Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Isaia 33


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Di quello, che avverrà a Sennacherib. I Giudei saranno liberati, e Dio sarà glorificato. Invettiva contro gl'ipocriti. Quali debbano esser quelli, che abiteranno con Dio nel cielo. Della celeste Gerusalemme, dove è lodato il Signore nostro Re, e legislatore.

1Guai a te, che saccheggi: non sarai tu pur saccheggiato? E a te, che disprezzi, non sarai tu pur disprezzato? Quando avrai finito di saccheggiare, sarai tu saccheggiato: allorché stanco finirai di disprezzare, sarai disprezzato.2Signore abbi pietà di noi; perocché te noi abbiamo aspettato: sii tu nostra fortezza al mattino, e nostra salute al tempo della tribolazione.3Alla voce dell'Angelo fuggirono i popoli; e alzandoti tu le nazioni furon disperse.4E le vostre spoglie saranno raccolte, come si raccolgono i bruci, quando di essi s'empion le fosse.5E' stato glorificato il Signore, che abita nell'alto: ha ripiena Sionne di equità, e di giustizia.6E regnerà ne' tuoi tempi la fede: la sapienza, e la scienza son sue ricchezze salutari: e il timor del Signore il suo proprio tesoro.7Ecco che que' di fuori in veggendo alzeranno le strida, i nunzj di pace piangeranno amaramente.8Le strade sono deserte, nissuno più passa pe' sentieri, è rotto il patto; egli a gettate a terra le città; non fa conto degli uomini.9La terra è in pianto, ed in abbattimento: il Libano è disonorato, e negletto: il Saron è cangiato in deserto: Basan, ed il Carmelo sono spogliati.10Adesso mi alzerò io, dice il Signore: adesso sarò io esaltato, adesso sarò glorificato.11Concepirete focosi disegni, il parto sarà di stoppie: il vostro spirito stesso qual fuoco vi divorerà.12E saran questi popoli come la cenere, che rimane dopo un incendio,come fascio di spine saranno arsi dal fuoco.13Udite voi, che siete lontani, le cose, che io ho fatte, e voi vicini imparate a conoscer la mia possanza.14Si sono atterriti in Sionne i peccatori, la paura è entrata addosso agl'ipocriti. Chi di voi potrà abitare con un fuoco divoratore? Chi di voi abiterà tragli ardori sempiterni?15Colui, che cammina nella giustizia, ed è verace nel suo parlare, e abborrisce gli acquisti della calunnia, e dalle sue mani rigetta ogni donativo, e le orecchie si tura, per non ascoltare il sangue, e serra i suoi occhi per non vedere il male.16Questi abiterà in luogo altissimo, la sua elevazione sarà sopra una rocca di vivo sasso: è dato a lui il suo pane, le sue acque non mancano giammai.17Gli occhi di lui vedranno il Re nella sua gloria, mireranno da lungi la terra.18Il tuo cuore ripenserà a' suoi timori: Dov' è l'uomo di lettere? Dove colui, che pesa le parole della legge? Dove il maestro de' piccoli?19Tu non vedrai un popolo senza verecondia, un popolo di linguaggio oscuro, di cui tu non possi intendere i gerghi di sua lingua, ed il quale è privo di ogni saggezza.20Volgi lo sguardo a Sionne, città dove celebrasi la nostra solennità: gli occhi tuoi vedranno Gerusalemme, mansione di dovizia, padiglione, cui non potrà farsi cambiar di sito: i suoi chiodi non saranno smossi in eterno, e nissuna' delle sue corde si romperà;21Perocché ivi solamente e magnifico il Signore nostro: il letto de' fiumi suoi sarà canale larghissimo, e spazioso: non passerà per esso nave a remi, né alcuna grande trieride lo valicherà.22Imperocché il Signore è nostro giudice, il Signore nostro legislatore, il Signore nostro Re: egli ci salverà.23Si son allentati i tuoi cordami, e non reggeranno: il tuo albero sarà in tale stato, che non potrai spiegarvi lo stendardo. Allora si stribuiranno le spoglie, e le prede copiose: gli zoppi anderanno a far bottino.24E il vicino non dirà: io son fiacco: il popolo, che ivi abiterà, sarà sciolto dalla sua iniquità.

