Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Isaia 5


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Colla figura della vigna sterile il Profeta predice la condannazione, e l'abbandonamento de1 Giudei, de' quali sono descritte le iniquità. I superbi saranno umiliati, e Dio sarà esaltato. Felicità de' giusti. Bandiera alzata da Dio alle nazioni contro i Giudei.

1Canterò al mio diletto la canzone di lui, che è mio parente, sopra la sua vigna. Il mio diletto ha una vigna in colle ubertoso.2E le fece sua siepe, e la sgombrò dalle pietre, e la pianto ai eletti vitigni, ed edificò in mezzo a lei una torre, e vi alzò uno strettoio, e aspettò, che facesse delle uve, e fece delle lambrusche.3Or adunque voi abitatori di Gerusalemme, e voi uomini di Giuda, giudicate tra me, e la mia vigna.4Che è quello, ch'io far dovessi per la mia vigna, e fatto noll'abbia? Forse perchè ho aspettato, che facesse delle uve, ed ella ha fatto delle lambrusche?5Ed ora io vi spiegherò quel, che sono per fare alla mia vigna; toglierò via la sua siepe, ed ella sarà devastata; getterò a terra la sua macia, ed ella sarà conculcata.6E la renderò deserta, e non sarà potata, né sarchiata, e vi cresceranno sterpi, e spine, e comanderò alle nuvole, che non piovano stilla sopra di lei.7Imperocché la vigna del Signore degli eserciti, ella è la casa d'Israele; se gli uomini di Giuda (sono) piantagione diletta di lui; ed aspettai, che facesse giudizio, ed eccoti l'iniquità, e (aspettai) la giustizia, ed ecco le strida.8Guai a voi, che aggiungete casa a casa, e podere a podere, finché luogo rimanga: abiterete forse voi soli in mezzo alla terra?9Queste cose io ascolto, dice il Signor degli eserciti: In verità molte case e grandi, e belle saran deserte, e senza abitatore.10Imperocché dieci jugeri di vigna renderanno un fiasco, e trenta moggia di sementa renderanno tre moggia.11Guai a voi, che vi alzate di buon mattino a ubbriacarvi, e a sbevazzare fino alla sera, onde andate a fuoco pel vino.12Cetra, e lira, e timpano, e tromba, e vino ne' vostri conviti; né all'opera di Dio date uno sguardo, né considerate le opere delle sue mani.13Per questo il popol mio è stato condotto in ischiavitù, perchè non ha avuta intelligenza, e i suoi nobili sono morti di fame, e la sua moltitudine arse di sete.14Per questo l'inferno ha dilatato il suo seno, ed ha aperta la bocca sua smisurata, e vi cadranno i loro campioni, e il popolo, e gli uomini eminenti, e gloriosi.15E sarà incurvato il plebeo, e il grande umiliato; e saran depressi gli occhi de' magnati.16E il Signore degli eserciti sarà esaltato nel (suo) giudizio, e il Dio santo sarà riconosciuto per santo nel far giustizia.17E pascoleranno gli agnelli secondo il lor uso, e de' terreni deserti ridotti a fertilità viveranno gli stranieri.18Guai a voi, che tirate l'iniquità colle funi della vanità, e il peccato come il carro colla fune (si tira).19I quali dite: Si affretti, e venga presto quel, ch'ei vuol fare, affinchè veggiamo; e si avvicini, e venga la risoluzione del Santo d'Israele, e l'intenderemo.20Guai a voi, che dite il male bene, e il bene male, e date per buio la luce, e per luce le tenebre, e l'amaro date per dolce, e il dolce per amaro.21Guai a voi, che siete saggi negli occhi vostri, e nel cospetto vostro prudenti.22Guai a voi, che siete valorosi a ber vino, e uomini forti a mescere liquori inebrianti,23Voi, che per donativi assolvete l'empio, e il giusto spogliate di sua giustizia.24Per questo come la lingua del fuoco divora le stoppie, e il calor della fiamma le abbrucia, cosi la loro radice sarà quasi favilla, e il loro fiore spergerassi qual polvere. Imperocché han rigettata la legge del Signore degli eserciti, ed han bestemmiata la parola del Santo d'Israele.25Per questo il furor del Signore si è acceso contro il suo popolo, e ha stesa sopra di lui la sua mano, e lo ha percosso; e i monti ne son restati commossi, e i loro cadaveri qual fango giacciono in mezzo alle piazze. Né per tutto questo il furore di lui si è acquietato, ma è estesa tuttora la mano di lui.26E alzerà bandiera alle nazioni di lontano, e col fischio chiamerà lui dall'estremità della terra, ed ecco, che egli sollecito verrà con fretta.27Non è tra di loro chi sia stanco, od infermo, né sonnacchioso, né dormiglione, non deporrà (mai) il cingolo de suoi fianchi, né scioglierà le corregge delle sue scarpe.28Le saette di lui aguzze, e tesi tutti i suoi archi. Gli zoccoli de' suoi cavalli sono qual selce, e la ruote impetuose come bufera.29Ei rugge come lione, ruggirà come un branco di giovani leoni, e fremerà, e darà di piglio alla preda, e la terrà stretta, né sarà chi gliela strappi.30E il romore di lui sarà per essi in quel giorno come fiotto di mare: guarderemo la terra, ed ecco tenebre di tribolazione, di cui la caligine oscura la luce.

