Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Isaia 43


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Consola il popolo fedele, promettendogli, che sarà moltiplicato gratidemente. Benefizi di Dio, il quale si lamenta dell'ingratitudine de' Giudei.

1Ora dice il Signore, che te creò, o Giacobbe, e te formò, o Israele: non temere; perocché io ti ho redento, e ti ho chiamato pel tuo nome: tu se mio.2Quando tu passerai per mezzo alle acque, io sarò teco, e non ti cuoprirà la corrente: quando passerai per mezzo al fuoco, non sarai abbruciato, e la fiamma non avrà ardore per te.3Perchè io sono il Signore Dio tuo, il Santo d'Israele tuo in Salvatore, prezzo di tua liberazione ho dato l'Egitto, l'Etiopia, e Saba4Dopo che tu diventasti orrevole, e glorioso negli occhi miei, io ti ho amato, e per te darò degli uomini, e de' popoli per tua salvezza.5Non temere; perocché io son teco dall'Oriente condurrò i tuoi figliuoli, e dall'Occidente vi riunirò.6Al Settentrione dirò: Dammeli: e al Mezzogiorno: Non ritenerli: conducetemi i miei figliuoli da' rimoti paesi, e le mie figlie dalle estremità della terra;7Perocché tutti quelli, che invocano il nome mio, per gloria mia gli ho creati, gli ho formati, e gli ho fatti.8Manda fuora quel popolo, che è cieco, benché abbia occhi; ed è sordo, benché abbia orecchie.9Si radunino insieme tutte le genti, e si uniscano le tribù: chi di voi annuncezierà simil cosa, e farà a noi ascoltare quello, che dee prima accadere? Producano i lor testimoni, si giustifichino,e que' che ascoltano, dicano: E' vero.10Testimoni miei, dice il Signore, esiete voi, e il mio servo; affinchè conosciate, e crediate, e intendiate, ch'io son quell'io. Formato non fu alcun Dio avanti di me né saravvi dopo di me.11Io sono, io sono il Signore, e non è Salvatore fuori di me.12Io predissi, io salvai; e vel feci sapere, e nissun Dio straniero fu tra di voi: voi miei testimoni, dice il Signore, ed io son Dio.13E io stesso sono fin da principio, e non è chi dalla mano mia si sottragga: io farò, e chi disfarà?14Queste cose dice il Signore Redentor vostro, il Santo d'Israele: Per amor di voi ho mandato gente a Babilonia, e ne gettai a terra tutte le difese, e i Caldei, che si gloriavano delle loro navi.15Io il Signore, il Santo vostro, Creator d'Israele, Re vostro.16Queste cose dice il Signore, che aperse una strada nel mare, e un sentiero nelle acque precipitose.17Egli è, che fece uscir in campo cocchi, e i cavalli, le schiere, e i capitani, e si addormentarono insieme, né si sveglieranno: furono spenti come lino fumante, e perirono.18Scordatevi delle cose passate, e non badate alle antiche.19Ecco, che cose nuove io fo, e or ora verranno in luce, certamente voi lo saprete: aprirò una strada nel deserto, e sorgive di acqua nel paese disabitato.20Daran gloria a me le bestie salvatiche, i dragoni; e gli struzzoli; perchè ho fatto scaturire acque nel deserto, e fiumi nella terra disabitata per dar da bere al mio popolo, al mio eletto.21Questo popolo l'ho io formato per me: egli annunzierà le mie laudi.22Tu non mi hai invocato, o Giacobbe, tu non ti se' preso cura di me, o Israele.23Tu non hai offerto a me il tuo capro in olocausto, e non mi hai onorato colle vittime: non son io quegli, cui tu hai servito colle obblazioni, ne io ti ho data la fatica di bruciare l'incenso.24Non hai comprato per me col denaro la canna odorosa, e non mi hai rallegrato col grasso delle tue vittime. Piuttosto me hai tu fatto servire ne' tuoi peccati: a me hai recato pena colle tue iniquità.25Io sono, son io stesso, che cancello le tue iniquità per me medesimo, e de' peccati tuoi non avrò più memoria.26Ricorda tu a me, e facciasi insieme giudizio di noi, racconta se hai qualche cosa per essere giustificato.27Il padre tuo egli il primo peccò, e i tuoi intervenzi prevaricarono contro di me.28Per questo dichiarai immondi i principi sacrati, e Giacobbe diedi allo sterminio, e Israele all'obbrobrio.

