Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Salmi 15


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Dà due luoghi degli Atti (cap. II 25. ec. XIII. 35. ec.) apparisce, che Cristo e quegli, che parla in questo salmo, e il Padre prega per se, e ve' suoi fratelli, e grazie rende pé benefizj ricevuti dallo stesso Padre.

1Dello stesso Davidde: iscrizione da incidersi sopra una colonna.
Salvami, o Signore, perocché in te ho posta la mia speranza:
2Ho detto al Signore: Tu se' il mio Dio, e de' miei beni non hai bisogno.3A prò de' santi, che sono nella terra di lui adempiè egli mirabilmente ogni mia volontà.4Eran moltipllcate le loro miserie: dietro a queste camminavano velocemente.
Non convocherò le loro adunanze di sangue, né rammenterò i loro nomi colle mie labbra.
5Il Signore è la porzione di mio retaggio, e del mio calice: tu se' quegli, che a me restituirai la mia eredità.6La sorte è caduta per me sopra le cose migliori: e certamente la mia eredità è preziosa per me.7Benedirò il Signore, che a me da consiglio: e di più ancor nella notte il mio cuore mi istruì.8Io antivedeva sempre dinanzi a me il Signore, perché egli si sta alla mia destra, affinchè io non sia smosso.9Per questo rallegrassi il mio cuore, ed esultò la mia lingua: anzi anche la carne mia riposerà nella speranza.10Perocché tu non abbandonerai l'anima mia nell'inferno: né permetterai, che il tuo santo vegga la corruzione.11Mi facesti conoscere le vie della vita, mi ricolmerai di allegrezza colla tua faccia: delizie eterne sono alla tua destra.

Note:

15,1:Iscrizione da incidersi ec. Tale è il senso di queste parole, che vengono dalla versione dei LXX, onde sembra, che Davidde brami, che questo suo salmo più profetico, che istorico sia inciso in una colonna di marmo a perpetua ricordanza. Si trovano queste parole Psal. 55-59.

Salvami, o Signore, perocchè ec. Egli è il Verbo di Dio fatto Uomo, egli è il figliuolo di Davidde secondo l'umana natura, egli è quel Sacerdote magno secondo l'ordine di Melchisedech, il quale ne' giorni della sua carne offerisce preghiere e suppliche a colui, che salvarlo poteva dalla morte, Hebr. V. 7. e non tanto per se, quanto per tutto quel mistico corpo, di cui egli e capo, invoca l'aiuto del padre.

15,2:E de' miei beni non hai bisogno. Dio non ha bisogno dell'uomo, e s'ei gradisce il culto religioso, che l'uomo a lui rende, e le opere di pietà, ond'egli l'onora, tutto questo non da nulla a Dio, ma è di utilità grande pell'uomo.

15,3:A pro de' santi, che sono ec. Questo versetto è al quanto oscuro nella nostra volgata, perché questa ha conservato una trasposizione, che è frequente ne' libri Sacri, e massime ne' libri profetici. Dio (dice Cristo) ha adempiuto mirabilmente ogni mia volontà, ogni mio desiderio a pro de' fedeli, che sono nella nuova Chiesa creata e fondata da lui, gli ha liberati, gli ha salvati, gli ha ricolmi di grazie e di doni dello Spirito santo. Si potrebbe anco tradurre: a pro de' santi, che sono nella terra di lui, fece egli mirabile la perfetta mia propensione. Egli mi diede un affetto, e una buona volontà mirabilmente grande verso de' santi suoi: questi io amo sommamente, e per essi discesi dal cielo.

15,4:Eran moltiplicate le loro miserie. Col nome di miseria sono qui intesi gl'idoli, i falsi dei indicati anche altre volte con simili termini di disprezzo nelle Scritture, e l'idolatria insieme coi vizii, e disordini, che l'accompagnano, dominava tutta la terra alla venuta del Cristo.
Dietro a queste camminavano velocemente. Dal Greco dei LXX apparisce, che nella volgata dee leggersi in due parole post ea: dietro a tali cose. La terra era piena di miserie, era piena di false e bugiarde divinità: tutto si adorava fuori che il vero Dio. Dietro a queste miserie correvano gli uomini con grande ardore, imbriacati di un empio culto, credendosi tanto più religiosi, quanto più dalla vera religione si allontanavano per abbandonarsi ad ogni genere di superstizione e di empietà.
Non convocherà ec. Parla qui Cristo come Pontefice della nuova alleanza composta di tutti i popoli della terra, i quali dice, che egli adunerà non ad offerire i cruenti sacrifizii degli animali immolati, come facevasi nelle adunanze de' Giudei fino a tanto, che fu in vigore la legge Mosaica. Tali adunanze son perciò dette adunanze di sangue, e di esse, dice il nostro Pontefice, che non si terrà più verun conto, non saran più nominate da lui, ne egli ne parlerà, perché questo culto carnale sarà mangiato da lui in altro culto spirituale, e perfetto. Questo luogo riceve, mirabil luce da quello dell'Apostolo, Hebr. X. 4. 9. Impossibile essendo, che col sangue de' tori, e de' capri tolgansi i peccati... entrando nel mondo egli dice: non hai voluto ostia, ne oblazione, ma a me hai formato un corpo, non sono a te piaciuti gli olocausti per lo peccato: allora dissi: ecco, ch'io vengo..., per fare, o Dio, la tua volontà: avendo detto di sopra: le ostie, le oblazioni e gli olocausti per lo peccato non gli hai voluti, ne' sono piaciuti a te, le quali cose secondo la legge si offeriscono: allora dissi: ecco che io vengo per fare, o Dio, la tua volontà: toglie il primo per istabilire il secondo. Vedi quello, che si è detto sopra questo luogo di Paolo. Né rammenterò i loro nomi ec. Eutimio così espone queste parole: Non li chiamerà più popolo di Dio, vigna, a eredità di Dio.

