Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Abacuc 1


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Ammira il Profeta, che l'empio abbia prosperità, e prevalga contro il giusto. Il Signore contro i Giudei manderà il Caldeo, il quale la sua vittoria attribuirà non a Dio, ma a' suoi idoli.

1Annunzio grave rivelato ad Habacuc profeta.2Fino a quando, o Signore, griderò io, e tu non mi esaudirai? I getterò alte strida per le violenze, ch'io patisco, e tu non darai salute?3Perchè mi fai tu vedere dinanzi a me iniquità, e dolori, rapine, e ingiustizie? E i contenziosi, e rissosi prevalgono.4Per questo è straziata la legge, e non arriva al suo fine il giudizio; perocché l'empio ne può più, che il giusto; per questo i giudizj sono corrotti.5Gettate gli occhi sopra le genti, e osservate: resterete ammirati, e stupefatti; perocché è avvenuta una cosa a' vostri giorni, la quale da nissuno sarà creduta, quando si annunzierà;6Perocché ecco che io farò muoversi i Caldei, gente cruda, e agile, che scorre tutta quanta la terra, per occupare le case altrui.7Ella è orribile, e tremenda: ella da se stessa semenziera, e gastigherà.8I suoi cavalli son più leggeri dei pardi, e più veloci, che i lupi sul far della notte; e i suoi cavalli si spanderanno per ogni parte; i suoi cavalieri verranno da lungi, voleranno com' aquila a far suo pasto.9Verranno tutti al bottino: la loro presenza è un vento, che arde: e metteranno insieme gli schiavi come l'arena.10E quegli trionferà dei regi, e si farà beffe de' potentati: egli si burlerà di tutte le fortezze, e alzerà la trincierà, e le espugnerà.11Allora si cangerà il suo spirito, e svanirà, e caderà: tale è la possanza di quel suo Dio.12Ma non se' tu fin da principio, o Signore Dio mio, mio Santo, e noi non morremo? Signore tu hai destinato costui a far vendetta, e per correzione nostra lo hai fondato in possanza.13Gli occhi tuoi son mondi, né tu puoi vedere il male, e tu non potrai mirare in faccia l'iniquità. Perchè volgi tu lo sguardo a que', che fanno del male, e taci allorché l'empio divorasi chi è più giusto di lui?14E tu fai degli uomini, come de' pesci del mare, e come degli insetti, che non hanno re.15Quegli ogni cosa ha tratto fuora coll'amo, tira colla sua sagena, e ammassa colla sua rete. Di questo egli si goderà, ed esulterà:16Per questo offerirà vittime alla sua sagena, e sagrifizj alla sua rete, perchè per mezzo di queste si è accresciuta la sua porzione, e il suo cibo gradito.17Per questo stende la sua sagena, e non si resta giammai dal fare strage de' popoli.

Note:

1,2-3:Fino a quando, o Signore, griderò io, ec. Si lamenta il Profeta della grandissima corruzione de' costumi, che egli vedea nel suo popolo, come se dicesse: io ti ho pregato, o Signore, e molte volte, e istantemente ti ho pregato, anzi a te ho alzate le grida dell'angustia to mio cuore, affinchè tu reprimessi, e raffrenassi la protervia, e la malvagità di questo popolo, e non mi esaudisci; io patisco gran violenza a dover vedere quello, ch'io veggo, perchè lo zelo dell'onor tuo mi consuma, e tu ancor non rechi salute; e per tanto tempo tu permetti, che io abbia di continuo sotto degli occhi l'iniquità dominante, i dolori, le rapine, le ingiustizie, onde si affligge il povero, e si opprime; e ch'io vegga come i contenziosi, e quelli, che amano le risse, ne possono più dei giusti semplici, e quieti.
E i contenziosi, e i rissosi prevalgono. La voce iudi cium dee prendersi in senso di lite ingiusta, come apparisce dall'Ebreo; onde il Caldeo parafrasò: io ho davanti a me i ladroni, e i rapitori, ed essi colla loro contenzione, e superbia prevalgono.

1,4:E non arriva al suo fine il giudizio. La fine del giudizio è la vittoria della giustizia; ma la potenza e la perversità dei cattivi è tale, e tanta, che trovan modo, che o non si giudichi secondo il giusto, o non abbia esecuzione giammai una giusta sentenza. Querele simili a quelle di Habacuc abbiamo vedute di Mosè Earod. XXXII.32. di Giobbe, III. 3. II., di Elia, 3. Reg. XIX. 4. 10., di Davidde, Ps. XII. I. XLIII. 24., di Geremia XX. 14. 15. 16. ec. ec.

