Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Salmi 95


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Invita tutta la terra a lodare, e benedire Cristo Signore, il quale sarà Giudice giusto di tutti gli uomini.

1Cantico dello stesso Davidde.
Cantate al Signore un nuovo cantico: terra tutta canta il Signore.
2Cantate il Signore, e benedite il nome di lui, annunziate ogni giorno la salute recata da lui.3Annunziate la gloria di lui tralle genti, e le sue meraviglie a tutti i popoli.4Imperocché il Signore è grande, grandemente laudabile: egli è terribile sopra tutti gli dei:5Imperocché tutti gli dei delle genti sono demonj: ma il Signore ha creati i cielo.6La gloria, e lo splendore sono intorno a lui: la santità, e la magnificenza nel suo santuario.7Presentate al Signore, voi famiglie delle nazioni, presentate al Signore gloria, ed onore: presentate al Signore gloria qual conviensi al suo nome.8Prendete le ostie, ed entrate nell'atrio di lui: adorate il Signore nel santo atrio di lui.9Dinanzi a lui stia in timore, e tremore tutta quanta la terra: dite tralle nazioni: Il Signore ha preso possesso del regno.10Imperocché egli ha emendata la terra, la quale non sarà smossa: egli giudicherà i popoli con equità.11Rallegrimi i cieli, ed esulti la terra: il mare sia in movimento con tutte le cose ond'egli è ripieno: tripudieranno le campagne, e tutto quello, che in esse si trova.12Allora esulteranno tutti gli alberi delle selve dinanzi al Signore, perché è venuto, perché venuto egli è a governare la terra.13Governerà la terra con equità; governerà i popoli secondo la sua verità.

Note:

95,1:Quando la casa si edificava dopo la cattività. Nel libro de' Paralipomeni XVI. 23. trovasi questo salmo unito col salmo CIV. Con qualche piccola varietà, come essendo stato composto da Davidde pel trasporto dell'arca dalla casa di Obededom al tabernacolo di Sion. Il titolo si crede posto per accennare con esso la fondazione della Chiesa di Gesù Cristo, e la vocazione de' gentili. August. Euseb. Theodor. Athan. Si crede ancora, che il salmo fosse cantato alla dedicazione del secondo tempio.

Cantate al Signore un nuovo cantico: ec. Parla il Profeta a tutto la terra e agli abitatori di essa, e con questo invito generale dimostra, come la terra stessa rigettato il culto degl'idoli adorera il Signore, e con grande affetto celebrerà il benefizio della sua Redenzione operata da Cristo. Un nuovo cantico: può intendersi nuovo relativamente al vecchio cantico di Mosè nella liberazione della schiavitù dell'Egitto, liberazione che era figura di un'altra assai più pregevole: ovvero può intendersi la voce nuovo in significazione di prestantissimo, nobilissmo cantico, cantico degno, e proporzionato all'ineffabil grandezza del benefizio fatto da Dio agli uomini nel mandare il suo proprio unico Figlio a redimerli. È stato osservato come tre volte ne' due primi versetti è ripetuto cantate al Signore, lo che Eutimio dice esser fatto per adombrare la Trinità delle Persone divine in una sola essenza.

95,3:Annunziate la gloria di lui ec. Si predice la vocazione di tutto le genti per mezzo di predicatori Giudei quali furon gli Apostoli, e i primi discepoli di Gesù Cristo. Per la gloria del Signore pue intendersi la Risurrezione gloriosa dei Salvatore, per le meraviglie dello stesso Signore possono intendersi i miracoli da lui tutti nella sua vita mortale, e tutto quello, che ei fece per fondare e illustrar la sua chiesa dopo la sua Ascensione al cielo, mandando lo Spirito santo, e comunicando i doni di lui e agli Apostoli e a tutti i credenti.

95,4:Sopra tutti gli dei. Sopra tutti quelli, che quasi dei sono onorati benché non siano dei, se non falsi.

