Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Apocalisse 1


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Giovanni rilegato nell'isola di Patmos riceve ordine di scrivere le cose da se vedute alle sette Chiese dell'Asia rappresentate dai sette candelabri, i quali egli vide intorno al Figliuolo dell'uomo; e descrive, in qual forma questi gli apparisse.

1Rivelazione di Gesù Cristo, la quale diè a lui Dio per far conoscere a' suoi servi le cose, che debbon tosto accadere: ed ei mandò a significarla per mezzo del suo Angelo al suo servo Giovanni,2Il quale rendette testimonianza alla parola di Dio, e testimonianza di tutto quello, che vide di Gesù Cristo.3Beato chi legge, e chi ascolta le parole di questa profezia: e fa conservi delle cose, che sono in essa scritte imperocché il tempo è vicino.4Giovanni alle sette Chiese, che sono in Asia. Grazia a voi, e pace da colui, il quale è, il quale era, e il quale è per venire: e dai sette spiriti, i quali sono dinanzi al trono di lui;5E da Gesù Cristo, che è il testimone fedele, primogenito di trai morti, e principe dei Re della terra, il quale ci ha amati, e ci ha lavati da' nostri peccati col proprio sangue,6E ci ha fatti regno, e sacerdoti a Dio Padre suo: a lui gloria, e imperio pe' secoli de' secoli: cosi sia.7Ecco, che egli viene colle nubi, e vedrallo ogni occhio, anche coloro, che lo trafissero. E batteransi il petto a causa di lui tutte le tribù della terra: così è: cosi è:8Io sono l'alfa, e l'omega, principio, e fine, dice il Signore Iddio, il quale è, il quale era, il quale è per venire, l'onnipotente.9Io Giovanni vostro fratello, e compagno nella tribolazione, e nel regno, e nella pazienza in Gesù Cristo, mi trovai nell'isola, che si chiama Patmos, acausa della parola di Dio, e della testimonianza (renduta) a Gesù:10Fui in Ispirito in giorno di domenica, e udii dietro a me una voce grande come di tromba,11La qual diceva: scrivi quello, che vedi, in un libro: e mandalo alle sette Chiese, che sono in Asia, ad Efeso, ed a Smirne, ed a Pergamo, ed a Tiatira, e da Sardi, ed a Filadelfia, ed a Laodicea.12E mi rivolsi per vedere chi parlava meco: e rivolto che fui, vidi sette candellieri d'oro:13E in mezzo ai sette candellieri d'oro uno simile al Figliuolo dell'uomo, vestito di abito talare e cinto il petto con fascia d'oro:14E il capo di lui, ed i capelli eran candidi come la lana bianca, e come la neve, e i suoi occhi come fuoco fiammante,15E i piedi di lui simili all'oricalco, qual egli è nella ardente fornace, e la voce di lui come voce di molte acque:16Ed aveva nella destra sette stelle: e dalla bocca di lui usciva una spada a due tagli: e la faccia di lui come il sole risplende nella sua forza.17E veduto ch'io l'ebbi, caddi a' suoi piedi come morto. Ed ei pose la sua destra mano sopra di me, dicendo: non temere: io sono il primo, e l'ultimo.18E vivo, ma fui morto; ed ecco, che sono vivente pei secoli de' secoli, ed ho le chiavi della morte, e dell'inferno.19Scrivi adunque le cose, che hai vedute, e quelle, che sono, e quelle, che debbono accadere dopo di queste.20Il mistero delle sette stelle, le quali hai vedute nella mia destra, e i sette candellieri d'oro: le sette stelle sono i sette Angeli delle Chiese: ed i sette candellieri sono le sette Chiese.

