Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Giobbe 41


font

Spiegasi più diffusamente la malizia di Leviathan colla descrizione delle sue membra, della sua durezza, e superbia.

1Non quasi crudele io lo susciterò: perocché chi può resistere alla mia faccia?2Chi prima a me diede ond'io debba rendergli? Tutto è mio quanto si trova sotto del cielo.3Non avrò riguardo a lui, né all'efficacia delle parole fatte apposta per muovere a compassione.4Chi scoprirà la superficie della sua veste, e chi entrerà nel mezzo della sua gola?5Chi aprirà le porte della sua faccia? Intorno a' suoi denti sta il terrore.6Il suo corpo è come scudi di bronzo fatti al getto, e costrutto di squamme conteste insieme.7L'una si unisce all'altra, e non resta tra d'esse veruno spiraglio:8E attaccata l'una all'altra, e si tengono in guisa, che mai saran separate.9S'egli starnuta getta scintille al fuoco, e gli occhi di lui qual è la luce del mattino.10Dalla bocca di lui escone facelle come tizzoni di fuoco acceso.11Dalle narici di lui esce fumo, come da bollente caldaia.12Il suo fiato accende i carboni, ed escon fiamme dalla sua bocca.13Nel suo collo sta la fortezza, e innanzi a lui va la fame.14Le membra del suo corpo sono ben compatte tra di loro; lancerà (Dio) sopra di lui i fulmini, ed egli non passerà ad altro luogo.15Il cuore di lui è duro come la pietra, e saldo come l'incudine battuta da martello.16Quand'egli si alza su ritto, gli Angeli ne prendon paura, e sbigottiti ricorrono alle espiazioni.17Se uno lo assalisce, né spada, né lancia, né usbergo non son buoni contro di lui:18Perocché egli il ferro disprezzerà come paglia, e il bronzo come fracido legno.19L'uomo valente in arco noi metterà in fuga; paglia secca divengon per lui i sassi de' frombolatori.20Stimerà come secca paglia il martello, e della lancia imbrandita si burlerà.21Egli avrà sotto di se i raggi del sole, e si metterà a giacere sopra l'oro come sul fango.22Farà bollire come una caldaia il mar profondo, e renderallo come un pentolo di unguenti, che gorgoglian sul fuoco.23Lascia dietro di se lucente il sentiero, e da all'abisso il colore della vecchiezza.24Non v'ha possanza sulla terra, che a lui si paragoni, il quale fu fatto per non aver paura d'alcuno.25Tutte le alte cose egli sprezza; egli è il re di tutti i figliuoli della superbia.

Note:

41,1:Non quasi crudele io lo susciterò. Che io abbia creato questa indomita feroce bestia, questo tiranno del mare, così potente e crudele verso gli altri pesci, che popolano il mare, e si terribile all'uomo stesso, non fu per disamore verso quelle creature, ma per manifestare la mia grandezza e la mia possanza, della quale è grande argomento non solo la immensa grandezza e vastità di quel mostro, ma anche la facilità, colla quale io lo reprimo e lo domo, e fa si, ch'ei diventi preda dell'uomo quando a me piace; imperocchè qual è mai creatura o nel mare,o sopra la terra, che resister possa non dirò al mio braccio, ma al solo mio sguardo, e che a un solo mio cenno non si renda obbediente ogni volta che lo voglio?

41,2:Chi prima a me diede, ond' io debba rendergli. ec. Da me ebbero tutte le creature tutto quello che hanno di virtù, di possanza. Nissuna creatura, nissun uomo, nissun Angelo può offerire a me qualche cosa, ch'ei non abbia ricevuta da me. Tutto quello che e sotto del cielo è mio, tutto è opera mia, e mio dono. L'Apostolo ebbe in mira questa bella sentenza, Rom. XI. 36.