Note:

5,1:Canterò al mio diletto la canzone ec. Questa canzone è nna canzone di duolo. Io (dice Isaia) voglio cantare riguardo al Cristo amato teneramente da me, la canzone stessa, cui canterà un giorno in proposito della sua vigna lo stesso Cristo, che sarà mio parente secondo la carne. L'allegoria della vigna con termini ed espressioni similissime a quelle di Isaia si legge Matth. XXI., e gli Ebrei che l'ascoltarono dalla bocca di Cristo, poterono agevolmente farne l'applicazione.
In colle ubertoso. Ovvero: In luogo sublime e grasso. Il colle è posto per significare l'altezza, ed è noto, che la vigna vien benissimo sulle colline. La Giudea poi è sempre descritta nelle Scritture come ricca di tutte le migliori derrate. Dio scelse per piantarvi la Sinagoga un paese abbondante di ogni bene.

5,2:E le fece sua siepe, ec. La siepe della vigna spirituale fu la legge data al popolo Ebreo per dividerlo e separarlo da tutte le altre nazioni, e per contenerlo nella pietà e nella vera religione; e fu ancora sua siepe la custodia di Dio e de' suoi santi Angeli. Le pietre si tolgono dalle vigne, perchè nell'estate s' infuocano, e danneggian le viti; nell'inverno poi le danneggiano col freddo, che mandano. Così Dio dalla terra, in cui piantò il popol suo, ne tolse le nazioni idolatre co' loro idoli, Psal. LXXIX. 9. Gli eletti vitigni, de' quali fu piantata questa vigna, furono i Patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Giosuè, e gli altri santi, la fede de'quali dovea dif fondersi in tutta la nazione. La torre fabbricata in mezzo alla vigna, egli è il tempio del Signore fabbricato nel mezzo della Giudea, come lo strettoio significa l'altare degli olocausti, dove spremeasi il sangue delle vittime, con me nota Origene ed altri.
E fece delle labrusche. Delle uve salvatiche, e di cattivo sapore; vi trovò Dio in cambio di frutti di fede e di buone opere, vi trovò frutti di superbia, d'ingiustizia, di libidine, di empietà.

5,3:Or adunque voi abitatori di Gerusalemme, ec. Somma è la benignità di Dio, che si rimette in certo modo al giudizio degli stessi rei e peccatori. Così anche Cristo Matth. XXI. Marc. XI. Luc. XIX.

5,4:Forse perchè ho aspettato, ec. Si sottintende ho io forse errato? Ho io forse errato in questo, perchè ho a spettato da tal vigna buon frutto, ed ho pazientato per veder questo frutto, in luogo del quale ella ha dato frutti di morte?

5,5:Toglierò via la sua siepe, ec. Le torrò la mia legge e la mia protezione, ed ella sarà devastata; getterò a terra anche la macia, che le serviva di qualche riparo; le torrò ogni esteriore difesa, e la vigna sarà conculcata dai nemici, e particolarmente da' Romani. Giuseppe Ebreo racconta, che poco prima della espugnazione di Gerusalemme la porta del tempio pesantissima da se stessa si aper e, e fu udita una voce, che disse: Partiamo di qui De bello. VII. 12.

