Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Isaia 20


font

E commandato a Isaia di andar nudo, e scalzo, predicendo con questo la cattività degli Egiziani, e degli Etiopi soggiogati dagli Assirj. Costernazione de' Giudei.

1Nell'anno, in cui Tharthan mandato da Sargon re degli Assiri, giunse ad Azoto, e la combattè, e la prese,2In quel tempo stesso il Signore parlò ad Isaia figliuolo di Amos, dicendo: Va, e spogliati del tuo sacco, e cavati le scarpe da' piedi; ed ei fece così, andando ignudo, e scalzo.3E disse il Signore: Come il mio servo Isaia é andato ignudo, e scalzo in segno, e predizione di tre anni contro l'Egitto, e contro l'Etiopia,4Così il re degli Assiri condurrà via la turba de' prigionieri, e di esuli dall'Egitto, e dall'Etiopia, giovani, e vecchj, ignuda, e scalza, scoperte le parti oscene a scorno dell'Egitto.5E saranno sbigottiti, e si vergogneranno di aver posta la loro speranza nell'Etiopia, e la loro gloria nell'Egitto.6Egli abitanti di quell'isola diranno in quel giorno: Ecco adunque que', che eran nostra speranza, a' quali ricorremmo per aiuto, affinchè ci liberassero dal re degli Assiri: e come potremo scamparne noi?

Note:

20,1-2:Nell'anno, in cui Tharthan mandato da Sargon ec. S. Girolamo, e dietro a lui la massima parte degl'Interpreti, suppongono, che Sargon sia Sennacherib, il quale ebbe fino a sette nomi diversi, come dice lo stesso s. Girolamo. Si vede qui lo stesso Tharthan, che fu mandato da Sennacherib insieme con Rabsace a Gerusalemme, v. Reg. XVIII. 17.; e che Sennacherib facesse guerra all'Egitto e all'Etiopia, come si dice in questo luogo da Isaia, è raccontato anche da Giuseppe, Antiq. X. I. Qual che moderno Interprete crede piuttosto, che Sargon sia Assaraddon figliuolo e successore di Sennacherib, il quale Assaraddon volle vendicare l'ignominia sofferta dal padre nella Giudea, con devastare e soggettare l'Egitto e l'Etiopia, e a tale effetto mandò Tharthan, cioè un suo cortigiano coll'esercito contro l'Egitto; perocchè vuolsi, che Tharthan sia non tanto nome proprio, quanto nome di ufficio e di dignità. Questi assalì e prese la città di Azoto, la quale dovea allora essere soggetta agli Ebrei. Vedi IV. Reg. XVIII. 8. Tharthan non ebbe ardimento di andare contro Ezechia, nè contro Gerusalemme per la recente memoria della protezione, con cui Dio assisteva questo principe, e difendeva la santa città. Tale è l'opinione di qualche moderno; sopra la quale direm solamente, che non veggendo noi, ch'ella sia assistita da buoni argomenti, ci crederemo tuttora lecito di attenerci alla sentenza più comune e piu antica. Presa adunque Azoto da Tharthan, Dio comanda al Profeta di levarsi il sacco, cioè quella grossa veste tessuta di peli di capra o di cammello, che era il povero vestito che portavano i Profeti, e di scalzarsi e di andare cosi ignudo. Era cosa non istraordinaria, che i Profeti le cose future predicessero non solo colle parole, ma anche co' fatti, e co' loro stessi patimenti, e già ne abbiam veduti gli esempi altrove e nello stesso Isaia. E certamente questa maniera di profetare rappresentando con esterni segni quello che Dio minacciava, era attissima a fare una grandissima e fortissima impressione in tutti gli spettatori. Dio adunque comanda al Profeta di andare ignudo e scalzo, affine di significare quello, che avverrà ad una turba grande di Egiziani e di Etiopi, i quali ignudi e scalzi saranno condotti in ischiavitu. S. Girolamo ammirò l'insigne obbedienza e mortificazione di quest'uomo grande, anche secondo il secolo, perchè di stirpe reale, il quale non ebbe difficoltà di farsi vedere in tale stato per la città, disprezzando la confusione, e figurando l'altissima umiliazione di Gesù Cristo e la nudità di lui sulla croce. Qual intimo e forte orrore e timore dovette ispirare agli uomini di Gerusalemme il vedere un tanto uomo e un tal Profeta del Signore portar l'immagine degli schiavi più vili ed abbietti? Isaia secondo la comune opinione andò ignudo per tre giorni; benchè alcuni abbiano creduto che ciò facesse per un solo giorno. La guerra e le calamita dell'Egitto e dell'Etiopia doveano durare tre anni, figurati ne' tre giorni, computandosi un giorno per un anno, secondo l'uso profetico. Vedi Num. XIV. 34. Ezech. IV. 5. 6.

20,3-4:In segno e predizione di tre anni. Intendasi di tre anni di guerra e desolazione per l'Egitto e per l'Etiopia. Cosi il re degli Assiri ec. In simile stato sarà menata schiava dal re degli Assiri una turba di prigionieri di ogni età e di ogni sesso da que' paesi. L'Etiopia è quella, di cui si è parlato cap. XVIII. I. Il barbaro costume di spogliare i prigionieri fatti in guerra ed esporli in vendita nudi come le bestie, questo costume è toccato anche in altri luoghi dal nostro Profeta, e da Nahum III.5.

20,5:E si vergogneranno ec. Gli Ebrei, che avean fidanza non in Dio, ma negli aiuti dell'Etiopia, e si gloriavano dell'alleanza coll'Egitto, rimarranno sbigottiti e confusi, veggendo, come que' due regni saranno desolati dal re dell'Assiria.

20,6:E gli abitanti di quell'Isola diranno ec. Questi abitanti dell'Isola sono certamente gli Ebrei; ma come e perchè la Giudea è qui detta Isola? Per nome d'Isole sono molte volte intese le nazioni infedeli segregate dalla società del popolo di Dio e abbandonate a' corrotti lor desideri. È dato adunque il nome d'Isola alla Giudea per rimprovero, come ad imitatrice de' vizi delle genti, e perchè in vece di porre la speranza in Dio, amava meglio di cercar sua difesa nell'aiuto degli Egiziani e degli Etiopi.