Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Isaia 8


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E ordinato a Isaia di scrivere il nome del bambino, che nascerà. I regni d'Israele, e della Siria saran distrutti. Giuda sarà afflitto, ma sarà poi liberato, quantunque molti di que' di Giuda siano per cadere. Ordina, che si ripieghi la testimonianza, e si sigilli la legge; soggiunge quali sciagure sovrastino a quelli, che abbandonano la legge.

1E IL Signore dissemi: Prenditi un libro grande, e in esso scrivi a chiare note: Affrettati a torre le spoglie: fa presto a predare.2E mi presi testimoni fedeli, Uria sacerdote, e Zacharia figliuolo di Barachia:3E mi accostai alla profetessa, ed ella concepì, e partorì un figliuolo. E il Signore mi disse: Pongli questo nome: Affrettati a tor le spoglie, fa presto a predare.4Perocché primachè sappia il bambino chiamar per nome suo padre, e sua madre, sarò tolta la possanza di Damasco, e le spoglie di Samaria dal re degli Assiri.5E di nuovo il Signore parlommi, dicendo;6Perchè questo popolo ha avuto in fastidio le acque del Siloe, che scorrono placidamente, ed ha più inclinazione per Rasin, e pel figliuolo di Romelia;7Per questo ecco, che il Signore condurrà sopra di loro le acque del fiume impetuose, e abbondanti (il re della Siria, e tutta la potenza di lui); e saliranno sopra tutti i loro rivi, e scorreranno sopra tutte le ripe,8E correranno pel paese di Giuda, e passando inonderanno, e arriveranno fino al collo. Ed ei coll'ampiezza delle sue ale empierò l'estensione della terra tua, o Emmanuele.9Raunatevi, o popoli, e siate vinti: e voi terre rimote ascoltate tutte quante: prendete ardimento, e siate vinti, mettetevi in ordine, e siate vinti:10Fate de' disegni, e saran dissipati: comandate, e non sarà fatto nulla: perchè il Signore (è) con noi.11Imperocché queste cose disse a me il Signore: Quando con mano forte mi corresse, perchè non seguissi gli andamenti di questo popolo, dicendo:12Non istate a dire, Cospirazione; perocché questo popolo non d'altro parla, che di cospirazione. Ma non temete il suo timore, e non vi sbigottite.13Il Signor degli eserciti, lui glorificate: egli sia il vostro timore, e il vostro terrore.14Ed ei sarà per voi santificazione. Ma pietra d'inciampo, e pietra di scandalo per le due case d'Israele; e lacciuolo, e rovina per gli abitatori di Gerusalemme.15E moltissimi di loro inciamperanno, e caderanno, e s'infrangeranno, e saranno illaqueati, e saranno presi.16Ripiega la testimonianza, sigilla la legge pe' miei discepoli.17Or io aspetterò il Signore, il quale ha ascosa la sua faccia alla casa di Giacobbe, e mi affiderò a lui.18Eccomi io, e i miei figliuoli dati a me dal Signore in segno, e portento ad Israele per parte del Signore degli eserciti, che abita nel monte di Sion.19Or quando diranno a voi: Interrogate i pithoni, e gl'indovini, i quali stridono ne' loro incantesimi (rispondete): Non ricorrerà egli il popolo al suo Dio? (ricorrerà egli) a' morti pe' vivi?20Alla legge piuttosto, ed all'arca. Che se ei non parleranno conformemente a questa parola, non nascerà per essi la luce del giorno.21E (la luce) passerà da loro, ed eglino cadran per terra, e patiranno la fame, e infuneranno, e malediranno il re loro, e il Dio loro, e alzeran gli occhi in su.22E mireranno la terra, ed ecco tribolazione, e tenebre, e scompaginamento, ed angustia, e caligine, che gli perseguita, e non potranno sottrarsi a volo dalla loro afflizione.

Note:

8,1:A chiare note. Letteralmente con istile d'uomo, vale a dire con caratteri intelligibili ad ognuno degli uomini. Quello che il Profeta dee scrivere egli è il nome del bambino, che nascerà, e di questo nome la significazione si è questa: Affrettati a torre le spoglie, ovvero: Fa' presto a predare, che è l'istesso.

8,2:E mi presi testimoni fedeli, Uria ec. Scrissi (dice il Profeta) nel libro quello, che m'avea ordinato il Signore, in presenza di due testimoni fedeli, di Uria sacerdote, e di Zaccaria figliuolo di Barachia, affinchè quello che io scrivea fosse in forma autentica trasmesso a' tempi avvenire. Non abbiamo alcuna certa notizia in torno a questi due testimoni: imperocchè non possiamo indurci a credere. che l'Uria rammentato in questo luogo sia quel pontefice, il quale intorno a questo tempo, fece erigere un altare di bronzo,fatto a somiglianza dell'altare di Damasco, e lo collocò nel tempio in luogo dell'altare degli olocausti, per far piacere ad Achaz, IV. Reg. 10. II. ec.

