Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Salmi 8


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Celebra le meraviglie di Dio nelle opere della creazione, e le prerogative dell'uomo; ma sotto un tal velo più veramente e celebrata l'opera della redenzione del genere umano, onde il salmo a Cristo appartiene principalmente.

1Salmo di David.
Signore, Signor nostro, quanta ammirabile è il nome tuo per tutta quanta la terra!
Perocché la tua maestà è elevata fin sopra de' cieli.
2E dalla bocca de' fanciulli, e de' bambini di latte tu bai ricavata per fetta laude contro de' tuoi nemici, per distruggere il nemico, e il vendicativo.3Or io miro i tuoi cieli, opere delle tue dita, la luna, e le stelle disposte da te.4Che è l'uomo, che tu di lui ti ricordi; od il figliuolo dell'uomo, che tu lo visiti?5Lo hai fatto per alcun poco inferiore agli Angeli, lo hai coronato di gloria, e di onore,6E lo hai costituito sopra le opere delle tue mani.7Tutte quante le cose hai soggettate a' piedi di lui, le pecore, e i bovi tutti, e le fiere della campagna.8Gli uccelli dell'aria, e i pesci del mare, i quali camminano le vie del mare.9Signore, Signor nostro, quanto ammirabile è il nome tuo per tutta quanta la terra!

Note:

8,1:Per la fine. vedi salmo 4. Per gli strettoi. Alcuni per queste parole credono significarsi, che questo salmo si cantasse alla festa de' tabernacoli dopo la pigiatura del vino, fatta la vendemmia. Altri vogliono, che la voce strettoio significasse uno strumento da suono. Ma molti Padri la spiegano in senso mistico della Chiesa di Gesù Cristo, la quale è la vigna del gran Padre di famiglia, intorno alla quale vedi Matth. XXI. 33. e s. Agostino in questo luogo.

Signore, Signor nostro. Nell'Ebreo la prima parola è il nome infallibile e incommunicabile di Dio, Jehova, ovver Jaho; che significa l'esser supremo, colui che e, vedi Exod. VI. 3. La seconda voce è Adonai, la quale esprime il sovrano padrone delle cose. Or questo nome di Signore, e specialmente dato al Figliuolo di Dio fatto uomo, a cui fu data dal Padre assoluta potestà in cielo e in terra. Matth. XXVIII.18. Quanto ammirabile ec. Grande certamente, e sopra ogni umana intelligenza ammirabile ti se' tu fatto conoscere, o Dio, in tante opere, delle quali è ricco questo universo, per le quali la infinita tua possanza e la incomprensibil sapienza si manifesta a tutta la terra. Ma quanto più ammirabile sei tu nell'opera massima dell'universale riscatto di tutti gli uomini, per la qual' opera la cognizione del nome tuo si è estesa a tutte le parti della terra. Il culto e l'adorazione del Creatore fu lungamente ristretto ad un solo popolo, giacendo tutte le altre nazioni nelle tenebre dell'idolatria. Ma il Messia vincitor della morte, e innalzato sopra de' cieli dopo la sua gloriosa risurrezione trasse alla cognizione e all'amore del vero Dio tutta la terra.

