Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Isaia 49


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Cristo condottieri delle genti, e de' Giudei, che acquisteranno la salute. Felicità dei credenti. Consola Sionne, che si duole di essere abbandonata da Dio: ella sarà gloriosa per tutta la terra, perche tutte a lei correranno, e i suoi nemici saranno distrutti.

1Udite, o isole, e voi rimote genti porgete le orecchie dall'utero della madre il Signor mi chiamò, e del nome mio si ricordò quand'io era nel seno di lei.2E fece mia bocca quasi tagliente spada: sotto l'ombra della sua mano mi custodì, e di me fece quasi tersa saetta: nel suo turcasso mi tenne ascosa.3E a me disse: Servo mio se' tu, o Israele: in te io mi glorierò.4Ed io dissi: Senza prò mi son' io affaticato, senza motivo, e indarno ho consunte le forze mie: il Signore per tanto farà giudizio per me, e la mercede dell'opera mia nel mio Dio è riposta.5E adesso il Signore, che fin dal concepimento formommi suo servo, mi dice, ch'io a lui riconduca Giacobbe, ma Israele non si riunirà: ed io sono stato glorificato dinanzi agli occhi del Signore, e il mio Dio è stato la mia fortezza;6Perocché egli ha detto: Piccola cosa ell'è, che tu mi presti servigio a risuscitare le tribù di Giacobbe, e a convertire la feccia d'Israele. Ecco, che io ti ho costituito luce alle genti, affinchè tu sia la salute data da me fino agli ultimi confini del mondo.7Queste cose dice il Signore, il Redentore, e il Santo d'Israele all'anima avvilita, alla nazione detestata, a colui, che è schiavo de' principi: I re, e i principi al vederti si alzeranno, e ti adoreranno a cagion del Signore, per chè egli è fedele, e a cagion del Santo d'Israele, che ti ha eletto.8Queste cose dice il Signore: Ti esaudii nel tempo accettevole, e nel giorno di salute ti porsi soccorso; e ti custodii, e in te fermai l'alleanza del popol (mio), affinchè tu ristori la terra, e entri in possesso delle dissipate eredità:9Affinchè tu dicessi a que', che sono in catene: Uscite fuori: e a que' che son nelle tenebre: Venite a veder la luce. Nelle vie avranno da pascere, e in tutti i piani sarà per essi pastura.10Non patiranno fame, né sete, né l'ardore del sole gli offenderà, perchè colui, che fa con essi misericordia, li guiderà, e gli abbevererà alle fontane di acqua.11E ridurrò ad agevole strada tutte le mie montagne, e i miei sentieri saranno appianati.12Ecco, che questi vengono da rimoto paese, ed ecco quegli dall'Aquilone, e dal mare, e questi dal Mezzogiorno.13Cantate, o cieli, ed esulta, o terra, risuonate di cantici, o monti; perocché il Signore ha consolato il popol suo, ed avrà misericordia de' suoi poverelli.14E Sionne avea detto: Il Signore mi ha abbandonata, e il Signore si è scordato di me.15Può ella scordarsi una donna del suo bambino, sicché compassione non abbia del figliuolo delle sue viscere? e se questa potesse dimenticarsene, non saprei io però scordarmi di te.16Ecco, che io ti ho impressa nelle mie mani: e le tue mura mi sono sempre davanti agli occhi.17Vengono que', che deon rifabbricarti, e que', che ti distruggevano, e ti smantellavano, se n'anderanno via da te.18Alza all'intorno gli occhi tuoi, e mira: tutti questi si son raunati per venire a te. Vivo io, dice il Signore, tutti questi saranno il manto, di cui tu sarai rivestita, e te ne abbiglierai come sposa.19Perocché i tuoi deserti, e le tue solitudini, e la terra coperta di tue rovine sarann' angusti adesso alla folla degli abitatori, e saran discacciati lontan da te que', che ti divoravano.20A te ancor diranno all'orecchia i figli di tua sterilita: Io sono in istrettezze, dammi spazio dove abitare.21E tu dirai in cuor tuo: Chi è, che questi a me generò? io sterile, che non partoriva, e spatriata, e ridotta in ischiavitù; e questi chi gli ha educati? io destituta, e sola: e questi dov'erano?22Queste cose dice il Signore Dio: Ecco, che io verso le genti stenderò la mia mano, e alzerò a' popoli il mio vessillo. E porteranno sulle loro braccia i tuoi figliuoli, e sui loro omeri le tue figlie.23E tuoi nutricatori saranno i re, e tue nutrici le regine: colla faccia per terra ti adoreranno, e baceranno la polvere de' tuoi piedi. E conoscerai, che io sono il Signore, e che non saran confusi coloro, che mi aspettano.24Si potrà egli togliere ad un campione la preda? o potrà salvarsi quello, che è portato via da un uomo forte?25Or questo dice il Signore: Eppure saran ritolti al campione i suoi prigionieri: e sarà salvato quel, che era stato portato via dall'uom forte. Quelli poi, che te giudicarono, io li giudicherò, e salverò ì tuoi figli.26E i tuoi nemici ciberò delle proprie lor carni, e come di vino s'inebrieranno del proprio lor sangue: e tutti conosceranno, che il Signore son io, che ti salvo, e il forte Dio di Giacobbe, e tuo Redentore.