15,5:Il Signore è la porzione di mio retaggio. Avendo detto che egli romperà ogni commercio colla sinagoga, soggiunge, che sua porzione, suo retaggio, egli è il Signore: la qual cosa particolarmente è detta da lui a nome del suo mistico corpo, a nome della sua Chiesa. Notisi, che una stessa cosa è significata con tutte queste parole: porzione ereditària, calice, sorte, eredità.. Tu (dice Cristo al celeste suo Padre) tu, o Signore, se' la mia eredità e l'eredità di tutti i miei fratelli, i quali sono pur anche tuoi figliuoli per elezione, e tuoi eredi. Al possesso di questa eredità tu mi condurrai mediante la gloriosa mia risurrezione, e vi condurrai insieme con me tutti li miei eletti, i quali alla stessa risurrezione avran parte.

15,6:La sorte è caduta per me ec. L'eredità, che mi è toccata, ella è la più grande, la più pregiata, che immaginare si possa: perocchè ella è Dio stesso, e il suo regno: ne la terra, ne il cielo possono offerirmi alcuna cosa, che io reputi paragonabile a tanto bene. Tali sono i sentimenti del capo, e tali i sentimenti del mistico corpo dello spirituale Israele.

15,7:Che a me dà consiglio. Mi comunica la sua sapienza, affinchè lui lo cerchi, e desideri come la vera, e sola mia eredità. Il mio cuore m'istruì: per intelligenza della nostra volgata egli è da notare una volta, che gli Ebrei la sede di tutti gli affetti ponevano ne' reni, come noi gli ponghiamo nel cuore, il senso adunque egli e questo: loderò il Signore, il quale co' suoi consigli, colla sua sapienza mi regge, e talmente mi regge, e governa, che anche nel tempo della notte gli affetti in me risveglia, che mi portano verso di lui, e sono a me d'istruzione e di regola per far mai sempre quello che a lui piace.

15,8:Io antivedeva sempre ec. il Signore era l'oggetto grande, che io ebbi sempre dinanzi agli occhi come il termine, a cui tutte furon dirette le mie azioni, la mia vita, i miei patimenti. Alcuni credono, che in queste parole: io antivedeva sempre il Signore ec. possa essere significato l'ordine del Padre di predicare la dottrina Evangelica, e di patire, e morire per la salute del mondo.
Egli si sta alla mia destra, affinchè ec. Egli è mio aiuto, e mio sostegno, e per questo io non vacillerò, ma adempirò la sua volontà, e condurrò sino al fine l'opera, ch'egli mi ha ingiunta.

15,9:Per questo rallegrossi ec. Questo è l'argomento del mio gaudio (l'aver adempita la volontà del celeste mio Padre), questo sarà ancor la materia de' teneri ringraziamenti, che la mia lingua canterà al Signore: per questo ancora, allorché io mi addormenterò, la carne mia riposerà nella lieta speranza di risorgere, di essere glorificata, di essere collocata alla destra del Padre nella sua gloria.

15,10:Non abbandonerai l'anima mia nell'inferno. Per nome di inferno qui inteso quello, che nell'Evangelio è chiamato il seno di Abramo, dove Cristo qual vincitore discese a liberare i padri, che ivi stavan rinchiusi aspettando il tempo della comun redenzione. Né permetterai, che il tuo santo ec. il santo per eccellenza egli è Cristo santificato, e consacrato a Dio mediante l'unzione dello Spirito santo diffuso sopra di lui senza misura. Questo santo non deve: sentire in verun modo la corruzione della carne, come la soffrono i corpi di tutti i figliuoli di Adamo dopo la monti e non solamente il Corpo di Cristo nel suo sepolcro non patì corruzione, ma nemmen poteva patirla per ragione del Verbo, che in esso abitava. Gli antichi Rabbini videro anch'essi in queste parole la verità, che abbiamo esposto.

15,11:Mi facesti conoscere le vie della vita. A me come primizia dei dormienti (I. Cor. XV. 20.) facesti conoscere prima che a verun altro, e sperimentare quel che sia il ritornare alla vita, e ad una vita gloriosa, e beata per la visione della tua faccia; mi facesti conoscere le sempiterne ineffabili delizie, che tu riserbasti a me esaltato fino alla tua destra, fino all'uguaglianza della tua gloria, e alla partecipazione di tutti i tuoi beni. La risurrezione. e glorificazione del capo è un pegno infallible della risurrezione, e glorificazione de' membri chiamati per grazia alla partecipazione della medesima eredità in virtù de' meriti, e della passione del Salvatore, come ben dimostra l'Apostolo I. Cor. XV.