Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Giobbe 22


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Eliphaz accusa Giobbe di crudeltà nell'opprimere i poveri, e di altre scelleraggini, mostrando ch'ei non pensa rettamente della providenza divina, e promettendogli il bene ove si ripenta.

1Eliphaz di Theman allor prese a dire:2Può egli agguagliarsi a Dio un uomo, quand'anche avesse una scienza perfetta?3Torna egli forse in vantaggio di Dio se tu sarai giusto? E che aggiungi tu a lui se immacolata sarà la tua vita?4Forse per timor ch'egli abbia ti accuserà, e verrà teco in giudizio?5E non fa egli questo per le moltissime tue malvagità, e per le infinite tue colpe?6Perocché tu portasti via senza ragione il pegno de' tuoi fratelli, e spogliasti i meschini delle lor vesti.7Non desti acqua al sitibondo, e pane negasti all'affamato.8Colla forza del tuo braccio entrasti in possesso della terra, e potendone più degli altri in essa regnavi.9Le vedove rimandasti indietro senza far loro ragione, e i pupilli privasti d'ogni sostegno.10Per questo se' cinto di lacci, e turbato da repentini terrori.11E credevi che non avresti veduto mai tenebre, né saresti oppresso da tale impetuosa piena d'acque?12Pensi tu forse, che Dio è più sublime del cielo, e ch'ei sormonta l'altezza delle stelle?13Onde dici: Che può egli sapere Dio? Egli giudica quasi all'oscuro.14Suo nascondiglio sono le nuvole, né alle cose, nostre egli pon mente, e attorno ai cardini del cielo passeggia.15Vuoi tu forse camminare per quella antica strada, che fu battuta dagli empj?16I quali furon rapiti prima del loro tempo, e la fiumana roversciò i lor fondamenti:17I quali dicevano a Dio: Vattene da noi: e dell'Onnipotente tal avean concetto, come se nulla potesse:18Mentre egli le case loro avea riempiute di beni. Lungi da me l'opinion di coloro.19I giusti vedranno, e ne avranno allegrezza, e l'innocente gli schernirà.20Non è ella stata gettata a terra la loro altezza, e i loro avanzi non son eglino stati consunti dal fuoco?21Adattati adunque a lui, e avrei pace, e da ciò raccorrai ottimi frutti.22Dalla bocca di lui prendi legge, e nel cuor tuo imprimi le sue parole.23Se tornerai all'Onnipotente ti rimetterai in piedi, e rimoverai dalla tua casa l'iniquità.24In vece di terra egli ti darà vivo masso, e in cambio di pietre, torrenti di oro.25L'Onnipotente sarà teco contro de' tuoi nemici, e avrai l'argento a masse.26Allora nell'Onnipotente troverai copia di delizie, e alzerai a Dio la tua faccia.27Lo pregherai, ed egli ti esaudirà, e scioglierai i tuoi voti.28Risolverai una cosa, e sarà ridotta ad effetto, e le tue vie saran luminose.29Perocché chi fu umiliato sarà in gloria, e chi portò gli occhi bassi sarà salvato.30Sarà salvo l'innocente, e sarà salvo per la purezza delle sue mani.

Note:

22,2:Può egli agguagliarsi a Dio un uomo, ec. in questo suo ragionamento torna Eliphaz a ripetere la sua sentenza, vale a dire, che Giobbe non è punito se non perché è peccatore. Adopera però sul bel principio un nuovo argomento a dimostrare il suo assunto. L'argomento è questo: Dio non senza un fine, e non senza una giusta ragione ti affligge: questa ragione o dee cercarsi in Dio, o in te stesso: se tu vuoi cercarla in Dio pecchi di arroganza e di temerità presumendo di scoprire i suoi arcani consigli, e a Dio stesso pretendi di agguagliarti: se questa ragione tu dei cercarla in te stesso, non altra trovarne puoi se non i tuoi falli: che se tu non vuoi confessarti colpevole, fai torto a Dio e alla sua previdenza.