1,5-6:Gettate gli occhi sopra le genti, e osservate: ec. Il Signore risponde alle querele del Profeta, e dice, che se per un tempo egli tollera la prepotente iniquità, e le ingiustizie de' cattivi, egli però nel tempo stesso, in cui sembra, che chiuda gli occhi a tutto il male, ch'ei fanno, prepara la lor punizione, e la sua vendetta. O voi, che vi dolete della mia pazienza, mirate quello, che io fo delle diverse nazioni, mentre di una nazione ingiusta mi servo a punire le ingiustizie di un'altra: mirate come io fo muoversi i Caldei, gente cruda, e veloce, in clinatissima per sua propria indole a' latrocinii; mirate com' io per mano di costoro farò cosa tale a' giorni vostri, che vi sbalordirà, e quando da' miei profeti sarà annunziata, nissuno vorrà crederla. Infatti veggiamo da Geremia, che quando egli non faceva altro, che ripetere a nome di Dio lo sterminio della Giudea, l'espugnazione e l'eccidio di Gerusalemme, e l'incendio di essa, e del tempio per opera dei Caldei, i Giudei si burlavan di lui. Vedi Jerem. XX. E lo stesso avvenne, quando Gesù Cristo in termini chiarissimi predisse l'ultimo assedio della città, e la sua distruzione, e la rovina totale di quell'infelice popolo; la qual rovina colle parole stesse del nostro Profeta fu predetta anche da Paolo ai Giudei, mentr' ei predicava in Antiochia. Vedi gli Atti cap. XIII. 4., dove il versetto 5. è portato dall'Apostolo secondo la versione dei LXX. Perocchè la cattività di Babilonia, e tutte le sue circostanze furon figura della ultima cattività, nella quale vivon tuttora gli Ebrei.

1,7:Ella da se stessa sentenzierà, e gastigherà. Ella fa rà insieme da giudice, e da esecutore della sentenza: ella condannerà gli Ebrei al gastigo, e di sua mano li punira.

1,8:I suoi cavalli son più leggeri de' pardi. Il leopardo è agilissimo tra tutti i quadrupedi, e gli scrittori profani dicono meraviglie de' cavalli Caldei. Vedi anche Jerem. IV. 13.
Più veloci che i lupi sul far della notte. Sul far della notte il lupo (che è stato ritirato tutto il giorno nella sua tana) è più agile, ed è affamato, e per conseguenza ancora più fiero, e audace. Havvi chi crede indicata in questo luogo quella razza di lupi, che chiamansi Hyenae, i quali vanno in giro solamente nel cuor della notte, e non sulla sera come i lupi ordinari. Ne parla Oppiano Cyniag. lib. III.
Voleranno com'aquila ec. Vedi Jerem. XLVIII. 40. ec. Thren. IV. 9.

1,9:Verranno tutti al bottino: ec. I Caldei verranno tutti con animo di saccheggiare, e di desolar la Giudea: la loro presenza è come quel vento orientale, che brucia le campagne, e fa male anche agli uomini. Vedi Jerem. IV. II. ec. Gen. XLI. 27. Osea. XIII. I.
Metteranno insieme gli schiavi come l'arena. Faranno un' infinità di schiavi, e con quella facilità li faranno, con cui si ammassa un numero innumerabile di granelli di arena.

1,11:Allora si cangerà il suo spirito, ec. Dopo tante vittorie, dopo aver soggettato al suo impero non solo la Giudea, ma anche molte altre genti, Nabuchodonosor tornato a Babilonia, considerando la propria grandezza, e la bellezza di quella grandissima città ornata, e arric chita da lui colle spoglie dei popoli vinti, egli di prudente che era, diventerà insolente, e superbo, onde udirà dal cielo quella voce, che a lui dirà: il tuo regno non sarà più tuo: e ti discacceranno dalla compagnia degli uomini, e abiterai tralle fiere ... e sette tempi passeranno cosi per te, fino a tanto che tu conosca, che l'Altissimo ha dominio sopra il regno degli uomini, e lo dà a chi gli pare. Vedi Dan. IV. 27. 29. Tale è la possanza di quel suo Dio: viene a dire: tanto poco varrà a questo gran conquistatore la protezione di quel falso dio, a cui egli si crede, debitore di sue conquiste, e di tutta la sua gloria. Questo dio è il famoso Bel, o sia Belo dei Caldei. Vedi qui s. Girolamo, la cui sposizione abbiam seguitato, benchè non manchi chi altrimenti interpreti queste parole, supponendo qui un ebraismo non insolito di due relativi in vece d'uno, onde tal senso; tale è la possanza di lui, che è suo dio: tanto può fa re, e operare colui, che è Dio, e Signore anche di Nabuchodonosor; cioè tanto posso far io ec.; perocchè parla qui lo stesso Dio.

