Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Isaia 17


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Dopo la rovina de' Damasceni, alleati d'Israele, il paese d'Israele sarà devastato, perchè il popolo si e scordato di Dio suo Salvatore, a cui ritornerà nel tempo della tribolazione. Guai a' persecutori del popolo del Signore.

1Annunzio pesante contro Damasco: Ecco che Damasco finirà d'esser città, e resterà come un mucchio di pietre di una rovina.2Le citta di di Aroer sono lasciate ai greggi, ed ivi riposeranno, né saravvi chi ne gli scacci.3Ed Ephraim non avrà più il suo sostegno, né Damasco il reame; e sarà degli avanzi della Siria, come de' gloriosi figliuoli d'Israele, dice il Signore degli eserciti.4E in quel giorno sarà annichilata la gloria della casa di Giacobbe, e la pinguedine della carne di lei smagrirà.5Ed ei sarà come uno, che va a spigolare dopo la messe, e colla mano raccoglie le spighe, che restano, ed ei sarà come uno, che vada in cerca di spighe nella valle di Raphaim.6E rimarrà di lui quasi un raspollo, e come dopo scosso l'ulivo due, o tre ulive rimangono alla punta di un ramo ovver quattro, o cinque de' frutti di lu alla vetta della pianta, dice il Signore Dio d'Israele.7In quel giorno si umilierà l'uomo dinanzi al suo Fattore, e gli occhi di lui saranno rivolti al Santo di Israele:8E non si incurverà davanti agli altari, che furon lavoro delle mani, e non darà più un'occhiata a' boschi, e a' delubri, che furon fatti da lui.9In quel giorno le sue città forti saranno abbandonate, come gli aratri, e le biade furono abbandonate all'arrivo de' figliuoli d'Israele: cosi tu sarai abbandonata.10Perchè ti se' scordata di Dio tuo Salvatore, né avesti in memoria il forte tuo difensore: per questo tu pianterai pianta fedele, e seminerai semenza straniera.11E allorché tu piantasti, venne fuor la lambrusca, e la tua semenza al mattino fiorì: la messe è a te tolta quando dovea raccogliersi, e ti dorrà grandemente.12Guai alla moltitudine del popolo, numeroso come i molti flutti del mar fremente: e alla turba romoreggiante, come romoreggian le molte acque.13I popoli faran romore, come le acque, che inondano. E Dio gli sgriderà, ed ei fuggiranno lontano, e saran dispersi, come sui monti la polvere al soffiare del vento, e come un globo di fumo al levarsi della bufera.14Al tempo della sera, ecco ch'ei danno turbamento, alla mattina ei più non sono. Tale è la mercede di quelli, che ci han devastati, e la sorte di quelli, che ci han saccheggiati.

Note:

17,1:Damasco finirà d'esser città. Damasco fu molto maltrattata da Theglathphalasar, ma si era dipoi rimessa in piedi; da Sennacherib fu dipoi rovinata, come dice adesso il Profeta, e non fu più città potente, e non ebbe più regi, e non fu più in istato di nuocere nè di aiutare, e neppur di sostenersi da se sola. Così diciamo: Antiochia non è più Antiochia, e Alessandria non è più Alessandria. Geremia predice ancora, che Damasco dovea essere dipoi abbattuta da Nabuchodonosor. La situazione vantaggiosa di certe città le fa agevolmente risorgere.

17,2:Le cittadi di Aroer ec. Aroer, secondo qualche Interprete, parrebbe essere una parte della Siria chiamata Areira da Tolomeo. S. Girolamo interpreta, le cittadi della Mirica, perchè questa pianta nasce nei luoghi deserti, ed ha già detto il Profeta, che Damasco sarà rovinata, e soggiunge adesso, che quel paese sarà un deserto, onde sarà buono solamente per la pastura, e i greggi vi pasceranno e vi riposeranno sicuri, senza che siavi da temere di alcuno insidiatore, tanto sarà grande la solitudine.

17,3:Ed Ephraim non avrà più il suo sostegno, ec. I Siri di Damasco erano per lo più alleati degli Israeliti contro Giuda; e quest'alleanza fu cagione della loro rovina: perocchè Achaz ricorse all'aiuto di Theglathphalasar, il quale saccheggiò Damasco, e menò via buona parte degli Israeliti, e di poi Salmanasar prese e disertò Samaria, e Sennacherib finì di abbattere Damasco. Così e gli avanzi della Siria e i superbi figliuoli d'Israele ebbero la stessa sorte. Alcuni per la gloria de' figliuoli d'Israele intendono la stessa città di Samaria, città capitale e regina; io ho seguito s Girolamo, il quale credette, che sien detti gloriosi i figliuoli d'Israele per ironia, come quelli, che per la loro empietà aveano meritata l'ignominia di prigionieri.

