Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Isaia 27


font

Gastigo di Leviathan. Correzione paterna usata dal Signore co' figliuoli d'Israele. La città forte sarà desolata. I figliuoli d'Israele tornati dall'Assiria, e dall'Egitto adoreranno il Signore in Gerusalemme.

1In quel giorno il Signore colla sua spada tagliente, e grande, e forte farà vendetta di Leviathan grosso serpente, di Leviathan serpente tortuoso, e ucciderà la balena, che sta nel mare.2In quel di si canterà (un cantico) alla vigna del vino prelibato.3Son io il Signore, che la custodisco ed io assiduamente la irrigherò: perchè ella non sia danneggiata, di notte, e di giorno la custodisco.4Non è in me iracondia: Chi mi farà una spina, e un pruno? Le anderò io contro a farle guerra? Le metterò io anche il fuoco?5O piuttosto non ratterrà ella la mia possanza, farà pace a me, a me farà pace?6Quelli, che con fervore vengono a trovar Giacobbe, faran fiorire, e pullulare Israele, e riempiranno tutta la terra di posterità.7Dio lo ha forse percosso, com'ei lo maltrattò? Od è egli stato ucciso, com'egli uccise i morti del Signore?8Con misura rimisurata farai giudizio contro di lei quand'ella sarà rigettata. Egli ha fatte col suo spirito di rigore le sue risoluzioni pel dì dell'ardore.9Per questo cosi sarà perdonata la sua iniquità alla casa di Giacobbe, e tutto il frutto è questo, che sia tolto il peccato di lei, quando (Dio) avrà ridotte tutte le pietre dell'altare come si stritolano le pietre ridotte in calcina, e aneleranno per terra i boschetti, e i templi profani.10Imperocché la città forte sarà desolata, la citta bella sarà abbandonata, e sarà lasciata vuota come un deserto: ivi pascerà il vitello, ed ivi si sdraierà, e mangerà le punte de' suoi tralci.11Le sue ricolte saranno guaste per la siccità. Verran delle donne a farla con lei da maestre. Imperocché questo popolo non è saggio; per questo colui, che lo fece, non né avrà misericordia; e colui, che lo formò, non gli perdonerà.12E in quel di il Signore farà sentire il suo flagello, dall'alveo del fiume fino al torrente di Egitto, e voi vi raunerete ad uno ad uno, o figliuoli d'Israele.13E in quel dì suonerà una gran tromba, e verranno dalla terra degli Assiri gli esuli, e que' che erano stati gettati nella terra d'Egitto, e adoreranno il Signore sul monte santo di Gerusalemme.

Note:

27,1:In quel giorno il Signore colla sua spada ....farà vendetta di Leviathan ec. Leviathan è la balena, come si è veduto nel libro di Giobbe; ma con questo nome secondo il comun sentimento degl'Interpreti è qui indicato il demonio, il quale nel mare di questo mondo si aggira per divorare tutti quelli che incontra. La spada onde Dio si servirà a far vendetta di questo superbo tiranno, ella è la sua stessa potenza, non avendo Dio bisogno d'altr'arme per conquidere i suoi nemici, sopra de' quali riporterà egli piena e perfetta vittoria nell'ultimo giorno. Robusto serpente. Dando a Leviathan il titolo di serpente, allude all'antico serpente e a quello, che egli fece nel paradiso terrestre a ruina de' nostri progenitori. In vece di robusto alcuni traducono lungo, altri in altre maniere. Ho seguita la interpretazione di Teodoreto. Serpente tortuoso: Egli merita questo titolo sì perchè, come notò s. Girolamo, nulla ha nell'animo suo, che sia retto, e non può nè amare nè volere alcuna cosa, che buona sia ed onesta; in secondo luogo, perchè è pieno di frodi e d'insidie e di menzogne per tradire chi si fida di lui.
E ucciderà la balena, ec. Ucciderà il Leviathan rilegandolo nell'inferno, dove quei, che vi cadono, muoiono sempre senza che mai finiscano di soffrire.

27,2-3:Si canterà (un cantico) alla vigna del vino prelibato. Notisi, che il relativo ei riguarda la vigna, essendo femminino, come apparisce dall'originale, il quale può tradursi: cantate (un cantico) alla vigna del vino rosso: vale a dire lodatela, perchè ella ha prodotto ottimo vino al Signore, vino tale, quale egli il bramava. Questa vigna è la Chiesa, la quale è celebrata perchè ha prodotte non lambrusche (come della Sinagoga è detto cap. V.), ma ottime uve e vino prelibato. Io, dice il Signore, sono il suo custode, e io assiduamente la irrigherò: l'avverbio repente corrisponde a una parola Ebrea, che può tradursi repentinamente e assiduamente, ovvero a ogni momento. Questa vigna io l'abbevero, io la irrigo assiduamente, e dì e notte la custodisco, perchè da' ladri non sia offesa. Tutto questo esprime la sempre liberale e sempre vegliante providenza di Dio verso della sua Chiesa.

27,4:Non è in me iracondia: ec. Chi potrà farmi duro e crudele contro la mia stessa natura, quando è propria di me la misericordia e la bontà? Io non sarò spina nè pruno per nuocere alla mia Chiesa, non le farò guerra, non la darò alle fiamme, come feci a Gerusalemme e alla Sinagoga.

27,5:O piuttosto non ratterrà ella la mia possanza, ec. E non sarà ella anzi la eletta mia vigna quella, che ratterrà il braccio di mia giustizia, quando i peccati degli uomini meriteranno la più severa vendetta? Non sarà ella, che colle sue preghiere mi placherà? Con quella repetizione: farà pace a me, a me farà pace, si dimostra come Dio è sempre di per se inclinatissimo a perdonare e a placarsi.

