Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Isaia 53


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Non tutti crederanno al Vangelo. Nascita, patimenti, e morte di Cristo pei nostri peccati; sua mansuetudine; sua obblazione volontaria; sua gloria, e numero grande de' credenti.

1Chi ha creduto a quel, che ha udito da noi? E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?2Perocché egli spunterà dinanzi a lui qual virgulto, e quasi tallo da sua radice in arida terra. Egli non ha vaghezza, né splendore, e noi l'abbiamo veduto, e non era bello a vedersi, e noi non avemmo inclinazione per lui.3Dispregiato, e l'infimo degli uomini, uomo ai dolori, e che conosce il patire. Ed era quasi ascoso il suo volto, ed egli era vilipeso, onde noi non ne facemmo alcun conto.4Veramente i nostri languori gli ha egli presi sopra di se, ed ha portati i nostri dolori; e noi lo abbiam riputato come un lebbroso, e come flagellato da Dio, ed umiliato.5Ma egli è stato piagato a motivo delle nostre iniquità, è stato spezzato per le nostre scelleratezze. Il gastigo cagione di nostra pace, cade sopra di lui, e pelle lividure di lui siam noi risanati.6Tutti noi siamo stati come pecore erranti, ciaschedun per la strada sua deviò: e il Signore pose addosso a lui le iniquità di tutti noi.7E stato offerto, perchè egli ha voluto, e non ha aperta la sua bocca: come pecorella sarà condotto a essere ucciso, e come un agnello muto si sta dinanzi a colui, che lo tosa, così egli non aprirà la sua bocca.8Dopo la oppressione della condanna egli fu innalzato. La generazione di lui chi la spiegherà? Or egli dalla terra dei viventi e stato reciso: per le scelleraggini del popol mio io lo ho percosso.9E alla sepoltura di lui concederà (Dio) gli empj, e l'uom facoltoso alla morte di lui; perchè egli non ha commessa iniquità, e fraude nella sua bocca non fu.10E il Signore volle consumarlo nei patimenti: se egli darà l'anima sua ostia per lo peccato, vedrà una di scendenza di lunga durata, e la volontà del Signore per mezzo di lui sarà adempiuta.11Perchè l'anima di lui ebbe affanno, vedrà, e saranne satollo: colla sua dottrina lo stesso mio servo giustificherà molti, e prenderà egli sopra di se le loro iniquità.12Per questo darò a lui per sua porzione una gran moltitudine; ed egli acquisterà le spoglie dei forti, perchè ha dato l'anima sua alla morte, ed è stato confuso cogli scellerati: ed ha portati peccati di molti, ed ha fatta orazione pe' trasgressori.

Note:

53,1:Chi ha creduto ec. Continua in questo capo la profezia, o piuttosto la gravissima istoria delle future umilia zioni e delle glorie del Cristo, principiata alla fine del capo precedente. Dissi piuttosto la istoria, perchè, come osservò s. Agostino, tutto quello che egli dice intorno alla passione e risurrezione del Messia non ha quasi bisogno di spiegazione, essendo evidentemente schiarito dagli stessi avvenimenti, de cons. Evang. I. 31. Comincia col dire, che non molti, anzi pochi assai de' Giudei crederanno a ciò, che tanto dal Profeta adesso, come un giorno dagli Apostoli, sarà predicato intorno a Cristo. La maniera di parlare è appassionata, riflettendo con dolore il Profeta alla preveduta ostinazione del suo popolo. Signore, chi abbraccerà colla fede la parola, che udirà da noi, come noi dal Signore la udimmo? Queste parole sono citate due volte nel nuovo Testamento, dove pur le abbiamo illustrate. Vedi Joan. XII. 38. Rom. X. 16.
E il braccio del Signore a chi è stato rivelato? Abbiam già detto come pel braccio del Signore s'intende Cristo, perocchè il braccio nelle Scritture si pone per significare la potenza; e Cristo crocifisso, come dice l'Apostolo, è non solo la sapienza, ma anche la possanza di Dio: Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo pe' Giudei, stoltezza pe' Gentili; per quelli poi, che sono chiamati e Giudei e Gentili, Cristo virtù di Dio, e sapienza di Dio, I. Cor. I. 23. Dice adunque il Profeta dimostrando la scarsezza di quelli, che crederanno tra' Giudei; chi sarà, che per interna rivelazione fatta al suo cuore da Dio conosca, che Cristo è la possanza di Dio, che i suoi dolori, le sue ignominie e la sua croce sono non argomenti di fiacchezza e miseria, ma sì di estrema carità e d'infinita possanza, mentre per tali mezzi opererà il Signore la conversione del mondo, e la fondazione del regno di Cristo? Chi crederà tali cose? chi anzi degli Ebrei carnali non si scandalizzerà?

