Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Salmi 111


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I giusti misericordiosi sono beati. I peccatori periranno.

1Alleluia: Del ritorno di Aggeo, e di Zaccaria.
Beato l'uomo, che teme il Signore: egli avrà cari oltre modo i suoi comandamenti.
2La sua posterità sarà potente sopra la terra: il secolo dei giusti sarà benedetto.3Gloria, e ricchezze nella casa di lui: e la sua giustizia dura perpetuamente.4È nata tralle tenebre la luce per gli uomini di retto cuore: il misericordioso, il benigno, il giusto.5Fortunato l'uomo che è compassionevole, e da in prestito: e con saggezza dispensa le sue parole: perocché egli non sarà mai vacillante.6Il giusto sarà in memoria eternamente: non temerà di udire sinistre parole.7Il suo cuore è disposto a sperar nel Signore: il suo cuore è costante: ei non vacillerà, e neppur farà caso de' suoi nemici.8A mani piene ha dato ai poveri: la giustizia di lui dura in perpetuo: la sua robusta virtù sarà esaltata nella gloria.9Vedrallo il peccatore, e avranne sdegno, digrignerà i denti, e si consumerà: il desiderio de' peccatori andrà in fumo.

Note:

111,1-2:Del ritorno ec. Sì crede, che queste parole sieno state qui poste nel Latino per dimostrare come la verità di quello, che si dice in questo salmo si fe' conoscere nel ritorno del popolo dalla cattività di Babilonia, allorché Aggeo e Zaccaria profeti stimolavano tutti i Giudei a ristorare la religione e la repubblica.

Beato l'uomo, che teme il Signore: ec. Chi teme il Signore è beato primieramente, perché ha un animo religioso, e osservatore zelante de' comandamenti di Dio; dipoi perché la stirpe di lui sarà fortunata e potente sopra la terra: vale a dire non solo egli sarà felice in se stesso, sarà felice ancora ne' figli, i quali da lui impareranno la maniera di essere veramente felici. Del rimanente la potenza, di cui si parla in questo luogo, e la gloria e le ricchezze del versetto seguente s'intendono ottimamente della grandezza, e della gloria, e de' beni infiniti serbati a' giusti nella terra de' vivi; perocchè, anche i giusti dell'antica alleanza a questi beni teneano rivolti i loro desiderii, e le loro speranze. Il secolo de' giusti sarà benedetto. I giusti fanno felice il loro secolo. Il secolo, che abbonda di giusti sarà benedetto e prosperato da Dio in grazia de' medesimi giusti; tanto son eglino cari a Dio, e tanta è la stima, ch'ei fa di essi.

111,3:La sua giustizia ec. Non muore col giusto la sua giustizia, ma dura in perpetuo, ed egli ne raccoglie un frutto eterno; perocchè ella gli va dietro alla morte, e fin nel cielo lo accompagna. Van dietro ad essi le opere loro, Apocal. XIV. 13.

111,4:E nata tralle tenebre la luce per gli uomini ec. Nelle tenebre delle avversità, e anche nelle tenebre della ignoranza il giusto trova la sua consolazione, e la luce di cui ha bisogno, la trova in Dio misericordioso, benigno e giusto. Tale è la comune letterale sposizione di queste parole: ma la sposizione, che veramente corrisponderà alla forza dell'espressioni del profeta, ella è: nelle orribili tenebre, in cui piaceva il mondo tutto, il misericordioso, il benigno, il giusto (Cristo) spuntò qual sole di giustizia per gli uomini di buona volontà, portando a questi luce, consolazione e salute. È proprio dei profeti, e particolarmente di Davidde, il prendere da qualunque cosa occasione per volare a Cristo, come qui parlando della beatitudine del giusto tocca la massima delle sue felicità, che è di avere per sua luce e salute questo Salvatore.

111,5:Fortunato l'uomo, che è compassionevole, ec. Viene ora a parlare de' frutti della liberalità e beneficenza. E con sapienza dispesa le sue parole. Può intendersi dei buoni consigli e avvertimenti ch'ei dà al prossimo. Non sarà mai vacillante. In qualunque contrarietà non perderà la costanza dell'animo, ne il merito della pazienza; perocchè sarà assistito e sostenuto da Dio.

111,6:Sarà in memoria eternamente: ec. Il giusto benefico sarà benedetto e presso Dio, e presso gli uomini. Non temerà di udire sinistre parole: non ha da temere le lingue malediche: sarà in buona riputazione. Ovvero con s. Agostino e altri: non avrà da temere nel giorno estremo quelle terribili parole: andate maledetti al fuoco eterno, ec. Matth. XXV.41. La sua carità e le sue limosine lo salveranno da si gran male.

111,8:La giustizia di lui dura ec. Il frutto della carità del giusto è frutto eterno.

111,9:Vedrallo il peccatore, ec. Ili peccatore vedrà la felicità e la gloria del giusto, e avranne invidia e rabbia incredibile. Il desiderio de' peccatori andrà in fumo. Il peccatore vorrebbe vedere il giusto in rovina, e vedrallo in gloria: vorrebbe avere la stessa felicità, e gli toccherà di esser sempre infelice.