Note:

1,1:Rivelazione di Gesù Cristo, la quale diè a lui Dio per far conoscere ec. Descrive qui s. Giovanni l'argomento di questo suo libro, il quale dice egli, che contiene una rivelazione fatta da Dio Padre a Gesù Cristo in quanto uomo, affinchè egli la comunicasse a suoi servi (non colla stessa chiarezza colla quale fu a lui disvelata, ma nella maniera, che a fini di Dio si conveniva ) affinchè questi fossero per tempo avvisati delle cose, che dovean tosto principiare ad avvenire, e non doveano finire se non colla fine del mondo. Cristo poi della stessa rivelazione fece parte al nostro profeta per mezzo di un Angelo nella stessa guisa, che anche gli antichi profeti i segreti di Dio, e le cose future appreser da Dio pel ministero di Angeli. Questa rivelazione adunque fu da Dio comunicata a Cristo come uomo, da Cristo all'Angelo, dall'Angelo a Giovanni, da Giovanni alla Chiesa. Da queste parole di Giovanni intendiamo, come quanto egli dirà, che Dio, ovvero Gesù Cristo gli apparve, e gli parlò, s'intende, che gli parlò per mezzo di uno, o di altro Angelo.

1,2:Il quale rendette testimonianza ec. Siccome secondo l'opinione più comune l'Apocalisse fu scritta prima del Vangelo, la testimonianza, che Giovanni dice di aver renduta alla parola di Dio, s'intende della predicazione, de miracoli, dei patimenti, ond'egli aveva confermata la cristiana dottrina, e ratificata la verità di quello che egli come testimone oculato raccontava intorno alla vita, azioni, morte, risurrezione di Gesù Cristo. Alcuni però vogliono, che con queste parole significhi il santo Apostolo la stessa scritta testimonianza, che egli rende qui delle parole, che udi, e delle cose, che vide in questa sua mirabile rivelazione; dappoichè veramente questa è come un altro Vangelo di Gesù Cristo, i misteri del quale, e quelli della sposa di lui la Chiesa con vivissimi colori sono nell'Apocalisse adombrati.

1,3:E fa conserva delle cose ec. Custodisce religiosamente, e medita le cose scritte in questo libro, e a sua edificazione ne fa uso.
Il tempo è vicino. Il tempo di far uso dei documenti contenuti in questo libro si avvicina, perchè si avvicina il tempo delle persecuzioni, che qui sono predette.

1,4:Alle sette Chiese, che sono nell'Asia. A queste rivolge il discorso, perchè ai Vescovi di queste dà a nome di Gesù Cristo alcuni speciali avvertimenti, e perchè di queste teneva egli special cura, e governo; ma quello che dice a queste, a tutte le altre Chiese è pur detto, siccome quello che scrisse Paolo ai Romani, ai Corinti ec., non per quelli soli, ma per tutti i fedeli su scritto.
Da colui, il quale è ec. Ha voluto s. Giovanni esprimere il nome Jehova, e l'interpretazione di esso data dall'Esodo III. 14. In Dio tutto è presente; nulladimeno per ragion della mutabilità dei tempi, ne quali è compresa la nostra mortalità, non è menzogna il dire di Dio, che egli fu, è, e sarà. S. Agostino, sent. 367. Essere per venire dicesi propriamente del Figliuolo, il quale ha da venire a giudicare il mondo; qui si attribuisce a Dio, o sia a tutte le divine Persone, le quali giudicheranno il mondo per Gesù Cristo. Il greco può significare ugualmente il quale è per venire, ed anche il quale sarà. Var. lez.
E dai sette spiriti, i quali sono ec. Il trono di Dio nelle scritture si rappresenta circondato da un gran numero di Angeli, Dan. VII. 10. Job.1.6 ec. Di questi sono sette i principali, Job. XII. 15., Zach. IV., 10. S. Giovanni chiede pe fedeli la grazia, e la pace da Dio, e da sette Angeli, non perchè ella venga, o venir possa da altri, che da Dio, ma perchè i santi Angeli possono domandarla per noi, e della pace e della grazia sono ministri per noi, Hebr. 1.14. Invoca adunque il nostro profeta questi sette beati spiriti, perchè impetrino la grazia, e la pace. I nostri eretici hanno veduto, che a questo passo l'invocazione de santi diviene un atto di religione, e non una idolatria, com'essi gridano, e perciò sono ricorsi ad un'altra sposizione, dicendo, che i sette spiriti sono i sette doni dello Spirito santo, viene a dire, lo Spirito santo; ma chi non vede, quanto sia violenta questa interpretazione, secondo la quale Giovanni dopo aver invocato Dio, si vuole, che invochi i doni del medesimo Dio, e da questi domandi la grazia, e la pace pe fedeli? In secondo luogo noi conosciamo per mezzo della scrittura i setti Angeli di Dio, e di questi per conseguenza intender deesi questo luogo secondo la regola di s. Agostino (de doct. Christ. lib. III. cap- X., e XV) e di tutti i Padri, viene a dire, che le parole della scrittura prender si debbono alla lettera, nè si dee ricorrere al senso mistico, se non quando dal letterale ne venisse qualche assurdo. E adunque giuoco forza, che gli eretici confessino, che s. Giovanni chiede ai sette Angeli la grazia, e la pace non come da attori di questi beni, ma come da amici di Dio, i quali colle loro preghiere gli stessi beni impetrino per coloro, la salute dei quali secondo le scritture è stata da Dio agli stessi Angeli raccomandata.