53,2:Perocchè egli spunterà dinanzi a lui qual virgulto, ec. Tocca i motivi pe' quali gli Ebrei non crederanno, eglino, che volevano un Messia grande, glorioso, trionfante, che li liberasse dal giogo de' Romani. Cristo spunterà qual tenero e debil virgulto dinanzi al Signore; e dice dinanzi al Signore per significare, che questo virgulto, questo bambino nascerà per la sola virtù di Dio; perocchè ei non avrà padre sopra la terra, ma di Spirito santo sarà conceputo. Qual virgulto adunque spunterà il Cristo, e quasi tallo, che da sua radice vien fuora in arida terra; parole, che spiegano assai chiaramente il concepimento di Cristo nel seno di una Vergine, la qual cosa è ancora indicata nella versione di Aquila, la quale in vece di terra arida, pone terra, che non ha strada, che è inaccessibile. Noi predicheremo (dice il Profeta) un Dio divenuto debile e tenero bambino, nato per virtù sola di Dio, senz'opera d'uomo, di Madre Vergine, ma povera, umile, sposata ad un Legnaiuolo. Chi crederà tali cose?
Egli non ha vaghezza, nè splendore, ec. Questo virgulto, questo figliuolo di Maria non ha in tutto il suo esteriore nulla di attraente, nulla di grande e di splendido: noi lo abbiano veduto, egli non avea cosa che desse nell'occhio a chi lo mirava, mancava di tutte le esteriori attrattive, e noi non avemmo inclinazione per lui. Certamente ad uomini pieni di vanità, idolatri delle ricchezze, dell'ambizione, del lusso, non poteva parere se non de forme un uomo, che portava i segni di una gran povertà, d'una grande umiltà, di una gran mortificazione, e di un generale disprezzo di tutte le cose della terra. Ma per chi ha altri occhi fuori di quelli della carne si avverrà perfettamente quello, che dice di lui s. Agostino, che, a' credenti apparisce sempre bello lo sposo dovunque lo incontrino: bello nel cielo, bello sopra la terra, bello nel seno della Madre, bello tralle braccia de' Genitori, bello ne' suoi miracoli, bello ne' flagelli, bello sul legno, bello nel sepolcro, bello in tutto quello, che di lui intendiamo, in Psalm. 44. Dove nel latino si legge, come nell'Ebreo: Et desideravimus eum, ho sottintesa con molti Interpreti la particella negativa, che si ripiglia dal membretto precedente: Et non erat aspectus, et non desidera vimus eum: e non avemmo inclinazione per lui: ciò si costuma frequentemente nell'Ebreo. Vedi Gen. II. 5. Deuter. XXXIII. 6. Ps. IX. 19. XLIII. 19. XXX. 3. ec.

