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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Isaia 26


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Cantico di ringraziamento per la esaltazione de' giusti, e la umiliazione de' reprobi. Della risurrezione de' morti.

1In quel giorno sarà cantato questo cantico nella terra di Giuda. Nostra città forte è Sionne: sua muraglia, e suo parapetto sarà il Salvatore.2Aprite le porte, ed entri la gente giusta, che custodì la verità.3L'antico errore è dissipato: tu manterrai la pace: la pace, perchè in te' noi sperammo.4Voi poneste la speranza vostra nel Signore pe' secoli eterni, nel Signore Dio forte in perpetuo.5Perocché egli deprimerà quei, che stanno in posti sublimi, umilierà l'altiera città. La umilierà fino a terra, la abbasserà fino alla polvere.6La calpesteranno i piedi, i piedi del povero, le orme del mendico.7La via del giusto è diritta; diritti i sentieri, pe quali il giusto cammina.8E nella via de' tuoi giudizj noi te aspettammo, o Signore: il tuo nome, e la memoria di te sono il desiderio dell'anima.9L'anima mia te bramò nella notte: e col mio spirito, e col mio cuore mi volgerò a te dalla punta del giorno. Allorché tu avrai eseguiti i tuoi giudizj in terra, gli abitanti del mondo appareran la giustizia.10Abbiasi compassione dell'empio,ed ei non apparerà la giustizia: egli ha commesse iniquità nella terra dei santi, e non vedrà la gloria del Signore.11Alza, o Signor, la tua mano, ed ei non veggano: veggano gl'invidiosi del popolo, e rimangan confusi: e sian divorati dal fuoco i tuoi nemici.12Signore, tu a noi darai pace: perocché tutte le opere nostre hai tu fatte per noi.13Senza di te, o Signore Dio nostro, abbiamo avuti de' padroni, che ci han dominato: di te solo, e del nome tuo fa, che noi abbiamo memoria.14I morti non tornino a vivere; i giganti non risorgano: che perciò tu li visitasti, e gli sterminasti, e cancellasti affatto la loro memoria.15Tu favoristi, o Signore, la nazione, tu favoristi la nazione; ne sei tu stato forse glorificato per aver dilatati tutti i confini della (sua) terra?16Nell'afflizione cercaron te, o Signore, e la tribolazione, onde gemono, e per essi tua istruzione.17Come quella, che concepì, avvicinandosi al parto grida affannata nelle sue doglie, tali siam noi, o Signore, dinanzi a te.18Abbiam concepito, e abbiam qua si sofferti i dolori del parto, e abbiam partorito lo spirito. Noi non facemmo nella terra opere di salute, per questo non caddero gli abitatori della terra.19Avranno vita i tuoi morti; gli uccisi miei risorgeranno: svegliatevi, e cantate inni di laude voi, che abitate nella polvere: perocché la tua rugiada è rugiada di luce, e tu rovinerai la terra de' giganti.20Vanne popolo mio, entra nelle tue camere, chiudi dietro a te le tue porte, nasconditi un momento, fintantoché passi lo sdegno.21Imperocché ecco che il Signore verrà fuori dalla sua residenza a visitare l'iniquità dell'abitatore della terra contro di lui: e la terra renderà il sangue, che ha bevuto, e non ricoprirà più lungamente quelli, che sopra di lei furono uccisi.

Note:

26,1:Nella terra di Giuda. Giuda significa laude, confessione, e il luogo dove Dio è lodato in eterno egli è la terra de' vivi, la Gerusalemme celeste. Lassù adunque si canterà questa lauda al Signore da tutti i beati, particolarmente quando si vedranno ricolmi da Dio di tanta gloria, e di essere per misericordia di lui salvati dalla eterna miseria, nella quale Moab, cioè i reprobi saranno caduti.
Nostra città forte è Sionne: ec. La celeste Sionne (che è la nostra città e la nostra patria) ella è città fortissima che da nimico alcuno non può essere offesa, perchè sua muraglia e suo parapetto egli è il Salvatore. Nello stesso senso l'Ebreo: la salute è a lei muraglia e parapetto. Le città di Moab periranno, perchè le loro muraglie anderanno per terra: ma la nostra città forte, Sionne, sarà eterna, perchè sua muraglia e sua difesa ella è la stessa salute. Così i santi festeggiano il loro ingresso nella patria della sicurezza, della stabilità e della pace.

