Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Salmi 62


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Si consola nel suo esilio col lodare Dio, e rendergli grazie. I nemici saranno puniti, e i suoi mali avran fine. Conviene a Cristo, e ad ogni giusto nell'esilio di questa vita.

1Salmo di David quando stava nel deserto dell'Idumea.
DIO, Dio mio, a te io aspiro al primo apparir della luce. Di te ha sete l'anima mia: in quante maniere ha sete di te la mia carne!
2In una terra deserta, che vie non ha, ed è mancante di acque, mi presentai a te come nel santuario, per contemplare la tua potenza, e la tua gloria.3Perocché miglior delle vite ell'è la tua misericordia: a te le labbra mie daran laude.4Quindi io ti benedirò nella mia vita, e nel nome tuo alzerò le mie mani.5Sia come ingrassata, e impinguata l'anima mia: e con voci di giubilo te loderà la mia bocca.6Se io mi son ricordato di te nel mio letto al bel mattino, mediterò sopra dite:7Perocché mio aiuto se' tu.8E all'ombra dell'ali tue io esulterò: dietro a te va anelando l'anima mia: la tua destra mi ha sostenuto.9Eglino però indarno cercano la mia vita: entreranno nelle cupe viscere della terra,10Saranno dati in poter della spada, saran preda delle volpi.11Ma il re in Dio si allegrerà: avranno laude tutti coloro, che per lui giurano; perché è stata chiusa la bocca di coloro, che parlavano iniquamente.

Note:

62,1:Dell'Idumea. L'Ebreo, il Caldeo e la Complutense dei LXX leggono della Giudea; lo che potrebbe intendersi del deserto di Ziph. Vedi I. Reg. XXII. I. Ivi si ritirò Davidde fuggendo la persecuzione di Saulle.

A te io aspiro ec. Al mattino ti cerco, mi alzo per parlarti nella orazione. In quante maniere ha sete di te la mia carne! Gli affetti dell'animo particolarmente se sono forti e veementi si fanno sentire anche al corpo per la mutua strettissima arcana relazione, che Dio ha posta tra queste due si differenti sostanze. La carne adunque del gusto secondando i moti dello spirito desidera la beata risurrezione: primo per esser libera dai pravi movimenti della cupidità contraria alla legge dello spirito: secondo per non esser più soggetta alle malattie e alla corruzione; perocchè nella risurrezione tutto quel che la carne ha di corruttibile e di abietto e di mortale, sarà assorbito dalla immortalità e dalla gloria. Vedi I.Cor. XV. 43. 44, ec.

62,2:In una terra deserta, ec. In quest'esilio, in questo luogo deserto, inospito e arido io ho e nudrisco i sentimenti stessi e gli affetti, che occupano l'anima mia, quando ho la sorte di trovarmi nella mia patria dinanzi al tuo tabernacolo, e di meditarvi le tue grandezze e la tua gloria. Così il giusto nel deserto di questo mondo, dove le acque della consolazione e della vera contentezza non trovansi, dee poter dire, che egli fa quello stesso, che un dì con perfezione maggiore e pienezza di cuore farà ne' tabernacoli eterni, amando Dio e lodandolo e dimostrandogli il suo amore coll'esercizio delle buone opere.

62,3:Perocchè miglior delle vite ec. Più della vita, più di qualunque vita temporale lo stimo e apprezzo la misericordia, che tu in questo luogo mi dimostri: per questo ti loderò, ti renderò grazie nel mio esilio.

62,4:E nel nome tua alzerò ec. E invocando il tuo nome santo, alzerò al cielo le mani: così insegna l'Apostolo agli uomini, che orino in ogni luogo alzando pure le mani.

62,5:Sia come ingrassata e impinguata l'anima mia: Delle tue grazie, e delle tue spirituali consolazioni, affinché con più grande fervore di spirito io possa cantar le tue lodi.

62,6:Se io mi son ricordato di te nel mio letto, ec. Se nel tempo stesso del riposo quando meno si pensa a te, io ti ho avuto sempre in memoria, molto più penserò a te all'apparir della luce, a te che sei l'unico mio aiuto.

62,8:Dietro a te va anelando l'anima mia. Te ardentemente sospira, te cerca per essere sempre unita con te: te sospira con amore, e fiducia grande, perché colla possente tua destra mi sostenesti e mi sostieni.

62,9:Indarno cercano la mia via. Indarno cercano di farmi perire, mentre io son difeso da Dio. Entreranno nelle cupe viscere della terra, ec. Precipiteranno nell'inferno; saranno dati in poter della spada vendicatrice: saranno preda, e pascolo delle volpi e delle altre fiere, che divoreranno i loro cadaveri. Quest'espressioni dinotano anche meglio quello, che avvenne ai nemici di Cristo i quali invano cercaron la morte di lui, perché non ne ritrasser quel frutto, che bramavano, cioè di distruggere la sua Chiesa; perocchè egli risuscitato la stabilì, e la rendè invincibile a tutte le loro persecuzioni. Ma eglino ne ebber per frutto la perdizione e temporale ed eterna.

62,11:Ma il re in Dio si allegrerà: avranno laude tutti coloro, che per lui giurano. ec. Il re secondo la comune opinione de' Padri egli è Cristo; perocchè non si trova mai che Davidde, fin che visse Saulle, prendesse il nome di re, benchè fosse stato noto da Samuele. Questo re distrutti i Giudei increduli, e tutti i persecutori della sua Chiesa si allegrerà in Dio, da cui sarà esaltato nel cielo e sopra la terra: quelli, che crederanno in questo re e lo riconosceranno per loro Signore e per lui faranno i lor giuramenti, quando debban giurare, saran lodati da Dio Giudice; e le bocche degli empi, che hanno calunniato e bestemmiato questo re, sono chiuse, essendo questi condannati a eterna morte. Abbiamo altrove notato come col legittimo giuramento si riconosce Dio come fonte di tutta verità, e santità, ond' è atto di religione. Quella parola per lui alcuni la riferiscono alla voce Dio, che immediatamente precede, ma molti altri con miglior fondamento la riportano al re, di cui si celebra la somma e divina autorità.