Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Salmi 58


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Chiede aiuto a Dio contro i suoi nemici. Conviene mirabilmente a Cristo, e alla sua Chiesa.

1Non mandare in perdizione: a Davidde: iscrizione da mettere sopra una colonna: quando Saul mandò ad assediar la sua casa per ammazzarlo.
Salvami da' miei nemici, o mio Dio, e liberami da coloro, che insorgono contro di me.
2Toglimi dalle mani dì quei, che lavorano iniquità, e salvami dagli uomini sanguinari.3Perocché ecco che avran presa l'anima mia: uomini di gran possa son venuti ad assalirmi.4Né ciò, o Signore, per la mia iniquità, né per mia colpa: senza iniquità io corsi, e regolai i miei passi.5Sorgi, e vienimi incontro, e considera. E tu, o Signore, Dio degli eserciti. Dio d'Israele, Svegliati per visitare tutte le nazioni, non far misericordia a verun di coloro, che operano l'iniquità.6Verranno alla sera, e patiranno fame canina, e gireranno intorno alla città.7Ecco che apriranno la loro bocca, avendo un coltello nelle loro labbra (dicendo): Chi ci ha ascoltati?8Ma tu, o Signore, ti burlerai di loro: stimerai come un nulla tutte te genti.9La mia fortezza riporrò in te, perché tu se', o Dio, il mio difensore:10La misericordia del mio Dio mi preverrà.11Dio mi ha fatto vedere la vendetta de' miei nemici: non gli uccidere; affinchè non se ne scordi il popol mio. Dispergili colla tua possanza, e degradagli, o Signore, protettor mio,12A motivo del delitto della loro bocca, e per le parole delle loro labbra: e siano presi dalla propria lor superbia.13E per lo spergiuro, e per la menzogna saran chiamati alla perdizione dall'ira, che li consuma, ed ei più non saranno. E conosceranno come il Signore regnerà sopra Giacobbe, e fino alla estremità della terra.14Si convertiranno alla sera, e saranno affamati come cani, e gireranno attorno alla città.15Eglino andran vagabondi cercando cibo: e se non saran satollati, ancora mormoreranno.16Ma io canterò la tua fortezza, e inni di letizia offerirò al mattino alla tua misericordia.
Perché tu se' stato mia difesa, e mio rifugio nel dì della mia tribolazione.
17Aiuto mio, te io canterò, perché tu, o Dio, tu se' mia difesa: Dio mio, mia misericordia.

Note:

58,3:Ecco che avran presa l'anima mia. Eccomi al punto di vedermi tosto nelle loro mani, in loro potere.

58,4:Nè ciò, o Signore, per la mia iniquità, ec. La rabbia, che i miei nemici hanno contro di me, non vien dall'avergli io offesi, ne iniquità, ne ingiustizia ho io commessa contro di essi; con rettitudine ho trattato e operato verso di loro. Ma in un senso più illimitato convengono a Cristo queste, parole senza iniquità io corsi, e regolai i miei passi; a Cristo, il quale potè dire liberamente a' Giudei: chi di voi mi accuserà di peccato?

58,5:E tu, o Signore... svegliati ec. La seconda parte del versetto 5. lega col 6. Il senso di ambedue i versetti e questo: levati su, o Signore, e vieni incontro a me, che ti cerco, e considera tu la mia innocenza o la malizia di costoro. E tu Signore Dio degli eserciti, tu, dico, a cui servono obbedienti tutte le schiere degli Angeli, tu Dio d'Israele, visita co' tuoi gastighi tutte le genti, non aver pietà degl'Iniqui. Osserva Eusebio, che Dio ne'primi tempi della predicazione del Vangelo visitò con vari flagelli i popoli, affinchè gli uomini sotto il peso delle afflizioni rientrando in se stessi fosser meglio disposti ad ascoltare la parola. Così questa preghiera: non far misericordia a verun di coloro, che operano l'iniquità: in questo luogo significherà, non risparmiare agl'iniqui i temporali gastighi, affinchè tu lor risparmi gli eterni; perocchè, come osserva s. Agostino, ogni peccato debbe essere punito o dall'uomo stesso mediante la penitenza, o da Dio, che dell'offesa Maestà sua faccia vendetta.