26,2:Aprite le porte, ed entri la gente giusta, ec. Sono parole del Salvatore agli Angeli, a' quali dice, che aprano le porte della città de' Santi, affinchè vi entri il popolo degli eletti, che custodì la giustizia. È qui un bellissimo dialogo.

26,3:L'antico errore è dissipato: ec. Il più antico e il più funesto errore degli uomini, fu di lasciarsi sedurre dall'amore delle cose presenti fino a scordarsi affatto dei beni e de' mali futuri, fino a odiare la via, che conduce alla vita, perchè faticosa ed aspra secondo il senso, e battere le vie di morte, perchè dolci e comode secondo le inclinazioni della corrotta natura. La differenza infinita, che sarà alla fine trallo stato di quelli, che seguiron la via stretta, e lo stato degli altri, che camminarono per la via larga, questa differenza dissipa il grande errore de' peccatori, e dà loro occasione di esclamare: Dunque noi smarrimmo la via di verità, e non rifulse per noi la luce della giustizia, e non si levò per noi il sole d'intelligenza? Sap. V. 6., come dà occasione a' Santi di esaltare e benedire la divina misericordia, che da errore si grande li salvò.
Tu manterrai la pace: ec. Tu, o Signore (dicono a Dio i Santi), manterrai sempre a noi la pace, cioè la copia di tutti i beni, che occhio non vide, nè orecchio udi, nè cuor di uomo comprese nel tempo della vita mortale; la manterrai stabile e senza alterazione per tutti i secoli, perchè in te sperammo, e dalla speranza stessa animati sopportammo volentieri i patimenti e le tribolazioni e tutti i mali temporali per amore della giustizia.

26,4:Voi poneste la speranza vostra nel Signore ec. Gli Angeli del Signore lodano la speranza e virtù de' giusti, i quali tutte le speranze loro e pel tempo e per l'eternità riposero in Dio, nel Signore Dio forte e potente in eterno, onde in eterno può far beati quelli che in lui sperarono, e beati li fa, perchè egli è non sol potente, ma anche fedele.

26,5:Perocchè egli deprimerà quei, che stanno ec. Si dimostra come Dio è forte, onde in lui è da sperare, perchè egli sa e può deprimere i gradi, i superbi del seco lo, e umilierà la città stessa, o sia il popolo dei superbi, l'umilierà fino a terra, e fino a ridurla in poca polvere. Vedi il capo precedente vers. 2.

26,6:La calpesteranno i piedi, ec. Questa città con tutta la sua superbia e possanza sarà conculcata dagli umili servi di Dio, da' poveri e mendichi, de' quali non si faceva nissun conto presso i grandi e felici del secolo. Gli Apostoli e i Santi giudicheranno e condanneranno la città superba, il popolo de' mondani, nel giudizio di Cristo.

26,7:La via del giusto è diritta, ec. La strada, per cui il giusto perviene all'eterna felicità, ell'è strada diritta e piana, e senza pericolo di errore o d'inciampo. Tale è il senso della nostra Volgata, come apparisce dall'Ebreo, che può tradursi: la via del giusto è diritta: tu, o Dio, appianerai i sentieri del giusto, e ciò combina con quello, che sta scritto: Prov. IV. II. Ti condurrò ne' sentieri della giustizia, e quando in essi sarai entrato, non troverai angustia a' tuoi passi, nè inciampo al tuo corso.

26,8:E nella via de' tuoi giudizi noi te aspettammo, o Signore. E noi battendo la via de' santi tuoi comandamenti te aspettammo come consolatore de' nostri affanni, come rimuneratore generoso e fedele de' patimenti sofferti per amore di te.
Il tuo nome e la memoria di te, sono il desiderio dell'anima. Delizia dell'anima, che sa conoscerti, egli è il nome tuo, e il ricordarsi di te e l'averti sempre presente: questo (dicono i Santi) fu il nostro conforto, il nostro bene, il nostro sostegno nella vita mortale, nel battere le vie de' tuoi comandamenti: noi ripetevamo il tuo nome, il nome di Dio salvatore, e la memoria di questo Dio addolciva le nostre pene, curava le nostre piaghe, confortava il nostro coraggio, dilatava il nostro cuore e lo rendeva talmente pago e contento, che tutte le cose del mondo erano un nulla per noi.

