Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Giobbe 30


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Giobbe descrive la sua infelicità presente

1« Ma ora mi deridono i più giovani di me, i padri dei quali non mi sarei degnato d'imbrancare coi cani del mio gregge.2Nessun conto facevo della forza delle loro mani, e parevano indegni anche della vita.3Smunti dalla miseria e dalla fame, brucavano il deserto; sfigurati dalla calamità e dalle privazioni,4mangiavan l'erba e le cortecce degli alberi e loro cibo era la radice del ginepro.5Andavano a rapirle nelle valli, e, trovata che ne avessero una, vi accorrevan gridando.6Abitavano nei dirupi dei torrenti, nelle caverne della terra o sopra la ghiaia;7e in tale stato erano allegri e trovavano le loro delizie nello stare sotto i pruni.8Figlì d'insensati e di vili, non hanno ardire di comparire sulla terra.9Ed ora io sono il tema delle loro canzoni, son passato fra loro in proverbio.10Mi aborrono, mi fuggono, non si vergognano di sputacchiarmi la faccia.11Perchè (Dio) ha aperto il suo turcasso e mi ha trafitto, ha posto un morso alla mia bocca.12Nell'alzarmi subito si levarono le sciagure alla mia destra, rovesciarono i miei piedi, e mi piombarono addosso per le loro vie come flutti.13Tagliati i miei sentieri, mi tesero insidie e prevalsero, e nessuno porse aiuto.14Come per larga breccia, come da porta aperta, irruppero contro di me e si gettarono sopra le mie miserie:15fui annientato. Come vento dileguaron le mie speranze, la mia felicità passò come nube.16Ed ora in me si strugge l'anima mia, sono in balìa di giorni tristi.17La notte mi trafigge dolorosamente le ossa, e quelli che mi divorano non dormono.18Il loro numero consuma la mia veste, mi stringono come il colletto della tunica.19Son diventato come il fango, sono ridotto come polvere e cenere.20Grido a te, e non mi ascolti, sto davanti a te, e non mi guardi.21Sei diventato crudele verso di me e mi combatti colla durezza della tua mano.22Mi hai portato per aria, ponendomi come sopra, il vento, e mi hai del tutto sfracellato.23Lo so che mi menerai alla, morte, là dove è assegnata la casa ad ogni vivente,24ma tu non stendi la mano per distruggerli e se cadono tu li salverai.25Io piangevo una volta sopra l'afflitto e l'anima mia compativa il povero;26ma aspettavo il bene e mi vennero le sciagure, speravo la luce e vennero fuori le tenebre.27Le mie viscere bruciano senza posa, mi son piombati addosso i giorni di afflizione.28Me ne andavo triste, senza furore, mi alzavo e gridavo in mezzo alla folla.29Divenni fra­tello dei dragoni, e compagno degli struzzi.30La mia pelle mi si è annerita addosso, e le mie ossa sono inaridite dall'ardore.31La mia cetra si è mutata in pianto, e il mio organo in voce di piangenti ».