Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Isaia 18


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Profezia contro un popolo, in cui i Giudei aveano fidanza; il qual popolo dee poscia far sue offerte al Signore.

1Guai alla terra, cimbalo alato, che è oltre i fiumi dell'Etiopia,2La quale manda ambasciadori per mare in barche di papiro, che van sulle acque. Andate, nunzj veloci alla nazione scossa, e lacerata, a quel popolo, formidabile più d'ogn'altro, alla nazione, che aspetta, ed è conculcata, di cui la terra è portata via da' fiumi.3Abitatori tutti della terra, che avete stanza sulla terra; alzato che sia lo stendardo sui monti, lo vedrete, e udirete il rauco suon della tromba:4Ma il Signore dice a me: Io starò in riposo, e considererò dalla mia sede, come è chiara la luce di mezzogiorno, e come una nube di rugiada al tempo della ricolta.5Imperocché avanti tempo fiorirà tutto, e germoglierà con immatura prosperità, e i suoi tralci saranno recisi colla falce, e quello, che rimarrà, sarà troncato, e gittato via.6E saranno abbandonati insieme agli uccelli di montagna, e alle bestie della terra, e per tutta l'estate staranno sopra di loro gli uccelli, e tutte le bestie della terra sverneranno sopra di lui.7In quel tempo dal popolo dissipato, e, lacerato, dal popolo formidabile più d'ogni altro, dalla nazione, che aspetta, ed è conculcata (di cui la terra è de vastata da' fiumi) saran portati dei doni al Signore degli eserciti nel luogo, che ha nome dal Signor degli eserciti, nel monte di Sion.

Note:

18,1:Guai alla terra, cimbalo alato, ec. Sono molto di scordi gl' Interpreti nel determinare di qual popolo si tratti in questa profezia chiamata oscurissima da s. Girolamo. Lasciate da parte le altre opinioni, come meno fondate, dirò solamente, che alcuni la intendono dell'Egitto, altri poi dell'Etiopia. Or siccome dell'Egitto si parla specificamente nel capo che segue, e da altri luoghi delle Scritture venghiamo a conoscere, che l'Etiopia vicina alla Giudea ebbe parte a' flagelli, onde furono punite da Dio le altre nazioni confinanti alla stessa Giudea,Sophon. 11,12, quindi sembra più credibile, che si parli adesso degli Etiopi, e un'antica versione, cioè l'Arabica Alessandrina, dice chiaramente, che la terra nominata qui e de scritta da Isaia, ella è la terra dell'Etiopia, da cui sperarono di esser protetti i figliuoli d'Israele. L'Etiopia poi, o sia il paese di Chus, a cui si riferisce questa profezia, era situato dalla parte orientale dell'Egitto inferiore, e confinava coll'Egitto, colla Giudea e coll'Arabia Petrea. Zara re di questi Etiopi venne a giornata con Asa re di Giuda, e Tharaca, anche egli loro re, venne in aiuto di Ezechia contro Sennacherib, II. Paral. XIV. 9., IV. Reg. XIX. 9. Non si parla adunque di quella Etiopia, che era di là dalle cataratte del Nilo, ma di quest'altra, dalla quale ancora crediamo essere venuti quegli Etiopi, i quali con Sesac re dell'Egitto venner contro Roboamo e contro Gerusalemme, II. Paral. XII. 3.
Ma perchè Isaia chiama cimbalo alato l'Etiopia? I LXX tradussero: Guai alla terra delle navi, ovver barche alate. Ed havvi chi invece di cymbalus tradusse cymba, e il Vatablo nassa, di cui le ale sono le vele. E sapendosi, che gli abitatori dell'Egitto inferiore aveano grandissimo numero di barchette con vele di quella specie di giunco che diceasi papyro, ci contenteremo di questa interpretazione, senza stenderci a riferirne molte altre assai più incerte. La figura di quelle barche può essere stata simile allo strumento chiamato cymbalo, onde sia dato all'Etiopia il nome di terra delle barche alate. Vedi Erodoto lib. II. 96.
Che è oltre i fiumi dell'Etiopia. Questi fiumi dell'Etiopia, secondo tutti gl' Interpreti, sono il Nilo co' suoi sette rami, ciascuno de' quali è considerato e chiamato fiume. Vedi Ezech. XXIX. 3. Sophon. III. 10. Or nissuno dubita, che il Nilo venga a scorrere dall'Etiopia nell'Egitto, dice s. Girolamo.