Note:

43,1:Ed ora dice il Signore ... Non temere, ec. Dicesi, che Dio creò Giacobbe, cioè il popolo Ebreo, perchè quantunque creature di Dio sieno tutti gli uomini, lo eran però in ispecial modo gli Ebrei discesi da Abramo, e da quel figliuolo, che Abramo ebbe per puro miracolo da Sara sterile e vecchia; in secondo luogo Dio formò questo popolo con ispecialissima cura istruendolo per mezzo di Mosè, e dandogli idee giuste della vera pietà e della vera giustizia: terzo, lo riscattò dalla schiavitùdine di Egitto; quarto, gli diede il nome distintissimo, e proprio di lui solo, chiamandolo popolo di Dio, prendendolo per suo effettivamente, e appropriandoselo, e acquistando sopra di esso un particolare dominio. Tutti questi caratteri però assai meglio, che al popolo d'Israele, convengono al nuovo popolo, popolo d'acquisto, come lo chiama l'Apostolo Pietro: perocchè questo è veramente creatura nuova e fattura di Dio, popolo formato e istruito da Cristo, redento dalla schiavitudine del demonio e del peccato, innalzato alla dignità di figliuolo di Dio, onde a questo popolo si adatta perfettamente il nome di popolo del Signore. Per la qual cosa dice lo stesso Apostolo a' Cristiani: Voi stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, vale a dire, consacrata a Dio, propria eredità di Dio, e del suo Cristo, I. Pet. I. 9.

43,2:Quando tu passerai per mezzo alle acque, ec. Io ti trarrò salvo da qualunque tribolazione, dalle più grandi persecuzioni uscirai senza nocumento. Ciò avverossi particolarmente riguardo alla chiesa di Cristo, la quale dalle persecuzioni de' tiranni uscì sempre con gloria.

43,3:In prezzo di tua liberazione ho dato l'Egitto, ec. Quando Sennacherib stava per devastare tutta la Giudea, e per mettere assedio a Gerusalemme, io feci che in vece della Giudea egli andasse col suo esercito ad assalire l'Egitto e l'Etiopia e il paese de' Sabei. Così questi popoli furono quasi il prezzo, mediante il quale fosti tu liberato. Vedi il capo XXXVII. Ma un altro senso, che si adatta al nuovo popolo, egli è questo. Pel prezzo del sangue tuo e de' tuoi martiri, o Israele (vale a dire, o Cristo), io ti ho dato, ed ho soggettato a te l'Egitto, l'Etiopia, e i Sabei, e tutta la terra, che si riunirà nella tua chiesa. Notisi, che il popolo d'Israele è figura tanto della chiesa Cristiana, come di Cristo suo capo, e quello che della chiesa si dice, che è il corpo di Cristo, si applica giustamente al capo di lei, e quello che si dice del capo, si applica ancora al corpo. Vedi August. de Doct. Christ. lib. III. cap. 21.

43,4:Dopo che tu diventasti orrevole e glorioso ec. Dopo che il mio amore e i miei benefizi ti rendettero un popolo ragguardevole e stimato da me, io ti ho sempre a mato, e come per te diedi gli Egiziani e gli Etiopi alla desolazione, così darò i Babilonesi, che saranno soggiogati da Ciro, affinchè tu ritorni in libertà. E molto più giustamente della chiesa si dice, che Dio per amore della chiesa e di Cristo diede de' popoli o sterminandogli, se ostinatamente perseverarono nella infedeltà e nel perseguitare la chiesa, o convertendoli e soggettandoli ad essa ed a Cristo.