53,3:Dispregiato, e l'infimo degli uomini, ec. Si può intendere ripetuto dal precedente versetto lo vedemmo: lo vedemmo dispregiato ec. Noi non avemmo inclinazione alcuna per lui, ed egli sembrò a noi stranamente deforme quando il vedemmo disprezzato da' grandi e considerato come l'infimo degli uomini. Notisi, che Cristo volle ridursi a tanta abbiezione di essere riputato l'infimo degli uomini, perchè l'uomo volle essere il primo e il più alto sopra tutti gli esseri agguagliandosi a Dio, avendo stoltamente creduto al demonio, che disse: Sarete come dii, Gen. III. Uomo di dolori, e che conosce il patire: uomo sempre in affanni, e sperimentato, provato ne' patimenti; ovvero uomo, che pare un composto ed un pelago di dolori, e che sa quel che sia il patire, perchè altro che patire non ha quasi fatto nella sua vita. Infatti la vita di Cristo dalla mangiatoia, dove egli nacque, fino alla croce, sulla quale spirò, fu tutta piena di dolori. Egli ebbe sempre presenti tutti gli oltraggi, le ignominie, i tormenti, che dovea soffrire: ebbe presenti i peccati degli uomini, pe' quali si offeriva in sacrifizio di espiazione: ebbe presente la ingratitudine di tanti uomini, pei quali sarebbe inutile tutto quello che egli faceva per loro salute: lo consumava lo zelo della gloria del Padre, la carità verso gli uomini, de' quali si era fatto fratello, la vista delle atroci contraddizioni, persecuzioni, desolazioni, che dovea soffrir la sua chiesa da' Giudei, dalle potestà del gentilesimo, dagli Eretici, dagli Scismatici ec. Ecco l'uomo dei dolori. Quanto al conoscere a prova il patire, la sua povertà, i suoi viaggi, le fatiche della predicazione, le vigilie, i digiuni, le contraddizioni perpetue de' suoi ostinati nemici, tutto questo corteggio della vita di Cristo fuforse quello, che diede occasione all'Apostolo di poter dire, che Cristo imparò da quel, che patì, l'obbedienza, vale a dire imparò quel, che costargli dovesse l'obbedire ai voleri del Padre, il quale avea determinato, che co' suoi patimenti egli e soddisfacesse pe' peccati degli uomini, e meritasse loro la grazia di obbedir a Dio, e di non ritirarsi da lui nelle tentazioni e ne' patimenti.
Ed era quasi ascoso il suo volto. Il suo volto era come di uomo, il quale per la miseria, in cui si ritrova, ha quasi rossore e vergogna di se medesimo. Allude al lebbroso, il quale, secondo la legge, dovea portare le vesti scucite, il capo ignudo, e il volto coperto colla veste, Levit. XIII. 45.

53,4:Veramente i nostri languori ec. Veramente egli si è fatto malato, perchè noi eravamo malati, ha prese sopra di sè le spirituali nostre infermità e i nostri dolori. L'Apostolo Pietro alludeva a queste parole quando disse: I peccati nostri portò egli nel corpo suo sopra il legno, 1. Pet. 11,24, e vi alludeva anche s. Matteo VIII. 17. E noi veggendolo in tale stato, non considerammo, che egli pativa pe' nostri falli, ma credemmo, che per le sue proprie colpe fosse egli divenuto come un lebbroso: ma la lebbra era nostra e non sua; ma egli esente da colpa, di tutte le colpe degli uomini portava la pena, e perciò fu percosso e umiliato da Dio morendo tra due ladroni. Non è da omettersi, che l'Ebreo, dove noi leggiamo: E percosso da Dio e umilato, può letteralmente tradursi: Percosso Dio e umiliato, e che la lettura di questo capitolo, e special mente di queste parole, servì a convertire molti Ebrei dell'Affrica, come riferisce Payva, Defens. Trid. Fidei. Lib. IV.

53,5:Ma egli è stato piagato ec. Il Profeta ripete la stessa sentenza del versetto precedente, ma senza figure, in termini chiarissimi e fortissimi, perchè è di somma importanza, che ogni Cristiano abbia fissa nel cuore questa grande verità; era ancora di somma importanza per gli Ebrei, che sapessero per qual motivo il Cristo dovea patire: perocchè questo solo serviva a togliere lo scandalo della Croce.
Il gastigo cagione di nostra pace ec. Noi non potevamo aver pace con Dio senza soddisfare per le nostre colpe, e a soddisfare per esse eravamo impotenti: egli ha preso sopra di sè il gastigo dovuto a noi, e la nostra pace è stata conclusa: ci ha liberati co' suoi patimenti dalla pena eterna, che avevamo meritata, e ci ha ottenuta la perfetta riconciliazione con Dio.
E pelle lividure di lui siam noi risanati. Le lividure sofferte nella sua carne da Cristo sono state il balsamo, con cui sono curate le spirituali e mortifere nostre piaghe.

53,6:Tutti noi siamo stati ec. A questo bel sentimento allude Cristo in s. Luca XV. 4. dove se stesso paragona al pastore, che va in cerca della pecorella smarrita, e trovatala, su' suoi omeri la porta all'ovile; e anche l'Apostolo Pietro, dove dice a' suoi Cristiani: Eravate come pecore sbandate; ma siete adesso tornati al Pastore e Vescovo delle anime vostre, I. Pet. II. 25.

