Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Salmi 106


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Celebra il Signore, il quale dai traviamenti, dalle carceri, dalle malattie, e dai pericoli del mare, e dà tutti i mali libera color, che lo invocano, e gli ricolma di favori. Sotto tali immagini è adombrata la vocazione delle genti liberate dalla loro cecità, e dalla funesta loro schiavitù per Gesù Cristo.

1Alleluia: lodate Dio.
Date lode al Signore, perché egli è buono, perché la misericordia di lui o eterna.
2Lo dicano quelli, che dal Signore furon redenti, i quali egli riscattò dal dominio dell'inimico, e gli ha raccolti di tra le nazioni.3Dall'oriente, e dall'occidente, da settentrione, e dal mare.4Andaron errando per la solitudine, per aridi luoghi, non trovando strada per giungere a una città da abitare.5Tormentati dalla fame, e dalla sete, era venuto meno in essi il loro spirito.6E alzaron le grida al Signore, mentr'erano tribolati, e gli liberò dalle loro angustie.7E li menò per la via diritta, affinchè giungessero alla città da abitare.8Diano lode al Signore le sue misericordie, e le meraviglie di lui in pro de' figliuoli degli uomini.9Perché egli ha saziata l'anima sitibonda, e l'anima famelica ha ricolma di beni.10Sedevan nelle tenebre, e all'ombra di morte imprigionati, e mendichi, e nelle catene.11Perché furon ribelli alle parole di Dio, e dispregiarono i disegui dell'Altissimo.12E fa umiliato negli all'anni il loro onore: restarono senza forze, e non fu chi prestasse soccorso.13E alzaron le grida, al Signore, mentre erano tribolati: e liberolli dalle loro necessità.14E li cavò dalle tenebre, e dall'ombra di morte, e spezzò le loro catene.15Lodino il Signore per le sue misericordie, e le sue meraviglie a prò de' figliuoli degli uomini.16Perché egli ha spezzate le porte di bronzo, e rotti i catenacci di ferro.17Li sollevò dalla via della loro iniquità, dappoichè per le loro ingiustizie furono umiliati.18L'anima loro ebbe in aversione qualunque cibo: e si accostarono fino alle porte di morte.19E alzaron le grida al Signore mentr'erano tribolati, e gli liberò dalle loro necessità.20Mandò la sua Parola, e li risanò, e dalla loro perdizione li trasse.21Lodino il Signore per le sue misericordie, e le sue meraviglie a prò de' figliuoli degli uomini:22E sagrifichino sagrifizio di laude, e celebrino con giubilo le opere di lui.23Coloro, che solcano il mare sopra le navi, e nelle grandi acque lavorano.24Eglino han veduto le opere del Signore, e le meraviglie di lui nell'abisso.25Alla parola di lui venne il vento portator di tempesta, e i flutti del mare si alzarono.26Salgono fino al cielo, e scendono fino all'abisso; l'anima loro si consumava di affanni.27Erano sbigottiti, e si aggiravano come un ubbriaco: e tutta veniva meno la loro prudenza.28E alzaron le grida al Signore mentr'erano nella tribolazione, e gli liberò dalle loro necessità.29E la procella cambiò in aura leggera: e i flutti del mare si tacquero.30Ed eglino si rallegrarono perché si tacquero i flutti: ed ei li condussero a quel porto. ch'ei pur bramavano.31Lodino il Signore per le sue misericordie, e le sue meraviglie a prò de' figliuoli degli uomini.32E lui celebrino nell'adunanza del popolo: e nel consesso de' seniori a lui diano laude.33Ei cangiò i fiumi in secchi deserti, e le sorgive dell'acque in terreni assetati:34La terra fruttifera cangiò in salsedine per la malizia de' suoi abitatori.35I deserti mutò in istagni di acque, e alla terra arida diede sorgenti di acque.36E in essa collocò gli affamati, e vi fondarono città da abitarvi.37E seminaron campi, e piantaron viti, ed ebber frutti in copia nascenti.38E li benedisse, e moltipllcarono grandemente, e accrebbe i loro bestiami.39Quantunque ei fosser ridotti a pochi, e fosser vessali da molti affanni, e dolori:40Il dispregio piovve sopra i potenti, ed ei li fè andare fuori di strada, e dove strada non, è.41Ed egli sollevò il povero nella miseria, e fè le famiglie come greggi di pecore.42Queste cose le comprenderanno i giusti, e ne avranno allegrezza, e tutta l'iniquità si turerà la sua bocca.43Chi è il saggio, che farà conserva di queste cose, e intenderà le misericordie del Signore?