Note:

49,1:Udite, o isole, e voi rimote genti ec. Si è già veduto, come per le isole sono intese più volte in questo libro le nazioni. Si passa in questo capitolo apertamente dall'ombra alla verità, da Ciro a Cristo, dalla Sinagoga alla chiesa grande delle nazioni, e s' introduce il vero Salvatore degli uomini, il quale a tutti annunzia la sua missione, e il fine di essa che è di riunire tutte le genti nella fede e nel culto del vero Dio.
Dall'utero della madre il Signor mi chiamò, ec. Predice il comandamento fatto dall'Angelo alla Vergine riguardo al Figliuolo, che di lei dovea nascere: Lo chiamerai col nome di Gesù, Matt. I. 21. Dio adunque fin d'allora dichiarò, che il Cristo sarebbe il Salvatore del genere umano.

49,2:E fece mia bocca quasi tagliente spada. Questo condottiere di salute viene colla spada dello spirito, che è la parola di Dio, a sterminare i vizi, a dar morte al peccato, e a far sì, che la carne morta al peccato viva a Dio. Di questa spada parlava l'Apostolo quando disse: Viva è la parola di Dio, ed attiva, e più affilata di qualunque spada a due tagli, e che s'interna fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture eziandio, e delle midolle, e che discerne ancora i pensieri e le in tenzioni del cuore. Heb. IV. 12. Vedi quello, che si è detto in questo luogo. E similmente nell'Apocalisse, vide Giovanni dalla bocca di Cristo uscire una spada a due tagli, Apocal. 1. 16. Sotto l'ombra della sua mano mi custodì. All'ombra di sua protezione fui difeso e protetto, affinchè la infermità della carne fosse sostenuta dalla possanza della divinità.
Quasi tersa saetta. Affinchè io potessi e davicino e da lontano combattere, mi armò non solo di spada, ma ancora di saetta; saetta, cui tiene il Signore nel suo turcasso per iscagliarla dove a lui piace, saetta, che penetrò i cuori l'infinito numero d'uomini, e di nemici che erano, li cangiò in amici e servi del Signore.

49,3:Servo mio se' tu, o Israele. Si dà qui a Cristo il nome di servo, come nel capo XLII. I., ed anche il nome d'Israele, alludendo a Giacobbe, il quale meritò questo nome quando lottò coll'Angelo del Signore, il quale non potè superarlo, onde fu detto Israele, cioè forte a petto a Dio. Così Cristo meritò lo stesso nome, perchè vinse lo stesso Dio, disarmò l'ira di lui, e lo rendette propizio agli uomini. Ed egli non avendo cercato in tutta la sua vita mortale, se non la gloria del Padre, merita, che il Padre a lui dica, che egli è sua gloria.