1,12:Ma non se' tu fin da principio, ec. Dopo la dolorosa predizione della rovina di Gerusalemme, il Profeta pieno di amaro cordoglio a Dio si rivolge, e lo prega con gran tenerezza di aver pietà del suo popolo: non se' tu, o Signore Dio mio, quel Dio eterno, cui noi ab antico adoriamo, tu il nostro Dio santo, che amasti, ed eleggesti i padri mostri, e li consacrasti al tuo culto con tutta la loro posterità, onde (purchè tu ci protegga) noi non morremo? Oppone qui il Profeta: primo il vero Dio agli idoli, o agli uomini; secondo il Dio, che è da principio, il Dio eterno agli idoli, invenzione degli uomini, che poco durerà come gli stessi uomini son di poca, e corta durata; terzo il Dio santo agli idoli impuri, e agli uomini cattivi, e perversi com'erano i Caldei.
Signore tu hai destinato costui ec. Io so, o Signore (soggiunge il Profeta), che Nabuchodonosor è lo strumento, di cui tu ti servirai per far vendetta degli oltraggi, che noi abbiam fatti a te, e lo hai fatto non perchè egli ci distruggesse, ma affinchè noi per mano di lui fossimo gastigati, e corretti.

1,13:Gli occhi tuoi son mondi, nè tu puoi vedere il male. Vedere vale qui approvare; così di quelle cose, che sono da noi abborrite, diciamo, che non possiamo vederle. Perchè volgi tu lo sguardo a que', che fanno del male? se il male, e l'iniquità sono a te in odio, come puoi tu mirare con occhio favorevole, e prosperare il Caldeo ingiusto, violento, crudele, ed empio, che si di vora il tuo popolo, che veramente è peccatore, ma men peccatore di lui? Noi certamente, o Signore, siamo più giusti, cioè men cattivi, che non sono i nostri tiranni. Io ammiro altamente in ciò la condotta di tua provvidenza.

1,14:E tu farai degli uomini, come de' pesci del mare. Pare, che tu lasci, che gli uomini sieno esposti alle in giurie degli altri uomini, come se fosser pesci; perocchè trai pesci i più piccoli son divorati dai grandi, e il pescatore poi prende confusamente e piccoli, e grandi. E come degli insetti, che non hanno re; onde non hanno difesa, e protezione, che sia per loro. Così Nabuchodonosor tratta gli uomini come se fosser pesci, e insetti, maltrattandogli, o opprimendogli a suo capriccio.

1,15:Quegli ogni cosa ha tratto fuora coll'amo, ec. Nabuchodonosor qual esperto, e dotto pescatore ha pescato tutto il pescabile: pesca all'amo, pesca con piccole reti, pesca con reti grandi, e di tutto fa preda. La sagena è una specie di piccola rete; e con questa parabola vien significato, che quel principe a conquistare i regni si servirà non sol della forza, ma anche di tutte le arti, e di tutti gli strattagemmi.

1,16-17:Per questo offerirà vittime alla sua sagena, ec. A se stesso attribuirà, al suo valore, alla sua scienza militare, alla sua politica attribuirà la felicità delle sue imprese e l'abbondante, e ricca sua pescagione: e a se stesso sacrificherà, e al suo proprio merito, e non ad altro Dio in riconoscenza de' suoi ingrandimenti. Così un empio presso Virgilio AEneid. X. diceva: la mia destra è il mio dio.
La sua porzione, e il suo cibo gradito. Porzione di Nabuchodonosor era l'impero lasciatogli dal padre, e questo impero egli lo accrebbe, e lo dilatò grandemente, e suo cibo gradito erano le nazioni grandissime, e opulentissime, le quali egli tirò nella sua rete. Quindi l'avidità di andar sempre innanzi gli farà intraprendere delle nuove spedizioni a rovina di molte, e molte nazioni, onde una gran parte del mondo avrà da gemere, e da de testare il genio crudele di questo barbaro conquistatore. Notisi, che queste stesse prosperità concedute a un uomo, il quale oltre ad essere sanguinario, e crudele verso degli uomini era anche empio, queste stesse prosperità sono notate come tante nuove difficoltà, che il Profeta ri trova a poter intendere i misteri della Provvidenza, che tali cose ordina, o permette sopra la terra.