18,2:La quale manda ambasciadori ec. Nel latino il relativo (qui) si riferisce al re della terra, di cui si parla, benchè egli non siasi finor nominato; ma tali cambiamenti di persone sono frequenti ne' profeti. Noi lo abbiamo riferito alla voce terra, cangiandolo in femminino. Dice adunque, che quel paese mandava ambasciadori agli altri popoli pel mare sopra barche di papiro. Notisi in primo luogo, che al Nilo davasi dagli Egiziani, e forse da altri popoli, il nome di mare, e certamente gli Ebrei davano il nome di mare a' laghi, e alle grandi acque; in secondo luogo il dirsi dal Profeta, che per questo mare si andava con barche di papiro, dimostra, che per esso intendesi non il mediterraneo, nè il mare rosso, pe' quali nissuno avrebbe ardito di navigare con simili barche, ma sì il Nilo e i laghi dell'Egitto, dicendo Plinio, che sul Nilo andavano gli Egiziani sopra simili barchette di pa piro con vele fatte della scorza dello stesso papiro, Lib. VII. 56. XIII. II.
Andate, nunzi veloci, ec.Questi ambasciadori sono spediti dal re di Etiopia agli Egiziani ed al loro re in gran fretta per invitargli a far lega contro il comune nemico Sennacherib. Sembra, che l'Egitto fosse allora turbato da domestiche guerre, mentre si dice, che questo popolo era stato scosso e lacerato. Si dice ancora, che questo popolo era formidabile più di ogni altro, e veramente gli Egiziani aveano acquistata molta gloria ab antico nel mestiere dell'armi, ed erano valorosi, e circa questi tempi Nechao loro re si fece temere sino all'Eufrate. Alla nazione, che aspetta, ed è conculcata. Alla nazione, che aspetta soccorso, che ne abbisogna con tutta la sua bravura, ed è già maltrattata e calpestata a' suoi confini dall'inimico. Di cui la terra è portata via da' fiumi. È cosa notissima, che il Nilo nelle sue inondazioni faceva sovente de' guasti molto grandi, rompendo i dicchi e gli argini, trasportando dei pezzi considerabili di terreno, onde ne veniva la confusione delle possessioni, confusione, che fu il principio di un gran bene, se è vero, che da essa avesse origine la geometria, inventata dalla necessità di trovare ciascuno il suo dopo i cangiamenti fatti nella terra dalle furiose escrescenze di quel fiume.

18,3:Abitatori tutti della terra, ec. Il re adunque dell'Etiopia spedisce i suoi ambasciadori per tutte le parti dell'Egitto, e fa loro sapere, che stieno preparati per quando vedranno alzato su' monti lo stendardo, e per quando udiranno il rauco suono della tromba che gli chiamerà a unirsi con lui per resistere all'Assiro.

18,4:Ma il Signore dice a me: ec. Mentre Tharaca si affanna, e mette in movimento anche l'Egitto per far testa a Sennacherib e aiutare anche il re Ezechia, il Signore dice al Profeta, che egli sta considerando con gran pace tutte queste cose, e le inquietudini, che dà a tanti principi e a tante nazioni quel fiero e superbo conquistatore.
Come è chiara la luce di mezzogiorno, e come una nube di rugiada al tempo della ricolta. Come la chiara luce del mezzodi illumina tutte le parti della terra, e come una nuvola, che dà fresca rugiada, consola ed è gratissima nei calori della mietitura, così la mia protezione e la providenza mia verrà al tempo stabilito a consolare la terra. Ognun vede, che il discorso del Profeta ha bisogno che si sottintenda qualche cosa, onde abbiamo supplito quello, che ci è paruto più adattato a quello che segue, come a quel che precede.

18,5-6:Imperocchè avanti tempo fiorirà tutto, ec. Sennacherib è simile a una vigna, la quale fiorisce avanti tempo, e con immatura prosperità stende rigogliosa i suoi tralci, ma non arriva a dar frutto; d'onde ne avviene, che i tralci e il fusto stesso di questa pianta non sono buoni, se non ad essere recisi e gettati via. Così Sennacherib ha fatto gran romore, ha intraprese cose grandi, ma sarà breve la sua comparsa: perocchè il Signore reciderà questa pianta e i suoi rami. Nel tempo, in cui pareva, che Sennacherib dovesse, per così dire, ingoiar la Giudea e l'Egitto, il Signore tronca in un attimo le sue grandi speranze: il suo grandissimo esercito perirà in una notte, e quel grandissimo numero di cadaveri resterà e sposto agli uccelli delle montagne e alle fiere, e avranno da farne de' buoni pasti e per lungo tratto di tempo. È una esagerazione, che spiega la grandezza della strage, il dirsi dal Profeta, che gli uccelli de' monti e le bestie feroci avranno di che mangiare pell'estate e pel verno.

18,7:In quel tempo dal popolo dissipato, ec. Gli Egiziani (salvati come i Giudei e le altre vicine nazioni dal furore di Sennacherib) nel sentire distrutto l'esercito di lui con si evidente miracolo, ammireranno la possanza del Signore Dio d'Israele, il di cui Profeta avea predetta tal cosa, e manderanno offerte al tempio di Gerusalemme. L'avveramento di questa profezia è toccato II. Paral. XXXII. 23. 24. Il Signore salvò Ezechia, e gli abitanti di Gerusalemme dalle mani di Sennacherib re degli Assiri, e dalle mani di tutti gli altri, e diede loro la pace da tutte le parti; e molti eziandio portavan vittime, e offerivano sacrifizi al Signore in Gerusalemme, e doni ad Ezechia re di Giuda, il quale da indi in poi divenne famoso presso tutte le genti. Convien ricordarsi, che la profezia è del primo anno del regno di Achaz.