26,9:L'anima mia te bramò nella notte: ec. Dalle parole sin qui udite de' santi, risvegliato ed acceso il cuore del Profeta, parla egli adesso così: l'anima mia, o Signore, te desidera, a te aspira la notte, e con te nel cuore si sveglierà il mio spirito la mattina prima del far del giorno. Cosi e di notte e di giorno tu sarai la dolce occupazione del mio spirito e del cuor mio.
Allorchè tu avrai eseguiti ec. Ma lo zelo stesso, che io ho per la tua gloria, mi forza a dire, o Signore, che gli uomini del mondo non impareranno ad amar la giustizia se non quando con sonori flagelli gastigando i peccatori tu eseguirai contro di essi i giusti giudizi tuoi. Perocchè la maggior parte di essi sono talmente fitti nel fango delle loro cupidità, che a trarli fuora vi abbisogna una mano forte, che non li risparmi.

26,10:Abbiasi compassione dell'empio, ec. Se si avrà compassione dell'empio, se non si darà di mano a' gastighi, egli non farà mai un passo verso la via della giustizia; egli vive da empio nella terra de' santi, nella tua Chiesa, dove tanti trova e mezzi ed aiuti per vivere da giusto: per questo egli sarà escluso dalla salute, e non vedrà la gloria di Dio nè il celeste suo regno.

26,11:Alza, o Signor, la tua mano, ed ei non veggano: ec. Signore, dimostra la tua possanza, non veggano quest'iniqui la gloria tua, anzi la veggano, ma di lonta no, e come per un'ombra, e siccome sempre invidiarono il bene de' giusti, restino adesso confusi di vedergli esaltati nella stessa tua gloria, ed essi come nemici tuoi sieno divorati dal fuoco eterno. È qui non una preghiera, ma una predizione di quello che avverrà a' peccatori se non si convertono, e insieme un'approvazione reli giosa de' giudizi di Dio verso di essi.

26,12:Signore, tu a noi darai pace: perocchè tutte le opere nostre ec. S. Girolamo espone in tal guisa queste parole:Perchè la consumazione del mondo si avvicina, e tutto quello che tu annunziasti pe' tuoi profeti si è effettivamente adempiuto, ed hai dato con pienezza quello, che promettesti, da' a noi quella pace, che ogni sentimento sorpassa: e questa sposizione del santo Dottore bene sta colla significazione della voce Ebrea renduta nella nostra Volgata colla voce opera; perocchè quella significa e qualunque opera e qualunque avvenimento; onde un altro dotto Interprete parafrasa in tal guisa: Signore, che hai adempiuta per noi l'opera di nostra redenzione per mezzo del figliuol tuo Gesù Cristo, e tante grandi cose hai fatte per la tua Chiesa, da' a lei pienezza di pace, cominciando a darle in questo tempo un saggio di quella perfettissima e immutabile gloriosa pace, che le darai nel cielo quando il fuoco avrà divorati i suoi e nostri nemici.
In secondo luogo da molti altri per queste opere s'intendono le azioni del giusto, le quali Dio opera in esso me diante la celeste sua grazia; perocchè Dio è quegli che dà il volere e il fare, come dice l'Apostolo; onde il senso è tale: Signore, che se'stato l'autore e il principio di tutte le buone opere, le quali noi abbiam fatte, tu darai a noi parimente delle stesse opere la mercede, la requie nel beato tuo regno: tu, che ci hai data la grazia e il merito, coronerai questi doni tuoi col dono della pace e della felicità sempiterna.

26,13:Senza di te, o Signore Dio nostro, abbiamo avuti de' padroni, ec. Parla Isaia dello stato presente di sua nazione. Signore, tu dovevi essere il solo nostro padrone, ma per nostra somma sciagura noi abbiamo avuti altri dei, ai quali rendemmo il culto rubato a te; togli pell'avvenire da noi simile ingratitudine e cecità, e fa', che di te solo ci ricordiamo e te solo invochiamo. Ezechia purificò il Tempio e gettò a terra gli altari de' falsi dei. In un altro senso il demonio, il peccato, la concupiscenza sono i padroni, che dominano il peccatore, che ad essi serve, voltate le spalle al suo Dio.