49,4:Ed io dissi: Senza pro mi son io affaticato, ec. Il Salvatore si lamenta in questo luogo (come più volte se ne lamentò nel Vangelo) che le fatiche, i sudori suoi nel predicare, nell'istruire, nello scorrere la Giudea, sieno rimasi quasi senza frutto, riguardo alla parte massima e più considerevole della nazione, che si resta nella sua ostinata incredulità. Quindi soggiunge, che avendo egli fatto tutto quello, che potea farsi per la loro salute, il giudizio della lite, che ha con essi, il rimette al Signore, che dirà di chi sia la colpa; e il Signore giudicherà e punirà certamente tutti quelli, che rendettero inutili le sue sollecitudini e le fatiche, e il sangue stesso e la vita data per essi: frattanto non manchera a lui la mercede dell'opera sua presso il Signore.

49,5-6:Perocchè adesso il Signore ... mi dice, che io a lui riconduca Giacobbe, ec. Il Signore però mi ha mandato primariamente alle pecorelle disperse della casa d'Israele, Matt. X. 5., e queste mi ha ordinato di ricondurre a lui: ma Israele non si riunirà, non vorrà riunirsi nell'ovile adunato da me. Predizione chiarissima della volontaria cecità e incredulità, nella quale si rimarranno gli Ebrei alla venuta del Cristo. Perocchè in primo luogo gli Ebrei convengono, che del loro Messia qui si parla; in secondo luogo la nostra Volgata è perfettamente conforme all'Ebreo, e anche alle versioni di due nemici del cristianesimo, Simmaco e Teodozione. Israele adunque non si riunirà; ma io sarò glorificato dinanzi al Padre non solo co' miracoli, che farò tragli Ebrei, ma di più colla riunione delle genti; e questa gloria è a me data dal Padre, che è mia fortezza. Perocchè egli mi ha detto: la conversione delle tribù d'Israele e di questo popolo, che non è più, se non la feccia d'Israele, vale a dire l'avanzo vile di un popolo già glorioso, ma in oggi avvilito e corrotto, questa conversione, quando fosse avvenuta, sarebbe piccola cosa in paragone della gloria, che tu a me procurerai mediante la conversione di tutte le genti. A queste genti adunque sarai tu sole di giustizia, perchè io voglio che la salute tu porti a tutta quanta la terra; la salute, io dico, che viene da me, e di cui tu se' il mediatore.

49,7:Queste cose dice il Signore... all'anima avvilita, ec. Teodozione tradusse: il Signore dice a lui, che disprezza l'anima (la propria vita), che è in abbominazione al popolo, che è servo de' principi: la qual versione, come notò s. Girolamo, fa vedere, che egli intese le parole del Profeta come dette di Cristo, il quale come buon pastore diede l'anima sua per le sue pecorelle, ed è in abbominazione presso i Giudei, i quali sotto il nome di Nazarei maledicono lui e la sua chiesa tre volte il dì nelle loro sinagoghe; e fu servo dei principi, e tanto umile, che stette dinanzi ad Anna e Caifa, e fu mandato dinanzi a Pilato ed Erode per essere condannato alla croce. Fin qui s. Girolamo. Ma tenendoci alla lezione della Volgata, e dello stesso s. Girolamo, ognun vede, che in questo versetto si ha una nobile promessa del Padre fatta a Cristo e al suo mistico gregge, disprezzato, odiato e perseguitato e considerato quasi schiavo d'ogni padrone, che voglia a se soggettarlo: che veramente tale fu lo stato degli Apostoli e de' primi fede li, come può vedersi dalla descrizione, che ne fa Paolo I Cor. IV. 9. 13. Dio adunque promette a Cristo e a quel gregge, di cui egli è pastore, che verrà un giorno, in cui i re, i principi, Pilato, Anna, Caifa, Erode, i Neroni, i Deci ec. con timore e tremore compariranno dinanzi al Giudice de' vivi e de' morti, e con loro gran confusione e dispetto lo adoreranno come Re e Signore di tutti gli uomini; la qual cosa ricrescerà grandemente la gloria de' fedeli suoi servi, i quali ebber parte a' disprezzi ei alle persecuzioni, che questo Salvatore divino sofferse sopra la terra. Tutto ciò avverrà, perchè lo vuole e lo lha determinato e lo ha promesso il Signore, che è fedele nell'adempiere quel che promette, e perchè lo vuole il Santo d'Israele, che te, o Cristo, elesse all'ufficio di mediatore della nuova alleanza. Nissuno adunque dubiti dell'adempimento di tal promessa, e l'abbiano sempre presente i fedeli, affinchè ricordandosi come il momentaneo e leggero peso delle tribolazioni presenti sofferte per amor del Signore, produrrà per essi immenso peso di gloria ne' cieli, si facciano animo a patire con lui, per essere glorificati con lui.