43,5-6:Dall'Oriente condurrò i tuoi figliuoli, ec. Veramente nel ritorno dalla cattività di Babilonia non solo gli uomini delle due tribù di Giuda e di Beniamin, ma anche un gran numero d'Israeliti delle altre dieci tribù si ripatriarono, talmente che molto prima della venuta di Cristo la Giudea avea ricuperato la sua antica popolazio ne ed era in florido stato. Ma quanto meglio ciò s' intenderà de' figliuoli della Chiesa, riuniti nel seno di lei da tutte le parti del mondo? perocchè questi sono quei figliuoli di Dio dispersi, per adunare i quali dovea morire Gesù Cristo, come dice s. Giovanni, XI. 49. E di questi figliuoli dispersi erano figura gli Ebrei delle dieci e delle due tribù, trasportati chi qua chi là da Salmanasar e da Nabuchodonosor.

43,7:Perocchè tutti quelli, ec. Condurrò a te questi figliuoli, perchè Cristiani, e fedeli gli ho creati e formati e fatti, affinchè m'invochino e mi servano nella santità e nella giustizia.

43,8:Manda fuora quel popolo, che è cieco ....ed è sordo, ec. Si uniscano queste parole col versetto 19. del capo precedente, e si avrà il vero senso, ed unico di questa terribile profezia, profezia ripetuta da Cristo in quelle parole: I figliuoli del regno saranno cacciati nelle tenebre, che sono fuora: vale a dire nelle tenebre, che sono per tutto dove non è la Chiesa, nella quale sola è luce, Matth. VIII 12.; profezia, il cui troppo chiaro e pieno avvera mento sarà sempre una incontrastabile dimostrazione della verità del Vangelo.

43,9:Si radunino insieme tutte le genti, ... chi di voi annunzierà ec. Ecco, che io ho predetto una cosa grande, una cosa quasi incredibile, vale a dire, che un popolo, il quale ha occhi in testa non vedrà nulla, ed ha buone orecchie e nulla udirà, e che questo popolo sarà cacciato fuora, e a lui saranno sostituite le genti, che io adunerò da tutte le parti del mondo. Si radunino adesso tutte le nazioni dinanzi a me, e tutte le tribù della terra, e mi dicano se v'ha tra di esse o uomo, o dio, che abbia saputo qualche cosa di tutto questo, o l'abbia predetto, e predetto l'ordine, col quale ciò dee avvenire. Mettano innanzi i testimoni e le prove de' loro oracoli, talmente che chi gli ascolta abbia a dire; questo è vero, questo è stato un vero oracolo, una vera profezia. Ma nè testimoni, nè argomenti di alcuna sorta non hanno i gentili, onde provare, che i loro dei possano sapere il futuro.

43,10:Testimoni miei, dice il Signore, siete voi, e il mio servo; ec., Ma, quanto al Signore, egli dice, che per testimoni della verità de' suoi oracoli egli ha tutto Israele, tutto questo popolo essendo stato spettatore degli avvenimenti predetti in differenti tempi da' profeti del Signore. Si era veduto poco prima, come si era adempiuto perfettamente tutto quello che Isaia avea predetto intorno a Sennacherib, intorno a Ezechia ammalato a morte ec. Ma oltre a tutto il popolo Ebreo un testimone grandissimo, contro di cui non si potrà disputare, sarà il mio servo, il Cristo (vedi cap. XLI. I.), il quale in tutta la sua predicazione, nelle opere sue, ne' suoi miracoli, nella passione, nella morte, e in tutto quello, che dalla passione e dalla morte di lui ne avverrà, con somma puntualità ed esattezza adempierà tutti gli oracoli de' profeti, e dimostrerà la veracità di Dio, da cui fu mandato. Quindi egli è detto testimone fedele, Apocal. I. 5., e testimone fedele e verace, ibid. III. 14. E similmente in questo libro LV. 4: L'ho dato testimone alle genti. Così gli Apostoli furono testimoni di Cristo, il quale disse loro: Sarete a me testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea, e nella Samaria, sino alle estremità della terra, Atti I. 18.

