Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Giobbe 39


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Dio fa vedere a Giobbe le sue maraviglie anche nelle capre salvatiche, nell'asino selvaggio, nel rinoceronte, nello struzzolo, nel cavallo, e nell'aquila, riprendendolo dell'aver voluto disputare con lui: per le quali cose commosso Giobbe confessa di avere temerariamente parlato.

1E' egli a te noto il tempo, in cui le capre salvatiche partoriscono nelle spelonche; od hai tu osservato il partorir delle cerve?2Hai tu contati i mesi di lor gravidanza, e segnato il tempo del loro parto?3Elle si incurvano, e partoriscono urlando.4Si separano da esse i loro parti, e vanno alla pastura: se ne vanno, né tornan più a rivederle.5Chi pose l'asino salvatico in libertà, e da ogni freno lo sciolse?6A lui io diedi per casa il deserto, e per istanza una terra infeconda.7Egli dispregia gli strepiti delle città, e non ode le grida di un duro padrone.8Volge egli in giro gli occhi alle montagne di sua pastura, e va in traccia di ogni genere di verzura.9Vorrà egli servire a te il rinoceronte, o starsene alla tua mangiatoia?10Porrai tu al tuo giogo ad arare il rinoceronte; o romperà egli dietro a te le zolle delle tue valli?11Ti fiderai tu della sua gran forza, e a cura di lui porrai i tuoi lavori di campagna?12Credi tu ch'ei ti renderà la tua semente, ed empierà la tua aia?13La piuma dello struzzo è simile alle penne della cicogna, e dello sparviere.14Quand'egli abbandona le sue uova per terra, se tu' forse, che tralla polvere le riscaldi?15Egli non pensa, che il piede le schiaccerà, o le fiere selvagge le pesteranno.16Egli è crudele verso i suoi parti, come se suoi non fossero, egli getta le sue fatiche, senza che timore alcuno il costringa.17Perché il Signore lo privò di saggezza, e non gli diede discernimento.18Ma quando è tempo egli stende in alto sue ali, o si burla del cavallo, e del cavaliere.19Sarai tu che darai fortezza al cavallo, o la sua gola empierai di nitriti?20Lo farai tu saltellare come le locuste? la maestà delle sue narici atterrisce?21Scalza la terra colla zampa, saltella con brio, va incontro agli armati,22Disprezzator di paura, nol rattiene la spada.23Sente sopra di se il rumor del turcasso, il vibrar delle lance, e il moto dello scudo.24Spumante, e fremente si mangia la terra, né aspetta che suoni la tromba.25Sentita ch'egli ha la tromba, dice: Bene sta. Sente da lungi l'odor di battaglia, le esortazioni de' capitani, e le strida delle milizie.26Forse per effetto di tua sapienza si veste lo sparviere di piume, e le ali distende verso il mezzodì?27Forse al tuo comando si leverà in alto l'aquila, e in luoghi eccelsi farà, suo nido?28Se ne sta ella sui massi, e negli scoscesi dirupi, e su' gioghi inaccessibili.29Di là ella contempla la preda, e i suoi occhi veggono in gran lontananza.30I suoi aquilotti leccano il sangue, e dovunque sia un cadavere tosto ella, si trova.31E il Signore soggiunse, e disse a Giobbe:32Colui che alterca con Dio, si acquieterà egli si facilmente? Certo che chi vuoi riprendere Dio debbe rispondergli.33Ma Giobbe rispose al Signore, e disse:34Io che ho parlato con leggerezza, che posso rispondere? mi porrò la mano alla bocca.35Una cosa ho detto, la quale non avess'io detta giammai; e anche un'altra, alle quali niente più aggiungerò.

Note:

39,1:E' egli a te noto il tempo, in cui le capre selvatiche ec. La capra salvatica forse è lo stesso, che il camoscio, animale, che si trova in molti luoghi sulle alpi. Hai tu cognizione di tanti animali, che vivono e moltiplicano Sopra la terra? Conosci tu quella capra selvaggia, che abita negli alti monti, e si diletta per così dire, de' precipizi? Sai tu il tempo, in cui ella mette in luce i suoi parti, onde tu possa preparare a questi il lor cibo?