49,8:Ti esaudii nel tempo accettevole, e nel giorno di salute ti porsi soccorso. Il tempo accettevole, il tempo di salute egli è il tempo, in cui il buon Pastore diede la propria vita per le sue pecorelle, quando sopra la croce gridò: Dio, Dio mio, perchè m'hai tu abbandonato? Allora il Padre lo esaudì e lo salvò dalla morte, facendolo risuscitare il terzo giorno, e dipoi lo fece salire al cielo, e alla sua destra lo collocò, e mandò lo Spirito santo sopra i suoi Apostoli e sopra i suoi primi fedeli: allora il Padre lo stabilì mediatore della nuova alleanza, sendo egli stato vittima di riconciliazione, che placò il Padre, e consacrò il nuovo patto tra Dio e gli uomini, nel quale la vita eterna fu promessa a' credenti, come meritata loro da Cristo col suo sacrifizio: allora fu ristorata la terra, e furon richiamati alla vita i suoi abitatori giacenti nell'ombra di morte, e le genti abbandonate da Dio, desolate e sconvolte per la orrenda depravazione de' loro costumi, mondate e santificate per grazia del Salvatore, divennero glorioso retaggio di lui, secondo la promessa del Padre.

49,9-10:Affinchè tu dicessi a que', che sono in catene: ec. Affinchè da te sieno liberati quelli, che gemono nelle catene de' loro peccati e nella schiavitù del demonio, e illumini quelli, che camminano tralle tenebre della idolatria e della empietà, onde secondo l'esortazione dell'Apostolo rigettino le opere delle tenebre, e si vestano delle armi della luce, e nella onestà camminino, come in pieno giorno.
Nelle vie avranno da pascere, ec. Ciò vuol dire, che inuovi fedeli troveranno in ogni luogo il nudrimento spirituale, pel qual nudrimento notò s. Girolamo intendersi specialmente le sante Scritture, vero pascolo delle anime fedeli. Quindi nel versetto seguente descrivesi la felicità di queste anime, alle quali nessuna cosa mancherà pel sostentamento della vita spirituale, e nissun nocumento porteranno loro le tribolazioni e le tentazioni della vita presente, perchè saranno consolate e aiutate da lui, che fa con esse misericordia, perchè le ama.

49,11:E ridurrò ad agevole strada tutte le mie montagne, ec. È molto bella la sposizione di s.Cirillo, il quale per queste montagne intese le virtù più sublimi, onde dice: la verginità, la continenza, la dilezione de' nemici, il disprezzo del mondo, il martirio, parevano cose ardue e quasi montagne inaccessibili all'uomo, ma la grazia del Salvatore ha appianate queste montagne, ed ha fatto, che la Chiesa sia ricca in ogni tempo di tali virtù.

49,12:Ecco, che questi vengono da rimoto paese, ec. Descrive il concorso de' popoli più rimoti, e da ogni parte dei mondo alla nuova Sionne, alla Chiesa di Cristo. Il mare dinota il mezzodì, come si è veduto altre volte.

49,13:Cantate, o cieli, ec. Invita i cieli, cioè gli angeli, che stanno ne' cieli, e tutta la terra a cantare le lodi del Signore, il quale ha consolato il popol suo, i fedeli del Giudaismo, ed ha avuto misericordia dei suoi poveri, vale a dire di tutto quel popolo, che verrà da tutte le parti della terra, popolo, che non avea nè la legge, nè i profeti, nè alcun bene spirituale, ma sempre abbandonato e povero vivea soggetto a' demoni, Hieron.