95,6:La gloria, e lo splendore (sono) intorno a lui: ec. Egli è pieno di gloria e di splendore, ovvero di maestà, ed è pieno di santità e di magnificenza il suo santuario, cioè la sua chiesa. Questa Sposa di Cristo è ricca di tutta la magnificenza e di tutti i tesori del celeste suo Sposo. La voce sanctificatio è usata qui a significare il santuario, come Jerem. LI. 51.. I. Macab. 1.23.

95,8:Prendete le ostie. Nell'Ebreo è una voce (Minha), la quale propriamente significa il sacrifizio di farina. Allude adunque all'incruento sacrifizio de' nostri altari, in cui sotto le spezie dei pane sì offerisce il corpo di cristo. Nel santo atrio di lui, nell'unica chiesa cattolica, la quale ha molte altre chiese particolari (atria) seca unite nella comunione della fede e per tutti i vincoli della Cristiana carità.

95,9:Stia in timore e tremore ec. Il mondo tutto con timore e tremore religiosa si presenti dinanzi a lui, e gli renda culto e lo adori. Il Signore ha preso possesso del regno: ovvero regna. Regnava egli anche prima della sua venuta sopra la terra per l'assoluta sua potestà: ma dopo la sua incarnazione regna per la fede, colla quale è conosciuto, creduto, adorato. Ma qui non debbo lasciar di notare, come il Saltero Romano e vari altri salteri, a non pochi Padri latini e s. Giustino martire e s. Ephrem Siro, e qualche edizione greca de' salmi leggono: il Signore regna dal legno, ha fatto acquisto del regno sulla croce dove morì (come dice l'Apostolo) e risuscitò per aver dominio sopra i vivi, e sopra i morti. Maniera nuova, e inaudita di arrivare all'acquisto di un regno fu quella, che tenne Cristo di patire e morire per gli uomini. Ovvero: il Signore regna dopo il legno. Dopo sofferta la morte di croce, e dopo (ma risuscitato) ha manifestata la potestà datagli dal Padre in cielo e in terra. S. Giustino accusa i Giudei di aver tolte quelle due parole dal testo de' LXX; perocchè (dice il Genebrardo a questo proposito) i LXX, i quali con profetico spirito in altri luoghi ancora per illustrare certi passi hanno aggiunto qualche parola, si può ben credere sulla testimonianza di tali autori, che avesser poste quelle parole. A me certamente fa grande specie il vedere, come nell'antica versione italica, tratta dal greco de' LXX, venuta in luce ne' primi giorni della chiesa queste parole si leggono. Quindi son elleno conservate dalla chiesa, e si recitano si nell'inno della passione, e si ancora nella commemorazione della croce nel tempo Pasquale.

95,10:Ha emendata la terra, la quale non sarà smossa. Ha corretto, ristorato, emendato il mondo depravato dall'idolatria e da' vizii, lo ha emendato mediante il vangelo di Cristo: onde il mondo, vale a dire la Chiesa estesa per tutte le parti del mondo, non sarà smossa, ma persevererà stabilmente nel culto del vero Dio, e nella professione del Vangelo. Promessa insigne della perpetuità della Chiesa, la quale a dispetto di tutte le persecuzioni esterne, a dispetto di tutto le potestà delle tenebre, si manterrà salda e immobile fino alta consumazione de' secoli.
Egli giudicherà i popoli con equità. I popoli soggetti a lui saran governati con leggi piene di equità e di santità, con leggi sante e degne di un tal Re, che è il capo e il modello de' Santi.

95,11-12:Rallegrinsi i cieli, ed esulti la terra ec. Invita tutte le creature, il cielo, la terra, il mare, le campagne, le piante a rallegrarsi per la venuta di Cristo nel suo regno, perché egli viene a governare il mondo con gran giustizia e con infinito vantaggio di tutto il genere umano. Alcuni osservano, che forse sono qui introdotti specificatamente gli alberi delle selve e boscaglie a far festa della venuta di Cristo, perché i boschi particolarmente erano pell'avanti consacrati all'intame culto de' falsi dei.

95,13:Secondo la sua verità. Secondo la vera e santa sua legge: ovvero secondo le sue fedeli promesse.