43,12:Io predissi, io salvai; ec. Io feci sapere anticipatamente al mio popolo quello, che io far volea per loro salute; li salvai dopo aver loro predette e annunziate pubblicamente le misericordie, ch' io volea usare con essi, e nè Abramo, nè Isacco, nè Giacobbe, nè Mosè, nè Giosuè, nè Davidde, nè Ezechia, i quali furono si illustri pelle cose grandi, che operarono, non ebber mai altro Dio, a cui ricorressero, ed il quale gli aiutasse fuori di me, che sono il solo vero Dio e Signore.

43,13:E non è chi dalla mano mia si sottragga: ec. L'anima e il respiro di ciascun uomo, è nelle mie mani; io ho le chiavi della morte e della vita, perchè io sono ab eterno; se io fo una cosa, nissuno potrà disfarla: quindi la verità e infallibilità di tutto quello, che io annunzio per mezzo dei miei profeti.

43,14:Ho mandato gente a Babilonia, ec. Ovvero, contro a Babilonia. Ho mandato Ciro ad assediare ed espugnar Babilonia, perchè egli vi liberi dalla lunga e dura vostra cattività. E similmente manderò il Cristo a liberarvi dalla tirannia del demonio. È qui sempre il tempo passato posto invece del futuro. Io abbatterò Babilonia e i Caldei, i quali sono superbi per le ricchezze, che acquistano mediante il commercio, che fanno colle loro navi sul Tigri, e sull'Eufrate, e nel golfo Persico, che hanno vicino.

43,16:Che aperse una strada nel mare, ec. Rammemora gli antichi benefizi e i miracoli fatti a favore di Israele, il passaggio del mare Rosso sotto Mosè, e del Giordano gonfio e precipitoso sotto Giosuè. Vedi Jos. III. 15.

43,17:Fece uscir in campo i cocchi, ec. Dio dispose, che Faraone co' suoi cocchi e col suo esercito si movesse a tener dietro agli Ebrei nel mare, dove ed egli e tutti gli Egiziani in perpetuo sonno si addormentarono.
Furono spenti come lino fumante, ec. Furono sterminati in un attimo colla stessa facilità, con cui si spegne un po' di stoppa che fuma.

43,19-20:Ecco, che cose nuove io fo ... aprirò una strada nel deserto, ec. Cose nuove, cose maggiori, e più ammirabili farò io tra poco, e voi le vedrete. Aprirò nel mare di questo mondo una strada a tutte le genti perchè vadano a Cristo, alla Chiesa, allar salute e al cielo, e nella deserta solitudine della Gentilita farò sgorgare dalle fontane del Salvatore fiumi di grazie, affinchè mi lodino e mi glorifichino i popoli, che per la lor barbarie e ferità erano simili a' dragoni e a simili bestie selvagge.

43,21:Questo popolo l'ho io formato per me: ec. Di queste bestie selvagge, dragoni ec., mi son io formato un popolo, il quale celebrerà in eterno la mia possanza e la mia misericordia; perocchè in lui si vedrà, come Dio non solo dalle pietre, ma anche da' bruti stessi può trarre dei figliuoli di Abramo.