22,3:Torna egli forse in vantaggio di Dio, ec. Se tu fossi giusto e di vita innocente, e contuttociò afflitto e in miseria, parrebbe, che forse Dio per alcun suo vantaggio si diportasse in tal guisa verso di te; ma può egli essere giammai o di onore, o di utile a Dio il permettere, che un innocente patisca? Eliphaz mostra di non intendere,che Dio e per sua propria gloria e per vantaggio spirituale del giusto può affliggerlo e umiliarlo. Vedi Gregorio Moral. XV. 29. Basil. Reg. Fusior. 45. Hieron. in Isai. XXXVIII, August. de Civ. I. 8. 9., Caesarium Dial. 3.

22,4-5:Forse per timor che egli abbia ec. Gli uomini sogliono essere spinti a far male a un altro o per trarne un utile proprio, o per timore che egli abbiano di qual che danno, che quegli possa loro fare. Dio (come è detto v. preced.) non ti affligge per verun utile, che egli possa ritrarne, ma neppur è possibile, che egli lo faccia perché abbia da temer qualche cosa. Se egli adunque ti corregge, e contro di te forma rigoroso giudizio, la cagione si e la tua malvagità e la moltitudine de' tuoi peccati.

22,6-9:Portasti via senza ragione ec. Eliphaz accusa l'amico di avarizia, di crudeltà, di tirannia e di atroce ingiustizia. Alcuni Interpreti dopo Origene credettero, che queste proposizioni di Eliphaz vadano intese come proferite per modo di dubbio: forse tu portasti via senza ragione il pegno ec. Ci sentiamo inclinati ad approvareqne sia congettura, perchè non è possibil di credere, che Eliphaz in cuor suo supponesse, che Giobbe fosse veramente reo di tante iniquità. Ma vuolsi qui osservare fino a qual segno permetta Dio, che sia umiliato e trafitto crudelmente il suo servo. Eliphaz da principio avea riconosciuto, che Giobbe avesse della pietà, della carità verso i prossimi, e la perfezione d'ogni virtù (cap. IV 3. 4. 6.) si dimentica di tutto questo, e in un altro ragionamento aggrava fortemente l'amico (cap. XV); ma qui poi perde ogni moderazione, e lo accusa de' più atroci e neri delitti; e certamente non con altro argomento se non perché secondo lui Iddio nol tratterebbe con tanto rigore s'ei non fosse un grande scellerata. Per quel che riguarda la prima accusa notisi come ella e caricata studiosamente, in primo luogo è grande inumanità il portar via per tom il pegno o di casa, o dalle mani del debitore, e nel Deuteronomio. XXIV. 10. si ordina, che il creditore non entri nella casa del suo debitore, ma aspetti fuora, e prenda il pegno, che questi di sua mano gli presenterà: è anche maggior inumanità il volere il pegno o da uno, che non dee nulla, lo che sarebbe un latrocinio, o da uno, che è solvente e disposto a pagare, lo che è pura e pretta barbarie. Ma quanta forza aggiungono a quest' accusa quelle due parole dei tuoi fratelli?

22,10:Per questo se' cinto di lacci, e turbato da repentini tenori. Per questa Dio ti ha messo ne' lacci qual fiera, crudele e ti ha repentinamente conquiso coi tenori di sua giustizia.

22,11:E credevi che non avresti veduto mai tenebre, ec. le tenebre significano le calamita e le sciagure, come la impetuosa piena di acque, che oppresse Giobbe inaspettatamente significa la moltiplicità delle sciagure, che tutte a un tempo lo investireno.

22,12-14:Pensi in forse, ec. Saresti tu forse del parere degli empi, i quali mostrando di far onore a Dio lo ingiuriano togliendo a lui la cura delle umane cose? imperocchè dicono, che egli è troppo rimoto da noi, e sua abitazione è al di sopra de' cieli e al di sopra delle altissime stelle, onde nè sa, nè vede, né ha pensiero delle piccole cose nostre. Egli si contenta di governare gl'immensi suoi cieli, attorno a' cardini de' quali passeggia come un padrone facoltoso, che visita le ampie sue possessioni; e non getta mai l'occhio sopra questo angusto e misero campo della nostra terra, che e meno di un punto paragonata coll'infinita ampiezza dei cieli e, dei corpi celesti. Lo stesso sentimento degli empi trovasi espresso da Ezechiele VIII. 12.: Il Signore ha abbandonato la terra, il Signore non vede.

