Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 1


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Preambolo e saluto

1- Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato apostolo, e messo a parte per [annunziare] il Vangelo di Dio,2ch'egli aveva innanzi promesso a mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture,3relativamente a suo Figlio, - nato dal seme di David secondo la carne,4ma dichiarato in modo potente Figlio di Dio, secondo lo spirito di santità, mediante la risurrezione dei morti, - Gesù Cristo il nostro Signore,5per opera del quale noi abbiamo ricevuto la grazia e la missione di indurre, nel nome di Lui, all'obbedienza della fede tutti i Gentili,6fra i quali ci siete anche voi, chiamati ad essere di Gesù Cristo,7a tutti quanti siete in Roma, amati da Dio, chiamati santi, grazia a voi e pace, da Dio nostro padre e dal Signore Gesù Cristo.

La fede dei Romani

8Prima di tutto ringrazio il mio Dio a mezzo di Gesù Cristo a motivo di voi tutti, poichè la vostra fede si annunzia in tutto il mondo.9Mi è testimone Iddio, a cui io rendo culto nel mio spirito propagando la buona novella relativa al Figlio di Lui, che non tralascio mai di far memoria di voi,10chiedendo nelle mie preghiere se mai una buona volta, io possa, nella volontà di Dio, trovare l'occasione di venir da voi.11Giacchè vivamente bramo di vedervi, per comunicarvi un po' di grazia spirituale, sì da esserne fortificati,12o meglio, per essere, in mezzo a voi, insieme confortati per la reciproca fede vostra e mia.

La salvezza dipende dalla fede

13E non voglio ignoriate, o fratelli, che molte volte mi ero proposto di venir da voi, (e ne sono stato finora impedito), per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come ho fatto tra gli altri Gentili.14A Greci come a Barbari, a sapienti come ad ignoranti, io sono debitore;15tanto è vivo il desiderio, (quanto a me) di annunziare il Vangelo anche a voi in Roma.16Giacchè io non mi vergogno del Vangelo; chè esso è il potere di Dio per dar la salute a chi crede, al Giudeo prima poi al Greco;17giacchè vi si rivela la giustizia di Dio proveniente dalla fede e che conduce alla fede, conforme sta scritto: «Il giusto vive di fede».

Il peccato dei Gentili e la loro condanna

18Poichè l'ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia;19infatti quel che si può conoscere di Dio è in essi manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato;20poichè le perfezioni invisibili di Lui fin dalla creazione del mondo, comprendendosi dalle cose fatte, si rendono visibili, quali la sua eterna potenza e la sua divinità; laonde essi sono inescusabili,21perchè avendo conosciuto Iddio non l'hanno glorificato come Dio, nè l'hanno ringraziato; ma s'invanirono nei loro ragionamenti, e fu avvolto di tenebre il loro stolto cuore.22Dicendo di esser sapienti divennero stolti,23e scambiarono la gloria dell'incorruttibile Iddio nella riproduzione di un'immagine di corruttibile uomo, e di volatili e di quadrupedi e di rettili.24Perciò li abbandonò Dio, nelle concupiscenze dei loro cuori, alla sconcezza del disonorare tra loro i loro corpi,25essi che scambiarono la verità di Dio con la menzogna, e venerarono e resero culto alla creatura invece che al Creatore, il quale è benedetto ne' secoli, così sia!26Per questo li abbandonò Iddio a passioni d'infamia, poichè le loro femmine scambiarono l'uso naturale in quello contro natura:27e similmente i maschi, lasciato l'uso naturale della donna, si accesero nel desiderio gli uni degli altri, atti turpi operando maschi con maschi, e ricevendo in se stessi la mercede che si conveniva della loro aberrazione.28E poichè non si diedero cura di conoscere Dio, li abbandonò Iddio ai reprobi sentimenti: far ciò che non si deve,29ripieni d'ogni ingiustizia, malvagità, fornicazione, avidità, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, d'inganno, di malignità; sussurroni,30maldicenti, in odio a Dio, violenti, superbi, millantatori, inventori di male azioni, disobbedienti ai genitori,31insensati, disamorati, sleali, incapaci di sentir compassione;32i quali, pur avendo conosciuto la giusta sentenza di Dio, che chi fa tali cose è degno di morte, non solo le fanno, ma approvano chi le fa.