26,14:I morti non tornino a vivere, i giganti non risorgano: ec. Gli dei falsi, figure degli uomini morti, figure di fieri giganti nemici di Dio e tiranni delle nazioni, non tornino ad aver vita nel nostro concetto, non sieno essi più i nostri padroni, chè per questo appunto tu hai mostrata l'ira tua contro di essi, e gli hai sterminati, e hai cancellata ogni memoria di essi. La parola Giganti è qui usata a significare uomini violenti e crudeli e rinomati loro empietà. Vedi Prov. IX. 18., XXI. 16. Sap. XIV.6

26,15:Tu favoristi, o Signore, la nazione, ec. Dimostra che l'afflizione e i flagelli sono utili quali nuoce la bontà e la clemenza, perchè ne abusano Quando tu fosti buono e liberale de' tuoi favori con questo popolo, quando dilatasti e ampliasti la terra data ad essi da te, ti diede egli lode, ti onorò, ti fuforse riconoscente? Il popol diletto ingrassato diede decaici, Deuter. XXXIII. 15.

26,16:La tribolazione ... è per essi tua istruzione. Come il pungolo insegna a' bovi quello che debbon fare cosi gli stolti non imparano, se non punti dalla tribolazione, dice s. Girolamo.

26,17-18:Come quella, che concepì, ec. Descrive gli effetti, che il timore di Dio e de' suoi flagelli produce nell'anima, i quali effetti sono concepire e partorire lo spirito di grazia, che è qui detto Spirito di salute. Il timor del Signore (dice un antico Interprete) feconda l'anima e reprime i moti della concupiscenza: onde, ricevuta da Dio la semenza di pietà, l'anima stessa partorisce ottimi frutti.
Noi non facemmo nella terra opere di salute, ec. Per chè noi non meritammo colle opere sante, colle opere di salute, che Dio ci aiutasse a sterminare i nostri nemici dalla terra, che abitiamo, per questo i Filistei,li Jebusei ec. sono tuttora in piedi, e ci vessano e c'inquietano e sono continuo tormento per noi.

26,19:Avranno vita i tuoi morti, ec. I giusti morti nella tua carità avranno un dì nuova vita, o Signore; i giusti del popol mio uccisi dagli empi risorgeranno. Così parla a Dio il Profeta; indi a' giusti si volge, che giacquer finora nella polvere del sepolcro, e loro ordina di svegliarsi dal lungo lor sonno e d'intuonare inni di laude al Signore, che li chiama alla vita immortale e beata.
Perocchè la tua rugiada è rugiada di luce. Come la rugiada, che cade avanti giorno su' campi, ravviva le piante, così la tua grazia, il tuo favore, la tua benignità, è rugiada, che dà luce e vita a' morti cadaveri, e vita di gloria e di felicità.
E tu rovinerai la terra de' giganti. Vale a dire i corpi degli empi, come spiega s. Girolamo: ovvero la terra, che è l'abitazione e l'amor degli uomini superbi e degli empi.

26,20:Vanne, popolo mio, entra nelle tue camere, ec. Popolo de' giusti miei, va'(dice il Signore), va'a chiuderti ne' tuoi sepolcri, che sono le tue camere di riposo, nelle quali per poco tempo tu dormirai, vale a dire, per sino a tanto, che io abbia co' miei flagelli punito gli empi; dopo di che io vi risusciterò. Chiama camere i sepolcri dei giusti, perchè la loro morte è un sonno, dopo del quale si sveglieranno pieni di vita, onde fin da' primi tempi della Chiesa i luoghi destinati alla sepoltura dei Cristiani furon detti cemeteri, con voce greca, che significa dormitorii.

26,21:Il Signore verrà fuori della sua residenza ec. Cristo verrà dal cielo a giudicare e punire il mondo, e la terra renderà il sangue dei Martiri e de' Giusti, ond'ella fu inzuppata, e non terrà nascosti più lungamente i suoi morti, ma li renderà tutti e li verserà dal suo grembo. Non si parla della risurrezione de' cattivi; essi risorgono per essere infelici secondo il corpo, come lo erano secondo l'anima. Vedi Apocal. XX. 5.