27,6:Quelli, che con fervore vengono ec. Parla della fondazione della nuova Chiesa, di cui saranno fondamento gli Apostoli, i quali con gran fervore di spirito mandati da Cristo a predicare la fede primamente a' Giudei, faranno rifiorire e germogliare Israele, cioè quella porzione dei Giudei, la quale arricchita della nuova grazia di Cristo risplenderà per religione e santità, ed eglino ancora di veri Israeliti secondo lo spirito riempieranno tutta la terra, generando di ogni nazione spirituali figliuoli a Cristo.

27,7:Dio lo ha forse percosso, com'ei lo maltrattò? ec. Ha egli Dio flagellato Israele, gl'increduli Giudei, a proporzione di quello ch'ei fecer patire a Cristo e a' suoi Apostoli e a tutti i fedeli? Ha egli Dio abbandonato alla spada e alla morte l'Ebreo pervicace nella stessa guisa, che questo uccise tanti servi del Signore? No certamente: Dio aspettò ancora per assai lungo tratto di tempo il ravvedimento del medesimo popolo. Dopo aver parlato nel versetto precedente della gloria di Giacobbe fedele, par la adesso di quello, che Dio farà contro la massima parte della nazione rimasa nella sua ostinata incredulità.

27,8:Con misura rimisurata farai giudizio contro di lei ec. Contro di lei, cioè contro la vigna già tua, contro la Sinagoga, farai giudizio esatto, con misura rimisurata per accertare la proporzione della pena col suo delitto. Ciò tu farai quando dopo avere aspettata la sua conversione la abbandonerai, quasi donna ripudiata dal suo marito.
Ha fatte col suo spirito ec. Dio ha già risoluto quello, che secondo il giusto rigore di sua giustizia vuol fare di questa vigna infedele nel giorno, in cui il fuoco di sua indignazione si accenderà.

27,9:Per questo cosi sarà perdonata la sua iniquità alla casa di Giacobbe, ec. Torna a parlare degli avanzi de' Giudei, i quali abbracceranno la fede. Questi, pentiti de' loro peccati, otterranno misericordia e perdono quando (dopo che Dio avrà ridotto in polvere l'altare e il Tempio di Gerusalemme) anderanno per terra alla predicazione degli Apostoli anche i boschetti e gli adoratori profani del gentilesimo. Accenna il Profeta come la distruzione del Tempio sotto Tito, e la rovina de' templi de' gentili e de' boschetti consacrati al culto delle immonde deità, ambedue questi avvenimenti avranno per frutto, che molti de' Giudei si convertano a Cristo e conseguiscano la remissione de' peccati; vedranno i Giudei nella rovina del miracoloso lor Tempio l'avveramento della recente profezia di Cristo, il quale disse, che di quel superbo edifizio non resterebbe pietra sopra pietra, Matt. XXIV.2. Vedranno nell'ardore, con cui abbracceranno la fede i gentili, l'avveramento di quelle parole dello stesso Cristo: Quand'io sarò alzato da terra, trarrò a me tutte le cose, Joan. XII. 32., e la grazia di lui penetrando i loro cuori, crederanno in lui e saranno lavati e mondati dalle loro colpe.

27,10:Imperocchè la città forte sarà desolata, ec. Gerusalemme, quella città sì forte e sì bella, sarà desolata dai Romani, ridotta in un orrido deserto, dove non passeggeranno gli uomini, ma le bestie vi anderanno a paseer l'erba e brucheranno le punte de' tralci di questa vigna infelice. E ciò servirà per non pochi Ebrei di stimolo ad abbracciare la penitenza e la fede.

27,11:Le sue ricolte saranno guaste per la siccità. Verran delle donne ec. Gerusalemme patirà in quel tempo la ca restia e la siccità, e si troverà talmente sprovveduta di uomini prudenti e di buon consiglio, che vi faranno da maestre le donne; perocchè il suo popolo è stolto, vale a dire perverso: per questo Dio, che lo fece e lo formò, non ne avrà pietà, e non lo esenterà da' gastighi, che ha meritati.

27,12:Dall'alveo del fiume fino al torrente di Egitto, ec. Il fiume è l'Eufrate, come si è veduto più volte; il torrente d'Egitto è un ramo del Nilo; e tra questi due termini era compresa la terra di Chanaan. Dice adunque, che Dio farà sentire in quel tempo il suo flagello a tutta la Giudea, la quale insieme colla sua città reale,Gerusalemme, sarà desolata dall'esercito Romano.
E voi vi raunerete ad uno ad uno, o figliuoli d'Israele. E allora, voi, o Giudei, non a schiere, ma a uno a uno sarete raunati e riuniti a Cristo e alla sua Chiesa. Questa sposizione lega con quello che segue.

27,13:Suonerà una gran tromba, e verranno ec. Allora il suono della predicazione del Vangelo si farà udire per tutta la terra, e molti de' figliuoli d'Israele condotti prigionieri da Salmanasar e da Nabuchodonosor nell'Assiria e a Babilonia, e molti di quelli, i quali la desolazione della loro patria avea cacciati in Egitto, verranno al monte di Sion e alla nuova Gerusalemme, cioè alla Chiesa di Cristo, nella quale adoreranno il Signore in ispirito e verità. Sotto l'immagine del ritorno (tanto gradito agli Ebrei) dalla cattività di Babilonia e dell'Egitto, descrive il Profeta una miglior redenzione, a cui avranno parte gli Ebrei, che si convertiranno a Cristo dopo la ruina di Gerusalemme e della Giudea, e lo adoreranno come vero Dio e principio di lor salute.