Note:

33,1:Guai a te, che saccheggi ... e a te, che disprezzi: ec. Sennacherib avea saccheggiata molta parte della Giudea, ed era vicino a porre l'assedio a Gerusalemme: avea parlato con sommo disprezzo non solo di Ezechia e de' Giudei, ma anche del vero Dio. Minaccia a lui il Profeta, che ei sarà preda de' suoi nemici, degli stessi Giudei, e sarà disprezzato e dai Giudei e anche dalla sua stessa gente e famiglia; perocchè tornando fuggitivo e senza esercito e spogliato di tutto al proprio paese, sarà ucciso dai propri figliuoli. Convien qui osservare con s. Girolamo, che Sennacherib fu figura primieramente del demonio, a cui Cristo tolse la preda delle anime tolte al vero e legittimo loro Signore; in secondo luogo di tutti i persecutori della Chiesa di Cristo, i quali, perchè afflisser la stessa Chiesa e la disprezzarono, furono afflitti perciò da Dio con gravissime pene, e caddero nella ignominia, come dimostra la storia degl'imperadori di Roma pagana.

33,2:Te noi abbiamo aspettato. L'aiuto tuo e non degli uomini abbiamo noi desiderato e aspettato. Si tu nostra forza al mattino, cioè di buon' ora, senza ritardo, (ovvero come ha l'Ebreo) ogni mattina, cioè ogni giorno. Alcuni espongono nella prosperità; perocchè tanto (e for se più) è da temersi la superbia ne' tempi felici, come la diffidenza e la disperazione nelle calamità; onde è sempre a noi necessario l'aiuto divino.

33,3:Alla voce dell'Angelo fuggirono i popoli, ec. Le diverse nazioni, ond' era composto l'esercito di Sennacherib, furono messe in costernazione ed in fuga al rumore, che fece nel campo l'Angelo sterminatore; e alzandoti tu per far vendetta dell'empio, tutte quelle immense schiere furono in iscompiglio. Si sarebbon date a fuggire, ma non ebber tempo di farlo. È qui sempre il preterito in vece del futuro.

33,4:E le vostre spoglie ec. Le vostre spoglie saranno raccolte dai Giudei colla stessa facilità, con cui i contadini e gli ortolani raccolgono i bruci, i quali in immenso numero vengono talora a divorare le campagne e i giardini, e li seppelliscono nelle fosse, affinchè il cattivo odore di tanti insetti uccisi non corrompa l'aria. Bruco in greco vuol dir mangiatore, e nella nostra toscana favella lo stesso nome ha non molto dissimile significato. A quest'insetti sono paragonati in questo luogo gli Assiri, che aveano saccheggiata la Giudea; e in que' paesi, e anche nell'Affrica (e talora in alcuni paesi dell'Europa) si vider eserciti dei medesimi insetti, o simili, che fecero danni grandissimi. Vedi s. Agostino De civit. III. 31.

33,5-6:Ha ripiena Sionne di equità e di giustizia. Colla umiliazione di un superbo e potente nimico, il Signore ha ripiena Sionne di dimostrazioni di sua grande equità e giustizia, adempiendo la promessa fattale per Isaia, e liberandola e salvandola e ricolmandola di nuova gloria, onde ne' tuoi tempi, cioè fino a tanto, che tu sarai, o Sionne, sarà stabile la fede, la veracità e fedeltà di Dio verso di te, e la tua fede e speranza in lui, e la sapienza e la scienza di Dio, che sono le vere salutari ricchezze, e il timor del Signore, che è il proprio tesoro di Sionne e de' suoi cittadini. In tal maniera si intendono queste parole applicate all'avvenimento. di cui si parla: ma elle hanno certamente un obbietto più grande ed augusto, quale è la nuova spirituale Sionne, la quale dopo la vittoria di Cristo sopra il demonio e sopra l'inferno sarà ricolma di giustizia e di santità, e in lei saranno grandiosamente adempiute le promesse fatte ad Abramo e agli altri Patriarchi; onde apparirà manifestamente la somma fedeltà di Dio, a cui corrisponderà la fiducia della Chiesa, la quale in lui porrà ogni sua speranza, ed ella sarà felice, perchè sue ricchezze saranno il conoscere il vero Dio, e l'onorarlo e temerlo con santo filiale religioso timore.

