Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Isaia 10


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Guai a quelli, che fanno leggi inique, e opprimono i poveri, e le vedove. Predice, che il re Assiro, verga del furor del Signore, per la sua altura, e arroganza sarà umiliato. Consola Israele, affinchè non tema l'Assiro, e predice, che i suoi avanzi a Dio si convertiranno.

1Guai a coloro, che formano leggi inique, e scrivono a tutto potere (sentenze) a ingiustizia:2Affin di opprimere in giudizio i poveri, e di sovverchiare i piccoli del popol mio, per far loro preda le vedove, e saccheggiare i pupilli.3Che fareste voi nel dì della visita, e della desolazione, che vien di lontano? A chi ricorrerete voi per aiuto? E dove cederete voi le vostre grandezze,4Per non piegare il collo tragli schiavi, e non cadere tra' morti? Per tutte queste cose il furore di lui non è calmato, ma stesa è tuttor la sua mano.5Guai ad Assur, verga, e bastone del furor mio, l'ira mia e nella sua mano.6Lo manderò io ad un popolo fallace, e contro un popolo, col quale io sono sdegnato, e darò miei ordini a lui, per chè ne porti via le spoglie, e lo metta a saccomanno, e lo riduca ad esser conculcato come il fango della piazze.7Ma egli non così penserà, e nel suo cuore non formerà tal concetto; ma il cuore di lui mirerà a distruggere, e ad estirpare nazioni non poche.8Imperocché egli dirà:9I miei cortigiani non son eglino tutti regi? Non è egli stato di Calano come di Carchamio? E di Emath come di Arphad? Non è egli stato di Samaria come di Damasco?10Allo stesso modo, che la mia mano ha occupato i regni d'uno, e d'altro idolo; così (vincerò) i simolacri di que' di Gerusalemme, e di Samaria.11Forse che quello, che io feci a Samaria, e agl'idoli di lei, noi farò a Gerusalemme, e a' suoi simolacri?12Ma quando il Signore avrà compiute tutte le opere sue nel monte di Sion, ed in Gerusalemme, farà egli ricerca de' sensi del cuor superbo del re Assiro, e della fastosa burbanza degli occhi di lui.13Imperocché egli ha detto: Col valore della mia mano ho io fatto, e colla saggezza mia ho disposto; ed ho cangiati i confini de' popoli, ed ho spogliati i principi loro, e potente come io sono, ho messi giù que', che sedevano in alto.14E la possanza de' popoli fu al mio valore come una nidiata d'uccelli, e ho riunito a me tutta quanta la terra, come si radunan le ova lasciate in abbandono, né fu chi movesse un'ala, e aprisse la bocca, e pipilasse.15Si glorierà ella la scure contro di colui, che fende con essa? od insuperbirà la sega contro di colui, dal quale è mossa? Come se la verga s'insuperbisse contro di colui, che la alza, o insuperbisca il bastone, il qual certamente e un legno.16Per questo il Dominatore Signore degli eserciti manderà la macilenza ai suoi grassi guerrieri; e sotto la gloria di lui arderà quasi un acceso rogo di fiamme.17E la luce d'Israele sarà con quel fuoco, e il Santo di lui con la fiamma, e si accenderanno, e arderanno le spine di Assur, e gli sterpi in un giorno.18E la gloria di questa selva, e di questo Carmelo sarà consunta dall'anima fino al corpo, ed egli fuggirà sbigottito.19E le piante, che rimarranno di questa selva per la loro scarsezza si conteranno, e un fanciullo faranne registro.20E allora sarà, che gli avanzi d'Israele, e quelli della casa di Giacobbe, che saranno scampati, non seguiteran più ad appoggiarsi sopra colui, che li percuote; ma si appoggeranno sinceramente al Signore santo d'Israele.21Gli avanzi, gli avanzi di Giacobbe, io dico, si convertiranno al Dio forte.22Imperocché quando il popol tuo, o Israele, fosse come la rena del mare; gli avanzi di lui si convertiranno: la e consumazione, e l'accorciamento ridonderà di giustizia.23Imperocché consumazione, ed o accorciamento farà il Signore Dio degli o eserciti in tutta la terra;24Per la qual cosa dice il Signore Dio degli eserciti: popolo mio, che abiti in Sion, non aver paura dell'Assiro: egli ti batterà con verga, e alzerà il suo bastone sopra di te dalla strada, che va in Egitto.25Imperocché tra un pochetto, in breve lo sdegno, e il furor mio contro le scelleraggini loro giungerà al suo colmo.26E il Signore degli eserciti alzerà sopra l'Assiro un flagello simile alla piaga de' Madianiti al masso di Oreb, e come (alzò) la sua verga sopra del mare, la alzerà parimente sulla strada di Egitto.27E in quel giorno sarà tolto dalle tue spalle il peso di Assur, e il giogo di lui dal tuo collo, e il giogo marcirà a cagione dell'olio.28Egli giungerà ad Aiath, passerà al Magron, a Machmas poserà i suoi carriaggi.29Passeranno di corsa; a Gaba poseranno gli alloggiamenti: Rama è tutta sbigottita: Gabaath di Saulle si dà alla fuga.30Alza le strida, o figlia di Gallim: pensa a te, o Laisa, e tu Anathoth poverina.31Medemena ha fatta trasmigrazione: abitatori di Gabin fatevi coraggio.32V'è ancora del giorno per andare a posare a Nobe: scuoterà la sua mano contro il monte della figliuola di Sion, contro il colle di Gerusalemme.33Ecco, che il Dominatore Signor degli eserciti spezzerà con terrore il vaso di terra, e le piante eccelse saranno troncate, e i grandi saranno umiliati.34E il folto della macchia sarà tagliato dal ferro, e il Libano cogli alti cedri suoi caderà.