39,4:Si separano da essi i loro parti, ec. Ognun crederebbe, che la difficoltà e la pena grande delle cerve nel partorire dovesse nuocere a' parti stessi, e farli più deboli e impotenti; ma la cosa va molto diversamente; essi son sani e robusti, e non si curano del latte delle lor madri.

39,5-8:Chi pose l'asino selvatico in libertà, ec. Molti animali più forti e più grandi, che l'asino selvaggio io feci soggetti all'uomo, come il bue e il cavallo, e volli, che a lui servissero; ma da tal servitù renderei libero l'asino salvatico. Questo, che non conosce padrone, ne mangiatoia, ne stalla, ma sprezza il tumulto delle città, ha in sua abitazione i vasti deserti, e trova abbastanza da viver in uno steril terreno; non porta basto, e non ode la voce di un padrone, che lo percuota e lo stimoli a camminare; questo animale io pur nudrisco; e da me ebbe tutta questa razza l'amor della libertà, che a lei non può togliersi senza toglierle insieme la vita. Quantunque al nostro istituto non appartenga di entrar nella spiegazione del senso allegorico, non possiam però far a meno di accennare come in questo luogo l'Autore della natura nel bel ritratto di questo animale viene a commendare la vita solitaria rimota da' tumulti e dalla dissipazione delle cose esteriori, e da quella, che è chiamata dall'Apostolo servitù degli nomini e consacrata allo studio delle cose divine, e alla cura della propria santificazione. I sapienti del mondo disprezzano come asini stolidi e inutili coloro, che un tal genere di vita si eleggono, ma non alla sapienza del mondo si appartiene di giudicare delle cose dello spirito. Quello, che è da procurarsi con ogni studio per un uomo, che ami la propria salute, egli si e, che se Dio noi mette la libertà, se Dio non lo esenta dal servire agli altri uomini (servitù, ch'ei non debbe amare se non per ragion di carità) faccia però ogni sforzo per conservare la solitudine e la libertà del cuore. Veggasi s. Gregorio in questo luogo.

39,9:Vorrà egli servire a te il rinoceronte? Di questo animale si parla, Deut. XXXIII. 17., Num. XXIII. 12.

39,13-17:La piuma dello struzzo ec.Alcuni leggono coll'interrogativo; La piuma dello struzzo è ella simile alle penne della cicogna e dello sparviere? Ma seguendo la lezione comune veramente lo struzzolo ha la figura e la piuma e ali di uccello, benché egli non voli, ma stese le ali, corre con incredibil lestezza. Or questo animale il quale all'esteriore è si ben corredato come gli altri uccelli, non ha però nè l'industria, nè la prudenza, nè il buon naturale di questi, perché Dio a lui non lo diede. La femmina non cerca un luogo conveniente e sicuro per depositarvi le sue uova e, per covarle: ella le depone nella sabbia, e alla sabbia lascia in cura di riscaldarle e di farle schiudere. Così ella espone i suoi parti a perire, ed è verso di essi crudele, e senza alcuna necessita rende inutile la pena e il dolore, che a lei costarono quelle uova nel metterle in luce. Se un'altra sapienza, un altro cuore verso de' loro parti negli uccelli si ammira, egli è visibile (dice Dio), che tutto ciò è stato dato ad essi da me. Io però non dimentico le uova dello struzzolo abbandonate dalla madre, e la mia provvidenza supplisce al disamore di lei, e voglia alla conservazione di questa come delle altre specie di creature.

39,18:Ma quando è tempo egli stende ec. Con tutto questo però lo struzzolo ha forza grande, e corre rapidamente, e mentre fugge, prendendo co'suoi piedi de' sassi gli scaglia con tal destrezza e con tanto impeto contro il cavallo e il cavaliere, che spesso all'uno, od all'altro da morte. Così egli sa valersi al bisogno de' mezzi datigli dalla previdenza per sua difesa: ma industrioso e attento per se medesimo, nè pensiero nè cura non si prende per verun'altra cosa.

