Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Salmi 5


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Alla Chiesa, e ad ogni anima fedele in quanto ella è membro di questa Chiesa, appartien questo salmo nel senso più nobile, avuto principalmente in mira dallo Spirito Santo. Credesi composta questa bella preghiera nel tempo, in cui Davidde, fuggendo Assalonne, si stava lungi dà Gerusalemme, e dal tabernacolo del Signore.

1Salmo di David.
Da udienza, o Signore, alle mie parole, pon mente alle mie grida.
2Piegati al suono della mia orazione, mio re, e mio Dio.3Dappoiché a te indirizzerò le mie preghiere; al mattino, o Signore, tu esaudirai la mia voce.4Al mattino porrommi dinanzi a te, e ti vedrò; perocché tu non sei un Dio, che ami l'iniquità.5Né starà presso a te il maligno, né gli ingiusti potran durarla dinanzi agli occhi tuoi.6Tu hai in odio tutti coloro, che operano l'iniquità; tu disperderai tutti coloro, che parlano menzogna. L'uom sanguinario, e fraudolento sarà in abbominio al Signore;7Io però nella moltitudine di tua misericordia,
Entrerò nella tua casa, mi incurverò verso il tuo santo tempio nel tuo timore.
8Signore, conducimi nella tua giustizia: per riguardo a' miei nemici fa tu diritta dinanzi a te la mia via.9Imperocché nella loro bocca non è verità: pravo egli è il loro cuore.10Un aperto sepolcro ell' è la loro gola; colle loro lingue tessevano inganni: fa tu, o Dio, giudizio di essi. Sian delusi ne' loro disegni; dispergili come si meritano le molte loro empietà, dappoiché ti hanno essi irritato, o Signore.11E si rallegrino tutti coloro, i quali in te confidano: giubileranno in eterno, e tu abiterai in essi. E in te si glorieranno tutti coloro, che amano il tuo nome,12Perché tu benedirai il giusto. Tu, Signore, della tua buona volontà, quasi di scudo, ci hai d'ogni intorno coperti.

Note:

5,1:Per colei, che ottiene ec. in queste parole del titolo, secondo i LXX vien significata la Chiesa erede di tutte le promesse registrate nell'antico Testamento.

5,2:Mio re, e mio Dio. Davidde re com'egli era si umilia dinanzi a colui, che e il Re de' Regi, il Signore de' dominanti, I. Tim. VI. 5. Questo titolo di Re nelle Scritture è dato particolarmente al Figliuolo, il quale ebbe dal Padre il dominio di tutte le genti.

5,3:Al mattino. Può significare per tempo, opportunamente, con sollecitudine. Ma meglio anonr si dirà, che alloda Davidde alla prima ora d'orazione, in cui offerivasi il sacrifizio detto perciò del mattino, sacrifizio che era il più solenne, e nel quale offerivasi un agnello, figura di quell'agnello divino, che dovea nelle ore della mattina offerirsì per tutti i secoli nella Chiesa Cristiana. Egli è notissimo come fino da' primi tempi Apostolici si adunavano prima dell'alba i Cristiani nel luogo dell'orazione dove offerivansi i divini misteri. Vedi la celebre lettera di Plinio all'imperador Traiano.

5,4:E ti vedrò. Ti vedrò coll'occhio del cuore illuminato dalla fede, contemplerò la tua santità, la tua giustizia, l'odio, che tu porti al peccato, e i terribili effetti dell'ira tua contro de' peccatori. Così io imparerò a guardarmi nella giornata da tutto quello, che può dispiacerti, e ad operare nel timore e tremore la mia salute. Nella traduzione della prima parte di questo versetto ho seguitato non solo il senso naturale dell'Ebreo, ma anche l'autorità di s. Cipriano, il quale lesse: al mattino porrommi dinanzi a te, e ti contemplerò. Nella nostra Volgata è da sottintendersi il te: videbo te. Notisi ancora, che sovente nelle Scritture dicevasi stare dinanzi a Dio colui, che stava dinanzi all'area. Jos. XXIV. I. Ezod. XVIII. 12.Tu non sei un Dio, che ami l'iniquità. Ripugna alla santità di Dio l'amare, o il volere l'iniquità; non ripugna però il permetterla per ragione del bene, ch'egli colla sua sapienza infinita sa trarne. Così furono da lui permesse le persecuzioni e l'eresie, mediante le quali volle, provare, ed esercitare la fede e la pazienza de' giusti. Tu non se' un Dio, che ami l'iniquità, secondo una maniera di parlare usata sovente ne' libri sacri, vuol dire; tu se' un Dio, che hai in odio l'iniquità, come è detto vers. 6.