Note:

10,1:Guai a coloro, che formano leggi inique, ec. Con danna la ingiustizia de' principi e de' grandi, che opprimevano i poveri e le vedove, e la inumanità coprivano sotto il velo di leggi inique.

10,3-4:Nel di della visita, ec. Nel giorno del gastigo, gastigo, che vien di lontano, cioè dall'Assiria, come farete voi a salvarvi? A chi darete voi le vostre ricchezze e i vostri tesori per salvare la libertà o almeno la vita?
Per tutte queste cose ec. Per le ingiustizie e per la crudeltà de' grandi, che opprimono i poveri e le vedove per questo l'ira di Dio non ritirerà il flagello, nè si calmerà.

10,5:Guai ad Assur, verga ec. Agli Assiri, de' quali Dio volea servirsi a punire le due tribù di Giuda e di Beniamin (perocchè di queste si parla nel versetto seguente e in tutto il capitolo), agli Assiri minaccia lo stesso Dio il gastigo, perchè eseguiranno l'ordine di Dio con barbarie da tiranni, e non per servire a Dio, ma per isfogare la loro crudeltà.

10,6:Lo manderò io ad un popolo fallace, ec. Io spedirò gli Assiri contro i Giudei nazione finta e bugiarda, che mille volte ha promesso a me di servirmi e onorarmi os servando la mia legge, e ha mancato di parola, e non mi ha obbedito e mi ha con somma ingratitudine offeso.

10,7:Ma egli non cosi penserà, ec. Ma gli Assiri non intenderanno, nè caderà loro in pensiero, che sono io quegli che li spedisco a punire il popolo di Giuda, e do ad essi possanza e valore come ad esecutori delle mie volontà. Egli non penserà, che è mandato da me a gastigare i Giudei e altre genti. Egli vorrà distruggerle e annichilarle, e crederà, che le sole sue forze sono da tanto per far tutto questo senza di me.

10,9:I miei cortigiani non son eglino tutti regi? Cosi (ne inferiva l'Assiro superbo) io sono re de' regi.
Non è egli stato di Calano come di Charcami o ec. Egli vuol dire, che nissuna città del mondo è stata assai potente per salvarsi dal suo potere. Io ho soggettata Calano, e Charcami, e Arphad, ed Emath colle loro provincie. Calano, altrimenti Calanne, città antichissima, edificata da Nemrod poco dopo il diluvio. Vedi Gen. X. 10, Credesi, che sia la famosa Cresifonte sul fiume Eufrate. Charcami, altrimenti Charchemisia e Cercusio, era sull'Eufrate. Emath, la città di Emesa sopra l'Oronte. Arphad, altrimenti Raphane, è rammentata Jerem. XLIX. 23. Era non molto lungi da Damasco.

10,10:Allo stesso modo, che la mia mano ha occupato ec. L'empio re dirà e si vanterà di poter vincere il Dio stesso de' Giudei, il vero Dio, come ha vinto i regni, che aveano per protettore questo o quell'idolo. Vedi il discorso di Rabsace 4. Reg. XVIII. 32. 33. 34. Supponeva ancora quest'empio, che si adorassero idoli in Gerusalemme come si adoravano in Sanaria e presso tutte le altre nazioni.