8,2:Dalla bocca de' fanciulli ec. Non può negarsi, che uno de' miracoli della providenza e sapienza di una sia il modo, onde i bambini vengono alla luce del mondo, e si nutriscono e crescono; che se questo miracolo si vede anche agli animali, l'uomo solo pero ha la sorte di conoscerlo, ed essendo gli animali stessi fatti per l'uomo, viene egli ad esser obbligato a Dio anche per quello, ch'ei fa per essi. Quindi con ragione afferma il profeta, che tutto quello, che Dio fa per l'uomo dal principio del suo nascere fino a tutta l'infanzia, e argomento di laude e di ringraziamento per l'autore di tutto il bene. Ma queste parole furon ripetute da Cristo, allorché nel suo glorioso ingresso in Gerusalemme fu accolto con inni, e cantici di benedizione, e di laude da' fanciulli Ebrei, e c'insegnò a considerarlo come una predizione, e come uno de' segni, a' quali dovea essere riconosciuto il Messia. Matth XXI, e facendo un passo più avanti, noi rifletteremo co' Padri della Chiesa, che questi fanciulli, e questi bambini di latte eran figura di quegli uomini deboli, balbuzienti (per così dire), e spogliati di ogni potere e autorità, de' quali volle servirsi la providenza ad opeerare il sommo di tutti i miracoli, la conversione del mondo tutto. Imperocchè non molti sapienti secondo la carne molti potenti, non molti nobili, ma le cose stolte del mondo elesse Dio per confondere i sapienti, e le cose deboli del mondo elease Dio per confondere le forti, e le ignobili cose del mondo, e le spregevoli elesse Dio, e quelle, che non sono per confondere quelle che sono, 1. Cor. 1 26.27.28. Di tali strumenti valendosi la previdenza per un'opera si grande, grandissima occasione diede agli uomini, e agli Angeli stessi di ammirare, e lodare la infinita potenza, e la moltiforme sapienza di Dio. Così avvenne nel tempo stesso a confondere, e svergognare i suoi nemici, gli empi potenti e sapienti del secolo, i quali avean creduto, che senza di loro non avrebbe potuto ne fruttificare, né gittar sue radici la dottrina dell'Evangelio, e distrusse tutta la possanza di quell'antico avversario, il quale colle rovine dell'uomo cerca di vendicarsi del male, che per giusto divin giudizio egli soffre nell'inferno.

8,3-4:Or io miro i tuoi cieli, ec. Alla fine del versetto 3., ovvero al principio del 4. dee sottintendersi io dico, in ultimo, o simil parola: perocchè il ragionamento è qui rotto per eccesso di ammirazione e di affetto: alzo gli occhi al cielo, e ammiro quel vastissimo e splendldissimo teatro di tua magnificenza, dove tanti sono i prodigi della tua mano, quanti sono que' corpi grandissimi in mirabil ordine collocati da te come meglio si conveniva al bene degli uomini, e a tal vista contenermi non posso dall'esclamare: che e il uomo, o mio Dio, che tu avessi a ricordarti di lui, e tante e si grandi cose dovessi creare per lui? E che è egli mai il figliuolo dell'uomo, che tu avessi a degnarti di visitarlo, per ornarlo de' doni tuoi? L'uomo secondo il corpo non è egli la stessa fralezza, e infermità, e miseria? E il figliuol dell'uomo, ch'è egli mai, se non il figliuol d'un reo e d'un peccatore fatto per la colpa soggetto alla morte e a tutte le miserie della vita presente? Non debbo tacere, che alcuni Interpreti pel figliuol dell'uomo intendono Gesù Cristo, il quale fatto figliuolo della Vergine con questo nome si chiamas ovente nell'Evangelio. Sembra però assai più conveniente d'intendere tutto il versetto dell'uomo generalmente, e questa visita di Dio, colla quale è indicata una speciale beneficenza e misericordia usata da Dio verso del genere umano verrà a spiegare la eccessiva carità di Dio in mandare il suo proprio figliuolo a visitare, vale a dire a illuminare, a sanare, a redimere l'uomo, e in mandare lo Spirito santo ad arricchirlo di tutti idoni celesti. Che e il figliuol dell'uomo, onde tu ti induca a visitarlo per mezzo dell'istesso figliuolo unigenito fatto simile all'uomo per patire e morire per l'uomo?