33,7:Ecco che que' di fuori ... alzeranno le strida, ec. Descrive la costernazione de' Giudei e il pericolo sommo, in cui si trovò allora Gerusalemme. Gli abitatori della campagna vedendo le schiere di Sennacherib, che la inondavano, alzavan per ogni parte le strida. I nunzi Eliakim, Sobna e Joahe mandati a trattare di pace, tornavano colle vesti stracciate e piangendo amaramente. Vedi 4. Reg. XVIII. 17. 37. Isai. XXXVI. 22. S. Girolamo per questi Nunzi di pace intese gli Angeli posti da Dio alla custodia del tempio, i quali si afflissero grandemente vedendo il pericolo, che ei fosse profanato e distrutto da Sennacherib.

33,8:Le strade sono deserte, ec. Questa è la relazione, che fanno a Ezechia i tre suoi ambasciadori nel loro ritorno: la campagna e tutte le strade sono deserte; il nemico scorre per ogni parte; il patto è rotto; il nimico superbo ha preso l'oro e l'argento, che tu hai mandato, e non mantiene la parola, ma vuole in suo dominio Gerusalemme. Ezechia avea pagato a Sennacherib trenta talenti di oro e trecento d'argento chiesti dal nemico, ed era stato costretto a valersi non solo di tutto l'oro e l'argento del suo tesoro, ma di prendere tutto quello, che era nel tempio, e fino le lame d'oro, ond' egli stesso avea fatto vestire le porte del medesimo tempio. Vedi 4. Reg. XVIII. 14. 15. Isaia predice, che Sennacherib romperà il patto, e preso il denaro, continuerà la guerra. Ha gettate a terra le città; ec. Ha devastate e ruinate le città della Giudea; non fa conto veruno di noi, non ci crede uomini, nè ci tratta come uomini, ma come bestie da macello.

33,9:Il Libano è disonorato e negletto. Sennacherib si vanta di aver dati alle fiamme i suoi bei cedri e gli abeti, che erano l'onore di quel monte, capo XXXVII. 24.
Il Saron è cangiato in deserto: ec. Il Saron, il Basan e il Carmelo sono qui nominati come luoghi deliziosissimi e fertilissimi della Giudea; e si è già veduto come il nome di Carmelo si adopra spesso per qualunque bello e fertil paese.

33,10:Adesso mi alzerò io, ec. Adesso, che nissuna cosa può trattener più la potenza di Sennacherib, adesso, che Gerusalemme non può aver più speranza dalla parte degli uomini, adesso tocca a me a soccorrerla e a far conoscere la mia fedeltà, e a farmi gloria della bontà e carità mia nel liberarla. Così suole Dio nella maggiore vio lenza delle tentazioni, e ne' maggiori evidenti pericoli di cadere, portar soccorso alle anime afflitte e consolarle e renderle vittoriose mediante gli aiuti della sua grazia.

33,11:Concepirete focosi disegni, ec. I disegni di fuoco, i disegni di esterminio concepiti da voi saranno il vostro sterminio; perocchè da questi verranno le stoppie onde sarete voi stessi abbruciati: il vostro spirito di vendetta e di odio crudele contro il popol mio, sarà quello che vi struggerà. Il fuoco onde voi ardete contro Gerusalemme divorerà non quella città, ma voi stessi. Usa qui Dio un proverbio simile a quello: Il fabro è messo ne' ceppi fatti da lui; e a quell'altro: il tordo si partorisce il suo proprio male, perchè dello sterco di esso fanno gli uccellatori la pania per prenderlo.

