Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Giobbe 32


font

Giobbe avendo ridotti gli amici a tacere, è acculato dà Eliù, il quale si vanta di sua saggezza.

1Or que' tre uomini lasciarono ili rispondere a Giobbe, perché egli si teneva per giusto.2Ma Eliu figliuolo di Barachel, Buzite, della stirpe di Ram diede in escandescenza, e si sdegnò contro Giobbe, perché questi diceva se esser giusto dinanzi a Dio.3E si adirò eziandio cogli amici di lui, perché non avean saputo trovare risposta conveniente, ma solo avean condannato Giobbe.4Eliu adunque aspettò, che Giobbe avesse parlato, perché quelli che avean parlato innanzi eran di età maggiori;5Ma quando egli vide, che i tre non potevan rispondere, ne concepì un fiero sdegno.6E presa la parola Eliu figliuolo di Barachel di Buzi disse: Io sono il più giovane di età, e voi più vecchi; per questo abbassando il capo non ho ardito di esporvi il mio sentimento.7Perocché io sperava, che l'età più matura avrebbe parlato, e che i molti anni sarebber maestri di sapienza.8Ma per guanto io veggo lo spirito è negli uomini, ma dall'ispirazione dell'Onnipotente viene l'intelligenza.9Non quelli di lunga età sono sapienti, né i vecchj son quelli, che sono capaci di ben giudicare.10Per questo io parlerò: ascoltatemi, mostrerò io pure a voi quel, ch'io mi sappia.11Perocché io diedi luogo a' vostri ragionamenti, stetti attento alle vostre ragioni, fino a tanto che son durate le vostre dispute.12E fintantoché io credetti, che voi foste per dir qualche cosa, stetti sullo mie; ma per quanto veggo nissun di voi può riconvenir Giobbe, né rispondere alle sue parole.13Né mi state a dire: Noi abbiam trovato il gran punto: egli è Dio, e non un uomo colui che l'ha riprovato.14Egli non ha detta parola a me, ed io non risponderò a lui a tenore de' vostri ragionamenti.15Costoro si sono intimiditi, non han più data risposta, si sono ammutoliti.16Dacché io pertanto ho aspettato, ed eglino non hanno parlato, han fatta pausa, e non han più risposto:17Parlerò anch'io per la parte mia, e mostrerò il mio sapere.18Perocché son pieno di cose da dire, e mi soffoga lo spirito, ch'io porto in seno.19Come un vino nuovo, che non ha esalazione spezza i nuovi vasi, così nel mio petto succede.20Parlerò affine di respirare alena poco: aprirò le labbra, e risponderò.21Non sarò accettator di persone e non agguaglierò l'uomo a Dio.22Perocché non so io quanto tempo ancor durerò, e se dopo breve spazio verrà a prendermi il mio Creatore.

Note:

32,1:Perché egli si teneva per giusto. Perché, egli continuava a sostenere la sua innocenza: attribuirono la sua costanza non ad amore della verità, ma all'ambizione e alla vanità di essere tenuto per santo, e cessaron di fiatare quasi abbandonandolo alla sua ostinazione.

32,2:Eliu figliuolo di Barachel, Buzite, della stirpe di Ram ec. Eliu era della stirpe di Buz figliuolo di Nachor Arameo, ovver Soriano. Ram è posto in vece di Aram, che vuol dir Siro, o Soriano. Altri lo credono uno de' discendenti di Aram figliuolo di Esrom nipote di Giuda. S. Girolamo con alcuni rabbini dicono, che Eliu fosse il celebre Balaam indovino e falso profeta. Se Elia fosse stato della famiglia di Nachor, sarebbe stato ancora parente di Giobbe secondo l'opinione di quelli, che della medesima stirpe di Nachor credono, che fosse Giobbe; e tra questi fu S. Girolamo. Eliu per quel che riguarda la retta fede e i principii della vera sapienza non la cedeva a' tre amici di Giobbe, anzi osserva s. Gregorio, che le parole di lui tanto son più da pesarsi con grande attenzione, quanto per ragion della giovinezza son proferite con più fervido spirito. Egli pero per non avere ben penetrati i sentimenti di Giobbe, lo aggrava e lo vessa non men che gli altri con falsissime imputazioni.
Perchè questi diceva sé esser giusto dinanzi a Dio. Gli altri tre amici di Giobbe volevano togliere a lui la consolazione della buona coscienza, mentre pretendevano, ch'egli non fosse giusto in verun modo, neppur negli occhi degli uomini, ma reo di molti peccati. Ma Eliu prende ad impugnare Giobbe perché suppone, che egli abbia detto se essere giusto dinanzi a Dio, vale a dire al lume di quella eterna chiarezza, davanti a cui qualunque mondezza e perfezione degli uomini altro non è se non tenebre e imperfezione. Questa stessa verità per altro era stata predicata da Giobbe in più luoghi e particolarmente cap. IX. 2. 3.