Note:

106,2-3:La dicano qealli, che dal Signore furon redenti, i quali egli riscattò ec. Dicono come è eterna la sua misericordia tutti quelli, che dal Signore sono stati redenti e liberati dalla servitù, in cui gemevano sotto un crudele nemico, e riuniti in un solo corpo, in una sola chiesa da tutte le quattro parti della terra. Nella conversione de' popoli alla fede di Cristo si verifican letteralmente queste parole. E dal mare. Il mare è posto pel mezzo di, come sopra, psal. LXXXVIII.13.

106,4-5:Andaron errando per la solitudine, ec. Dopo la caduta di Adamo involti gli uomini nella ignoranzae nella corruzione de' loro cuori, andavano fuori di strada seguendo la volontà della carne, e dei loro appetiti, divenuto il mondo per essi un deserto, dove strada non si vedea, oscurata essendo nelle loro menti quella legge, che Dio vi avea impressa, e dove tutto era sete e aridità, mancandovi le spirituali acque della grazia e il pascolo della celeste dottrina: per la qual cosa trovar non potevan in via per arrivare, a quella città permanente, per cui pure erano stati fatti e creati da Dio, che è la patria celeste: ma privi d'ogni ristoro nella loro sete e nella lor fame perivano miseramente.

106,6-7:E alzaron le grida al Signore, ec. Guidati dal lume naturale, e illustrati dalla grazia ricorsero a Dio, il quale fin d'allora non rigettò quelli, che lo invocarono, ma li soccorse, e dalle loro necessità e miserie li trasse, e colle interiori sue illustrazioni fece toro conoscere la retta strada, e co' suoi aiuti li confortò, e quegli stesso loro guida, affinchè camminasser per essa e giungessero felicemente a quella città fondata da Dio, la quale è la vera patria dell'uomo creato non per la terra ma per il cielo.

106,8:Diano lode al Signore ec. Questo è come il ritornello di questo salmo, ed è ripetuto quattro volte come il versetto 6. Le sue stesse misericordie, e le meraviglie operate a favore degli uomini celebran la bontà, e la carità, e possanza del Signore.

106,10-14:Sederan nelle tenebre, e all'ombra di morte ec. Giacevano quest'infelici nelle tenebre, non nelle tenebre corporali, ma nelle tenebre della mente, e nell'ombra di morte, avendo ottenebrato il cuore, e vivendo in istato di dannazione e di morte, venduti schiavi sotto il peccato in assoluta privazione di ogni bene. In questo stato infelicissimo erano caduti per la loro disobbedienza, perche trasgredito aveano il precetto di Dio, ed erano stati ribelli alla sua volontà. Erano tutti figliuoli di un padre peccatore, e com'egli peccatori anche essi, e infelici; e in pena de' lor peccati fu umiliato il loro cuore negli stenti e affanni, e nelle miserie e di corpo e di spirito, e privi per loro stessi di forze per liberarsi non potevan trovare chi gli aiutasse. Alzaron le grida al Signore in tante tribolazioni, ed egli fu il loro liberatore, e li trasse dalle tenebre della ignoranza e dell'errore, e dall'ombra di morte, e colla celeste dottrina e colla grazia sua illuminando e vivificandoli rendette loro la luce e la vita, e spezzò le loro catene; e di schiavi, che erano, e di figliuoli dell'ira, li fece non solo uomini liberi, ma ancora figliuoli di Dio.