10,12:Ma quando il Signore avrà compiute ec. Gli Assiri, Theglathphalasar, Salmanasar, Sennacherib faranno contro Gerusalemme tutto quello, che Dio vuol, che sia fatto per umiliarla: ma quando Dio di questa verga si sarà servito a gastigare il popol suo, allora saprà ben egli punire l'arrogante empietà de' medesimi Assiri.

10,14:E la possanza de' popoli ec. Fu tanto facile a me il domare regni possenti, o quanto è ad un villano il prendere una covata d'uccelli già nati, ovvero le loro ova abbandonate dalla timida loro madre.

10,15:Si glorierà ella la scure ec.? Che può egli l'uomo colle sole sue forze? Anzi che è egli l'uomo di per se stesso se non un mero niente? E se Dio di lui si serve per operar qualche cosa, non sarà ella una stolida e in sensata superbia, che lo strumento, il quale da sè non potea far cosa alcuna, si vanti di quello, che ha fatto il Signore? E avea egli forse Dio necessità di valersi di tale istrumento? Non poteva egli,per esempio, in cambio di gastigare il suo popolo per mano degli Assiri, gastigarlo e affliggerlo per mano di calabroni o di altri insetti, dei quali fece uso a sterminare altri popoli? Vedi Jos. XIV. 12.

10,16:Manderà la macilenza a' suoi grassi (querrieri): ec. Parla dell'esercito di Sennacherib e de' suoi grassi, cioè forti campioni; e gli Ebrei dicono, che i cento ottanta cinque mila soldati di quell'esercito, percossi dall'Angelo, furono arsi da un fuoco interiore, che lasciò intatte le loro vesti. Vedi s. Girolamo. Questa tradizione dà lume a questo luogo.

10,17-18:E la luce d'Israele sarà con quel fuoco, ec. Luce d'Israele e Santo d'Israele egli è Dio, il quale pei buoni è luce e bontà, pei cattivi poi è fuoco divoratore. E questo fuoco consumerà in un sol giorno le spine e gli sterpi, vale a dire la turba de' semplici soldati, e consumerà la gloria di questa selva e di questo Carmelo, vale a dire gl'illustri capitani e uffiziali di questo esercito li consumerà in anima e in corpo; ed egli, lo stesso Sennacherib, se ne fuggirà quasi solo e pien di terrore al suo paese. Dove seguendo la Volgata e l'Ebreo abbiam tra dotto dall'anima fino al corpo, si potrebbe tradurre totalmente; ma ho amato meglio di ritenere la stessa frase dell'originale, potendosi indicare con essa il doppio incendio e la doppia morte, temporale ed eterna, di que gl'infelici. È paragonata qui la moltitudine condotta da Sennacherib sotto Gerusalemme a una gran selva, e particolarmente a una selva del bello, e fertile, amenissimo Carmelo, per significare la bellezza di quell'esercito e la ricchezza delle sue armi e la dovizia, che regnava nel campo.

10,19:Un fanciullo faranne registro. Gli Ebrei dicono, che non rimasero di tutto quell'esercito se non dieci uomini, onde sulle dita potea contarli un fanciullo.

10,20:Gli avanzi d'Israele, e quelli ec. Per Israele e per la casa di Giacobbe s'intende il popolo delle due tribù di Giuda e di Beniamin, e un numero forse non piccolo di quelli delle dieci tribù, che poteron salvarsi dalle precedenti desolazioni e si rifugiarono nel regno di Ezechia. Tutti questi, dice il Profeta, impareranno a non fidarsi di tali protettori, da' quali sono stati sì crudelmente straziati, e a non ricorrere ad aiuti stranieri, ma a confidare veracemente nel santo d'Israele. Otto anni prima della venuta di Sennacherib, presa Samaria, gl'Israeliti erano stati menati schiavi di là dall'Eufrate, e da quel tempo in poi non si usò più di far distinzione tra questi due nomi, Israele e Giuda, i quali furono adoperati a significare il popolo delle due tribù. Isaia parlando in tal guisa veniva a profetare la cattività delle dieci tribù; de' tempi posteriori a questo grande avvenimento egli discorre profeticamente.

