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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Salmi 131


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Chiede, a Dio, che ricordandosi di Davidde abbia per sua abitazione il monte di Sion, e mandi il Cristo promesso.

1Cantico de' gradi.
Ricordati, o Signore, di Davidde, e di tutta la sua mansuetudine,
2E del come ei giurò al Signore, o del come fè voto al Dio di Giacobbe,3(Dicendo): Se io entrerò al coperto nella mia casa, se io salirò al mio letto per riposare.4Se darò sonno a' miei occhi, e quiete alle mie pupille,5E requie alle mie tempia fino a tanto che io trovi un luogo al Signore, un tabernacolo al Dio di Giacobbe.6Ecco che noi udimmo come (sua sede) era in Ephrata: la trovammo nei campi selvosi.7Entreremo nel suo tabernacolo: lo adoreremo nel luogo dove i suoi piedi si posarono.8Su via, o Signore, vieni nella tua requie: tu, e l'arca di tua santità.9I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia, ed esultino i tuoi santi.10Per amor di Davidde tuo servo non allontanare la presenza del tuo Cristo.11Signore ha fatto promessa giurata, e verace a Davidde, e non la renderà vana; la tua prole porrò io sul tuo trono.12Se i tuoi figliuoli saran fedeli al mio testamento, e ai precetti, che io ad essi insegnerò:13I loro figliuoli ancora in perpetuo sederanno sopra il tuo trono.14Perché il Signore si è eletta Sionne: se, la è eletta per sua abitazione, (dicendo):15Questa è la mia requie pe' secoli: qui io abiterò, percbè me la sono eletta.16La sua vedova benedirò largamente: satollerò di pane i suoi poveri.17I suoi sacerdoti rivestirò di santità, ed esulteranno grandemente i suoi santi.18Ivi farò, che a Davidde spunti regal possanza: ho preparata al mio Cristo una mia lampana.19I nemici di lui coprirò di confusione: ma in lui fiorirà la mia santità.

Note:

131,1-2:Ricordati, o Signore, di Davidde ec. Parla il popolo, o piuttosto lo stesso Salomone; perocchè sembra assai probabile, che da lui fosse composto questo salmo, mentre veggiamo, che i versetti 8. 9. sono nella orazione fatta dallo stesso Re nell'atto della dedicazione del tempio I. Paralip. VI. 41.42. Ricordati, o Signore, di Davidde e della sua grande mansuetudine. Questa virtù fu in Davidde in sommo grado, ed egli ne diede insigni dimostrazioni particolarmente in tutto il tempo della crudele persecuzione fattagli da Saulle, nel qual tempo avendo più volte tutto il comodo di vendicarsi, se ne astenne. Ricordati, o Signore, di quell'uomo secondo il cuor tuo, e ricordati della promessa fatta con giuramento a te, o Signore, e del voto solenne, col quale dimostrò la ferma sua volontà di edificare un tempio a te Dio d'Israele. Ne Davidde si fermò alla sola promessa, ma affine di effettuarla preparò quantità grandissima d'oro, di argento, di legname prezioso per la fabbrica del medesimo tempio; ma Dio volea serbare la gloria di adempire i suoi voti al figliuolo Salomone.

131,3:(Dicendo): Se io entrerò: ec. È riferito il giuramento di Davidde colla solita formula, nella quale s'intende aggiunto: Iddio mi faccia male, e peggio, se io mancherò a quello, che prometto, se io metterò il piede nella mia casa. Parla della casa stessa, di cui diceva al profeta Nathan: Osservi tu com'io abito in una casa di cedro, e l'arca di Dio è collocata sotto le pelli? II. Reg. VII. 2.

131,5:Fino a tanto che io trovi un luogo ec. Un sito conveniente per cominciare la fabbrica di un tempio, in cui si riponga l'arca del Signore, e nel quale abiti il Dio di Giacobbe.

131,6:Ecco che noi udimmo come (sua sede) era in Ephrata: ec. Ephrata in questo luogo secondo parecchi dotti spositori è un tratto di paese, che comprendeva Bethlehem e Gerusalemme e i vicini luoghi. I campi selvosi sono il luogo dov' era l'ala di Areuna Jebuseo. Dice adumque il profeta: noi per rivelazione divina udimmo, che il luogo, dove debbe abitare il Signore egli è il paese di Ephrata, e più precisamente abbiam saputo, che il proprio sito del tempio egli e nell'aia di Areuna; ivi dee edificarsi la casa di Dio. Ma perché in vece di Ephrata non nomina Gerusalemme? Rispondono, che in primo luogo ha voluto dimostrare come il tempio dovea essere, nella tribù di Giuda; perocchè Bethlehem, o sia Ephrata era certamente della tribù di Giuda, e Gerusalemme per la massima parte era della tribù di Beniamin, onde, volle significare, che il tempio sarebbe in quella parte di Gerusalemme, che apparteneva a Giuda, ed era verso la città di Bethlehem; in secondo luogo volle accennare, che il vero tempio di Dio (in cui piacque al Padre, che abitasse corporalmente la pienezza della divinità) il Cristo in Bethlehem sarebbe nato della tribù di Giuda e della stirpe di David. Anzi Teodoreto e altri distinguono in questo versetto due templi. l'uno spirituale e divino, che sorgera in Ephrata, cioè in Bethlehem, ed è il Cristo; il secondo materiale sul monte di Sion. Vedi ancora Hieron. Epitaph. Paullae.

