchè tu se' solito di ascoltarmi e soccorrermi.

16,7:Fa' bella mostra di tuo re. Risplenda e spicchi mirabilmente la tua misericordia nel trarmi fuora da' pericoli grandi, ne' quali io mi trovo. Risplende mai sempre, e sommamente risplende la misericordia divina nella salvazione degli eletti.

16,8:Da color che resistono alla lua destra ec. Per la destra di Dio è significata la potenza divina, ovvero i consigli, i disegni di Dio. Si oppongono a Dio, che vuole la salute degli uomini, non solo i demoni colle prave loro suggestioni, ma anche i cattivi uomini ed loro scandali e con tutte le male arti, colle quali si studiano di avvilire ed abbattere la pietà. Da tali nemici prega il profeta, che Dio autor della grazia lo tenga custodito e difeso con attenzione simile a quella dimostrato da lui come autore della natura nel custodire lo pupilla dell'occhio umano. Vedi Deut. XXXII.10Cuoprimi all'ombra delle ali tue, ec. Come la gallina, sotto le ali sue cuopre e difende i suoi pulcini. Vedi Matth. XXIII. 37.

16,16:Hanno chiuse le loro viscere. Alla compassione, e alla misericordia. Ha parlato con arroganza: si sono vantati di abbattere e annichilare il giusto protetto da te.

16,11:Si studiano di tener gli occhi loro ec. Per non vedere il misero stato mio, e non esserne mossi a compassione.

16,13:Previenlo. Questo lione, questo mia nemico. Previeni gli sforzi di lui, e rendi vani i suoi crudeli disegni. Libera colla tua spada l'anima mia dall'empio. La spada di Dio significa la possanza di Dio e la sua providenza sempre vegliante a difesa del giusto. La versione di questa passo e tolta da quella di Simmaco e abbiam supposto che debba leggersi eripe animam meam ab impio, framea tua, ab inimicis ec., come egli lesse: onde Teodoreto spiega: liberami dalle insidie di coloro servendoti contro di essi della tua spada. Non debbo però tacere un'altra maniera, onde da varii altri interpreti Ebrei e Cristiani questo passa fu esposto. Credono adunque, che il senso sia questo: libera l'anima mia dall'empio, tua spada (vale a dire dall'empio, di cui tu sai far uso a gastigare i cattivi, e ad esercitare la virtù e la pazienza dei giusti) da' nemici, tuo braccio, cioè, che sono il braccio, l'istrumento usato da te pei medesimi fini. Questa sposizione pero non può stare nè colla nostra volgata, ne coi LXX, e abbiamo perciò preferita l'altra, che e conforme alla versione di Simmaco.
Separagli, o Signore nella lor vita ec. in piccol numero sono gli eletti, i quali saran sempre pochi in comparazione del numero grande di que' che si perdono. Degli empli adunque afferma il profeta, che Dio anche nel tempo della vita presente li separa, li distingue da' buoni; perocchè il Signore conosce quelli, che sono suoi. 2. Tim. II. 19. anzi la stessa diversa maniera, onde Dio tratta in questa vita i buoni, e i cattivi, ella è evidente argomento di questa separazione; perocchè i buoni sono esercitati e provati quaggiù con molte tribolazioni, i cattivi sano pieni e satolli (come dice il profeta) di beni temporali, di consolazioni terrene, come di aver numerosa prole, e di lasciare i ilgliuoli ricchi, e facoltosi di quello stesso, che avanza alle loro cupidita e alla profusione usata da loro nel procurarsi ogni sorta di soddisfazione e di piacere. Cose nascoste nel testo originale, e nella nostra volgata son dette le ricchezze, perché nasconder si sogliono e tenersi riposte: e sono anche dette cose di Dio, perchè suo dono son elle, onde manifesta rendesi la ingiustizia de' peccatori i quali di tali doni abusano perversamente con offesa del donatore.

16,15:Ma io mi presenterò ec. Contrappone alla vana e transitoria felicità degli empi la vera e immutabile felicità, alla quale egli aspira. Siano ricchi e potenti, e feiici gli empi nel tempo di questa vita; il mio desiderio, la mia speranza mira ad oggetto infinitamente più grande; io assistito dalla tua grazia vivere nella giustizia, e amato di questa giustizia vedrò un dì la tua faccia, e de' tuoi beni sarò satollo, allorché tu a me e a tutti gli eletti tuoi manifesterai la tua gloria. Sarò satollo quando risuscitero simile a te nella gloria; si accenna qui non solo la gloria dell'anima, ma anche la risurrezione del corpo. Vedi s. Girolamo. In simil guisa l'Apostolo: allorché Cristo nostra vita comparirà, allora anche noi comparian con lui nella gloria, I. Cor. XIII.