41,3:Non avrò riguardo a lui, ec. L'Ebreo tradotto da alcuni in tal guisa: Non Tacerò le sue membra, e le sue forze, e come egli sia ben disposto. Intendesi ciò del mostro marino, di cui si torna a parlare. Ma stando noi alla nostra volgata sembra più verisimile, che queste parole debbano riferirsi all'uomo, il quale con istolta temerità pretendesse di resistere a Dio, lo che nei versetto 1, si e detto essere cosa impossibile. Ma se alcuno giammai volesse tentarlo, se mai alcun uomo si studiasse di sottrarsi al dominio del suo Creatore, Dio protesta che non lo guarderà più in faccia, lo abbandonerà alla protervia dello stolto suo cuore; e se convinto della propria impotenza e miseria si volgerà a lui per implorare la sua pietà, non sarà da lui ascoltato.

41,4:Chi scoprirà la superficie ec. Si torna a parlare della balena, di cui si nota la durezza della pelle, e la vastità della gola. Di una di queste balene presa ne' mari d'Inghilterra scrive lo Scaligero, che l'apertura della gola avea venti piedi di diametro.

41,5:Chi aprirà le porte della sua faccia?ec. Chi spalancherà le mascelle di lei, che sono quasi porte, all'aprir delle quali si può vedere la profonda immensa voragine, e la capacità interiore? Chi avrà ardimento di aprir queste porte o per curiosità, o per mettere un freno alla bocca di lei? Per poco, che ella apra la sua bocca incutono terrore i tremendi suoi denti.

41,6-8:Il suo corpo e come scudi ec. in questi tre versetti descrivesi la impenetrabil durezza della pelle della balena, e siccome questa durezza le serve a difesa della sua vita, perciò è paragonata agli scudi, e scudi di bronzo fatti al getto, che sono tanto più saldi. Quindi scrisse Galeno, che la pelle della balena, come quella dell'elefante è dura al sommo, e quasi senza alcun senso.

41,9:Si egli starnuto getta scintille di fuoco. La starnutare delle balene non può esser altro, che il gettare che fanno l'acqua pel cannello, che hanno in fronte, e per cui respirano, e la gettano in tal copia, che sembra un nembo, o un diluvio d'acqua, come dice Plinio lib. IX.6 Lo stesso Plinio racconta, che a tempo di Claudio Imperadore, una balena essendo restata in secco vicino al porto d'Ostia, questo principe avendo fatto entrare un numero di soldati Pretoriani in varii brigantini per andare a uccidere quel mostro, questo gettò tal prodigiosa copia d'acqua, che uno de' brigantini n'andò a fondo. L'acqua assottigliata, e spumante gettata con grand'impeto dalla balena, dice Giobbe, che s'assomiglia a scintille di fuoco.
Gli occhi di lui qual è la luce del mattino. Delle balene, che si pescano nell'indie gli occhi sono in distanza di circa otto braccia l'uno dall'altro, ed esteriormente sembrano piccoli, ma interiormente sono più grandi, che in testa d'un uomo. Olao Magno lib. XXI.5 parlando delle balene dice, che i loro occhi di notte tempo rifucono a guisa di viva fiamma, e veduti in lontananza dai pescatori sembrano fuochi grandi. Tutto questo, come anche quello che dicesi della balena ne' tre seguenti versetti, serve ad esagerarne la fierezza e la possanza.

41,13:Nel suo collo sta la fortezza. Le sue fauci sono fortissime per addentare la preda. Le balene dell'Indie hanno l'apertura della bocca di diciotto piedi d'ampiezza, e tengono ad esse luogo di denti certe quasi lumine di corno nero. Di questa tagliate in ischegge si fa uso particolarmente pe' busti delle donne.
Innanzi a lui va la fame. Ho in questo luogo seguitatola traduzione di Aquila. I LXX tradussero: Innanzi a lui corre la perdizione; e ciò debbe intendersi della voracità somma della balena, la quale ingoia e quasi assorbisce una quantità grandissima di pesci minori, onde porta la fame, e lo sterminio dovunque si volge. Veramente uno scrittor Francese (Rondelet) affermò, che le balene non mangiavano gli altri pesci, ma l'asserzione di lui è confutata da testimoni molto più degni di fede, uno de' quali parla d'una balena, che avea insaccati quaranta merluzzi, alcuni de' quali erano ancor freschi nel suo ventre quando ella fu presa. Dicono ancora, che ella tira molto alle aringhe.