32,3:Ma solo avean condannato Giobbe.Lo avean condannato d'empieta, come porta il testo originale. Eliu adunque si adira contro i tre amici di Giobbe; primo, perchè senza alcun fondamento avean voluto condannare come empio un uomo giusto; secondo, perchè avendo Giobbe veramente mancato (com' ei suppone) nel pretendere di esser giusto dinanzi allo stesso Dio, non avesser saputo reprimerlo, ne dargli adeguata risposta, intorno a ciò un antico Interprete osserva che l'intenzione di Elia non era degna di riprensione: perocchè egli non fece alcun grave torto a Giobbe, come quegli altri, che per empio lo sentenziarono. Egli solamente non comprese i sentimenti di Giobbe, o non arrivo a conoscere con qual carità verso Dio, e con qual fiducia bramasse lo stesso Giobbe di trattar la sua causa dinanzi a Dio. Chiunque però esamini attentamente tutto il ragionamento d'Eliu, vedrà che sebbene apparisca in lui qualche moderazione maggiore, che negli altri, in sostanza però ripete quasi le stesse accuse, e l'esagera e le amplifica quanto egli può.

32,7:Avrebbe parlato. Avrebbe saputo ragionare concludentemente.

32,8:Lo spirito è negli uomini, ma dall'ispirazione dell'Onnipotente ec. Dio ha dato a tutti gli uomini un' anima ragionevole capace d'intendere tutto il vero, ma la vera sapienza e intelligenza viene da particulare ispirazione e luce di Dio.

32,9:Non quelli di lunga età ec. Non sempre all'età avanzata, non a' molti anni è data di lassù la sapienza; ella è un dono di Dio, il quale la da talvolta anche a' giovani.

32,13:Abbiam trovato il gran punto: egli è Dio, ec. Non vi scusate con dire di aver fatto tutto, e di aver concluso contro di Giobbe quando gli avete obbiettato che Dio è quegli, che lo ha sepolto, per così dire, nelle miserie, onde non potendo Dio errare come gli uomini, e non gastigando egli se non chi è meritevole di gastigo, vien perciò dimostrato, che Giobbe, è peccatore. Questo argomento solo è dichiarato da Eliu di poca forza.

32,14:Egli non ha della parola a me, ed io ec. Finora Giobbe non ha parlato con me. ma con voi; voi avete fatto ivostri sforzi per convincerlo; io farò dalla parte mia tutto quel che saprò, ma non farò uso de' vostri argomenti.

32,15:Costoro si sono intimiditi, ec. Forse Eliu dice queste parole rivolgendosi a' circostanti; perocchè è credibile che oltre le persona nominate in questo libro vi fossero altre, che udissero queste dispute. Ovvero degli stessi amici di Giobbe parla Eliu in terza persona per una maniera di disprezzo.

32,21:Non sarò accettator di persone: ec. Ne per desio di piacerti, ne per rispetto alla tua dignità, o Giobbe, io non mi riterrò dal dire la verità, non permetterò, che unuomo si gloriì dinanzi a Dio di sua giustizia, di sua santità, e a Dio stesso in tal modo pretenda di agguagliarsi.

32,22:Non so io quanto tempo ec. Non tradirò la causa di Dio, perocchè non so se forse tra poco il mio creatore mi chiamerà a rendergli conto della mia vita.