49,14-15:E Sionne avea detto: Il Signore mi ha abbandonata, ec. Sionne in questo luogo significa que' Giudei, i quali credettero in Cristo, ed i quali vedendo, come la massima parte della nazione si ostinava nella sua incredulità, per effetto di carità si querelano, che il Signore abbia abbandonata Sionne, e siasi dimenticato di lei; a' quali risponde Dio, che se può accadere, che una madre si scordi del suo bambino, egli pure potrà scordarsi di Sionne; e quand'anche per una durezza di cuore in comprensibile potesse quella scordarsi del parto delle sue viscere, non potrà egli scordarsi di Sionne; e se un gran numero de' suoi figliuoli rigetteranno la fede, Dio sostituirà a questi la moltitudine delle nazioni. In una parola, la Sinagoga potrà perire, ma la Chiesa, di cui ella è figura, la Chiesa, che in Sionne avrà sua cuna, la Chiesa, a cui spettano le promesse, non verrà meno. Vedi lo stesso argomento trattato divinamente da Paolo Rom. IX.

49,16:Ecco, che io ti ho impressa nelle mie mani: ec. Allude all'uso degli Orientali di portare impressa sul pu gno l'immagine di qualche cosa, che amassero. Vedi quello, che si è detto Levit. XIX. 28. Dio adunque dice, ch'ei porta nella sua mano Gerusalemme per non mai dimenticarla, ed ha sempre davanti le mura di questa santa spirituale città per custodirle.

49,17:Vengono que', che deon rifabbricarti. Allude alla ristaurazione di Gerusalemme fatta da Esdra, e da Nehemia: ma i veri ristoratori accennansi della mistica Gerusalemme, gli Apostoli delle chiese, gloria di Cristo, come li chiama l'Apostolo. L'Ebreo porta: vengono in fretta. E que', che ti distruggevano, e ti smantellavano, se ne anderanno via da te. Quelli che doveano edificarti, ma veramente ti distruggevano, gli Scribi, i dottori della legge, i Sacerdoti, i pontefici, saranno messi fuora; perocchè rigettarono la pietra angolare e fondamentale, senza di cui non può farsi edificio, che duri, e distruggendo colle storte loro interpretazioni la legge alienavano il popolo dalla verità e da Dio. Notinsi le parole del Profeta, il quale suppone, che i distruttori di Sion erano non gente straniera, ma suoi cittadini; perocchè ciò fa vedere di quale edificazione e distruzione egli parli. Certamente alla ristorazione della terrena Gerusalemme Sanaballat e Tobia Ammonite, e i nemici tutti de' Giudei, si opposero quanto poterono, ma in primo luogo essi erano tutti stranieri, e non si legge, che arrivasser mai a poter distruggere alcuna parte della fabbrica del tempio o delle mura della città, anzi da Esdra e da Nehemia apparisce, che il male che fecero fu di mandare in lungo l'opera, attraversandosi coi loro raggiri presso la corte di Persia.

49,18:Saranno il manto, di cui tu sarai rivestita, ec. Questi, che se non sono figliuoli di Abramo secondo la carne, lo sono però secondo lo spirito, questi saranno tutti il tuo glorioso ornamento, onde sarai ammirata come felice madre e regina.

49,19:I tuoi deserti, e le tue solitudini, e la terra coperta di tue rovine ec. Il senso di questo versetto egli è che tale sarà il concorso de' popoli ad unirsi alla Chiesa, che e la rovina del Giudaismo ne sarà riparata, e le solitudini de' Gentili saranno piene di figli della medesima Chiesa. E saran discacciati lontan da te que', che ti divoravano. Quei, che tentavano di divorarti, gli Ebrei increduli, e le potestà del Gentilesimo, che lungamente perseguitarono la Chiesa.

