Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Salmi 10


font

Credesi composto al principio della persecuzione mossa contro Davidde dà Saul. I sentimenti di speranza in Dio, che sono qui espressi convengono egualmente all'anima fedele provata dà Dio con gravi tribolazioni.

1Salmo di David.
Nel Signore pongo la mia speranza: perché dite voi all'anima, mia: Trafugati al monte come una passera?
2Imperocché ecco che i peccatori hanno teso l'arco, tengono preparate le loro saette nel turcasso per saettare all'oscuro quelli, che sono di cuore retto.3Perché quello, che tu facesti di buono lo hanno ridotto a niente: or il giusto che ha egli fatto?4Il Signore nel tempio suo santo: il Signore nel cielo ha sua sede:
Gli occhi di lui al povero son rivolti: le pupille di lui disaminano i figliuoli degli uomini.
5Il Signore disamina il giusto, e l'empio: e chi ama l'iniquità odia l'anima propria.6Ei pioverà lacci sopra de' peccatori: il fuoco, e il zolfo, e il vento procelloso è la porzione del loro calice.7Imperocché il Signore è giusto, ed ha amato la giustizia; la faccia di lui è rivolta alla equità.

Note:

10,1:Perché dite voi... trafugate ec. Sono parole degli amici di Davidde, i quali continuano a parlare anche ne' due seguenti versetti. Va', fuggi (dicono quelli) va' a nasconderti nelle montagne come una passera, che fugge dagli artigli d'un uccello di rapina. Costoro, che non hanno altri occhi fuori di quelli, che hanno in fronte, vedono facilmente, che per Davidde odiato e perseguitato da un re potente, e da tutti i suoi cortigiani non vi sia più speranza. Dicon adunque, ch'ei non ha altro mezzo per salvare la vita, fuorchè il fuggire, e rintanarsi sulle montagne.

10,2:Imperocchè ecco che i peccatori ec. Questa è la prima ragione del consiglio dato da costoro. Mira come non uno o due, ma molti sono quelli, che ad altro non pensano, che a far fin di te o con aperta violenza, o a tradimento. Gli uni per astio, gli altri per secondare la passione del sovrano; alcuni finalmente per l'odio, che portano alla virtù.

10,3:Perché quello, che tu facesti di buono lo hanno ridotto a niente. Ecco la seconda ragione: non isperare, che la memoria del servigi renduti al re e al regno ti serva di scudo e di difesa; perocchè i tuoi nemici colle loro calunnie hanno distrutto tutto il merito di tue azioni, hanno gettati a terra i fondamenti della tua buona riputazione e della tua gloria.
Or il giusto, che ha egli fatto?Alcuni vogliono, che queste siano parole di Davidde, che cominci a rispondere ai timidi suoi ammonitori in questo senso; ma se il giusto nulla ha fatto di male, perchè debbe egli temere? Quanto a me sembrami più naturale di credere, che seguitino a discorrere gli stessi amici di Davidde in tal guisa: or tu giusto qual sei, che hai tu fatto, onde abbiano coloro a odiarti e perseguitarti con tanto furore??? se ti odiano senza alcuna onestà ragione, qual riparo ti salverà dalla prepotenza di tali e tanti nemici? compassionando in tal guisa lo stato dell'innocente, vogliono intimidirlo, e ridurlo a seguire quella, ch'e' credono unica via di salute.

10,4:Il Signore nel tempio suo santo. ec. Risposta degna della fede del giusto, il quale sapendo, che tutti gli umani avvenimenti e le volontà stesse degli uomini sono nelle mani del supremo Moderator delle cose, a lui alza lo sguardo, a lui, che nel cielo ha sua sede, come in abitacolo eterno della sua gloria, donde il tutto governa, e tutto indirizza alla salute de' suoi poveri, de'suoi eletti. Notisi che la costruzione naturale di questi due versetti, ell'è questa: il Signore nel tempio suo santo, il Signore, che nel cielo ha sua sede, gli occhi suoi tiene rivolti al povero ec.
Le pupille di lui disaminano ec. La metavora è tolta dai giudici, i quali per via di esami vengono in chiaro di quello, che un uomo ha detto, o fatto. Quindi anche quella maniera di parlare assai frequente nelle Scritture, il Signore interroga, ovver disamina i cuori ec. Tutto ciò non altro vuol dire, se non che il Signore distingue, conosce, ha presenti e le azioni tutte, e il pensiero e le disposizioni interne di tutti gli uomini. E di più disamina ancora Dio, e fa prova de' figliuoli degli uomini per mezzo delle afflizioni e delle consolazioni, per mezzo dei prosperi e de' contrari successi, nelle quali le interne disposizioni del cuore di ciascheduno vengono a galla, e si manifestano, e la vera virtù dall'apparente distinguesi.

10,5:E chi ama l'iniquità odia l'animo propria. Infinitamente più che al prossimo, nuoce a se stesso l'uomo ingiusto, che affligge e perseguita il povero; e odia l'anima propria, perché col peccato la trafigge e le dà morte. Il giusto perciò lungi dal nutrire in cuor suo amarezza e rancore contro di chi l'offende, ha vera compassione e dolore del male, che quegli fa a se stesso.

10,6:Ei pioverà lacci sopra de' peccatori: ec. Colla voce lacci sono frequentemente indicati nelle Scritture i più terribili, inevitabili, e subitanei giudizi di Dio, vale a dire i gastighi, da' quali riman sorpreso e legato il peccatore. Vedi Job. XVIII. 9.10. XXII.10. Isai. VIII.14.,XXIV.17.18 ec. È la porzione del loro calice. Maniera di parlare presa da quel che usavasi ne' conviti, ne' quali il capo di tavola assegnava a ciascuno de' comitati la sua parte da bere. Quindi in questo luogo dice Davidde, che il fuoco, lo zolfo, che nutre il fuoco, il vento procelloso, che tien sempre vivo e ardente il fuoco, sarà la porzione, che dovran bere., cioè soffrire i peccatori. Con simile allusione sono descritte da Omero due coppe, l'una colma di beni, l'altro di mali.

10,7:La faccia di tui è rivolta alla equità. Dio rimira con occhio favorevole l'uomo, in cui regna l'amore della giustizia.