10,21:Gli avanzi, gli avanzi di Giacobbe, ec. Allude al nome del figliuolo Sear Jasub. Gli Ebrei avanzati alle precedenti calamità si convertiranno al Signore sotto il regno di Ezechia; e lo stesso avverrà a' tempi di Cristo. Il piccolo popolo salvato dalle mani de' nemici a' tempi di Ezechia era figura del piccol numero de' Giudei, i quali nella generale miscredenza e riprovazione dello stesso popolo crederanno in Cristo e otterranno salute, come si è detto Hebr. IX. 27. Quanto ad Ezechia, ecco come di lui si parla 4. Reg. XVIII. 1. 2. ec.: Egli fece quello, che era ben fatto nel cospetto del Signore, imitando in tutto Davidde suo padre. Egli rovinò i luoghi eccelsi, e spezzò le statue, e atterrò i boschetti, e fece in pezzi il serpente di bronzo, perch èfino a quel tempo i figliuoli d'Israele gli bruciavano incensi, ed ei chiamollo Nohestan. Egli sua speranza ripose nel Signore Dio d'Israele; per la qual cosa nissuno fu simile a lui di tutti i re di Giuda, che venner dipoi, e nemmeno dei precedenti. E stette unito al Signore e non si dilungò da lui ec. E da tutto il capo XXX. del libro secondo de' Paralipomeni si vede come tutto il popolo sotto di questo ottimo re si diede a servire il Signore.

10,22:Quando il popol tuo, o Israele, fosse ec. Se il popolo fosse anche sì numeroso come lo sono i granelli di arena sul lido del mare, io dico, che sarà ridotto a piccol numero, e che solamente gli avanzi si convertiranno al Signore. Dio avea promesso ad Abramo, che i suoi posteri agguaglierebbono colla loro moltitudine le arene del mare, e così fu veramente sotto Davidde e sotto Salomone. Nei tempi poi di Ezechia era grandemente diminuito il numero della gente anche delle due tribù per le passate calamità, e gli avanzi si convertirono. Alla venuta poi del Messia, quando la nazione era di nuovo grandemente moltiplicata di tanta moltitudine di Ebrei, uno scarso numero riconobbe il suo Messia, rimanendo tutti gli altri nella lor cecità, ribelli a Dio e al suo Cristo.
La consumazione e l'accorciamento ridonderà di giustizia. Ho voluto tenermi secondo il mio solito il piu dappresso, che fosse possibile, alla lettera dell'originale e della nostra Volgata. La consumazione e l'accorciamento sono gli Ebrei consunti (per così dire) dalle precedenti miserie, e ridotti a piccol numero: questi dice il Profeta, che saranno ricolmi di giustizia, cioè di santità e purità di vita. Così di quegli Ebrei, che si convertirono a Cristo, molto più si può dire, che la loro santità fu non solo grande, ma esuberante e ammirabile, come ognun può vedere da quello, che negli Atti si legge intorno alla prima Chiesa di Gerusalemme, e da quello, che di altre Chiese si trova scritto nelle lettere di Paolo. Questo Apostolo citando questo luogo nella Pistola a' Romani capo IX. lo riferì secondo la versione de' LXX. Vedi quello che ivi si è detto.

10,23:Consumazione ed accorciamento farà ec. Il Signore in tutta la terra de' Giudei ridurrà a sì scarso numero il popolo, ch'ei parrà non altro che un residuo di gran rovina e consunzione, e un accorciamento di quel vasto corpo stranamente diminuito e impiccolito.

10,24:Egli ti batterà con verga, e alzerà ec. L'Assiro ti farà piccol male sol di passaggio, e ti minaccerà col suo bastone quando tornerà dall'Egitto. Così fu, perchè Sennacherib mandò Rabsace da Lachis a fare grandi minacce a Ezechia 4. Reg. XVIII. 17. Indi egli passò a Lobna, dove avendo saputo, che Tharaca re dell'Etiopia veniva contro di lui, prima di andargli incontro spedì una nuova ambasciata a Ezechia più superba e minaccevole della prima. Vedi 4. Reg. XIX. 8. 9.

10,25:Tra un pochetto, in breve, lo sdegno ec. Questa profezia fu scritta, come si è detto, nel principio del regno di Achaz; ma il Profeta parla ad Ezechia intorno al fatto delle minacce di Sennacherib, che fu circa venti otto anni dopo, e gli dice, che non si dia pena per tutto quello, che dice l'Assiro; perocchè di lì a poco Dio a vrebbe punito l'empietà e la superbia di quella gente, essendo già arrivata al suo colmo l'ira sua per le loro scelleratezze. In fatti poco dopo quelle minacce l'esercito di Sennacherib in una notte fu sterminato, e il re fuggitivo tornato al suo paese fu ucciso da' propri figliuoli. Il relativo eorum si riporta certamente agli Assiri, e il cambiamento dal numero singolare al plurale, e viceversa, è frequente ne' libri santi.