1,5:E da Gesù Cristo, che è il testimone fedele. E grazia, e pace da Gesù Cristo, il quale come di propria bocca diceva, venne al mondo per render testimonianza alla verità, Jo, XVIII. 37., e in attestazione della verità diede la propria vita; onde da s. Gregorio Nazianzeno è detto il primo martire, Orat. XVIII., e da s. Agostino, capo del martiri, serm. 11. de s. Steph.
Primogenito di tra i morti. Il primo, che da morte rinascesse a nuova vita immortale. Primizie de' dormienti, dice s. Paolo I. Cor. XV. 20.
E principe dei re della terra. Re dei Regi, e Signore degl'imperanti Dan. IV. 17. Debbo qui dire, che nel greco tutte queste parole hanno molto maggior enfasi per la giunta dell'articolo, poichè dicono così: E da Gesù Cristo, il martire, il fedele, il primogenito di tra i morti, e il principe deio Re della terra.

1,6:E ci ha fatti regno, e sacerdoti a Dio Padre suo. Ci ha fatti regno, sia perché tutti i fedeli componenti la Chiesa di Gesù Cristo sono il regoo di Dio, sia perchè ciascheduno degli stessi fedeli in qualità di membri di Gesù Cristo, e di suoi coeredi han parte al regno, e alla gloria di lui. Ed ei ci ha fatti sacerdoti, ovvero di Dio Padre suo, per offerire delle ostie spirituali, 1. Pet. 11. 5.

1,7:Ecco, che egli viene colle nubi, e vedrallo ogni occhio, anche coloro ec. L'Apostolo vede già con l'occhio della mente il Figliuolo dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con maestà, e podestà grande; vede la immeno massa del genere umano adunata dinanzi al suo trono, e in questa gli stessi o mici, che lo trafissero; vede tutte le tribù della terra, viene a dire, tutti gli uomini di queste tribù, i quali non ubbidirono a Cristo, che per disperato do lore si battono il petto a causa di lui, il quale essendo stato dato da Dio per redentore di tutti gli uomini, per loro colpa è divenuto oggetto di terrore, o spavento pei peccatori. Allude qui certamente l'Apostolo al luogo di Zaccaro XII.5.10., sopra del qual luogo vedi s. Agostino de civ. XX. lib. XX 30. Vedi ancora Matt. XXIV. 30.
Così è: così è. Nel tasto originale si serve l'Apostolo d'una voce greca, o di una ebraica (amen) dello stesso significato; e questa ripetizione dimostro' che quello che egli annunzia agli uomini in questo luogo, è d'infinita importano per essi .