53,7:E stato offerto, perchè egli ha voluto, ec. Un punto di grande importanza egli è questo: Cristo (dice l'Apostolo) mi amò e diede se stesso per me, Gal. II. 20.; e presso s. Giovanni lo stesso Cristo: Nissuno toglie a me l'anima mia, ma io la do da me stesso, Jo. X. 18. Ciò adunque in primo luogo dimostra quanto noi dobbiamo alla eccedente carità di Cristo, il quale spontaneamente e liberalmente diede la vita per noi: tale è la stima, ch'ei fece di noi, e tale fu la passione (siami lecito di parlar così) che egli ebbe del nostro bene e di guadagnarsi il nostro amore. In secondo luogo, se la morte e la croce per propria sua volontà fu sofferta da Cristo, è ingrato ed empio l'Ebreo, che in vece di ammirare tanta carità si scandalizza di questa morte e di questa croce. In terzo luogo la morte di Cristo è un vero e proprio sacrifizio: è stato offerto e immolato sopra la croce, ostia gratissima al Padre per la redenzione di tutti. Ne' sacrifizi dei Gentili aveasi un'attenzione superstiziosa, che la vittima si lasciasse condurre senza ripugnanza all'altare. Ei concepivano, che in una vittima dotata di ragione dovea essere una piena volontà di offerirsi non per forza, non per necessità. Cosi egli non aprirà la sua bocca. Come agnello, che si lascia tosare, e non bela, nè apre bocca. Veramente la similitudine rimane molto indietro per molti rispetti, e particolarmente perchè non solo la veste, ma la pelle e la carne ed il sangue e la vita diede Cristo senza resistere, senza lamentarsi, senza aprir bocca. Ma il Profeta poteva egli trovare comparazione, che esprimesse la prodigiosa pazienza e mansuetudine di Gesù Cristo? Ma questo agnello sì mansueto e paziente vinse i lupi, vinse eziandio quel lione, di cui sta scritto, che ruggendo va in volta cercando chi divorare: la pazienza di quest'agnello vinse il lione; ecco un grande spettacolo pe' Cristiani, Aug. Tr. 7. in Jo. E altrove: Il nostro Re colla mansuetudine vinse il demonio. Fu vinto quello, che incrudeli va, vinse colui, che pativa; per mezzo di questa man suetudine la Chiesa vince i suoi nemici: l'Agnello vinse colla mansuetudine, vincono i martiri colla mansuetudine, vincono colla mansuetudine i Cristiani, in Ps. 131.

53,8:Dopo la oppressione della condanna egli fu innalzato. Questo passo è oscuro tanto nell'Ebreo, come nei LXX e nella nostra Volgata: ho seguitato nella traduzione dalla parola sublatus est il senso datole da s. Girolamo, ma sono di sentimento, che con questa voglia accennarsi dal Profeta il genere di morte, a cui fu condannato Cristo, onde spiego così: dopo la oppressione e dopo la condanna, ovvero dopo la oppressione della iniqua condanna, egli fu alzato in croce. Gesù Cristo si servì di una simile espressione per annunziare la morte di croce, che egli dovea soffrire: Come Mosè innalzò nel deserto il serpente, cosi fa d'uopo che sia innalzato il Figliuolo dell'uomo, Joan. III. 14. Indi il Profeta stupefatto di vedere il Figliuolo del Padre condannato ad una morte sommamente crudele e ignominiosa, esclama: La generazione di lui chi la spiegherà o le quali parole, e della divina generazione di lui nel seno del Padre, e della umana nel seno della vergine s'intendono da' Padri, ed è veramente e l'una e l'altra incomprensibile ed ineffabile. Quasi volesse dire Isnia ai Giudei: Ma sapete voi chi sia colui, contro del quale voi forsennati gridate: crocifiggi, crocifiggi? Voi dovete sapere, che, e come figliuolo del Padre e come figliuolo della Vergine, la sua generazione è tanto alta e sublime, che non può spiegarsi colle parole. Ma egli con violenta e crudelissima morte è reciso dalla terra de' viventi, perchè colle sue pene e colle sue ignominie plachi la giustizia divina irritata dalle iniquità degli uomini.