22,16:Furon rapiti prima del loro tempo, e la fiumana ec. Perirono di morte immatura, e l'ira di Dio quasi fiume rapido e violento rovescio, e si portò via tutte quelle cose, alle quali si appoggiavano le false loro speranze e la falsa loro felicità. Vedi una simile immagine di un fiume impetuoso, Isai. VIII. 7., XLIX 19. Ma chi sieno gli empi, ai quali allude Eliphaz in questo luogo, non e certo presso gl'interpreti; perocchè alcuni credono accennati quelli, che perirono pel diluvio, altri non dubitano che si dinoti il tutto assai più recente degli Egiziani sommersi nel mare rosso. Che gli stessi Egiziani negasser la presidenza si vede dalla Sapienza XVII, 2, dove sono chiamati disertori dell'eterna providenza; per la qual cosa questa seconda sposizione parmi assai più probabile.

22,18:Mentre egli le case loro avea riempiute di beni. Onde più infame fu la loro ingratitudine nel non voler riconoscere un si benefico donatore.

22,19:I giusti vedranno, ec. I giusti e gl' innocenti si rallegreranno in veggendo rimessa in onore la previdenza col gastigo degli empi, e Dio trionfare de' suoi nemici, e istruiti i mortali a temere il Signore. Quindi i giusti medesimi si burleranno delle storte opinioni e delle vane immaginazioni degli empi.

22,20:La loro altezza.Intendesi o l'altezza della pianta, o l'altezza dell'edifizio, a cui si paragoni l'empio. Quell'alta pianta, quel sublime edificio è atterrato, e gli avanzi, vale a dire le radici della pianta, ovvero i fondamenti dell'edificio son consunti dal fuoco dell'ira vendicatrice. Così l'empio è sterminato e annichilito (per così dire) da Dio.

22,21:Adottati adunque a lui. Cammina d'accordo con Dio volendo quel, che egli vuole, e soggettandoti alle sue disposizioni.

22,22:Prendi legge, e nel cuor tuo imprimi ec. Una stessa cosa sono qui la legge di Dio, e le parole di Dio; e per esse intendesi la dottrina de' costumi, secondo la quale vuol Iddio, che si ordini la vita dell'uomo.

22,23:E rimoverai dalla tua casa l'iniquità. Per l'iniquità intendesi o il peccato, o la pena del peccato, o l'uno insieme coll'altra; perocchè la pena va compagna alla colpa.

22,24:In vece di terra egli ti darà vivo masso. Continua nella metafora dell'edifizio. La casa tua, la quale prima era fondata sulla terra, sarà fondata sul duro masso allorchè si rimetterà in piedi, onde avrà insuperabil fermezza. Ovvero: la tua casa, che era di terra cotta, cioè di mattoni, sarà tutta di saldissima pietra.
E in cambio di pietre, torrenti di oro. E i tuoi torrenti in vece di pietre saranno ricchi di oro: le tue rovine saran ristaurate con abbondanza di beni grandemente maggiori e più stabili.

22,26:E alzerai a Dio ec.Invocandolo con gran fiducia dopo tante riprove, ch'ei ti darà della sua benevolenza.

22,28:E le tue vie saran luminose. Affinchè in nissuna impresa tu sii dubbioso e vacillante, sarai illustrato sempre da luce celeste.

22,29:Chi portò gli occhi bassi ec. Chi non tanto per ragion della umiliazione, quanto per umiltà e per virtù portò gli occhi bassi nella tribolazione, giungerà a salute.

22,30:Per la purezza delle sue mani. Delle sue operaioni. Quando Dio co' mali d'adesso ti averà purgato dalle colpe passate, onde emendato ti trovi e puro, allora egli ti darà la bramata salute.