Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Giobbe 34


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1- Ed Eliu continuando a parlare disse:2«Ascoltate, o sapienti, le mie parole, e voi, forniti di scienza, uditemi;3poichè l'orecchio discerne le parole, come la gola giudica al giusto i cibi.4Il diritto noi dobbiamo scegliere, e conoscere fra noi ciò ch'è meglio.5Giobbe infatti ha detto: - Io sono giusto, ma Dio ha tolto via il mio diritto;6nel mio giudizio infatti v'è una menzogna: acuta è la freccia di chi mi [ha colpito] senza veruna colpa.7Qual uomo mai è come Giobbe, che tracanna lo scherno [verso Dio] come acqua?8che procede d'accordo con quelli che operano il male, e batte la strada degli empii?9Egli infatti ha detto: - All'uomo non giova, metter la sua compiacenza in Dio. -10Perciò, o uomini di mente, ascoltatemi:Lungi da Dio l'empietà, e dall'Onnipotente l'iniquità!11Egli invero ripaga all'uomo l'opera sua, e qual è la via di ciascuno, gli fa trovar [la mèta];12poichè certamente egli non condanna senza motivo, e l'Onnipotente non viola il diritto.13Ha forse egli costituito un altro a capo della terra? ovvero ha affidato a un altro l'orbe ch'ei fabbricò?14Se egli ritirasse a sè il suo alito, ed il suo soffio a sè raccogliesse,15perirebbe ad un tratto ogni carne [vivente], e l'uomo ritornerebbe in polvere.16Se hai dunque intelligenza ascolta ciò che [ti] si dice, e porgi orecchio al suono del mio discorso.17Può forse governare chi non ama il diritto? e tu come puoi condannare in tal guisa colui ch'è il Giusto?18colui che dice al re: - O indegno! -che verso i principi esclama: - O empii! -19che non ha riguardo alle persone dei nobili, nè riconosce il tiranno in contrasto col povero: poichè opera delle sue mani son tutti quanti,20all'istante essi muoiono e nel cuor della notte. Sono sconvolti i popoli e via passeranno, sarà rapito il violento senza che alcun lo tocchi.21Poichè gli occhi di Lui son sulle vie degli uomini, e tutti i loro passi egli esamina;22non v'è tenebra nè ombra di morte, ove asconder si possano gli operanti il male;23nè è più oltre in poter dell'uomodi comparir davanti a Dio a giudizio.24Egli infrange molti e innumerevoli, e pone degli altri in luogo loro;25poichè conosce le opere loro, e per questo adduce la notte e sono schiacciati.26Come empii ei colpisce ov'è chi contempli,27perchè a industria si allontanarono da luie nessuna delle sue vie vollero comprendere;28cosicchè fecero giungere a lui il grido del meschino, e gli fecero udire la voce del povero.29Se egli infatti concede pace, chi lo condannerà? se nasconde il suo volto chi può scorgerlo? Sia sulle genti che su tutti gli uomini [domina egli]30che fa regnare il malvagio per i peccati del popolo.31Poichè dunque io ho parlato a Dio, non impedirò [altrettanto] a te.32Se ho errato, tu ammaestrami, se ho dette cose empie, non insisterò.33Forse Dio ne chiederà conto a teperchè ti sono dispiaciute? Eppur tu cominciasti a parlare, non io: chè se tu sai alcunchè di meglio, parla.34Gli uomini intelligenti parlino a me, e l'uomo sapiente mi ascolti.35Giobbe invece ha parlato stoltamente, e le sue sentenze non sanno d'accortezza.36Padre mio! sia messo Giobbe alla prova sino alla fine, nè cessar con l'uomo malvagio;37poichè ai suoi peccati aggiunge la bestemmia, stringiamolo frattanto tra di noi, e allor provochi a giudizio Dio coi suoi discorsi.»