8,5-9:Lo hai fatto per alcun poco inferiore ec. il profeta vede cogli occhi della sua mente il Cristo, il nuovo Adamo, il quale annichila se stesso presa la forma di serio tutto simile agli uomini, e per condizione riconosciuto per uomo: umiliò se stesso fatto obbediente sino alla morte, e Maria di croce, Filip. II. 7. 8. Così quegli, di cui fu detto lo adorino tutti gli Angeli di Dio, Heb. I. 6., psalm. 96. 7., divenuto uomo passibile e mortale in tale stato pel breve spazio della sua vita fu renduto minore e inferiore agli Angeli (i quali non possono ne patir, ne morire) secondo in Volontà del celeste suo Padre, il quale ordinò, che per eseguire l'opera impostagli della redenzione del genere umano, egli si sottoponesse ai patimenti, e alla morte. Ma adempiuta questa grande opera il Padre Dio lo esaltò, e donogli un nome, che è sopra qualunque nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio in cielo, nella terra, e nell'inferno, Filipp. II. 9.10. l'apostolo avendo citate in due differenti luoghi queste, parole di Davidde, e avendolo applicate a Cristo, noi non possiam più dubitare, che nel senso primario a lui appartengono, e per lui sieno state dette dallo Spirito santo. Osservammo già ( Heb. II. 6.) che queste parole: lo hai costituito sopra le opere delle tue mani: le cose tutte hai soggettate ai piedi di lui; hanno relazione a quelle, che furon dette pel primo uomo: sovrasti ai pesci del mare, agli uccelli dell'aria, e alle bestie, e a tutto quanta la terra. Gen. 1. 26. Ma noi sappiamo, che secondo la parola dell'Apostolo il primo Adamo è figura del secondo (Rom. 5. 14.), e che in questo secondo Adamo più strettamente, e pienamente si adempie quello, che del primo fu scritto. Quindi noi vedremo anche in altri luoghi descritte e pronunziate dal nostro profeta le meraviglie della redenzione degli uomini, e le grandezze del Redentore sotto le immagini della creazione del mondo visibile, e de' privilegi, onde fu ornato il primo uomo creato nella innocenza, e dichiarato signore di tutte le cose. Il dominio conceduto ad Adamo (del qual dominio non rimase in lui se non un' ombra dopo la sua prevaricazione) non potè estendersi, se non alle cose visibili. Or dicendo Davidde, anzi lo Spirito santo le cose tutte han soggettate a' piedi di lui, osserva divinamente l'Apostolo, che nulla cosa ha lasciata a lui non soggetta, Heb. II. 8; onde non solamente le visibili e corporee nature, ma le invisibili ancora e spirituali, tutti gli Angeli e buoni e cattivi a lui sono stati soggettati dal Padre. Quindi infinitamente più grande e l'impero celebrato qui da Davidde, di quel che fosse l'altro conceduto ad Adamo. Cristo adunque umiliato, e fatto per un poco di tempo minore degli Angeli per patire, e morire, fu in premio della stessa sua umiliazione coronato di gloria, ed ebbe l'assoluto, universale, eterno dominio di tutte le creature, che sono nel cielo e nella terra. La specificazione fatta dal profeta: le pecore, i bovi tutti, e le fiere ec., serve ad illustrare la proposizione generale, e insieme dimostra come a Cristo servono non solo gli spiriti docili, i fedeli, gli umili, che fanno la di lui volontà, ma un che gl'indocili, i superbi, i nemici, le cattive volontà de' quali egli sa, e può far servire alla sua gloria, e alla salvazione degli eletti. Ecco quali sieno principalmente le meraviglie, alla considerazione delle quali in un'estasi di altissimo stupore conclude il profeta: Signore, Signore nostro, quanto ammirabile è il nome tuo per luna quanta la terra, dopo che la maggior parte degli uomini, i quali non avean saputo conoscerti, ne adorarti per tutto quello, che tu facesti nella creazione del mondo, ti ha conosciuto, e ti adorò per virtù di quel Salvatore, cui tu esaltasti col risuscitarlo da morte, col farlo sedere alla tua destra, col mandare sopra di quelli, che in lui credono, il tuo santo Spirito; onde per ogni parte del mondo si canti: E degno l'agnello, che è stato ucciso, di ricevere la virtù, e la divinità, e la sapienza, e la fortezza, e il onore, e la gloria, e la benedizione. Apocal. V. 12.