1,8:Io sono l'alfa, e l'omega. L'alfa è la prima lettera dell'alfabeto greco, omega è l'ultima; onde le parole seguenti principio, e fine, spiego le precedenti: io sono l'alfa, e l'omega. Alcuni Padri, come s. Gregorio Nazianzeno, orat. 35., s. Atanasio in Matth. XI.27., hanno creduto, che queste parole siano di Cristo; ma quantunque di Cristo ancora possono dirsi, ed a lui convengono, come di fatto egli di se stesso le dice, cap. XXII. 2.; contatto per quello che segue, sembra più naturale l'intenderle di Dio Padre, come hanno fatto Primasio, Ruperto Abate, ed altri; e ciò sembra evidente dal riflettere, che è qui ripetuto quello che di Dio Padre dicesi vers. 4., e l'attributo di onnipotente allo stesso Padre ordinariamente è dato nelle scritture. È adunque suo segue qui Dio, che parla, e minaccia egli stesso ai peccatori la venuta del Figliuolo per giudicarli.

1,9:Compagno nella tribolazione, e nel regno, e nella pazienza in Gesù Cristo. Compagno, ovvero partecipe delle stesse tribolazioni, onde voi siete afflitti, chiamato a parte dello stesso celeste regno con voi, chiamato a parte della stessa pazienza sostenuta dalla fede, e dalla grazia di Gesù Cristo. Nell'isola, che si chiama Patmos. In questa piccola isola del mare Egeo fa rilegato il nostro Apostolo da Domiziano. Ella era una di quelle isole quasi deserte, nelle quali sotto gl'Imperadori romani si conducevano per lo più i sediziosi, e per simil titolo vi fu condotto Giovanni predicatore di una religione contraria al culto dei falsi di stabilito nell'impero. Ma Gesù Cristo compensò largamente l'esilio del suo diletto con queste mirabili visioni. Ed è di più da notare come un tratto della sempre adorabile provvidenza, che in quest'isola fosse egli condotto, donde per la gran vicinanza continuar poteva ad aver l'occhio sopra le Chiese deli Asia, al governo di lui specialmente commesse.

1,10:Fui in ispirito. Rapito fuori de sensi in un'estasi, o visione spirituale, nella quale mi furon mostrate, è udii le cose qui descritte.
In giorno di domenica. Gli Ebrei dicevano l'uno, o sia il primo de' sabati, e i Cristiani il dì del Signore, come apparisce da s. Ignazio martire, da s. Clemente, da Origene, da Tertulliano, e da più antichi Concilj, in questo giorno faceansi le adunanze ecclesiastiche, come abbiam veduto Atti XX. 7, vers. 1. Cor. XVI. 2.

1,12:Vidi sette candellieri d'oro. Della Chiesa di Cristo parla s. Giovanni più volte con espressioni alludenti a cose del tempio di Gerasalemme. Or quivi era un candelliere d'oro a sette luni posto nel santuario, e un sacerdote di settimana andava ogni giorno sulla sera ad accendere i lumi, e a spegnerli la mattina. Tanto Mosè, come s. Giovanni per questo candelliere inteser la Chiesa lncente pella dottrina della scritture, e ricca pei tesori della carità. I sette candellieri sono le sette Chiese sopra notate. Vedi ters. 20.

1,13:E in mezzo ai sette candellieri d'oro uno simile al Figliuola dell'uomo ec. Simile a Gesù Cristo, il quale questo nome si appropriò, col quale, come dice s. Agostino, ci rammenta di continuo quello che per misericordia si degnò di farsi per noi. Sono qui divisi gli antichi, e i moderni Interpreti intorno al determinare, se Giovanni vedesse lo stesso Cristo, ovvero un Angelo, che a nome di quello parlasse. Questa seconda opinione sembra più verisimile. Quest'Angelo non istava fermo, ma andava qua e là intorno ai sette candellieri (cap. II. 1. ) alludendo all'uffizio del sacerdote ebdomadario di aver cura dei candellieri, e di accenderne, e spegnerne i lumi, e perciò colui che s. Giovanni vedeva, era vestito di un abito talare di lino, quale il mettevano i sacerdoti in simili sagre funzioni. Vedi s. Girolamo ep. 128. Era anche il medesime cinto con fascia d'oro, ornamento proprio dei Re. L'Angelo, adunque, da cui la persona di Cristo venia rappresentata, i segni portava del sacerdozio, e del regno del medesimo Cristo, come l'attenta amorosa cura, che il nostro sommo sacerdote ha della Chiesa, viene espressa dall'andare, e venire dell'Angelo intorno ai candellieri. Vedi Isai. XI. 6., XXII. 21.