8,3:E mi accostai alla profetessa, ec. Questa profetessa, secondo tutti i Padri, e molti ancor degl'Interpreti, ella è quella stessa Vergine, di cui fu annunziato il parto nel capo precedente vers. 14. E questo nome di profetessa ottimanente conviene alla Vergine, si perchè ella veramente profetò col suo celebre cantico, sì perchè ancora a lei si accosta per ordine di Dio il Profeta, affinchè ella gli spieghi quel che significhino le parole, che egli avea scritto in quel libro secondo il comando di Dio. Egli adunque vede in ispirito questa Vergine profetessa, la qual diviene feconda, e partorisce un figliuolo, a cui sarà dato quel nome: così fu spiegato al Profeta il mistero mostratogli da Dio; ed egli predice, che tale sarà questo fanciullo, quale lo annunzia il titolo d'uom, che si af fretta a tórre le spoglie, e fa presto a predare; perocchè il Cristo nato di questa Vergine con somma celerità do vea vincere e spogliare il diavolo di sue conquiste, onde di lui disse l'Apostolo, che egli spogliò i principati, e le podestà, e gli menò in pubblica mostra, avendo di lor trionfato in se stesso. Coloss. II. 15. Secondo la sposizione indicata di sopra vers. 16., il figliuolo della profetessa sarebbe un altro figliuolo della moglie d'Isaia, così detta per essere ella moglie di un Profeta, e questo figliuolo sarebbe un segno ed un annunzio certo della futura imminente distruzione de' regni di Damasco e di Samaria. Convengono perciò anche quelli, che seguitano tale sposizione, che questo figliuol d'Isaia è figura del Cristo, il quale non solo annunziera, ma opererà per sua propria virtù la distruzione de' nemici della Chiesa, i Pagani idolatri indicati pel regno di Damasco, e i Giudei increduli figurati nel regno d'Israele, come la guerra fatta da Phacee e da Rasin al popolo di Giuda era tipo della guerra, che doveva fare l'incredulità e l'idolatria a Cristo e alla sua Chiesa; e la liberazione di Giuda da quei nemici figurava le vittorie di Cristo sopra i nemici del suo regno spirituale.

8,4:Primachè sappia il bambino ec. Questo meraviglioso fanciullo esisterà prima di nascere, perchè egli come Dio è ab eterno; e prima di nascere, e prima che secondo l'ordine umano e naturale egli cominci a dire, padre mio, madre mia, e prima anche di uscire dal sen della madre comincerà a spogliare i suoi nemici, liberando il popolo di Giuda, e rovinando i nemici regni di Damasco e di Samaria per mano del re degli Assiri. Ciò seguì un anno dopo questa profezia. L'applicazione di queste parole alla seconda maniera di esporre questa profezia è di per sè chiara ed evidente. Ma si osservi quanto propriamente ed esattamente parli il Profeta dicendo: Sarà tolta la possanza di Damasco, e le spoglie di Samaria; perocchè il regno di Damasco fu assolutamente distrutto; ma il regno di Samaria sussistè ancora per qual che tempo, benchè indebolito colla perdita delle quattro tribù di Nephtali, Ruben, Gad e Manasse, e colle de predazioni fattevi dagli Assiri.

8,6-7:Perchè questo popolo ha avuto in fastidio ec. Il Siloe era la celebre fontana appiè del monte Sion, la quale è rammentata sovente nelle Scritture. Per questa fontana è intesa la stirpe reale di Davidde e di Salomone, come per le acque del fiume, cioè dell'Eufrate, s'intendono gli Assiri, vers. 7. Il Signore adunque si lamenta, che il popolo di Giuda avvilito dalle precedenti sciagure, non sperando più nel suo Dio, mediti di ribellarsi da Achaz e dalla famiglia di Davidde, e di soggettarsi a Phacee e a Rasin. Questo popolo (dice Dio) in cuor suo è rivolto non a implorare il mio aiuto, ma a gettarsi nelle braccia de're nemici, rigettando il suo re. Per questo io manderò, anzi condurrò sopra questo popolo le acque del gran fiume Eufrate, acque veementi, impetuose e altissime, gli Assiri, che inonderanno colle loro schiere tutto il paese. Cristo è più propriamente quel fonte di Siloe, quel fonte di acqua viva, che si alza fino alla vita eterna, ed egli fu disprezzato da'Giudei, i quali nol vollero per loro re, dicendo: Non abbiamo altro re fuori di Cesare; onde Dio per mano de'Romani gli sterminò. Vedi Euseb. Dem. VII. 2.

