Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Isaia 61


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Ministero, ed ufficio del Salvatore; redenzione del genere umano. Conversione de' Gentili alla predicazione degli Apostoli. Consolazione de' credenti, e gloria de' ministri Evangelici. Felicità della Chiesa.

1Lo Spirito del Signore sopra di me, perchè il Signore mi ha unto, affinchè io annunziassi a' mansueti la buona novella: mi ha mandato a curare quelli, che hanno il cuore spezzato, a predicare la franchigia agli schiavi, e a' carcerati la libertà;2A predicare l'anno accettevole del Signore, e il giorno di vendetta pel nostro Dio; perchè io consolassi tutti quegli, che piangono;3Affinchè io rendessi ai piagnenti di Sion, affinchè io dessi loro corona in luogo della cenere, olio di letizia invece delle lagrime, il manto di gloria in cambio dello spirito di tristezza, e gli abitatori di lei saran chiamati forti nella giustizia, piantazione del Signore, ond'ei sia glorificato.4Ed eglino riedificheranno i luoghi da lungo tempo deserti, e le antiche rovine faran risorgere, e ristoreranno le città devastate, e rimase sole per generazioni, e generazioni.5E saran pronti gli stranieri, e pascoleranno le vostre gregge: e i figli de' forestieri saranno vostri lavoratori, e vignaiuoli.6E voi sarete chiamati sacerdoti del Signore: a voi sarà dato il nome di Ministri del nostro Dio: voi sarete alimentati colle ricchezze delle genti, e della gloria di queste sarete gloriosi.7Per la doppia confusione, e vergogna vostra renderete grazie della porzione toccata a voi: per questo nella lor terra avran parte doppia, sempiterna sarà la loro allegrezza;8Perocché io il Signore, che amo la rettitudine, e odio la rapina conversa in olocausto: ed io farò, che le opere loro siano nella verità, e con essi stabilirò eterna alleanza.9E sarà conosciuta tralle genti la loro semenza, e la loro stirpe in mezzo ai popoli; tutti quei, che li vedranno, li riconosceranno per esser essi quel seme, cui diè benedizione il Signore.10Grandemente mi rallegrerò io nel Signore, e l'anima mia esulterà nel mio Dio; perchè egli mi ha rivestita della veste di salute; e del manto di giustizia mi ha addobbata, come sposo adorno di corona, e come sposa abbellita delle sue gioie;11Imperocché siccome la terra butta i suoi germogli, e come un giardino la semenza in esso gettata, così il Signore Dio germinar farà la giustizia, e la sua laude nel cospetto di tutte le genti.

Note:

61,1:Lo spirito del Signore sopra di me. Dopo le grandio se promesse fatte alla chiesa,viene il Profeta a far conoscere più dappresso l'autore di tutte le felicità e grandezze di lei, il Cristo, onde lui stesso introduce, che parla e spiega le condizioni del suo ministero e della sua divina missione. Questo passo d'Isaia fu letto da Gesù nella Sinagoga di Nazaret, ed egli a se stesso lo appropriò, e gli stessi moderni Ebrei riconoscono, che del Messia qui si parla, cui tuttora aspettano gl'infelici. È vero, che il Caldeo lo applicò allo stesso Isaia: ma non dee fare a noi meraviglia. se l'autore di quella parafrasi, fatta in un tempo in cui erano ancora recenti le memorie di quello, che Gesù Cristo avea fatto, procurò di to gliere quanto era in lui a' Cristiani una testimonianza di tanto peso, come è questa. Queste parafrasi si credono fatte nel secondo secolo della chiesa, checchè dicano alcuni, che le fanno di data anteriore; ma quand'anche volessimo concedere, che elle fossero più antiche, non potevano forse gli Ebrei ritoccarle?
Dice adunque Cristo: Lo spirito del Signore sopra di me. Lo Spirito santo invisibilmente fu con Cristo e sopra Cristo fino dal primo momento di sua concezione: visibilmente poi discese sopra di lui in figura di colomba, quando egli fu battezzato da S. Giovanni, e quando si udì la voce del Padre, che disse: Questo è il mio figliuolo di letto, in cui mi son compiaciuto, ascoltatelo, Luc. IV. 18. A questo avvenimento si allude in queste parole; onde elle significano: Lo Spirito del Signore pubblicamente, visibilmente è disceso sopra di me, quando io dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni stava per cominciare ad eseguire l'ufficio impostomi da lui d'istruire, di predicare ec.; ed è disceso adesso visibilmente sopra di me lo Spirito santo, perchè egli fino dal mio concepimento mi avea unto per questo ufficio. Ecco l'origine del nome dato al Salvatore degli uomini, detto dagli Ebrei Messia, cioè l'Unto, e da' Greci il Cristo, che parimente significa l'Unto: perocchè in virtù di questa unzione fu egli costituito Re e Redentore degli uomini, e capo della Chiesa.
Affinchè io annunziassi a' mansueti la buona novella. Ho tradotto così, perchè tale è il significato della voce Ebrea tradotta ne' LXX colla parola evangelizzare, ritenuta in s. Luca nel luogo citato. Affinchè a' mansueti, cioè a' poveri (come spiega s. Luca), io annunziassi la dolcissima novella della grazia e della salute, ch'io porto al mondo. Abbiamo altrove notato come carattere proprio del Messia si fu d'istruire con ispecialità di affetto i poveri, la minuta plebe, negletta totalmente da' filosofi e maestri del Gentilesimo, e nello stesso popolo di Dio da' su perbi e ambiziosi dottori della Sinagoga, onde a' discepoli di Giovanni, tralle altre prove di sua missione, diede Cristo anche questa: si annunzia a' poveri il Vangelo, la buona novella.
A curare quelli, che hanno il cuore spezzato. A curare i peccatori, che hanno sentimento e dolor grande de' ma li che han fatti a loro stessi coll'offendere Dio. A pre dicare la franchigia agli schiavi, e a' carcerati la libertà. Gli stessi peccatori, finchè vivono ne' loro peccati, sono schiavi e prigionieri del demonio, e Cristo venne a predicare e annunziare a questi la prossima loro liberazione dalla schiavitù e dalla carcere, essendo egli venuto per pagare il prezzo del loro riscatto.