39,19:Sarai tu che darai fortezza al cavallo, ec. Al ritratto dello struzzolo, che non vuol bene se non a se stesso, oppone Dio il ritratto del cavallo, animale d'indole si generosa, il quale con una fortezza grande congiunge una gran docilità, e un certo sentimento di amore di riconoscenza verso il padrone; a questo padrone egli serve non solo con somma obbedienza, ma ancor di gran genio; per lui va alla guerra, e l'ama, e si getta coraggiosamente in mezzo a' pericoli; finalmente e in guerra e in pace egli si presta continuamente alle utilità e al comodi dell'uomo. Fosti tu forse, o Giobbe, che desti inclinazioni si belle al cavallo?

39,20:Lo farai tu saltellare come le locuste? Le locuste chiamansi da noi cavallette, perché nella loro figura, somigliano un cavallo armato per la battaglia secondo l'antico costume. Qui si rassomiglia alla locusta il carillo perchè come quella egli vola (per così dire) saltellando. Intorno alla velocità del cavallo infinite cose sono state scritte dagli antichi poeti e da altri scrittori.

39,23-25:Sente sopra di se il rumore del turcasso, ec. Sente l'agitazione del turcasso, il vibrar della lancia, il movimento dello scudo del suo cavaliere, e tutto questo che atterrirebbe ogn'altro animale, e tutto questo che non può sentirsi senza qualche palpitazione dall'uomo più coraggioso e intrepido, ben lungi dal recargli paura sveglia la sua impazienza.

39,26:Si veste lo sparviere di piume, e le ali distende ec. Lo sparviere uccello di rapina ha bisogno di aver le ali, e la Providenza ha disposto, che ogni anno egli cangia sue piume, e affinchè più facilmente si stacchino e cadan le vecchie, ella gli ha insegnato di tenersi esposto al vento di mezzodi nel tempo della canicola, perché il tepido soffio di questo vento dilatando i pori delia sua cute facilita il desiderato cangiamento, che e per lui un rinovellamento di gioventù e di robustezza. Lo stesso fanno le aquile e i falconi.

39,27:Si leverà in alto l'aquila, ec. L'aquila ama di posarsi e di abitare ne' luoghi più alti e inaccessibili, ella però non ha in quei luoghi il suo alimento, perchè è carnivora; ma Dio le ha dato una vista acutissima per distinguere i corpi morti degli animali in grandissima lontananza; perocchè i corpi morti ella ama principalmente, nè i vivi animali attende (per quanto dicesi) se non è astretta da necessità.

39,31:Ii il Signore soggiunse, ec. In un medesimo tempo Dio avea parlato alle orecchie e al cuore di Giobbe, e gli avea fatto conoscere la sua incredibil bontà e providenza verso le sue creature. Dopo la fine del precedente ragionamento fu per qualche tempo un totale silenzio; indi ripigliò Dio la parola.

39,32:Colui che allerca con Dio si acquieterà egli ec. Con una specie d'ironia il Signore mostra in certo modo di meravigliarsi, che Giobbe, il quale lo avea provocato a disputa, abbassi il capo si presto, e ammutolisca.
Chi vuol riprendere Dio ec. Chi pretende di lamentarsi di Dio egli è di ragione, che a lui risponda quand'egli si degna di giustificare la sua condotta.

39,33:Ho parlato con leggerezza, ec. Io senza riflettervi ho parlato di Dio e delle cose di Dio non in quella guisa, che un uom mortale debbe parlarne.

39,35:Una cosa ho detto.,, e anche un'altra, ec. Giobbe adunque si accusa di avere una e due volte, cioè più volte ecceduto ne'suoi discorsi. Non si accusa di aver parlato contro la verità, ne di aver bestemmiato, o parlato male di Dio, come pretendevano i suoi amici, ma confesso, che avrebbe dovuto parlare di Dio con maggior ritenutezza e umiltà, e parlar meno della sua innocenza, affinchè i suoi avversari non avesser pretesto a dire, che egli non rispettava la giustizia e la providenza di Dio. Si umilia adunque profondamente dinanzi al suo Signore, e promette di contenersi in altra guisa pell'avvenire. La correzione di Dio lo ha illuminato e ha calmata l'agitazione del suo spirito cagionato da' ragionamenti degli amici poco discreti.