17,4:E in quel giorno sarà annichilata ec. Il glorioso regno di Ephraim, o sia delle dieci tribù, sarà allora annichilato, e questo pingue e ricco corpo politico sarà ridotto a magrezza e miseria.

17,5-6:Ed ei sarà come uno, che va a spigolare ec. Giacobbe, cioè il regno d'Israele, sarà talmente devastato, che que' pochi uomini, i quali vi rimarranno dopo le desolazioni degli Assiri, possono paragonarsi a quelle poche spighe, che rimangono dopo la mietitura in una valle anche vastissima quale è la valle di Raphaim, le quali spighe va a raccoglierle il povero con le sue mani a una a una: e questi pochi uomini posson paragonarsi a quei raspolli, che restano nella vigna dopo fatta la vendemmia, ovvero a quelle pochissime ulive, che restano sulla pianta già scossa.

17,7:Si umilierà l'uomo dinanzi al suo Fattore, ec. Gli Israeliti che fuggiranno la morte e la cattività, abbando nato il culto degl'idoli, adoreranno il vero Dio loro creatore, e a lui ricorreranno, ritornando alla religione de' padri loro. E così fu, essendosi quegl'Israeliti, che rimasero nel paese, riuniti con Giuda e Beniamin nel culto del Signore. Vedi II. Paral. XXX. XXXI. XXXIV. 6. 9. XXXV. 18.

17,8:E non darà più un'occhiata a' boschi, ec. Non adoreranno più gl'idoli fatti da loro a Bethel e a Dan; non vorranno più vedere nè i boschetti, dove si onoravano le false impure divinità, nè i templi ad esse già eretti da loro.

17,9-11:Come gli aratri e le biade furono abbandonate ec. Quando il popolo Ebreo ebbe passato il Giordano sotto la condotta di Giosuè, le genti di Chanaan, prese da grande spavento, abbandonarono per fuggire e gli aratri e tutte le masserizie rusticali e le messi mature, che aspettavano la falce: così saranno abbandonate le stesse città forti della Samaria: così tu, o Samaria, resterai un deserto. Vedi Jos. II. 9., V.I. E questo avverrà a te, o Samaria, perchè ti scordasti di Dio tuo salvatore, che ti liberò dall'Egitto, e ti scordasti del tuo Protettore, che a te fece soggette le nazioni nemiche.
Per questo tu pianterai pianta fedele, e seminerai semenza straniera. I LXX lessero: pianterai pianta infedele e seminerai semenza infedele. Ma la nostra lezione ha ottimo senso, avendosi qui (come notò s. Girolamo) una ironia: Tu dimentica del tuo Salvatore piantasti una pianta fe dele, che a te ha dato quel frutto, che dare ti dovea, ed hai seminato semenza straniera, da cui averai quello, che io ti dirò. Tu piantasti l'idolatria, e questa ti diede fedelmente il suo frutto, vale a dire la perdizione e l'eccidio; onde la vite piantata da te ti produsse non uve, ma agre lambrusche; e il seme straniero, cui tu seminasti, gettò dalla sera alla mattina i suoi fiori: l'idolatria stessa seminata da te nel tuo popolo, ti diede una apparente passeggiera allegrezza, ma nissun frutto vero e di cui tu avessi da gloriarti; e venuto il tempo di raccogliere, ti troverai senza nulla, e ne avrai acerbo dolore.

17,12:Guai alla moltitudine ec. Guai agl'Israeliti e a' loro alleati, i quali sovente si mossero per far guerra a Giuda con numerosi eserciti simili nella moltitudine e nell'orgoglio a' flutti del mare in tempesta.

17,13:I popoli faran romore, ec. Fremeranno questi popoli e meneranno gran romore, come una piena grande di acque, che inondano una pianura. Ma Dio gli sgriderà, ed ei non solo saranno repressi, ma fuggiranno lontano, traportati dal loro spavento, come la polvere dei monti è trasportata da un vento gagliardo, e come un globo di fumo è dissipato dalla bufera.

17,14:Al tempo della sera, ecco ch'ei danno turbamento, ec. Osservate (dice il Profeta) questi terribili nemici del popolo del Signore: la sera recano spavento ed orrore, la mattina son già periti: in brevissimo tempo, dal vedere al non vedere, il Signore gli stermina. Così fu di Phacee re d'Israele, e di Rasin re della Siria, come si vide capo VII. Così Dio gastigherà anche in avvenire gli Israeliti, i quali hanno fatto a nol tanto male, conclude il Profeta.