Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Isaia 23


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Dentro d'termine di settanta anni Tiro sarà desolata per ragione della sua superbia, e di poi sarà ristaurata.

1Anunzio pesante contro Tiro. Gettate urli, e navi del mare: perocché è desolata la casa, onde solevan tornare. Dalla terra di Cetim ne hanno avuto l'avviso.2Tacete, o abitatori dell'isola: tu eri piena di mercatanti di Sidone, che valicavano il mare.3La semenza, che cresce nelle ridondanti acque del Nilo, e le messi del fiume eran sua raccolta: ed ella era divenuta l'emporio delle nazioni,4Vergognati, o Sidone: così dice il mare, e la padrona del mare: tu che dici: Non ho concepito, e non ho partorito, e non ho educato i giovani, né allevate le fanciulle.5Allorché arriveranno novelle in Egitto, avran dolore di quel, che udiranno riguardo a Tiro.6Passate i mari, alzate le strida, abitatori dell'isola:7E non è ella questa la vostra (città), la quale già tempo gloriavasi di sua antichità? I suoi piedi la condurrano in rimoto pellegrinaggio.8Chi è, che tali cose ha stabilite contro di Tiro, la quale un dì portava corona? I suoi mercatanti erano principi, e i suoi negozianti erano lo splendor del paese.9Il Signor degli eserciti ha stabilito questo per conculcare la superbia di tutti i gloriosi, e per ridurre all'obbrobrio tutto lo splendor del paese.10Esci come un rigagnolo dalla tua terra, o figlia del mare; tu non hai più cintura.11Egli ha stesa la mano sua contro il mare, ha scommossi i regni. Il Signore ha dati ordini contro di Chanaan, per isterminare i suoi campioni.12Ed egli ha detto: Tu non ti vanterai più quando sarai stata oppressa, o vergine figlia di Sidone: alzati, naviga a Cetim, e ivi pure non avrai riposo.13Ecco la terra de' Caldei: non fu mai popolo tale: Assur lo fondò: ora i suoi campioni sono stati menati schiavi, sono state atterrate le sue case, lo hanno ridotto una rovina.14Gettate urla, o navi del mare, perchè il vostro baluardo è stato distrutto.15E allora sarà, che tu, o Tiro, resterai dimenticata per settant'anni, quant'è la vita di un re, e dopo i settant'anni sarà Tiro quasi meretrice, che canta.16Prendi la cetra, va attorno per la città, o meretrice posta in obblio; canta dolcemente, ripeti la tua canzone, affinché si ricordino di te.17E dopo i settant'anni il Signore visiterà Tiro, e la renderà al suo mercimonio, ed ella avrà commercio come prima con tutti i regni del mondo, quanto si stende la terra.18E i suoi traffichi, e i suoi guadagni saranno consagrati al Signore: non saranno riposti, né messi a parte; imperocché il suo mercimonio sarà per utile di quegli che staranno dinanzi al Signore, perchè mangino fino ad esser satolli, e siano rivestiti fino alla vecchiaia.

Note:

23,1:Contro Tiro. Città antichissima della Fenicia, città signora del mare, era come l'emporio di tutto il mondo, città famosa per le sue navigazioni e per le sue ricchezze, da cui riconoscevano la loro origine altre grandi città, tralle quali Cartagine: lungo le sue costiere pescavasi il murice, da cui venne la porpora tanto celebrata dagli antichi, e donde veniva a tutto quel paese immensogua dagno. Coll'abbondanza delle ricchezze e col lusso vi dominava il vizio e una corruttela grandissima di costumi. Ella fu assediata e presa e devastata da Nabuchodonosor, come è predetto qui da Isaia, e da Geremia XXVII. LXVII, e da Ezechiele XXVI. XXVII. XXVIII. Il Profeta dice, che urlino e si affannino le navi, che scorrono il mare; i LXX tradussero, in vece di navi del mare, navi di Cartagine. E ben hanno ragione le navi, cioè i mercatanti, che sulle navi passeggiano il mare, ben hanno ragione di menar gran duolo, perchè è desolata la gran città, donde tornar solevano carichi di preziose merci.
Dalla terra di Cetim ne hanno avuto l'avviso. La terra di Cetim dinota qui le isole del mediterraneo. Dice adunque, che la fama della espugnazione e della desolazione di Tiro si è sparsa ben presto per tutte le isole, e l'hanno udita nel loro passaggio i mercatanti.

