Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Qoelet 1


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Vanità delle cose mondane

1Parole dell'Ecclesiaste, figlio di David, re di Gerusalemme.2Vanità delle vanità — disse l'Ecclesiaste — vanità delle vanità. Tutto è vanità.3Qual vantaggio trae l'uomo da tutta la fatica in cui s'affanna sotto il sole?4Una generazione va e l'altra viene, ma la terra rimane sempre al suo posto.5Il sole si leva e tramonta, ritorna al suo posto per rinascere,6gira verso il mezzogiorno e piega all'aquilone. Il vento sì spande in ogni parte sopra tutte le cose e ritorna a prendere i suoi giri.7Tutti i fiumi si gettano in mare, e il mare non trabocca: i fiumi ritornano al luogo dove son nati, per riprendere di nuovo il loro corso.8Tutte le cose son diffìcili: l'uomo non ha parole per spiegarle. L'occhio non è mai sazio di vedere, l'orecchio non è mai pieno di sentire.9Che è mai quello che fu? Quello che sarà. E quello che è stato fatto? Ciò che sarà fatto ancora.10Non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Di nessuna cosa si può dire: « Questa è nuova »: già fu nei secoli che ci precedettero.11Delle cose d'altri tempi non rimane memoria; ma neppure di ciò che sarà nell'avvenire resterà la memoria per quelli che verranno negli ultimi tempi.

Vanità della scienza

12Io, Ecclesiaste, fui re d'Israele in Gerusalemme,13e feci nell'animo mio il proposito di fare con sapienza delle ricerche e degli studi sopra tutto ciò che accade sotto il sole. Questa penosissima occupazione Dio l'ha data ai figli degli uomini, perchè vi si affatichino.14Osservai tutto quello che si fa sotto il sole, e vidi che tutto è vanità e afflizione di spirito.15I perversi diffìcilmente si correggono, e il numero degli stolti è infinito.16Io dissi in cuor mio: Ecco, io son diventato grande ed ho sorpassato in sapienza tutti quelli che furono avanti di me in Gerusalemme; la mia mente ha contemplato con sapienza molte cose, e ne ho imparate.17Poi applicai la mia mente a conoscere la prudenza, e la dottrina, e gli errori, e la stoltezza, e riconobbi che anche in questo c'era affanno e afflizione di spirito.18Perchè dove c'è molta sapienza c'è molto sdegno, e chi moltiplica la scienza moltiplica gli affanni.