8,8:Arriveranno fino al collo. Con questa espressione si dinota l'estremo pericolo di eccidio e di morte, in cui si troverà la Giudea. Ed ei coll' ampiezza delle sue ale ec. Le ale sono le schiere del re assiro: queste ale si stenderanno per tutta la Giudea, che è il paese, in cui tu nascerai, o Emmanuele, il paese di cui tu se' Signore, il paese dove tu regnerai sul trono di David. Si rivolge con tenerezza d'affetto il Profeta al suo Enmanuele, al Figliuol della Vergine, e gli rammenta, che il paese si malmenato dagli stranieri è il suo paese ed il suo regno, e il popolo di Giuda sì avvilito e straziato, egli, benchè ingrato e perverso, è tuttora il suo popolo.

8,9-10:Raunatevi, o popoli, e siate vinti; ec. Il Profeta, che avea veduto in ispirito la moltitudine immensa dell'esercito assiro inondare tutto il paese di Giuda, col rammentarsi il nome dell'Emmanuele, divenuto animoso, insulta al nimico esercito, e dice, che si radunino pure, si armino di coraggio, e di furore, si mettano in ordine per fare tutto il male che desiderano alla terra del suo Emmanuele; ch'ei però saran vinti e sterminati. Per questo ancora il Profeta avea detto (vers.8.), che l'inondazione sarebbe arrivata fino al collo, volendo significare, che sommo sarebbe stato il pericolo, ma che non ne rimarrebbe soverchiata la Giudea. Theglathpbalasar vi fece de' guasti assai; Sennacherib vi entrò con esercito innumerabile, ma egli vi perì insieme colla sua gente, percosso dall'Angelo del Signore. Vedi IV. Reg. XIX. 35. E tutto questo sarà fatto per amor dell'Emmanuele, che è nostra speranza e nostro rifugio, dice il Profeta.

8,11-13:Queste cose disse a me il Signore, quando ec. Tutto questo fu a me rivelato da Dio, allorchè colla potente sua mano mi corresse, e mi ritenne, perch'io non andassi dietro alla disperazione, ed alla vile pusillanimità di questo popolo: e Dio allora mi disse, e ordinommi di dire a costoro non istate a dire: tutti cospirano contro di noi: perocchè non si sente altro discorso dalla loro bocca fuori di questo: tutti cospiran contro di noi. Non temete il nimico; non temete Rasin, non temete Phacee, non temete l'Assiro: onorate Dio, Signor degli eserciti, collo sperare in lui, che è buono e fedele alle sue promesse: lui temete, e procurate di piacere a lui col ben vivere, e col rispettar la sua legge e la sua volontà; perocchè egli è Signor degli eserciti, cui militano gli Angeli, e cui servono tutte le sue creature.

8,14-15:Ed ei sarà per voi santificazione, ec. Se voi crederete e glorificherete il Signore, egli sarà vostro rifugio, vostra gloria, vostra santificazione: egli come popolo santo, segregato da tutti gli altri popoli, e consacrato al suo culto, vi proteggerà e vi custodirà. Ma egli sarà pietra d'inciampo, e di rovina e laccio per gl'increduli delle due case d'Israele, e per gli abitanti di Gerusalemme, de' quali molti nella infedeltà loro periranno miseramente. Le due case d'Israele sono i due regni, nei quali si divise la nazione Ebrea, il regno di Giuda e il regno delle dieci tribù. Io prevedo, dice il Profeta, che il Signore, che sarà santificazione e salute pe' fedeli di queste due case, sarà pietra d'inciampo e di rovina, e laccio di morte per un numero grande di Ebrei, e particolarmente per que' di Gerusalemme, pe'quali si convertirà in lor dannazione tutto quello che Dio ha fatto e fara per santificarli e salvarli. Ciò avverossi specialissimamente nella venuta del Cristo, a cui perciò vogliono riferirsi principalmente queste parole, come c'insegnò l'Apostolo. Vedi quello, che si è detto Rom. IX. 32. E non a caso sono specialmente nominati gli abitanti di Gerusalemme, dove Cristo predicò e fece i miracoli, e dove patì, e morì, e risuscitò, e salì al cielo, e mandò lo Spirito santo sopra i credenti, e dove la parola del Vangelo predicata da lui e dagli Apostoli sofferse ostinata con traddizione da quelli, che doveano dare al popolo l'esempio di abbracciarla.