106,16:Ha spezzate le porte di bronzo, ec. Le porte di bronzo e i catenacci di ferro sono simbolo della durissima schiavitù degli uomini sotto il demonio e sotto il peccato, schiavitù, da cui non potevano essere liberati, se non da una mano non solo forte, ma onnipotente, quale fu veramente quella, che gli liberò.

106,17:Li sollevò dalla via ec. Porse loro la mano mentre erano nella via e nello stato d'iniquità, ispirò loro i sentimenti di penitenza, e compunti e ravveduti gli accolse e li ricevette in grazia: non li trovò mondi quando gli accolse, ma peccatori; perocchè appunto perché erano peccatori si trovavano in tanta miseria, che avean fino in avversione e in abominio quelle stesse cose, che potevano esser loro di aiuto per non perire, odiavano la dottrina della verità e della virtù, onde privi di quel cibo, che solo potea sostenere in essi la vita dello spirito, eran già quasi alle porte di morte. Allora fu, che la grandezza stessa dei loro mali gridò per essi, e questo grido penetrò il cuore di Dio, il quale per mirabil maniera li soccorse, e li salvò.

106,20-22:Manda la sua parola, ec. Questa parola di Dio ella è secondo tutti i Padri la Parola sostanziale, il Figliuolo del Padre, che era il principio presso del Padre, e fu mandato a sanare e ristaurare l'uom peccatore. Onde non contento il profeta di soggiungere il solito intercalare: lodino il Signore le sue misericordie, ec., aggiunge ancora l'esortazione agli uomini di offerire il sacrifizio di laude, o sia di rendimento di grazie per la eccessiva carità, colla quale Dio ci amò, e mandò il suo proprio figliuolo a liberarci.

106,23-24:Coloro, che solcano il mare sopra le navi, ec. Ma que' predicatori Evangelici, i quali dopo la salute recata da cristo ebbero ordine da lui di scorrere il mare grande e spazioso, di scorrere tutta in terra, e di far pesca di uomini in questo mare guadagnandoli al Vangelo e a Cristo. Eglino hanno veduto come Dio sia mirabile nelle opere sue, e quello, che egli a pro della sua chiesa seppe operare in quel mare, per cui navigavano.

106,25-27:Alla parola di lui venne il vento ec. Per disposizione di Dio egli avvenne, che nel principio della loro navigazione si levasse il vento contrario, e portasse crudele e orribil tempesta. Questa tempesta, che è pateticamente descritta, è figura delle terribili persecuzioni suscitate contro la Chiesa, persecuzioni tali, che taluno ancora dei più forti e robusti nella fede riducevano in estremo affanno, onde costernati di spirito si aggiravano qua e la come fuori di loro stessi, incappando nel male che cercavano di fuggire, e non sapendo per loro stessi quello, che far dovessero in tanto spavento. Ma Dio acquietò le procelle, e a queste succedette la bonaccia sotto gl'Imperadori Cristiani, come dice in appresso il profeta.

106,30:A quel porto, ch'e' pur bramavano. Alla requie e tranquillità, che da tanto tempo bramavano e chiedevano a Dio.

106,32:E nel consesso de' seniori ec. I seniori, cioè i sacerdoti della Chiesa debbono lodare Dio e ringraziarlo dei suoi benefizi con tutto il popolo, e debbono ancora lodarlo e benedirlo a parte, e domandargli la continuazione de' suoi lavori.

106,34:Li cangia i fiumi in secchi deserti. La sinagoga, la quale pell'avanti quasi terra fortunata e prediletta da Dio era irrigata dalle acque celesti, vale a dire distinta per la cognizione e pel culto del vero Dio, e pel deposito delle Scritture, questa terra rigettato avendo il Vangelo di Cristo rimase quasi arido, intruttuoso deserto, e dove erano una volta le vive sorgenti, ivi si comincio a patire la sete, avendo quel popolo col rigettare il suo Messia perduta la chiave delle Scritture, e trovandosi in una somma aridità, privo della vera scienza di Dio, e della legge, e del salutifero umore della grazia. Così pure egli avvenne, che per la malvagità ed empietà de' suoi abitanti, una terra che avea prodotti degli ottimi frutti (degli uomini illustri per la loro fede e per la loro virtù) di vento sterile come una terra di sale e di nitro, simile al paese di Sodoma e di Gomorra, paese prima amenissimo e sommamente fecondo divenuto poscia dopo il gastigo di Dio paese di desolazione, e di orrore. È noto, che la salsedine porta sterilità alla terra, onde si legge, che sopra qualche città espugnata il vincitore fece seminare del sale, affinchè questa terra non fosse più buona a dar verun frutto. Vedi Jud. IX. 45.