23,2:Tacete, o abitatori dell'isola. Tiro da principio fu fondata in un'isola, e fu unita con gran difficoltà e con immensa fatica al continente prima da Nabuchodonosor, e poi da Alessandro il Macedone, quando l'assediarono. Il Profeta dice, che l'afflizione e il dolore de' Tiri nella loro calamità li renderà muti e senza fiato.
Di mercatanti di Sidone. Sidone era vicina a Tiro, e questa, secondo gli storici, era colonia della stessa Sidone città anch'essa di gran commercio.

23,3:La semenza, che cresce nelle ridondanti acque del Nilo, ec. Il territorio di Tiro era assai magro, e la sua popolazione era grandissima, onde ella prendeva dall'Egitto le sue provvisioni di grano per il proprio bisogno,e per farne anche negozio; onde dice, che erano di Tiro le raccolte dell'Egitto, che vengono copiose mediante le acque del Nilo, che inondano e rendono fertili le campagne di Egitto.

23,4:Vergognati, o Sidone: cosi dice il mare e la padrona del mare: ec. Tutti quelli, che passeggiano il mare, e Tiro istessa la signora del mare, dice così: Vergognati, o Sidone, di avere abbandonata Tiro quando era stretta dal nemico, e di avere anzi detto, che tu non eri madre di Tiro, e non avevi concepito, nè partorito, nè allevati i figliuoli e le figlie di Tiro. Quando Tiro fondata da' Sidoni fu divenuta grande e potente, i Tiri non voller più riconoscer per loro madre una città, la quale, benchè assai considerabile pel suo commercio, era però inferiore di gran lunga alla loro città. Sidone rendette il contraccambio ai Tiri nella loro calamità, e gli abbandonò: ora i mercatanti affezionati a Tiro, e la stessa Tiro, rimproverano a Sidone la sua durezza, e di aver detto, che ella non era madre dei Tiri, non gli avea conceputi nè messi al mondo. Qualche documento della rivalità, e anzi della dichiarata avversione tralla madre e la figlia, si legge presso Giuseppe Antiq. IX. ult.

23,5:Avran dolore ec. Sì perchè vengono a perdere l'utilità, che cavavano dal commercio con quella città, e sì ancora perchè temeranno, che Nabuchodonosor non si volti contro l'Egitto.

23,6:Passate i mari, alzate le strida, ec. Abbandonate, benchè con dolore e affanno grande, la vostra città, o Tiri, e andate a cercarvi stanza in altri paesi. Infatti, come dice s. Girolamo, un gran numero di quei cittadini passò col meglio de' loro effetti a Cartagine, e in varie isole del mare Ionio e dell'Egeo; onde Nabuchodonosor e il suo esercito non trovarono in Tiro tanto che com pensasse le fatiche grandi sofferte in quell'assedio. Ezech. XXIX. 18.

23,7:Già tempo gloriavasi di sua antichità? ec. Sono parole di quelli, che passeranno presso le rovine di Tiro. E questa è adunque quella vostra città, o Tiri, famosa per la sua antichità, che si credea di poter durare in eterno? Ora il corpo de' suoi cittadini sarà condotto a piedi in lungo pellegrinaggio, cioè fino a Babilonia, dal vincitore. I Tiri non erano avvezzi a fare grandi viaggi a piedi, ma solo per mare.

23,8:Portava corona. Come regina del mare.
Erano principi, ec. Da quello, che noi veggiamo essere i mercanti moderni di Londra, di Amsterdam ec., possiamo argomentare quello che fosse in Tiro in que' tempi, ne' quali erano in sì piccol numero le città commercianti, e il negozio del mondo conosciuto era in poche mani.