5,6:Non sarà potata, nè sarchiata, ec. Dio abbandonerà questo popolo, non reprimerà la sua sempre crescente malvagità, non toccherà più il loro cuore, ma permetterà, ch' ei resti soffocato dalle spine e da' triboli de' loro peccati. Quanto più l'uomo resta lontano dalla disciplina, tanto è più vicino alta perdizione, dice s. Gregorio hom. XII. in Ezech. E comanderò alle nuvole, ec. La pioggia, che Dio non dà più alla ripudiata Sinagoga, ella è la ce leste dottrina, onde gli Apostoli e i Dottori son chiamati nuvole, Isai. LX. 8. Joel II. 23. Così il popolo Ebreo per giusto giudicio di Dio rimase privo delle acque salutari dell'Evangelio, che passarono a irrigare e fecondare la Chiesa delle nazioni.

5,7:E gli uomini di Giuda (sono) piantagione diletta di lui. Dio amò e beneficò singolarmente la tribù di Giuda, nella quale dopo l'apostasia delle dieci tribù rimase la vera fede, e il culto di Dio, ed il tempio; amò questa tribù specialmente per riguardo al Cristo, che da essa doveva nascere. La piccola tribù di Beniamin facen un corpo con quella di Giuda.
Ed ecco le strida. Le strida de'poveri oppressi. Ma più particolarmente (come osservò s. Girolamo) il profeta avea nelle orecchie quelle strida empie della Sinagoga contro del Cristo, quando a Pilato dicevano; Crocifiggi, crocifiggilo.

5,8-9:Guai a voi, che aggiungete casa a casa, ec. Parla contro la insaziabile cupidità de' ricchi, dalla quale aveano origine le molte ingiustizie. Costoro non hanno mai palazzi assai grandi, non pensano ad altro, che a stendere le loro tenute; e per essere al largo non hanno difficoltà di ridurre altri in istrettezza e in miseria. Ma Dio pon mente, e ascolta, e vede le liti ingiuste, le frodi, le oppressioni, colle quali questi potenti vanno avanti ne'loro acquisti. Notò il Grisostomo, che il povero non è mai tanto avido del necessario, quanto il ricco è avido del su perfluo.

5,10:Dieci inqeri di vigna renderanno ec. Come di sopra disse, che i belli e grandi palazzi rimarranno privi di abitatori; così dice adesso, che tale sarà la sterilità della terra, che da trenta iugeri di vigna potrà cavarsi un fiasco di vino, e da trenta moggia di sementa si raccoglieranno tre moggia, cioè la decima parte della sementa. Non è dubbio, che dopo la presa di Gerusalemme, la Giudea si riducesse ad un'orrida sterilità, la quale dura tuttavia in gran parte. L'iugero era la misura del terreno, che poteano arare un paio di bovi in un giorno.

5,11:Vi alzate di buon mattino a ubbriacarvi, ec. Questo è un altro de' pessimi frutti, che Diovedeva in questa sua vigna, l'intemperanza nel bere.

5,12:Nè all' opera di Dio date uno sguardo, ec. Opera di Dio son detti anche in altri luoghi i suoi gastighi. Vedi vers. 19. e cap. XXVIII. 31. Mi sembra adunque, che tale sia il vero senso di questo luogo: voi non pensate ad altro, che a bere, a stravizzare, a passare i giorni tral vino e l'allegria, e non date mai uno sguardo all'opera di Dio, al gastigo di Dio, che si va preparando, a non pensate mai a simili gastighi, alle opere simili delle mani di Dio, colle quali egli punì gli epuloni simili a voi.

5,13:È stato condotto in ischiavitù, ec. Alla maniera dei Profeti, e per mostrare la infallibil certezza della profezia, è posto il preterito in luogo del futuro.Il popol mio sarà condotto ec., perchè non ha avuto intelligenza, è divenuto cieco, servendo al ventre, alla gola e a tutte le sue passioni.

5,14-16:Per questo l'inferno ha dilatato il suo seno, ec. Dilaterà il suo seno l'inferno, per dar ricetto a sì gran turba d'empi, che vi saranno precipitati. Vi cadranno a i plebei, e i nobili, e i principi stessi del popolo, perchè tutti saranno umiliati, e puniti come meritano; e il Signore sarà lodato ed esaltato per questo suo giudizio, e per questa sua giustissima vendetta, e sarà riconosciuto per quel Dio santo, che egli è.

5,17:E pascoleranno gli agnelli ec. Gli agnelli, e gli stranieri sono i Gentili convertiti a Cristo: i deserti sono gli stessi pascoli della Chiesa, pascoli che erano destinati principalmente per gli Ebrei secondo le promesse fatte a' padri loro. Gli Ebrei abbandonarono questi pascoli, e in essi entrarono a folla i fedeli del Gentilesimo, i quali vi trovarono ogni copia di beni, e la dovizia delle grazie celesti. Questi son detti agnelli per l'innocenza e santità della vita, come dall'Apostolo Pietro pella stessa ragione son paragonati a' bambini di fresco nati.