33,12:Saran questi popoli come ec. Tutta questa turba di gente riunita insieme da diversi paesi si ridurrà tra poco ad essere quel che è una massa di cenere, che avanza da un incendio, che ha strutte grandissime fabbriche, od anche una intera città: costoro saranno arsi dal fuoco con quella facilità e celerità, con cui brucia un fascio di secche spine. Tanto poco a Dio costa il ridurre nel niente tutti gli sforzi della umana possanza.

33,13:Udite voi, che siete lontani, ec. Popoli rimoti, e voi, popoli confinanti colla Giudea, imparate da quello, che io farò adesso, a conoscere e temere la mia potenza: e non la temete solamente per quello che io so fare a danno de' miei nemici nel tempo presente, ma molto più per quello, che avranno essi da soffrire nella vita futura.

33,14:Si sono atterriti in Sionne i peccatori, ec. La terribile, orrenda strage fatta da me degli Assiri scuoterà i peccatori e gl' ipocriti del popol mio; perocchè io ho detto al loro cuore: il gastigo di questa turba immensa di empi è una debole immagine delle più tremende vendette, che io eserciterò un giorno sopra tutti i reprobi; e chi di voi potrà abitare con un fuoco divoratore, e cogli ardori sempiterni preparati a tutti i cattivi? Così Dio colle gravi sciagure o pubbliche o particolari, che ei manda, predica con grande zelo ed amore a tutti gli uomini, affinchè l'orrore, che hanno de' mali temporali, insegni ad essi a temere e a procurar di fuggire gli eterni.

33,15-16:Colui, che cammina nella giustizia, ec. Insegna qui la maniera di schivare gli ardori sempiterni. L'uomo che opera e vive da giusto, che è sincero e verace nelle sue parole, e abborrisce le ricchezze, che si acquistano per via di calunnie e di oppressioni, e ha nette le mani dai donativi, che inducono a favorir l'ingiustizia, e si tura le orecchie per non ascoltare le voci della carne e del sangue, ma cerca in ogni cosa di seguire il vero e il giusto e non mai la propria passione; che ha orrore di ogni peccato, e gli occhi chiude per non vederlo; ad un tal uomo non toccherà giammai a provare gli ardori eterni, perchè egli avrà abitazione in luogo altissimo, avrà ricetto in una rocca di vivo sasso, dove avrà sicuro il suo pane, e non gli mancheranno mai acque da bere. Tutto questo vuol dire che il giusto sarà sicuro sotto la protezione del Signore, come chi, in altissima rupe collocato, non può essere offeso da' dardi de' nemici, e che allo stesso giusto nulla mancherà di tutto quello, che al so stentamento della vita sia necessario, della vita, dico, e corporale e spirituale. Alcuni questa descrizione della felicità del giusto la riferiscono alla vita futura, nella quale è la perfetta liberazione da ogni male, e dove i giusti saranno satollati dell'abbondanza della casa di Dio, Psal. XXXV.

