Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Salmi 40


font

E' salmo profetico, e molto simile al precedente.

1Salmo dello stesso David.
Beato colui, che ha pensiero del miserabile, e del povero: lo libererà il Signore nel giorno cattivo.
2Il Signore lo conservi, e gli dia vita, e lo faccia beato sopra la terra; e noi dia in potere de' suoi nimici.3Il Signore gli porga soccorso nel letto del suo dolore: tu, Signore, accomodasti da capo a pie il suo letto nella sua malattia.4Io dissi: Signore, abbi pietà di me; sana l'anima mia quantunque io abbia peccato contro di te.5I nemici miei bramarono a me sciagure: quando morirà egli, e perirà il suo nome?6E se uno entrava a visitarmi, teneva bugiardi discorsi: il cuore di lui adunava in se cose inique.7Usciva fuori, e ne parlava cogli altri. Contro di me tenevan consiglio segretamente tutti i miei nemici, macchinavano sciagure contro di me.8Una iniqua cosa hanno determinato contro di me: ma uno, che dorme non si svglierà adunque mai più?9Imperocché un uomo, che era in pace con me, a cui io mi confidava, il quale mangiava il mio pane, mi ha ordito un gran tradimento.10Ma tu, o Signore, abbi pietà di me, e rendimi la vita; e darò ad essi la loro retribuzione.11Da questo ho conosciuto, che tu mi hai amato, perché non avrà il mio nemico onde rallegrarsi riguardo a me.12Hai prese le mie difese a causa della mia innocenza; e mi hai posto in sicuro dinanzi a te per l'eternità.13Benedetto il Signore Dio d'Israele da un secolo fino all'altro secolo: Cosi sia, così sia.

Note:

40,1:Beato colui, che ha pensiero ec. Secondo la sposizione comune de' Padri vuol dire: beato l'uomo, che ha pensiero, si ricorda di Gesù Cristo, il quale essendo ricco per noi si fece povero, 2. Cor. VIII. 9. E questa sposizione contiene in se anche la esortazione alla carità verso de' poveri; perocchè non in altra guisa possiamo dimostrare la gratitudine, che dobbiam professore a Cristo fatto povero per amor nostro, se non assistendo, aiutando i nostri fratelli, i suoi membri, a' quali tutto quel che farem di bene, lo tiene egli per fatto a se stesso. Onde tutto quello, che qui si dice in favore di quelli che hanno pensiero di Cristo povero, e detto anche in favore di chi ha pensiero de' poveri di Gesù Cristo. Nel giorno cattivo: nel giorno di calamità e di afflizione.

40,2:Il Signore la conservi, ec. Si potrebbe tradurre in futuro, il Signore lo conserverà e gli darà vita ec. E tutto questo spiritualmente s'intende: lo conserverà libero dal peccato, gli manterrà la vita della grazia, lo farà beato nella terra da' vivi; conciossiachè non permetterà giammai, che i suoi nemici, i demoni abbiano potestà di nuocergli e di fargli alcun male.

40,3:Nel letto del suo dolore: ec. Nel letto, in cui soffra i dolori di malattia. Tu, Signore, accomodasti da capo a piè ec. con una bella apostrofe si rivolge repentinamente a Dio, e per significare la cura somma, che Dio avrà di un tal uomo, che sia caduto in qualche grave infermità, dice, ch'egli, Iddio da se stesso aggiusterà il suo letto, affinchè egli vi trovi un dolce e consolante riposo. Vari antichi spositori, e con essi s. Agostino danno a queste parole un altro senso, secondo il quale converrebbe tradurre: tu il letto di lui totalmente cangiasti nella sua infermità. Vale a dire di un letto di dolore e di affanno lo facesti letto di sanità e di letizia. E questa mi sembrerebbe migliore interpretazione; l'altra è più comune. In vece di versasti alcuni antichi Salteri leggono vertisti.

40,4:Io dissi... sana l'anima mia. Ma io (dice Cristo) nello stato di afflizione, in cui sono ridotto, io mi volgerò al mio Dio, e a lui chiederò consolazione e rimedio ne' mali miei.
Quantunque io abbia peccato. Benché io secondo la tua volontà mi riconosca come reo de' peccati di tutti gli uomini. L'avverbio quia nella significazione, che le abbiam dato si trova Dan. IX. 9.

40,5:Quando morrà egli, ec. Ecco quello che mi bramarono i miei nemici: desiderarono la mia morte, e non solo, ch'io morissi, ma che si perdesse ogni memoria di me. Tali erano le brame de' Farisei e degli scribi contro di Cristo.

40,6-7:E se uno entrava a visitarmi, ec. Se alcuno di quest' ipocriti si accostava a me come per uffizio di umanità e di amore fraterno, non parlava se non con finzione e con bugia, e frattanto in cuor suo metteva insieme delle inique invenzioni, le quali poi andava a versare in seno agli altri ipocriti suoi compagni. Gesù Cristo soffrirà questa malignità degli scribi e Farisei per tutto il tempo della sua vita; talora da lor medesimi, talora per mezzo da' loro emissari tendevano continuamente insidie al Giusto per cavare dalla sua bocca un pretesto, qualunque si fosse, di screditarlo, e fargli tutto il male, che potessero.

40,8:Una iniqua cosa hanno determinato contro di me, ma uno, ec. Una iniquissima risoluzione hanno preso contro di me. Vale a dire: hanno risoluto di farmi morire. Ma uno, che dorme, non si sveglia adunque mai più? E s'e' mi danno la morte, non può egli il Padre rendermi la vita? Così Cristo predice la sua risurrezione, e in inutilità degli iniquissimi tentativi tatti da' suoi nemici per togliere fino il nome di lui dal mondo.

40,9:Un uomo, che era in pace con me, ec. È descritto co' suoi veri colori l'orrido tradimento di Giuda, e affinchè noi non credessimo, che il profeta potesse aver voluto indicare il proprio figliuolo Assalonne, o Achitophel, o altro tal personaggio, Gesù Cristo medesimo ci ha fatto sapere, che questo è il vero ritratto del discepolo traditore, Jo. XIII. 18.

40,10-11:La loro retribuzione. La pena condegna della loro empietà. E così fu, avendo la giustizia divina vendicato con atroci gastighi la morte di Cristo. E questi gastighi sono prove evidenti dell'amore del Padre verso di Cristo e della divinità del Salvatore.

40,12:E mi hai posto ec. Mi hai dato un luogo di sicurezza, e di gloria dinanzi a te, vale a dire nel cielo.

40,13:Benedetto il Signore ec. È un rendimento di grazie al Padre per averlo liberato da' nemici, ed esaltato e glorificato nella risurrezione, e nella solita al cielo. Così sia, cosi sia. Nell'Ebreo: amen, et amen.: lo che o esprime il desiderio come in questo luogo, od è una forte affermazione, che direbbe così è, così è. Queste due parole si trovano nella fine di ciascuno de' cinque libri, ne' quali furono divisi ab antico i salmi, e qui termina il primo libro; e sono poste a connfermazione delle cose dette, e per animare i giusti, e accendere il loro amore e la loro gratitudine.