10,26:Il Signore... alzerà sopra l'Assiro un flagello ec. Come l'Assiro ha alzato il bastone contro Gerusalemme, cosi il Signore alzerà contro di lui un flagello simile a quello, con cui fece perire i Madianiti vicino al masso di Oreb: e come alzò la sua verga sopra il mare, e fece, che si rovesciasser le acque sopra gli Egiziani, così Dio alzerà la sua verga contro Sennacherib sulla strada d'Egitto. Si vede qui, che la strage dell'esercito Assiro fu in luogo un po' lontano da Gerusalemme. La strage miracolosa di questo esercito è paragonata alla strage de' Madianiti e del loro re, che fu ucciso al masso di Oreb da Gedeone, è paragonata, dico, perchè anche la strage de' Madianiti fu prodigiosa, essendo avvenuta pel repentino spavento, che Dio messe negli animi de' Madianiti; così pure miracolosa fu la strage degli Egiziani al mare rosso. La verga di Mosè è qui detta verga di Dio, come quella, di cui Dio si valse ad operare tanti miracoli per mano di Mosè.

10,27:E' il giogo marcirà a cagione dell'olio. S. Girolamo per quest'olio intende la divina misericordia, la quale torrà il giogo degli Assiri dal collo del suo popolo, e farà marcire lo stesso giogo, perchè non possa essere mai più messo sul collo del medesimo popolo. Possiam tenerci a questa interpretazione, perchè non veggo tralle molte cose, che qui si dicono dagl' Interpreti, nulla, che meglio quadri a questa espressione del Profeta. Notisi come la liberazione degli Ebrei dal giogo degli Assiri figurava la liberazione del nuovo popolo dal giogo del demonio e del peccato per effetto de' meriti e della carità di Cristo.

10,28:Giungerà ad Aiath, ec. Descrive il Profeta il viaggio, che farà Sennacherib incamminandosi verso Gerusalemme. Aiath forse è Hai. Vedi Jos. VII. 2. 3. ec. Magron era vicina a Galbaa, 1. Reg. XIV. 2. Machmas era in vicinanza di Hai, di Gabaa e di Bethel, 1. Reg. XIII. 5.

10,29:Passeranno di corsa; ec. Il Profeta vede gli Assiri, che corrono verso Gerusalemme e dicono, che accelerano il passo, perchè vogliono andare quel di a posarsi a Galba, che è l'istessa che Gabaa e Gabaath. Rama, che è qui nominata, era quella, che si trovava presso Gabaa, dodici o tredici miglia lontano da Gerusalemme dalla parte di settentrione. Dice Gabaa di Saulle, perchè ivi Saulle dimorava.

10,30:Alza le strida, o figlia di Gallim: ec. Non si sa dove positivamente fosse questa città, il cui nome non si trova altrove rammentato, ma dovea esser non lungi da Laisa, o sia Lais, e da Anathoth.

10,31-32:Medemena ha fatta trasmigrazione: ec. Gli abi tanti di Medemema sono fuggiti altrove. Non si sa la vera posizione di questa città, come neppure di Gabim, agli abitanti di cui dice il Profeta, che si faccian coraggio, perchè Sennacherib passerà solamente nelle lor vicinanze, e non si fermerà, perchè gli resta ancora tanto di giorno da poter giungere a Nobe, città sacerdotale vicina assai a Gerusalemme, la quale indi poteva vedersi. Di lì Sennacherib scuoterà la sua mano contro la stessa Gerusalemme minacciandole l'ultimo eccidio.

10,33-34:Spezzerà con terrore il vaso di terra. Il Signore distruggera la potenza del re Assiro colla stessa facilità, con cui un uomo spezza e mette in bricioli un vaso di terra cotta; e ciò farà Dio con terribile e non più udito flagello. E le piante eccelse saranno troncate, ec. Paragona nuovamente l'armata di Sennacherib a una gran selva, e i suoi capitani e i campioni illustri alle altissime piante, che saranno troncate e gettate per terra come la folta macchia; sarà atterrata, vale a dire la turba dei soldati, e il Libano co' suoi alti cedri cadrà, vale a dire i principi, i condottieri illustri anderanno in perdizione come tutta la moltitudine. Pel Libano e i cedri del Libano può intendersi l'imperio degli Assiri co' suoi principi, del quale imperio si predica dal Profeta la fine.