33,17:Gli occhi di lui vedranno il Re nella sua gloria. I giusti beatificati vedranno Gesù Cristo loro Re e Signore coronato di gloria e di splendore. Gli Ebrei l'intendono di Ezechia, il quale dopo la distruzione dell'esercito di Sennacherib crebbe grandemente in gloria, e fu stimato e rispettato anche dalle rimote nazioni; ma abbiamo già osservato, che Ezechia è figura di Cristo, e queste parole hanno più vero e compiuto senso quando s'intendano di Cristo esaltato dal Padre dopo le umiliazioni della passione e della croce. E certamente sarà grandissima la consolazione e il gaudio de' santi nel vedere questo loro Re (il quale combattè e vinse per essi) ammantato di gloria, sedente alla destra del Padre, il quale a lui diede un nome, che è sopra ogni nome.
Mireranno da lungi la terra. Quanto a' beati, essi vedranno da lungi, cioè dal cielo, questa terra, la quale paragonata alla enorme grandezza de' corpi celesti, e molt o più alla vastità de' cieli, è si poca cosa, che non può considerarsi se non come un punto, e resteranno stupe fatti della stoltezza degli uomini, i quali a sì misera parte di quello che Dio ha fatto per essi restringono i lor desideri e le loro speranze, e si affannano e si tormentano per essere qualche cosa e per far breve comparsa in sì piccolo e angusto teatro, per cui o non curano o si dimenticano di quella grande, solida, amplissima e stabile gloria, che averne possono lassù ne' cieli. Quanto a' giusti viventi nel mondo, queste parole si spiegano del vivo desiderio, con cui aspirano a quella terra de' vivi, che è la vera loro patria, cui mirano e salutano da lungi nella viva speranza di averne quando che sia il possesso.

33,18:Il tuo cuore ripenserà ai suoi timori: dov'è l'uomo di lettere? ec. Tu, o Sionne, ripenserai con piacere ai passati rischi, a' precedenti timori. Io per me non dubito, che anche queste parole riguardino il giusto già salvo e divenuto cittadino della celeste Sionne, il quale considera e ripensa alle tentazioni ed a' pericoli senza numero,per mezzo a' quali la divina bontà lo condusse fino al porto dell'eterna salute; e la sua gratitudine e il suo amore risveglia e nutrisce in riflettendo a quei tanti uomini riputati nel mondo per la loro letteratura, per la scienza della legge, per la sapienza nel dar consigli e nel dirigere i piccoli e gl'ignoranti, a' quali uomini non toccherà la stessa sorte di vedere il loro Re nella sua gloria, perchè infatuirono ne' lor pensamenti, e per la superbia siperderono miseramente. Questa sposizione combina col senso stesso in cui vien citata da Paolo la seconda parte di questo versetto, I. Cor. I. 20. Quanto alla terrena Gerusalemme, ella dopo lo sterminio degli Assiri ripenserà con gran suo contento all'estremo pericolo, in cui si trovava poc'anzi, e dirà: dove sono adesso gli uomini scienziati, gli scribi, i sapienti, i quali, perduta ogni speranza, dicevano non altro essere da farsi, se non arrendersi al vincitore? Dio ha fatto vedere com'è stoltezza dinanzi a lui la umana sapienza.

33,19:Tu non vedrai un popolo senza verecondia, ec. Nelle Scritture più d'una volta si dice uomo sfacciato, uomosenza verecondia per significare un iniquo, un empio, chenon è ritenuto dal mal fare per verun rispetto o di Dioo degli uomini. Voi Giudei, e tu Ezechia,voi non vedrete più quel popolo sfacciato, superbo, di barbara lingua non intesa da voi, popolo stolto e privo di ogni lume di ragionevolezza, stolido e feroce. Ma della Sionne del cielo con ragion migliore si dirà, che ivi non ha luogo nè si vedrà alcuno di quegli uomini iniqui, barbari e doppidi lingua e di cuore everamente stolti, perchè privi della vera sapienza Evangelica, i quali nella vita presente sonoil dolore e tormento e tribolazione de' giusti costretti a vivere in mezzo a' loro scandali e a soffrire sovente le ingiuste loro persecuzioni.

33,20:Volgi lo sguardo a Sionne, ec. Mira, o Israelita fedele, mira la celeste Sionne, città dove sarà perpetuo il nostro sabbato, perpetua la spirituale letizia, perpetui gli inni di laude, che si canteranno al Signore; tu vedrai Gerusalemme, vale a dire la visione della pace, mansione piena di ogni dovizia, padiglione di sicurezza e di requie, ma di requie stabile e di eterna durata, perocchè questo tabernacolo non sarà tale, che venga mai necessità di cambiarlo per chi vi sta dentro, e di passarea d altro luogo; i chiodi e le funi, che lo sostengono, non patiranno vecchiezza nè si romperanno, ma reggeranno e dureranno in eterno.