61,2:A predicare l'anno accettevole del Signore. Ovvero, l'anno di pace del Signore, anno di pace e di salute per tutti gli uomini: perocchè allude all'anno del giubileo, quando gli schiavi rimettevansi in libertà, si cancellavano i debiti e ognun tornava al possesso de' beni alienati; onde quest'anno era una bella figura del tempo della legge di grazia, tempo accettevole, giorni di salute, come li chiama l'Apostolo. E il giorno di vendetta pel nostro Dio. pe' credenti il tempo della venuta di Cristo è anno di giubileo: pe' nemici di lui, pe' demoni, egli è anno di vendetta, perchè saranno cacciati fuora, come disse Cristo, Joan. XII. 31., cacciati dall'usurpato dominio, e cacciati ancor sovente dai corpi degli uomini, si da Cristo e si ancora da' suoi Apostoli e da' suoi fedeli. Allude all'anno della liberazione dalla cattività di Babilonia; perocchè quello, che fu anno di pace e di salute pegli Ebrei, fu anno di vendetta e di desolazione pe' Caldei soggiogati da Ciro.

61,3:Affinchè io rendessi a' piangenti di Sion, ec. Predice qui il cangiamento grande, che si farà a pro de' pii e fedeli, i quali sentendo il peso delle proprie e delle co muni spirituali miserie, aspettavan con impazienza il loro liberatore, e piangevano la sua tardanza: a questi in cambio della cenere, onde aspergevano le loro teste in segno di penitenza e di lutto, è promessa corona di letizia e di gaudio, quale si usava in tempo o di nozze o di festa; è promesso l'unguento odorifero, onde ungevansi ne' giorni di gaudio, e l'abito prezioso e da festa in cambio del sacco e del cilicio, che portavano nei giorni di lor tristezza. In una parola costoro, che hanno pianto finora, saranno beati, perocchè avranno consolazione, Matt. V.5. E da quello, che si legge del santo vecchio Simeone, si può argomentare qual fosse la consolazione stragrande di que' veri figliuoli di Abramo, i quali ebber la sorte di vedere coi loro propri occhi e di riconoscere quel Messia desiderato da tutti i loro padri, aspettato da tanti secoli come la vera consolazione d'Israele. Vedi Luc. II. 25. ec. Una non dissimile consolazione porta Cristo ne' cuori dei peccatori, quando in essi viene a rinascere colla sua grazia, quando questi usciti dalle tenebre e dalle ansietà e dai turbamenti, in cui viveano miseramente, riconciliati con Dio provano la verità di quel che dice s. Agostino, che più dolci sono le lacrime di penitenza, che i romorosi gaudi de' teatri; e pieni di dolce speranza, con Dio camminano lieti nelle stesse tribolazioni, e in luogo de' sospiri e delle lacrime, la sempiterna letizia aspettano e la corona di gloria e la veste d'immortalità promessa loro da Cristo.
Gli abitatori di lei (di Sionne) saran chiamati ec. Gli abitatori della nuova Sionne saranno campioni illustri nella giustizia, per amor della quale tutto faranno e tutto patiranno volentieri. Parla principalmente degli Apostoli e de' predicatori del Vangelo, piantagione del Signore radicata e fondata nella carità, piantagione, da cui Dio ritrarrà frutti grandi di gloria, come è detto in appresso.

61,4:Riedificheranno i luoghi da lungo tempo deserti, ec. Ritorneranno al culto del vero Dio le regioni e le città, dove per lunghissime età e generazioni non fu nè conosciuto, nè ricordato, nè onorato lo stesso Dio. Parla del Gentilesimo.

