Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Salmi 6


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Vuolsi comunemente, che questo salmo fosse composto dà Davidde in occasione di grave corporal malattia. Egli contiene i più vivi sentimenti di un peccator penitente, onde può convenire egualmente allo stato di un uomo, in cui la grazia ha risvegliato una grande, e giusta apprensione delle spirituali sue infermità.

1Cantico, e salmo di David.
Signore non mi riprendere nel tuo furore, e non mi correggere nell'ira tua.
2Abbi pietà di me, perché io sono senza forze, sanami, o Signore, perché le ossa mie sono scommosse.3E l'anima mia è grandemente turbata: ma tu, o Signore, fino a quando? ...4Volgiti, o Signore, e libera l'anima mia: per tua misericordia dammi salute.5Imperocché nella morte non è chi di te si ricordi; e nell'inferno chi mai ti confesserà.6Mi son consumato nel gemere; laverò tutte le notti il mio letto (col pianto), il luogo del mio riposo irrigherò colle mie lagrime.7Per lo furore l'occhio mio si è ottenebrato; sono invecchiato in mezzo a tutti i miei nemici.8Andate lungi da me voi tutti, che operate l'iniquità, conciossiachè il Signore ha esaudita la voce del pianto mio.9Il Signore ha esaudite le mie suppliche, il Signore ha accolta la mia orazione.10Siano svergognati, e sconturbati altamente tutti i miei nemici, siano volti in fuga, e svergognati in un attimo.

Note:

6,1:Per la ottava. Molti per questa ottava intendono il giudizio finale, che verrà finita la settimana della durazione del secolo presente. Gli Ebrei voglion indicato uno strumento musicale a otto corde, sul quale dovesse il salmo vantarsi; sentimento che è in oggi abbracciato dai più moderni Interpreti. Vedi la prefazione.

Non mi riprendere nel tuo furore. Considerando i suoi mali come giusta pena delle sue colpe chiede al Signore non di essere interamente libero dal castigo, ma che la vendetta sia temperata colla misericordia. S. Agostino, e S. Gregorio credono, che egli domandi di non essere gastigato nè col fuoco dell'inferno, dove Dio fa si terribil mostra del suo furore contro de' peccatori, ne colle pene del purgatorio, dalle quali non si esce se non dopo aver pagato fino all'ultimo picciolo. Vedi Matth. V. ec.

6,2-3:Le ossa mio sono scommosse. Esprime con enfasi grande i terrori del peccatore, che treman alla vista de' terribili giudizi divini, abbattuto dal peso de' mali presenti, e dal terrore de' futuri. Il mio corpo è spossato, le mie ossa sono tutte dissestate, e l'anima mia è piena di turbamento e di terrore.

6,5:Ma tu, o Signore fino a quando?... Vale a dire, fino a quando differirai di soccorrere alla mia miseria, fino a quando mi negherai la tua consolazione? Espressione non di impazienza, ma di amorosa fidanza nella bontà del suo Dio, il quale solo può rendergli la salute e la pace. Libera l'anima mia; in bocca del peccatore penitente questr parole significano: libera l'anima mia dal predominio delle passioni, dalla tirannia del peccato, e del demonio: sciogli le ingiuste catene, che mi legavano all'amore del seolo, e rimettimi nella libertà de' tuoi veri figliuoli. Volgiti a me colla tua grazia, e io a te mi volgerò colla penitenza, e collo sincera conversione, col detestare le opere all'uomo vecchio, e rivestirmi degli affetti dell'uomo nuovo.

6,5:Imperocchè nella morte ec. Libera l'anima mia, affinchè io possa glorificarti e benedirti; Imperocchè se io cadessi in quella morte, che altro non è se non un'eterna miseria, tu ben sai, o Signore, che quegli, che sono in tale stato di morte non si ricordano mai di te per adorarti, e per lodare il tuo nome; e di quel che sono nell'inferno tu ben sai, che nissuno ti confessa, e ti rende culto, ma anzi contro di te si adirano, e ti bestemmiano quegl'infelici. In maniera non molto dissimile espone s. Agostino seguendo il senso indicato di sopra: Libera l'anima mia dal peccato adesso ch'io sono in vita; imperocchè la penitenza, e la conversione non ha luogo dopo la morte, ne di la dal sepolcro. Vedi Luc. XVI 20. 21.

6,6:Mi son consumato nel gemere. Tutte queste espressioni ci dipingono al vivo i sentimenti di un cuore contrito e umiliato, i sentimenti d'un peccator penitente, il quale conoscendo il bene grande, anzi infinito, che ha perduto, conoscendo la immensità e l'eternità del male, che ha meritato, co' sospiri, colle lacrime, colle opere di mortificazione, si studia di placare il Signore, e d'espiare i suoi falli. I peccatori Cristiani, le cadute de' quali dopo la grazia ricevuta nel santo Battesimo sono molto più gravi, imparar debbono da questo re penitente le disposizioni di cuore, senza le quali indarno presumerebbono d'accostarsi al trono della misericordia peressere sciolti da' loro peccati. In un senso più sublime s. Agostino vuole che per nome di letto qui sieno intese tutte quelle cose, nelle quali l'anima inferma per le passioni e languente cerca riposo, vale a dire i piaceri, e le sodisfazioni terrene, le quali si lavano e si purificano da quelli, che sinceramente si sforzano di ritrarsene.

6,7:Per lo furore ec. La viva idea del giusto terribile sdegno, col quale tu perseguiti il peccato, questa idea, che mi sta sempre davanti mi fa perdere il lume degli occhi.
Sono invecchiato in mezzo ec. Io provo già gli smarrimenti e la fiacchezza della senile età, e tutti i miei nemici sel vedono, e ne trionfano. Nel senso accennato qui avanti questi nemici sono le tentazioni, i mali esempi, le occasioni di peccare, in una parola tutte quelle cose, che s'oppongono alla salute dell'uomo, e più strettamente sono significate le passioni che tiranneggiano l'anima, delle quali è composto quel vecchio uomo, di cui ci e comandato di spogliarci per rivestirci di Gesù Cristo. Rom. XIII. 14.

6,8-10:Andate lungi da me ec. Mirabil pittura degli effetti della vera sincera penitenza, la quale cangiando il cuore del peccatore lo apre alla dolce fermissima speranza nella bontà e misericordia del Signore. Dio ha uditi i miei sospiri, ha mirati i miei pianti, ha esaudita la mia orazione: egli mi perdona, e mi salva: ma che debbo farlo per dimostrargli la mia riconoscenza? Uscire (secondo la parola d'un altro profeta) di mezzo alla nazione prava e perversa, separarmi dal presente cattivo secolo. Lungi adunque da me tutti quelli che amano, e favoreggiano l'iniquità, lungi da me tutti quelli, i quali o adulavano, o risvegliavano le mie passioni, lungi da me tutti gli oggetti terreni, che sono atti a ritrarmi dall'amore del mio Salvatore. Questa liberazione da tutti i nemici della salute non può essere intera e perfetta se non nella vita avvenire; imperocchè nel tempo d'adesso milizia è la vita dell'uomo, Job. VII. 1.; ma il giusto secondo la parola di Paolo è già salva, e già libero per la speranza; e questa viva speranza fondata nelle divine misericordia, e nel poter della grazia del Salvatore, da bastante coraggio al giusto per affermare, che nulla potranno più nuocergli i suoi nemici, ma che quando lo assaliscano riporteranno non guadagno e vittoria, ma confusione e vergogna.