49,20:A te ancor diranno all'orecchia i figli di tua sterilità: ec. I figliuoli della sterilità sono i Gentili, riguardo a' quali la Chiesa prima della venuta di Cristo era sterile, ma dopo la morte di Cristo ne fu talmente feconda, che parve mancasse luogo dove ricoverarli. Così vari Interpreti. Ma credo più vera un'altra sposizione, secondo la quale questi figli della Chiesa sterile sono gli Apostoli e i primi fedeli convertiti dal Giudaismo, i quali erano in piccol numero, onde pareva, che fossero per essa argomento di poca fecondità: ma questi in poco tempo pro curarono a lei un immenso numero di figliuoli: e ciò particolarmente fu quando, distrutta da' Romani Gerusalemme, un numero considerevole di Cristiani di quella prima chiesa salvati miracolosamente da Dio, che li avea fatti uscire dalla infelice città, dovettero spargersi per ogni parte portando il Vangelo a' Gentili. Per la qual cosa la caduta di Gerusalemme, la quale pareva, che dovesse esser funesta alla Chiesa Cristiana, che ivi era nata e cresciuta, contribuì alla propagazione di lei: che è quello, che ammira la Chiesa stessa nel versetto che segue. Vedi Rom. XI.

49,22:E alzerò a' popoli il mio vessillo. Col cenno della mia mano chiamerò i popoli, perchè vengano a riunirsi sotto il mio vessillo: questo vessillo è la croce, dice s. Girolamo. E fu certamente cosa degna delle ammirazioni della terra e del cielo, che colla sola potenza di questa croce Cristo traesse a sè tutti i popoli del mondo. E porteranno ... i tuoi figliuoli, ec. E con grandissima sollecitudine i loro figli e figlie ancor di tenera età porteranno a te, affinchè tuoi figliuoli e tue figlie divengano, mediante la lavanda di rigenerazione.

49,23:E tuoi nutricatori saranno i re, ec. I re e le regine colle loro liberalità nutricheranno la Chiesa ed avranno un sommo rispetto e venerazione per essa, e a lei saranno obbedienti, persuasi di rendere a Cristo stesso l'onore, che rendono alla sposa di lui. Non debbo lasciar di notare sopra quelle parole: e baceranno la polvere de' tuoi piedi, che general costume de' Cristiani si fu di prostrarsi dinanzi a' Vescovi, come si vede da s. Ago stino serm. 18. De verb. Apostol. e da molti altri monumenti.

49,24-25:Si potrà egli togliere ad un campione la preda? ec. No certamente, non sarà tolta di mano ad un gigante la preda, di cui egli è in possesso, nè dalle mani di un uomo forte ciò, che egli ha rapito, e questo per comune proverbio suol dirsi. Contuttociò il Signore fa sapere, che saran tolti a un gran campione i prigionieri, ch' ei tiene in sua balìa, ed avranno vita e salute e libertà quelli, che erano stati rapiti da un forte armato, o da un lione feroce. Con queste belle figure descrivesi la vittoria di Cristo, il quale legò il forte (il demonio) e saccheggiò la sua casa, e ne trasse gli uomini menati in ischiavitù da questo terribil nemico. Vedi Matt. XII. 28.
Quelli poi, che te giudicarono, ec. Dio promette, ch' ei giudicherà, cioè punirà severamente quelli, che giudicheranno, cioè affliggeranno e perseguiteranno la Chiesa.

49,26:E i tuoi nemici ciberò delle proprie lor carni ec. Farò, che i tuoi nemici si distruggano gli uni gli altri, talmente, che nel sangue e nella strage de' loro propri fratelli sfogheranno alla fine la loro crudeltà. Nell'assedio di Gerusalemme si vide avverata puntualmente questa mi naccia, quando i miseri cittadini quasi fiere crudeli infierirono gli uni contro degli altri, empiendo di uccisioni e di sangue Gerusalemme, talmente, dice Giuseppe, che se Tito non avesse pensato a stringer l'assedio, ma si fosse tenuto spettatore tranquillo dell'atroce intestina guerra, che si facevamo tra loro i Giudei, la nazione da se stessa si annichilava. Vedi Joseph B.