8,16:Ripiega la testimonianza, sigilla ec. Questa profezia, che io ti ho ispirata, e ti ho fatta annunziare agli Ebrei, scrivila (dice Dio), e poi ripiega la membrana, in cui l'avrai scritta, e sigilla la stessa membrana: questa profezia ella è testimonianza della mia volontà, ed è a legge, ch'io mi sono prescritta intorno a quello, che un dì avverrà: e se adesso gli Ebrei non faranno caso, nè vorran credere a quello che per ordine mio tu annunzi, ne faranno stima, e leggeranno, e intenderanno la tua profezia i miei discepoli, i miei fedeli, particolarmente allora quando venuto il Cristo darà ad essi la chiave delle Scritture. Così libro non sol ripiegato, ma sigillato e chiuso per gli Ebrei sono le Scritture tutte e particolarmente le Scritture de' Profeti, le quali la sola fede in Cristo illumina e schiarisce. Vedi II. Cor. III. 13. 14. I 5. 16.

8,17:Or io aspetterò il Signore, ec. Io aspetterò il Signore, e in lui confiderò, quantunque sembri, che egli non voglia più vedere il suo popolo, la casa di Giacobbe; io so, che egli ne avrà misericordia, e a lui manderà un giorno il suo Salvatore: e se qualcheduno adesso alla parola, che io annunzio, si convertirà, e crederà, un molto maggior numero crederà alla parola del Cristo, e avrà salute. Ho tradotto le ultime parole: mi affiderò a lui, seguitando non solo i LXX, ma anche l'Apostolo Paolo, e questa versione si adatta molto bene a tutto il ragiona mento, supponendo che in questo versetto parli il Profeta in persona di Cristo, come suppone l'Apostolo non sol di questo versetto, ma anche del seguente. Onde dirà per bocca del Profeta lo stesso Cristo: quantunque la cecità e l'induramento della nazione sia molto grande, io mi affiderò a Dio, e aspetterò da lui la conversione di molti, che saranno poi i fondatori di molte Chiese. Vedi Heb. II. 13.

8,18:Eccomi io e i miei figliuoli ec. Parla adunque tuttora Isaia in persona di Cristo; e siccome ed egli e i suoi discepoli per ragion della vita mortificata, umile, povera, che menavano, erano considerati quasi spettacolo e portento e oggetto di scherno per quel popolo duro e carnale; e siccome i loro insegnamenti, perchè tutti delle cose di Dio, erano come tanti enimmi da non intendersi per gente ingolfata nelle cose della terra; così Cristo dice, che ed egli e i suoi Apostoli per la novità della vita e della dottrina, saranno considerati come portenti, e come persone da non imitarsi, nè ascoltarsi. Tale è la comune sposizione degli antichi Padri e Interpreti. Portento verissimo di carità, di umiltà, di povertà, e di mortificazione fu Cristo; e lo furono anche gli Apostoli, imitatori di Cristo, e i Cristiani imitatori degli Apostoli. Che abita nel monte di Sion. Abita nel suo tempio, che è sul monte di Sion. Ivi Cristo annunziò la sua dottrina, ed ivi la nuova legge fu scritta ne' cuori de' credenti dallo Spirito santo mandato da Cristo sopra di essi.

8,19:Or quando diranno a voi: ec. Se adunque, o Giudei, nelle vostre angustie suggerirà a voi qualche empio, che andiate a consultare i pithoni, e i maghi, rispondete liberamente: non v' ha egli Dio in Israele, a cui ricorrere? Si vorrà egli ricorrere agli dei morti del Gentilesimo per consultare intorno alla salute di uomini vivi, che so no da più di quelli? De' pithoni (che eran così chiamati dall'uso che vi era d'interrogarli e consultarli intorno alle cose future) si è parlato negli Atti XVI. 16., e I. Reg. XXVIII., 7.

8,20:Alla legge piuttosto, ed all'arca, ec. Dalla legge impareremo quello, che debba farsi nelle angustie e nelle afflizioni: ella c'insegnerà a riguardarle come pena ben giusta de'nostri peccati, e c'inviterà alla penitenza, e ci insegnerà ancora a ricorrere all'arca e al propiziatorio, donde il Signore ci farà conoscere la sua volontà. Quelli poi, che altrimenti insegnassero, mavolesser anzi ricorrere a' maghi, costoro si rimarran senza luce, involti nella densa caligine de' loro errori, e saranno sempre infelici.

8,21-22:E (la luce) passerà da loro, ec. Notisi che il relativo eam nel latino si riporta alla casa di Giacobbe nominata nel vers. 17. La luce della verità e della felicità si ritirerà, partirà dalla casa di Giacobbe; e questa casa, o sia i Giudei, caderanno per terra, soffriranno la