Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Giobbe 31


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1 Feci patto cogli occhi miei di non pensar neppure a una vergine.1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.
2 Perocché qual communicazione avrebbe con me di lassù Iddio, e come avrebbe possesso di me l'Onnipotente dall'alto?2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?
3 Non è ella stabilita pe' malvagi la perdizione, e la diseredazione per quelli, che commettono l'iniquità?3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?
4 Non istà egli attento a tutti i miei andamenti, e non conta egli tutti i miei passi?4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?
5 Se io amai la menzogna, e se i miei piedi corsero a tessere degli inganni.5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;
6 Mi pesi Dio sulla sua giusta bilancia, e conosca la mia schiettezza.6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.
7 Se torsero dalla retta via i miei passi, e se dietro a' miei occhi se n'andò il mio cuore, e macchia si attaccò alle mie mani,7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;
8 Semini io, e un altro si mangi il frutto, e sia sradicata la mia progenie.8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.
9 Se fu sedotto il mio cuore per amore di donna, e se insidiai alla porta del mio amico,9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;
10 Sia svituperata da un altro la mia consorte, e serva alla libidine altrui.10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.
11 Perocché questa è scelleraggine orrenda, e grandissima iniquità.11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.
12 Ella è fuoco che brugerà sino all'esterminio, e che tutti estirpa i rampolli.12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).
13 Se io sdegnai di venire a discussione col mio servo, e cuna mia serva, quando si querelavan di me;13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;
14 Perocché come fare' io allorché il Signore si alzerà a far giudizio? e quando mi interrogherà, che potre'io rispondergli?14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?
15 Non fece egli me chi fece anche lui; e forse quell'uno non ci formò nel sen della madre?15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?
16 Se negai a' poveri quello che domandavano, e se delusi l'espettazione della vedova.16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;
17 Se il mio pane mangiai da me solo, e non ne feci parte al pupillo:17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;
18 Perocché dall'infanzia meco crebbe la misericordia, e meco uscì dal sen, di mia madre.18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;
19 Se disprezzai colui, che periva, perché non avea da coprirsi, e il povero, ch'era ignudo.19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;
20 Se neo mi han date benedizioni i suoi fianchi, e se egli non fu riscaldato dalla lana delle mie pecore:20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;
21 Se la mano alzai contro il pupillo, anche quando mi vedea superiore alla porta;21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;
22 Si stacchi il mio omero dalla sua giuntura, e il mio braccio si spezzi colle sue ossa.22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.
23 Perocché temei sempre Dio, come una piena di acque sospesa sopra di me, e la maestà di lui non poteva io sostenere.23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.
24 Se il poter mio credetti che consistesse nell'oro, e se all'oro fino io dissi: Confido in te.24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;
25 Se mia consolazione riposi nelle mie molte ricchezze, e ne' molti acquisti fatti colle mie mani.25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;
26 Se al sole alzai gli occhi quando vibrava splendori, e alla luna quand'era più chiara:26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;
27 E si rallegrò segretamente il cuor mio, e la mia mano portai alla bocca per baciarla:27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;
28 Lo che è delitto grandissimo, ed è un rinnegare l'altissimo Iddio.28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;
29 Se mi rallegrai della rovina di chi mi odiava, e festeggiai pel male, in cui era caduto.29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;
30 Perocché non permisi che la mia lingua peccasse col mandare imprecazioni contro la vita di lui.30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;
31 Se la gente della mia casa non dicevano: Chi ci darà, a mangiare dello sue carni?31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?
32 Non istette il pellegrino allo scoperto; la mia porta fu aperta al passaggero.32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;
33 Se, qual suole l'uomo; io ascosi il mio peccato, e celai nel mio seno l'iniquità:33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;
34 Se la gran turba m'intimidì, e se mi spaventò il disprezzo dei parenti, e se non piuttosto mi tacqui, e non uscii di mia casa.34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;
35 Chi mi darà uno che mi ascolti, e che i miei desiderj esaudisca l'Onnipotente, e colui che giudica scriva egli il libello;35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;
36 Affinchè sull'omero mio io lo porti, e me l'avvolga alla testa qual diadema?36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?
37 Lo reciterei a parte a parte, e lo presenterei a lui, come a mio principe.37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.
38 Se la mia terra grida contro di me, e se con lei piangono i solchi:38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;
39 Se senza pagarne il prezzo ho io mangiati i suoi frutti, e afflissi l'anima di quelli, che la coltivano:39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;
40 Nascano per me triboli in vece di grano, e spine in cambio di orzo.40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.