106,35:I deserti mulo in istagni di acque, ec. Per lo contrario i luoghi, che prima erano secchi e infecondi deserti, gli arricchì di acque il Signore. Il popolo delle genti (il quale perché privo di cognizione del vero Dio non era stimato un popolo, Rom. X.), questo popolo privo di ogni lume celeste e di ogni buon frutto, mediante la predicazione Evangelica Dio lo irrigò, lo illuminò con la scienza della fede, lo rendette fecondo co' doni delle Spirito santo, onde nissuna grazia ad esso mancò.

106,36:E in essa collocò gli affamati, ec. E in questa terra, in questo ovile collocò Dio i poveri, che aveano fame della divina parola, onde congregati questi in una sola fede, in una sola speranza della lor vocazione, in un sol Battesimo, in un solo Signore, in un solo Spirito, edificarono la città di Dio' cioè la Chiesa per ivi abitare come in casa del loro Signore.

106,37-38:E seminarono campi, ec. Descrive la propagazione del popolo di Dio, e la dilatazione del regno di Cristo operata dalla virtù, e dallo zelo de' pastori, e predicatori della Chiesa, i quali continuamente si affaticavano per coltivar nella fede le vicine terre, seminando in esse la parola divina, e fondando nuove vigne, nuove particolari Chiese al Signore, il quale benediceva le sante loro sollecitudini, onde moltiplicò all'infinito il nuovo popolo. E accrebbe (Dio) i loro bestiami: vale a dire i nuovi fedeli, i quali in gran numero correvano ad aggregarsi alla Chiesa.

106,39-40:Quantunque e fosser ridotti a pochi, ec. Quantunque il furore delle persecuzioni riducesse molte Chiese a piccolissimo numero di fedeli, contuttociò ben presto crescevano e s'ingrandivano a dispetto delle vessazioni e delle crudeltà de' grandi e potenti del secolo, i quali Dio rende dispregevoli, facendo vedere come tutti i loro disegni, tutti i lor tentativi contro la Chiesa riuscivano vani, e in cambio di umiliarla e annichilarla la ricolmavano di gloria e l'amplificavano. Così Dio fiaccò l'orgoglio de' sapienti e potenti della terra, i quali opponendosi a' disegni di Dio uscivano dalla retta strada per seguire gl'imprudenti ed empi loro capricci, i quali non ad altro fine poteano condurli, se non alla propria lor perdizione.

106,41:Ed egli sollevò il povero nella miseria, e se le famiglie, ec. Dio è il protettore e il custode perpetuo dei suoi fedeli, de' suoi poveri, de' suoi umili di spirito, e nelle afflizioni li solleva e li consola, e le famiglie di questi poveri accresce sempre di nuova prole, con fecondità simile a quella, onde moltiplica un gregge di pecorelle. La vera Chiesa, che dee secondo le promesse di Cristo perpetuarsi fino alla consumazione de' secoli, se in qualche parte del mondo farà delle perdite, saran queste compensat da Dio cogli acquisti, che ella farà in altre parti, perocchè non perderti ella giammai la sua fecondita, e fino all'ultima sua vecchiezza darà de' figliuoli al suo Sposo divino.

106,43:Chi è il saggio, che farà conserva ec. Chi sopra ponderare e intendere l'ammiravil condotta tenuta da Dio verso della sua Chiesa? Rari certamente saranno quelli, che a tali cose riflettano, benché si grandi e tanto utili per la loro edificazione. Ma chiunque le mediterà attentamente, e nel proprio cuore le conserverà sempre presenti, questi intenderà l'ampiezza e l'altezza delle misericordie del Signore.