5,5:Ne' starà presso a te il maligno. Non potrà aver unione, consorzio, società con te l'uomo malvagio; l'uomo ingiusto ben lungi dall'aver parte con te non potrà sostenere la vista dell'irata tua faccia.

5,6:Che parlano menzogna. Per ingannare il prossimo, e fargli del male, per calunniarlo e opprimerlo.

5,7:Io però nella moltitudine di tua misericordia, entrerò ec. Pieno di confidenza non nella mia giustizia, non ne' miei meriti, ma nella moltiplice tua misericordia entrerò (collo spirito se non posso anche col corpo) nella tua casa, nel tuo tabernacolo per unirmi co' tuoi sacerdoti, e col tuo popolo il renderti onore, e rivolto verso lo stesso tabernacolo, che è il tempio e l'abitazione della tua gloria, pieno di santo timore ti adorerò. Pel nome di tempio intendesi certamente il tabernacolo; perocchè il tempio non era ancor edificato. È noto il costume degli Ebrei di rivolgersi sempre nel far orazione verso la città santa e verso il tempio. Vedi Dan. VI. 20.

5,8:Signore, conducimi nella tua giustizia. Ovvero: nelle vie di tua giustizia. Prendimi amorosamente per mano, e guidami pel diritto sentiero della tua santa legge, affinchè io non mi volga ne a destra, ne a sinistra. Preghiera mirabile piena di carità, e di umiltà, e nella quale si vede come questo santo portava in mezzo del cuore quella grande evangelica verità annunziata a' discepoli da Gesù Cristo: senza di me non potete far nulla, Joan.
Per riguardo a' miei nemici fa tu diritta ec. Affinchè i miei nemici non abbiano ragione di esultare nella mia perdizione, fa' tu, o Signore, che la via, ch'io batterò sia non una di quelle, che sembrano diritte nel giudizio degli uomini, e vanno poi a finire nella morte, ma sia quella, che è diritta negli occhi tuoi, e la qual sola conduce alla vita. Non cerchi io l'approvazione degli uomini nella mia maniera di vivere, ma tale sia (tua mercè) la mia vita, che possa essere approvata da te.

5,9-10:Nella loro bocca non è verità. Questi miei nemici non altro cercano, che occasioni, o pretesti di calunniare, e avendo il cuore corrotto maraviglia non è se colla loro lingua oltraggiano di continuo la verità, se dalla loro gola come da un aperto sepolcro esali fetore di maldicenza e di empietà, se colle loro parole cerchino continuamente d'ingannare, di sedurre, di corrompere altrui. Ma tu fanne vendetta, o Signore. L'imprecazione, che noi leggiamo qui, è nel seguente versetto, non da privato affetto ma da zelo dell'onore di Dio è dettata, e anzi ella è non tanta imprecazione quanto una severa profezia di quello, che Dio farà un giorno contro degli empi.

5,11:E si rallegrino ec. Puniti gli empi, e mandati al supplizio da lor meritato, allora sarà perfetta la letizia de' giusti, i quali tutte le loro speranze come tutto il loro amore posero in Dio.
E tu abiterai in essi. Abiterai eternamente ne' giusti come in tuo tempio, onde saranno ripieni della tua gloria, e beati della tua stessa beatitudine in eterno.
E in te si glorieranno ec. in te, vale a dire, nella imitazione del loro Capo e Autore di lor salute trover'anno in loro gloria tutti quelli, che veracemente ti amano; onde diceva il Apostolo: Mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angustie per Cristo, 2 Cor. XII. 10. Vedi 3. Agost.
Che amano il tuo nome. Sovente nelle Scritture pel nome di Dio intendesi Dio stesso, come in questo luogo. I giusti, i quali ti amano, saranno pieni di contentezza, e ammireranno l'esimia benignità, colla quale benedicendo il giusto lo ricolmerai di tutti i tuoi beni.

5,12:Della tua buona volontà. Ma anche prima che venga quel giorno in cui tu punirai gli empi, e darai eterna mercede a' patimenti de' giusti, noi sperimentiamo già gli effetti dolcissimi dell'amore, che tu hai per noi, di quell'amore, per cui fummo eletti da te non pe alcun nostro merito, ma per solo effetto della buona tua volontà: perocchè questo amore egli è quello, che come scudo ci protegge, e ci cuopre, e ci difende da tutti i dardi de' nemici di nostra salute. Sostenuti da tal protezione noi combatteremo, noi canteremo sino alla fine, sino a tanto che coronando tu le nostre vittorie, coroni i tuoi stessi doni e le tue ineffabili misericordie.