5,18:Guai a voi, che tirate l'iniquità colle fumi della vanità. Il peccato (come notò s. Girolamo) è detto qui vanità per significare com'egli facilmente si tesse, ed è in sè cosa vana: ma quando il peccatore si è messo tralle sue ritorte, difficilissima cosa riesce lo sciogliersi. Dice adunque il Profeta: guai a voi, i quali col vostro peccare vi tirate dietro un enorme peso di iniquità, dalle quali come da tante funi siete legati in guisa da non potervi più sciogliere; onde il peccato stesso strascinate dietro di voi, come il bue tira il suo pesante gravoso carro mediante le funi colle quali è legato: A guisa di fune (di ce s. Agostino) la quale di molte corde si forma e s'ingrossa, i peccati con lunga fune si tirano in tal maniera, che crescono, e diventano come la grossa fune del carro, in Psal. LII.

5,19:Si affretti, e venga presto ec. Sono queste le parole, colle quali gli Ebrei si burlavano delle minacce del Profeta. Siamo omai infastiditi di tante riprensioni, e predizioni e malinconie, delle quali tu ci stanchi continuamente. Venga finalmente quel che ha da venire. Cosi l'empio, quando è caduto nel profondo, disprezza.

5,20-21:Guai a voi, che dite il male bene, ec. Questo va a ferire principalmente i maestri della Sinagoga, i quali colle false interpretazioni della legge favoreggiavano le passioni de' peccatori, come fu loro più volte rimproverato da Cristo; e in ciò faceano consistere la grande loro sapienza e politica, per la quale ed erano rispettati, e amati, reggendosi in tutto non secondo la legge del Signore, ma secondo le mire loro basse e carnali.

5,22:Valorosi a ber vino, ec. Questo bel vanto di bere molto, e di portare una gran dose di vino fu in credito presso varie nazioni del Gentilesimo: e volesse Dio cha non se ne fosse rinnovato giammai l'esempio presso i Cristiani.

5,23:Spogliate di sua giustizia. Trattandolo come ingiusto e come reo, quando è innocente.

5,24:Cosi la loro radice ec. Questa vigna infelice sara abbruciata fino alle ultime sue radici, e fino che tutti i suoi polloni riducansi in polvere. Così avvenne della sgraziata Gerusalemme distrutta da' Romani.

5,25:E i monti ne son restati commossi. L'eccidio di Gerusalemme sarà accompagnato da tali orrori e stragi e calamità, che i monti stessi e i massi potrebbono averne compassione e dolore. Ma è stesa tuttora la mano di lui: e Dio non finisce ancora di punir questo popolo omicida del Cristo coll'esilio dal suo paese, colla cecità ec. E la desolazione durerà sino alla fine, Dan. IX. 27.

5,26:E alzerà bandiera alle nazioni ec. A similitudine di un re, che fa inalberare lo stendardo militare, affinchè tutti i sudditi capaci di portare le armi si riuniscano presso a lui, e lo seguitino, Dio chiamerà di lontano le nazioni, perchè vengano a far sotto di lui cruda guerra a' Giudei. Col fischio chiamerà lui. S'intende o l'esercito Romano, ovvero il comandante Romano Tito. S. Cirillo e Teodoreto credono, che dicendo col fischio alluda il Profeta all'uso di que', che governano le api, i quali solevano col fischio farle uscir fuora per andare alla campagna, e col fischio ricondurle a' loro alveari sul far della notte. Nella stessa guisa sopra le navi si danno a' marinari col fischio i segni di quello che debbono fare di tempo in tempo.

5,27:Non è tra di loro chi sia stanco, ec. Descrive la robustezza, e la vigilanza di questi soldati sempre pronti a combattere e di giorno e di notte.

5,28:Gli zoccoli de' suoi cavalli ec. Notisi, che in antico i cavalli non aveano i piedi ferrati, ma si facevano indurire i loro zoccoli in varie maniere. E le ruote ec. Intende le ruote de' cocchi.

5,30:Di cui la caligine oscura la luce. La caligine, e l'orrore dell'atroce tribolazione, farà sì, che a' miseri Giudei oscura sembri e tetra la luce stessa del giorno.