53,9:E alla sepoltura di lui concederà (Dio) gli empi, e l'uom facoltoso alla morte di lui. Una stessa cosa è significata qui con queste due voci, sepoltura e morte. Il Padre in premio della sua morte darà al Figlio gli empi, soggetterà al Figlio gli empi, perchè ne faccia uomini pii e credenti: che sarà il gran trionfo della morte di Cristo: e similmente il Padre darà a lui l'uom facoltoso, perchè ne faccia un suo vero e perfetto discepolo. Sarà gran vittoria della croce di Cristo il trarre alla sequela di lui i facoltosi, i potenti del secolo. Ma per qual motivo tanto nell'Ebreo, come nella Volgata, è detto in singolare l'uomo facoltoso, piuttosto che gli uomini facoltosi? Volle il Profeta accennare specialmente un Principe de' Giudei (Jo. III. I. ec. XIX.38.) ricco e potente nel secolo, il quale sendo già discepolo di Cristo, ma tenendosi occulto per timor de' Giudei, dopo la morte di Gesù non ebbe difficoltà di andare da Pilato, e domandargli il corpo di Cristo per rendere a lui gli onori della sepoltura. E quanto agli empi, dei quali parla il Profeta, si potrebbero intendere e il centurione e i soldati di lui, i quali confessarono appiè della croce la divinità di Cristo, dicendo: Veramente era questi figliuolo di Dio, Matt. XXVII. 54.
Perchè egli non ha commessa iniquità, ec. Insiste il Profeta sulla innocenza e santità di Cristo, e vuol dire: egli ben si merita, che il Padre, onori la morte di lui, perchè egli l'ha sofferta senza aver mai avuto ombra di peccato; ma per obbedire al Padre, e per salute degli uomini ha patito ed è morto come sefosse stato gran scellerato. Alludono a queste parole, s. Pietro ep.pr. II. 22. Jo. epist. pr. III. 5. 10. Il Signore volte consumarlo ne' patimenti: se egli darà ec. Il Signore volle, che egli fosse consunto nel patire; e la ragione si è perchè dando egli la propria vita in qualità di ostia per lo peccato, verrà ad avere una lunga serie di figliuoli, sarà padre di un popolo immenso di figli, che durerà sino alla fine de' secoli. Notisi, che le parole pro peccato significano, come si è tradotto, ostia per lo peccato, secondo il valor della frase Ebrea; onde a questo luogo alludendo l'Apostolo dice, che Dio fece per noi peccato colui, che non conobbe peccato, affinchè noi diventassimo in lui giustizia di Dio, 2. Cor. V. 21.
E la volontà del Signore per mezzo di lui ec. La volontà di Dio qui significa il beneplacito di Dio, il consiglio di sua misericordia, che volle preparare a tutti gli uomini una redenzione copiosa per mezzo del suo proprio figliuolo fatto uomo: questo consiglio sarà adempiuto ed eseguito da Cristo perfettamente.

53,11:Perchè l'anima di lui ebbe affanno, vedrà, e saranne satollo. Vedrà il frutto amplissimo delle sue pene, e sarà satollata la fame, e smorzata la sete grandissima, che egli ha della salute delle anime.
Colla sua dottrina lo stesso ec. Si potrebbe ancora tradurre: Colla cognizione di sè, vale a dire, colla fede dell'unico Salvatore, qual è egli stesso, il mio servo giustificherà molti uomini, e prenderà egli sopra di sè le loro iniquità, cioè li giustificherà, perchè prenderà sopra di sè i loro peccati e laverà e monderà da essi i credenti.

53,12:Per questò darò a lui per sua porzione ec. Per questo, cioè perchè l'anima di lui ebbe affanno, io gli darò in suo retaggio una moltitudine grande, cioè tutte le genti.
E acquisterà le spoglie de' forti. Le genti infedeli, che erano già acquisto delle potestà delle tenebre, cioè dei demoni, diverranno acquisto del Salvatore.
È stato confuso cogli scellerati. Sendo crocifisso in mezzo a due ladroni, come il capo di essi. Questa sposizione è di s. Marco, XV. 28.
Ha portati i peccati di molti. I peccati di tutti gli uomini, che ciò vuol significare la voce molti sì in questo, come in altri luoghi.
Ed ha fatta orazione pe' trasgressori. Pregò in tutta la sua vita, ma singolarmente sulla croce, pe' peccatori, per quelli che lo insultavano, per quelli che lo straziavano e lo crocifissero. Allora questo divino Maestro confermò col fatto e coll'esempio l'insegnamento dato a' suoi di scepoli intorno all'amore de' nemici; perocchè egli pe' nemici suoi e orò e morì.