Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Giobbe 41


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1- Non c'è audace che voglia eccitarlo, perchè chi può resistere alla presenza sua?2Chi ha dato a me prima, onde io a lui restituisca? tutte le cose che stanno sotto al cielo, son mie!3Non voglio tacere circa le sue membra, e circa la forza e bellezza di sua armatura.4Chi ha scoperto il disopra del suo manto, e in mezzo alla sua bocca chi è penetrato?5Le porte del suo muso chi mai le ha aperte? attorno alle sue zanne dimora il terrore.6Il suo corpo è come di scudi fusi insieme, composto di squame che combaciano:7l'una con l'altra è congiunta, neppure un soffio passa tra loro;8l'una all'altra aderisce, e si tengono in guisa da non separarsi.9Il suo starnuto è uno splendor di fuoco, e gli occhi suoi come le ciglia dell'aurora;10dalla sua bocca escono faci, come fiaccole di vivo fuoco;11dalle sue froge vien fuori fumo, come da caldaio acceso e bollente:12il suo soffio accende tizzoni, ed una vampa dalla sua bocca esce.13Nel suo collo risiede la forza, dinanzi a lui precede la squallidezza.14Le membra delle sue carni sono compatte: lanciandosi contro esso fulmini, non si volgono altrove.15Il suo cuore è duro come pietra, e saldo come l'incudine del fucinatore.16Quand'esso si rizza ne temono gli angeli, e sbigottiti si discolpano.17La spada che lo assale non resiste, nè la lancia, nè la corazza.18Reputa egli come paglia di ferro, come legno putrido il bronzo.19Non lo mette in fuga l'arciere, in stoppa si cambiano per lui le pietre di fionda.20Come stoppa egli reputa la mazza, della lancia imbrandita esso si burla.21Sotto di lui vi sono raggi di sole, egli giace sull'orlo come fosse fango.22Fa bollire come caldaia il profondo mare, lo riduce come a un [vaso d']unguento che spuma;23dietro a lui risplende il sentiero, si crederebbe che l'abisso sia canuto.24Non v'è sulla terra una forza somigliante a lui, che fu fatto per non temer nessuno;25ogni essere eccelso egli mira [con disprezzo], è re su tutti i figli di fierezza.»