23,10:Esci ... dalla tua terra, o figlia del mare; ec. Figlia del mare, e mare tu stessa per l'affluenza del popolo e per l'esuberanti ricchezze, tu sarai ridotta come piccol rigagnolo, e uscirai dalla tua terra per andare in ischiavitù fino in Babilonia, e vi anderai discinta e ignuda. Vedi Isai. XX. 4.

23,11:Egli ha stesa la mano ec. Il Signore ha stesa la mano contro Tiro e contro il mare, che è il regno di Tiro; ha dati i suoi ordini contro quella città Chananea e metropoli adesso della Chananea o sia della Fenicia.

23,12:Non ti vanterai più quando sarai stata oppressa, ec. Tu non sarai più tanto superba, o vergine figliuola di Sidone, vale a dire città bellissima e nel vigore di tua possanza, nè mai pell'avanti espugnata.
Alzati, naviga a Cetim, ec. Quella parte de' tuoi cittadini, che anderanno a rifugiarsi nelle isole, non vi troveranno requie, perchè l'ira di Dio ivi ancora li perseguiterà.

23,13:Ecco la terra de' Caldei: ec. Con tutta la tua possanza tu caderai per terra, o Tiro, e sarai desolata, come lo fu la terra de' Caldei e la grande potentissima Babilonia da Ciro. Babilonia fu fondata da Nemrod, Gen. X. 10., e ingrandita molto da Belo. Si parla qui della rovina di lei come già avvenuta, perchè ella è stata già predetta da Isaia cap. XIII. XXI.

23,15-16:Per settant'anni, quanta è la vita di un re. Sarai dimenticata, o Tiro, pel corso di settant'anni, quanti ne vive un uomo, che ha tutte le sue comodità, e cui nulla manca per prolungare quant'è possibile ad uomo la vita, come nulla di tutto questo manca ad un re. Questi settant'anni si contano dall'anno primo di Nabuchodonosor fino a Ciro, il quale, come agli Ebrei, così all'altre nazioni condotte prigioniere ne' regni precedenti a Babilonia rendette la libertà. Vedi Jer. XXV. II., Ezech. XXX. 12. 13.

23,17:E dopo i settant'anni ec. Passati i settant'anni Tiro sarà come una meretrice, la quale cerca di far tornare a sè i suoi amatori, e va per la città cantando invitandogli; cosi Tiro cercherà di richiamare a sè i mercatanti e l'antico commercio. Notisi, che nell'Ebreo la stessa voce significa meretrice e venditrice, e qualche dotto Interprete osservò essere stato costume, che le donne andando per le strade a vendere, cercassero di attirare la gente col canto e col suono. Così dice il Profeta, che Tiro si industrierà d'invitare le genti tutte a frequentare il suo porto. Tiro ripigliò l'antica sua riputazione e l'antica potenza dopo Ciro, e ognun sa, che ella potè per sette interi mesi arrestare il corso delle vittorie di Alessandro, il quale non senza grande difficoltà la espugnò.

23,18:E i suoi traffichi e i suoi guadagni saranno consacrati al Signore: ec. Si trasporta qui il Profeta al tempo della felicità maggiore di Tiro, e questo è il tempo dell'Evangelio, quando lo stesso Salvatore del mondo mandato alle pecorelle disperse della casa d'Israele, non isdegnerà di far sentire la divina sua voce, e di far vedere i suoi miracoli anche a' Tiri e a' Sidoni, de' quali fu insigne primizia la Chananea, di cui si parla Matth. XV.21; onde quel paese abbracciò di buon'ora la fede, la quale vi fiori grandemente come era stato predetto ancor da Davidde, Ps. XLIV. 13. I Tiri adunque si convertiranno al Signore, e a lui consacreranno le loro ricchezze, e non le nasconderanno con avarizia, ma i loro guadagni impiegheranno pel tempio di Dio e pe'poveri fedeli, affinchè mangino e si satollino, e abbiano vesti da coprirsi fino alla loro vecchiezza. Vedi s. Girolamo.