33,21:Ivi solamente è magnifico il Signor nostro: ec. Lassù veramente spiega Dio tutta la sua magnificenza per onorare e beare i suoi servi: ella, la grande augusta Sionne, sarà irrigata da un fiume grande, che terrà luogo di molti, il cui letto sarà grandemente vasto: ma per questo fiume non potrà entrare o piccola barca o grande, che da paese nemico venga a rubar la pace o a rubar i tesori della città. Questo è quel fiume di pace, di cui par la anche altrove il nostro Profeta (capo 66.), e di cui si parla anche nell'Apocalisse, capo XXII., dove dicesi, che ei si partiva dal seggio di Dio e dell'Agnello, onde per esso viene intesa la visione beata, in cui e se stesso e tutti i suoi beni comunica Dio agli eletti. Vedi il detto luogo dell'Apocalisse, e quello, che ivi si è detto. Trieride, è lo stesso che Trireme, galera o nave a tre ordini di remi.

33,22:Il Signore è nostro giudice, ec. La celeste Sionne sarà felice, sarà beata, sarà nell'abbondanza della pace e di tutti i beni, perchè Dio è il tutto per essa; egli la governa, egli in mezzo a lei la rende gloriosa e invincibile e sicura in eterno. Tutto questo si può applicare men perfettamente alla terrena Gerusalemme e alla Sinagoga felicitata da Dio colla prodigiosa vittoria concedutale sopra gli Assiri, e colla gloriosa pace, che ella godè per tutto il tempo che regnò Ezechia, quando, ristorata la fede e la pietà del popolo, potè dirsi, che Sionne non riconobbe altro giudice, altro legislatore, altro re fuori del solo vero Dio; ma chiunque ponderi attentamente le espressioni del Profeta, vedrà come tali cose non sono se non un leggero e sottil velo, con cui ha voluto ombreggiare oggetti senza paragone più grandi e più degni di lui e dello spirito, che in lui parlava.

33,23-24:Si son allentati i tuoi cordami, ec. Questi due versetti hanno della oscurità a motivo del parlare rotto e conciso, onde in differenti maniere si espongono. Torna il Profeta a parlare del grande avvenimento; di questo tutti, o quasi tutti, vanno d'accordo: parmi adunque, che ritoccando il Profeta la similitudine del padiglione dica cosi: le corde del tuo padiglione, o Sionne, sono allentate talmente, che egli sembri in pericolo evidente di cadere, e tanto piu, che l'antenna, la quale sostenuta dalle corde sostiene tutto il padiglione, da giù in guisa, che non si può spiegarvi uno stendardo militare; e ciò vuol significare che le forze di Ezechia e di Gerusalemme erano ridotte a si poca cosa, che non si poteva aspettare se non una totale rovina della repubblica. Ma quando a tale stato sarà giunta la città santa, ecco repentina e grandissima mutazione: gli Assiri predatori saranno preda de Giudci: si raccoglieranno le molte loro spoglie, e fino gli zoppi correranno agli alloggiamenti del nemico, e messe insieme tutte le sue ricchezze si spartiranno con uguaglianza, e quegli, che sono più vicini agli stessi alloggiamenti e saranno stati i primi ad ammassare il bottino, non cesseranno con dire, che le forze più lor non reggono; conciossiachè il popolo, che sarà in Gerusalemme, sarà allora forte e robusto, avendolo sciolto il Signore dalla sua iniquità, vale a dire dall'asse dio e da' mali che per esso soffriva in pena de' suoi peccati. Si è veduto più volte usata la voce peccato, ovvero iniquità, a significare la pena, con cui è punita l'iniquità.