43,22-24:Tu non mi hai invocato, o Giacobbe, ec. Forse Israele potrebbe dire: se il popolo de' Gentili ti loderà, non ti abbiamo noi pur lodato e onorato co' sacrifizi, e coll'offerirti ogni dì l'incenso? Ma no, dice Dio, tu non mi hai onorato nè co' tuoi cantici, nè co' tuoi sacrifizi; il tuo ariete bruciato in olocausto non fu offerto a me, perchè era indegna di me la tua offerta: io non amai, non gradì la servitù e la pena, che tu ti prendesti per fare a me tali oblazioni, e spandere dinanzi a me il fumo del tuo incenso; e tutto questo non reca piacere a me, ma noia e disgusto, sì perchè le tue offerte sono fatte da te senza spirito di vera pietà, e col cuore macchiato e immondo per le tue iniquità, e sì perchè ti lusinghi, che tutto questo senza la tua penitenza ed emendazione pos sa piacere a me e riconciliarmi teco.
Piuttosto me hai tu fatto servire ne' tuoi peccati: ec. Piuttosto co' tuoi peccati mi hai tu trattato come se io fossi tuo servo obbligato a servire a tutti i tuoi capricci; e le tue iniquità, colle quali ti presentavi dinanzi a me, quasi per mettermele sotto degli occhi, mi diedero incredibil pena e molestia; come se (dice s. Girolamo) per Iddio sia fatica e stanchezza il sopportare i peccatori e difenderli dall'ira di sua offesa giustizia.

43,25:Io sono, son io stesso, ec. Non le tue vittime, non i tuoi sacrifizi, non le opere della legge ti laveranno dalle tue iniquità, ma io, io stesso, per effetto di mia gratuita misericordia, e in virtù de' meriti del Salvatore, cancello i tuoi peccati e non mi ricorderò più di essi.

43,26:Ricorda tu a me, ec. È ammirabile la bontà del Signore, il quale si degna di soggettarsi in certo modo al giudizio degli uomini, affin di togliere al peccatore ogni ragione di presumer di se e confondere la sua superbia. Tu, che credi di poter esser giustificato in virtù delle opere della legge, metti in veduta i meriti tuoi, se ne hai, pe' quali io debba a te perdonare i tuoi peccati: rammenta a me questi tuoi meriti, de' quali non ho io memoria. È qui ancora una bella e forte ironia: perocchè chi può saper quello, che non sa Iddio, o qual'opra dell'uomo può essere ascosa a Dio? Ma esponi tu (dice Dio) tutto quello, che tu ti creda di avere per giustificare la tua pretensione e vincere la gran lite, facendo vedere, che la remissione de' peccati si dee ascrivere a' meriti tuoi e non alla mia misericordia. Questa materia è divinamente trattata da Paolo, Rom. III.

43,27:Il padre tuo, egli il primo peccò, ec. E non venire a dirmi, o Israele, che tu se' giustificato in virtù dei meriti de' padri tuoi. Abramo tuo padre, egli stesso fu peccatore, ed ebbe bisogno di mia misericordia; e Mosè e Aronne, che furono internunzi tra me e te, riportando a te i miei comandi, e dando a te la mia legge, anche questi pecearono. Che peccassero Mosè e Aronne alle Acque di contraddizione, la cosa è attestata dalla Scrittura, Numer. XX. 9. 12., onde furon anche puniti col morire prima di mettere il piede nella terra santa. Che poi Abramo peccasse d'idolatria prima della sua vocazione, come dicono non pochi Interpreti, questo non è detto almen tanto chiaramente nelle Scritture, che non sia messo in dubbio, od anche espressamente negato da molti, trai quali s. Girolamo, quaest. Hebr. in Gen. Ma non sembra a me necessario di determinare dove e quando Abramo peccasse, come neppure dove e come peccassero Mosè ed Aronne, purchè tenghiamo ferma la parola di Paolo: O mnes peccaverunt, et egent gloria Dei: prevenuta questa parola da quella di Davidde: Omnes declinaverunt. Vedi quello che si è detto Rom. III. 23, e I. Joan. I. 8.

43,28:Per questo dichiarai immondi i principi sacrati. Per questo io trattai e punii come immondi i tuoi sacerdoti consacrati al servizio del mio tabernacolo, perchè furono peccatori. Credesi che voglia parlare di Nadab e Abiu, figliuoli di Aronne, arsi dalle fiamme, che uscirono dal luogo santo, per avere offerto l'incenso con fuoco profano, Levit. X. I. 2. E Giacobbe diedi ec. Sterminai Giacobbe, perchè peccatore, lo feci diventare la favola e lo scherno de' suoi nemici, perchè egli fu ingrato e infedele.