41,14:Lancerà (Dio) sopra di lui ec. Nella seconda parte di questo versetto in vece di ferentur varie edizioni della volgata portano feretur, io che sia assai meglio. Il vero senso di questo luogo panni esser questo, che questa bestia è talmente forte, e imperterrita. che se il cielo lancia fulmini verso que' luoghi dov' ella si trova, ella non muta di sito, non si muove, non li cura. Elia è in ciò hen differente dall'elefante, che molto li teme. Quello che segue combina assai bene con questa sposizione.

41,15:Il cuore di lui è duro come la pietra. Descrivesi la naturale fierezza, e crudeltà dei Leviathan, il quale nulla teme, e di nulla si mette in pensiero.

41,16:Gli Angeli ne prendan paura. La voce Angelo e posi; qui per un uomo forte, e di petto secondo la originaria significazione della voce Ebrea Elohim. Quando il leviathan si alza perpendicolarmente sopra la sua coda, e si fa vedere in tal positura quasi tiranno del mare, gli uomini anche forti e di gran cuore, che si trovin dappresso s'impauriscono, e fanno quello che ne' grandi timori, e ne' grandi pericoli soglion fare, vale a dire ricorrono alle espiazioni per placare il cielo, il quale pe' loro peccati ha permesso, ch'e' s'imbattano in tal mostro, e si grande ed orribile.

41,17:Ne' spada, né lancia, ne usbergo non son buoni. Le armi offensive, come la spada, e la lancia non servono a nulla per nuocere ai leviathan, ne le difensive, come l'usbergo non giovano a ripararsi da' suoi colpi mortali.

41,20:Stimerà come secca paglia il martello. Il Caldeo in vece di martello ha la scure. I colpi di grosso martello gli faranno tanto male quanto potrebbero fargliene i colpi di secca paglia: tanta e la durezza del cuoio, ond'è coperto.

41,21:Egli avrà sotto di sé i raggi del sole. Con questa forte espressione non altro sembra potersi indicare se non che la balena col gettare in alto le acque in grandissima quantità, oscura il giorno, e (come scrisse un antico autore) pare, che metta tutto il mare in tempesta, e toglie agli uomini la vista del sole.
Si metterà a giacere sopra l'ora come sul fango. Sommergerà le ricche navi cariche di preziose merci e di oro, e qual vincitore superbo sopra di esse si sdraierà come farebbe sopra del fango.

41,22:Farà bollire come una caldaia ec. Mette sossopra il mare, e lo turba in tal guisa, che nella sua superficie divien tutto spumante come una caldaia che bolle, o come un pentolo ripieno di materie untuose, le quali per l'azione del fuoco agitato gorgogliano, e bollono fortemente.

41,23:Lascia dietro di sè lucente il sentiero, ec. Mirabilmente vien qui dimostrata la forza e la rapidità del movimento della balena; imperocchè questi corpi benché si enormi corrono con istupenda celerità; si muovono direttamente per mezzo della coda, si muovono e camminan per fianco per mezzo delle loro aie.
Così la balena lascia dietro a se come indizio del suo passaggio un largo e lungo solco di bianca spuma, e al mare, che è ceruleo fa mutar faccia, perocché gli da un color simile a quello de' capelli di un vecchio.

41,24:Non v'ha possanza rulla terra, ec. Conclusione di tutto quer che si e iin qui detto del leviathan. Egli esercita senza contrasto un'assoluta potestà sopra tutti gli animali, che sono nelle acque; egli sorpassa in grandezza, e in possanza tutti ancora i quadrupedi, che sono sopra la terra, e tale fu fatto da non aver timore d'alcuna altra bestia.

41,25:Tutte le alte cose egli sprezza. Ho seguitato nella traduzione di questo luogo il sentimento di s. Gregorio e di altr'Interpreti, e la significazione, che ha in altri luoghi delle Scritture il verbo videre. Veggasi Michea, cap. VII. 10.
Egli è il re di tutti i figliuoli della superbia. Figliuolo della superbia in Ebreo vale lo stesso, che superbo, come figliuolo dell'iniquità vuol dire l'iniquo. La balena adunque tiene ii principato tra tutti quegli animali i quali possono insuperbirsi della loro forza, della loro grandezza, della lor possanza.