1,14: Il capo di lui, e i capelli eran candidi ec. Vedi Dan. VII. 9. La canizie significa o la divinità di Cristo, o, come dice s. Agostino, l'antichità della verità, viene a dire l'antichità della religione di Cristo, la quale nell'intenzione di Dio precedette il giudaismo; onde in ogni apice della legge ella fu prefigurata, e i giusti del popol di Dio a questa religiene appartenevano quanto alla fede, e quanto allo spirito. Vedi s. Agostino cont, duas ep. Pelag. lib. 1. cap. VI.
E i suoi occhi eome fuoco ec. Questi occhi fiammanti indicano o la scienza infinita di Cristo, la quale è luce pe' giusti, e fuoco ardente per gli empi, oro vero l'ira contro de' peccatori.

1,15:I piedi di lui simili all'oricalco ec. L'oricalco secondo la più probabile opinione è una sorta di rame più prezioso dell'ordinario. Dice, che i piedi della persona, che egli vedeva, eran simili all'oricalco non freddo, o li quefatto, ma riscaldato, e biancheggiante, e splendente. I piedi significano l'umanità del Salvatore, la quale nella fornace dei dolori acquistò splendore infinito, e forza per conculcare il demonio, e tutti i nemici del Vangelo.
E la voce di lui come ec. Vedi Ezech. XLIII. 2. La voce di lui era grande, e sonora, quale suol essere di una gran massa di acque, che corran con impeto. Questa voce è la predicazione del Vangelo, della quale si feudire il suono fino agli ultimi confini del mondo, Ps. 18.

1,16: Nella destra sette stelle. Queste stelle sono i sette Angeli (o sia Vescovi ) delle sette Chiese. Queste Chiese, e questi Vescovi delle Chiese li tiene Cristo nella sua destra, segno della protezione, e della amorosa attenzione, onde li custodisce.
Dalla bocca... una spada a due tagli. Questa spada è il segnale dell'imminente vendetta, che farà Cristo de' suoi nemici. Altri per essa intendono la parola di Dio più penetrante di qualunque spada a due tagli, Hebr. IV. 12.
La faccia di lui come il sole risplende ec. La faccia è l'umanità di Cristo, la quale glorificata risplende come il sole, e tale apparve nella trasfigura zione, Jo. VI.

1,17: Caddi a suoi piedi come morto. La vista di una maestà sì grande mi ricolmò di terrore, e caddi, come corpo morto cade.
Ed ei pose la sua destra ec. In atti, ed in parole mi consolò, Vedi Dan. VI. 1.18.
Io sono il primo, e l'ultimo. L'Angelo parlante a nome di Cristo, dice: non temere: io sono il primo, e l'ultimo, l'alfa, e l'omega. Il primo (dice s. Ambrogio) perchè per lui tutte le cose; l'ultimo, perchè per lui la risurrezione. Con queste parole provò la divinità di Cristo s. Atanasio contro gli Ariani.

1,18:Ho le chiavi della morte, e dell'inferno. Io son colui che dà morte, e rende la vita, conduce sino al sepolcro, e indietro richiama, 1. Reg. II. 6.

1,20:Le sette stelle, sono i sette Angeli ec. I sette Vescovi. E Angeli sono detti i Vescovi, perchè fanno la figura di nunzi di Dio presso del popolo: onde la sollecitudine, la carità, e la purità di quelli debbono imitare. Faccia mo da ambasciatori per Cristo, diceva uno di questi Angeli, 2. Cor. V. 19.