58,6:Verranno alla sera, ec. Questo versetto da alcuni Padri e inteso della conversione de' Giudei alla sera, cioè alla fine dei mondo: da altri della dispersione de' medesimi Ebrei dopo la espugnazione di Gerusalemme: onde ho tradotto la parola convertentur in guisa, che possa aversi l'uno e l'altro senso. Nel primo senso vorrà dire, che gli Ebrei si rivolgeranno a mirare colui, che hanno crudelmente trafitto e ucciso, ma si rivolgeranno solamente alla fine del mondo, e avranno una fame inquieta, e stragrande della parola di Dio, di cui non avran potuto per tanto tempo cibarsi: perocchè rigettato il Cristo, che è la chiave di David, e l'oggetto di tutte le Scritture, queste non son più cibo per essi; perocchè nulla in esse comprendono, avendo un velo sopra degli occhi loro, come dice l'Apostolo. Quindi gireranno attorno per la città, vale a dire cercheranno con avidità grandissima nella Chiesa chi loro spieghi la parola della fede, e apra loro gli occhi per intendere la verità. Nel secondo senso gli Ebrei arrivati alla sera, cioè all'ultimo periodo della loro repubblica, presa e desolata Gerusalemme e arso il tempio saran condannati da Dio a patire una total privazione del cibo salutare della parola divina, di cui non intenderanno più il vero senso, e nella estrema loro miseria terranno per gran consolazione la permissione di poter girare attorno alla distrutta città e, come dice S. Girolamo, a caro prezzo compreranno la grazia di andare a piangere le sue rovine. Dopo Adriano Imperatore fu proibito a' Giudei non solamente di entrare nel luogo, dove era Gerusalemme, ma anche di mirarla da lungi, e solamente in appresso in loro permesso, mediante lo sborso di certa somma di denaro, di andare in certi giorni dell'anno a rivedere il sito della amata loro patria, e gemere disperatamente sopra la sua tristissima sorte. Vedi S. Girolamo in Sophon. cap. 1. S. Ilario, Teodoreto ed altri preferirono quest'ultima sposizione.

58,7:Ecco che apriranno la loro bocca, avendo ec. Torna a parlare de' suoi nemici, i quali dipinge come impudenti calunniatori, che hanno il coltello nelle lor labbra, per che tutte le loro parole, tutti i loro discorsi tendono a far perire l'innocente. E contro ogni apprensione dei divini gastighi dicono sfacciatamente tra' loro: chi è che ci ascolti? chi è, che penetri i nostri disegni? Così negano la Previdenza di Dio. Vedi il salmo X. 4. 10. II.

58,8:Stimerai come un nulla ec. Il senso dell'Ebreo e del Greco è quello, che abbiamo espresso, e non altro vuol dire anche la Volgata. Dio (dice Cristo), non solo si burlerà dei tentativi e degli sforzi dei miei nemici, ma stimerà come un nulla la congiura di tutte le genti idolatre, che si uniranno nel perseguitar me, perseguitando la Chiesa.

58,9:La mia fortezza riporrò in te, ec. Che vuol dir questo, dico s. Agostino? Se io non presumerò di me stesso, non attribuìrò nulla a me stesso. Voce di grande insegnamento, voce degna di Cristo, come capo della Chiesa, a cui per prima lezione egli insegnò l'amore e la pratica dell'umiltà.

58,10:Mi prevarrà. Vedendo il mio bisogno mi soccorrera anche prima, che io lo implori.