61,5-6:E saran pronti gli stranieri, e pascoleranno le vostre gregge: ec. E questi Gentili, stranieri riguardo alla stirpe di Abramo e al popol del Signore, verranno alla Chiesa in gran numero, come se di lunga mano fossero stati preparati e disposti, e di questi saranno scelti i pastori, gli agricoltori, i vignaiuoli di Sionne, vale a dire i ministri della Chiesa. E voi, o Apostoli, sarete i sacerdoti del Signore, i capi del popolo del Signore, ministri dell'Evangelio, a' quali la principale cura sarà confidata di tutto ciò, che riguarda il bene delle pecorelle di Cristo: voi sarete padroni delle ricchezze delle genti, le quali presenteranno a voi le loro oblazioni, e sarete gloriosi della loro gloria, della loro fede, della loro pietà, come i padri della gloria de' figli sono gloriosi. Onde scriveva l'Apostolo a' Corinti: Rendo grazie al mio Dio continuamente per voi per la grazia di Dio, che è stata a voi data in Cristo Gesù, perchè in tutte le cose siete diventati ricchi in lui, d'ogni dono di parola e di ogni scienza ... di modo che nulla manchi a voi di grazia alcuna ec. I. Cor. I. 4. 5. 7.

61,7:Per la doppia confusione ec. Perchè voi avete sof ferto volentieri molte contumelie e strapazzi da' Giudei e dagli altri nemici della fede, voi, Apostoli, voi martiri di Cristo,goderete la parte, che vi è toccata degli obbrobri non meno, che della gloria di Cristo, perocchè voi, come primogeniti, avrete la doppia porzione dello spirito e de' doni celesti nella vostra terra, cioè nella Chiesa, e la letizia eterna ne' cieli. Nel latino il periodo, che comincia colla seconda persona plurale pro confusione vostra ec., continua colla terza plurale, laudabunt, possidebunt: mu tazione assai frequente in questi libri santi.

61,8:Amo la rettitudine, e odio la rapina conversa in olocausto. Questo (dice il Signore) farò io pe' miei Apostoli, perchè eglino saranno giusti e imiteranno me, che amo la giustizia e odio l'olocausto istesso, quando mi è offerto di quel che è stato rubato e rapito al prossimo: accenna l'avarizia de' precedenti pastori del popolo di Dio, i quali sotto il pretesto di pietà, divoravano il popolo stesso, come ad essi è rimproverato nel Vangelo.
Ed io farò, che le opere loro sieno nella verità. A queste parole volle alludere Gesù Cristo, quando vicino ad andar a morire, raccomandando i discepoli al Padre, diceva: Padre, santificali nella verità, Joan. XVII. 17. Santità interamente diversa da quella degli Scribi e Farisei, che era tutta esteriore e di veri ipocriti.
E con essi stabilirò eterna alleanza. Alleanza adunque non simile a quella di Mosè, la quale ebbe fine alleanza immanchevole e sempiterna; onde la Chiesa fondata da questi Apostoli, non declinerà giammai dalla fede, nè mai sarà abbandonata da Dio.

61,9:E sarà conosciuta tralle genti la loro semenza. Gli spirituali figliuoli di questi Apostoli saranno illustri per le loro virtù, talmente che risplenderanno come luminari del mondo, onde chiunque li vedrà non potrà trattenersi dal dire: Ecco la stirpe veramente benedetta dal Signore.

61,10:Grandemente mi rallegrerò io nel Signore, ec. Alle grandiose promesse fatte a lei fin qui dal Signore, risponde la Chiesa con questo bel cantico, cantico di ringrazia mento e di laude. Nel Signore io mi rallegrerò ed esulterò grandemente, perchè della salute sua quasi di veste mi ha rivestita, e della sua giustizia quasi di manto reale mi ha adornata. Questa salute e questa giustizia non è altro (come notò s. Girolamo), che il Salvatore e Giustificatore della Chiesa, e di esso ella si riveste con tutti i suoi figli, a' quali diceva Paolo: voi tutti battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo, il quale è stato fatto da Dio per noi sapienza e giustizia e santificazione e redenzione, Gal. 3. 23.
Come sposo adorno di corona, e come sposa abbellita delle sue gioie. La Chiesa qui attribuisce a se stessa tutto quello, che ha di bello il suo sposo, non meno che i suoi propri ornamenti, perchè veramente una stessa cosa ella è collo stesso sposo, il quale è suo capo, onde, come dice s. Agostino: parla la Chiesa in Cristo, e nella Chiesa parla Cristo, perchè il corpo è col capo, e il capo col corpo, in Psal. 30.

61,11:Siccome la terra butta i suoi germogli, ec. Come la terra dopo i rigori del verno all'apparir della primavera si veste di erbette e di fiori e germina per ogni parte, e come un giardino, coltivato che è, fa spuntare e crescere la sua semenza, così dopo gli oscuri secoli d'infedeltà e di cecità, farà Dio spuntar tralle genti il prezioso germe della giustizia e della sua laude: perocchè la castità, la pazienza, la carità, e tutte le virtù, che risplenderanno ne' neofiti della Chiesa, saranno continuo e forte incitamento alle genti di lodare il Signore pel bene, che fece ad essi, e d'imitare il loro esempio ed abbracciare la fede.