131,7:Entreremo nel suo tabernacolo: ec. Fabbricato che sia il tempio del Signore noi entreremo in questa casa di sua abitazione, e lo adoreremo nel luogo, dove si sono posati i piedi di lui, adoreremo lo sgabello de' piedi suoi, cioè l'arca, dove egli sedeva, rendeva oracoli, operava i prodigi, e sovveniva a' bisogni di quelli, che lo invocavano. Quest' arca però è figura della chiesa, e anche del corpo di Cristo.

131,8:Vieni nella tua requie, tu, e l'arca ec. Sono le parole di Salomone nell'invitare e pregare il Signore ad accettare per residenza sua, e dell'arca il nuovo tempio. Questo tempio lo chiama requie di Dio, cioe luogo fisso, stabile, permanente; perocchè fino allora il tabernacolo, dove stava l'arca, era mobile, e stette ora in un luogo, ora in un altro. E l'arco di tua santità: e l'arca, per mezzo di cui fai conoscere la tua santità, per mezzo di cui dai a noi la santità, e operi la nostra santificazione. Ciò non si verifica letteralmente se non riguardo al vero tempio di Dio, che è la chiesa, e il Cristo.

131,9:I tuoi sacerdoti si rivestono di giustizia. Affinchè santamente e puramente servano al tuo altare. E di questa giustizia necessaria ne' suoi ministri sono simbolo le stesse vesti sacerdotai. Ed esultino i tuoi santi. E i tuoi fedeli dedicati e consacrati al tuo culto con letizia celebrino le tue lodi.

131,10:Non allontanare la presenza del tuo Cristo. Ovvero, come spiega il Grisostomo: non differire la venuta del Cristo per amor di Davidde, a cui tu già lo promettesti. E generalmente tutti i Padri a Cristo Signore applicano queste parole.

131,11:La tua prole porrò io sul suo trono. Si parla certamente di quella prole, ovvero di quei seme di Davidde secondo la carne, del quale si dice, che sussisterà in eterno. Psal. LXXXVIII.35. Si ripete adunque in questo luogo la stessa promessa sino alla fine del salmo.

131,12-13:Se i tuoi figliuoli saran fedeli al mio testamento. La promessa dei Cristo, e del regno di lui eterno ella è assoluta, e senza condizione di sorta, come vedesi nel salmo LXXXVIII. La condizione adunque, che qui si appone, riguarda il regno temporale de' posteri di Salomone. Questi posteri di Salomone venne un tempo, che perdettero il regno temporale, perché non furon fedeli a Dio: ma siccome la promessa di un regno eterno per la prole di Davidde mancar non poteva, essendo promessa di Dio, ella ebbe suo effetto in Cristo figliuolo di Davidde, e Re non de' soli Ebrei, ma di tutte le genti. Tutto questo appunto dovea servire a far si, che gli Ebrei riconoscessero adempiuto per mezzo di Gesù Cristo quello, che Dio tante volte avea detto ai loro Davidde.

131,14-15:Il Signore si è eletto Sionne, ec. Abbiam veduto moltissime volte come Sionne fu una figura della chiesa di Cristo, la qual chiesa e il regno di lui, ed è il tempio di lui, in cui egli abiterà in eterno, avendola egli perciò eletta e santificata.

131,16:La sua vedova ec. arricchirò, ricolmerò di doni spirituali e di grazie celesti le persone più abbandonate e neglette dal secolo, come sono le vedove e i poveri.

131,17:I suoi sacerdoti rivestirò ec. Risponde alla preghiera del versetto 9.

131,18:Ivi farò, che a Davidde spunti ec. In Sionne farò, che spunti qual germe la reale maestà di Cristo. I Rabbini stessi videro, che qui si parla del Messia, gloria della famiglia di Davidde, il di cui regno da Sionne ebbe cominciamento. Dal Greco apparisce, che nella nostra Volgata e stato forse per errore dei copisti messo illuc invece di illic. Ho preparata al mio Cristo una lampana. Allo stesso Davidde mio unto ho preparata una lampana, un figlio, che è il vero Cristo, il quale colla celeste sua luce illumina ogni uomo, che viene al mondo. Onde II. Paralip. XXX. 7. parlandosi dell'empio Joram si dice, che con tutte le iniquità di lui, il Signore non volle sperder la casa di Davidde a causa dell'alleanza fatta con lui, e perchè avea promesso di lasciare a lui e a' suoi figliuoli una lampana in ogni tempo, vale a dire il Cristo splendore della casa di David conservata da Dio per amore dello stesso Messia, che di essa dovea nascere.

131,19:Ma in lui fiorirà la mia santità. Egli è il santo dei santi, ed e principio di santificazione e di giustizia per tutti i fedeli. Egli sarà coronato con diadema di santita, qual si conviene al Salvatore e santificatore degli uomini.