58,11:Non gli uccidere; affinchè ec. Egli è Cristo, che prega il Padre di non distruggere interamente la ingrata sua nazione, che lo avea negato e rigettato; non uccidere, non distruggere questi nemici tuoi e miei, o Padre, affinchè un gastigo passeggero, benché strepitoso e terribile, non sia o prima o dopo dimenticato dal popolo, di cui tu mi farai Re, del popolo, che abbraccerà la mia fede: spergili tralle nazioni tutte del mondo, e siano nella misera loro cattività esempio sempre vivo e presente di tua giustizia, e dimostrazione palpabile della verità del Vangelo: furon dispersi i Giudei (dice s. Agostino), perchèà fossero testimoni della lora iniquità e della nostra verità.

58,12:A motivo del delitto della loro bocca, ec. Il delitto grande commesso da' Giudei colla loro bocca, delitto, di cui portano ancor la pena, fu di avere chiesta con tanta insolenza e rabbia a Pilato la morte di Cristo, e alle proteste, che questo giudice faceva della conosciuta innocenza del Salvatore, aver essi risposto: il sangue di lui sopra di noi e sopra de' nostri figliuoli. Questa superba ed empia dichiarazione, colla quale mettevano i loro capricci e la loro passione al di sopra della legge di Dio e di tutti i riguardi dovuti alla giustizia, fu il laccio, a cui rimaser presi gli Ebrei.

58,13:E per lo spergiuro e per la menzogna ec. Saranno chiamati, cioè mandati alla perdizione come rei di testimonianze false portate contro di me e di orrende menzogne; saran mandati in perdizione dall'ira di Dio, che li consumerà, li struggera, ed e' non saranno più popolo, non avranno più patria, ne regno, ne stato fisso sopra la terra: E il popolo, che lo negherà, non sarà più, Dan. IX. 26.
E conoscerànno come il Signore ec. Dio e il suo Cristo regnerà sopra tutte le genti sino agli ultimi termini della terra. Regnerà anche sopra Giacobbe in differente maniera; perocchè di quegli Ebrei, che si convertiranno alla fede sarta loro Signore e Capo e Pastore: di quelli, che rimarranno nella incredulità sarà Re, ma per far loro sentire il poter del suo braccio e il rigore di sue vendette. Così avvenne di quei, che dissero: non voglian, che costui regni sopra di noi. Luc. XIX 14.

58,15:Andran vagabondi cercando cibo: e le non saran satollati, ec. Anderanno dispersi, ed essendo spogliati di tutto saran costretti a mendicare il loro sostentamento, e sovente non trovando da levarsi la fame mormoreranno. Si può ciò intendere letteralmente riguardo agli Ebrei dopo l'espugnazione di Gerusalemme: ma forse meglio per questo cibo, cui cercheranno gl'infelici senza trovarlo, s' intenderà, come sopra, il pascolo della divina parola, nella quale l'Ebreo cerca, onde nudrire e sostenere le sue speranze. In questa parola egli legge le promesse fatte da Dio alla sua nazione: ma siccome queste promesse egli le interpreta secondo i suoi pregiudizi aspettando un Messia tutto diverso dal vero, e siccome i tempi della venuta del suo Messia e delle felicità annunziate per esso ad Israele son già trascorsi, si trova perciò il misero Ebreo senza consolazione e senza ristoro al suo spirito, e tra mille dubbi ondeggiando, mormora contro la Providenza, e in cuor suo sta quasi per finanziare alla sua fede.

58,16:Ma io canterò la tua fortezza, ec. Ma quanto a me lo stato, a cui sarà ridotto Israele, sarà argomento per me di celebrare la tua possanza, e di dar gloria alla tua misericordia; perocchè hai punito Israele in tal guisa, che il suo gastigo dimostrando la verità del Vangelo serviva a tutte le genti di nuovo stimolo per soggettarsi alla fede; e conservi Israele nella sua dispersione serbandolo al suo futuro ravvedimento. Inni di letizia offerirò al mattino: si può intendere tutti i dì al mattino, ovvero di quel mattino, a cui non succede sera, cioè nel mattino dell'eterna felicità. Del rimanente questo e i due seguenti versetti sono un affettuosissimo ringraziamento di Cristo al Padre per le misericordie fatte da esso alla sua Chiesa. E quanto tenera e quella espressione: Dio mio, mia misericordia!