Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Giobbe 41


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NOVA VULGATADIODATI
1 Ecce spes eius frustrabitur eum,
et aspectu eius praecipitabitur.
1 Trarrai tu fuori il leviatan con l’amo, O con una fune che tu gli avrai calata sotto alla lingua?
2 Nemo tam audax, ut suscitet eum.
Quis enim resistere potest vultui eius?
2 Gli metterai tu un uncino al muso? Gli forerai tu le mascelle con una spina?
3 Quis eum aggressus est et salvus fuit?
Sub omni caelo quisnam?
3 Userà egli molti preghi teco? Ti parlerà egli con lusinghe?
4 Non tacebo super membra eius
et eloquar robur et gratiam struis.
4 Patteggerà egli teco, Che tu lo prenda per servo in perpetuo?
5 Quis revelabit faciem indumenti eius,
et duplicia mandibulae eius quis intrabit?
5 Scherzerai tu con lui, come con un uccello? E lo legherai tu con un filo, per darlo alle tue fanciulle?
6 Portas vultus eius quis aperiet?
Per gyrum dentium eius formido.
6 I compagni ne faranno essi un convito? Lo spartiranno essi fra i mercatanti?
7 Corpus illius quasi scuta fusilia,
compactum sigillo siliceo:
7 Gli empirai tu la pelle di roncigli, E la testa di raffi da pescare?
8 unum uni coniungitur,
et ne spiraculum quidem incedit per ea;
8 Pongli pur la mano addosso, Tu non ricorderai mai più la guerra.
9 unum alteri adhaeret,
et tenentes se nequaquam separantur.
9 Ecco, la speranza di pigliarlo è fallace; Anzi l’uomo non sarà egli atterrato, solo a vederlo?
10 Sternutatio eius favillae ignis,
et oculi eius ut palpebrae diluculi.
10 Non vi è alcuno così feroce, che ardisca risvegliarlo; E chi potrà presentarsi davanti a me?
11 De ore eius lampades procedunt,
sicut scintillae ignis emittuntur.
11 Chi mi ha prevenuto in darmi cosa alcuna? ed io gliela renderò; Quello che è sotto tutti i cieli è mio.
12 De naribus eius procedit fumus,
sicut ollae succensae atque ferventis.
12 Io non tacerò le membra di quello, Nè ciò ch’è delle sue forze, nè la grazia della sua disposizione.
13 Halitus eius prunas ardere facit,
et flamma de ore eius egreditur.
13 Chi scoprirà il disopra della sua coverta? Chi verrà a lui con le sue doppie redini?
14 In collo eius morabitur fortitudo,
et faciem eius praecedit angor.
14 Chi aprirà gli usci del suo muso? Lo spavento è d’intorno a’ suoi denti.
15 Palearia eius cohaerentia sibi
compressa non moventur.
15 I suoi forti scudi sono una cosa superba; Son serrati strettamente come con un suggello.
16 Cor eius induratur tamquam lapis
et duratur quasi mola inferior.
16 L’uno si attiene all’altro, Talchè il vento non può entrar per entro.
17 Cum surrexerit, tremunt fortes
et ab undis retrorsum convertuntur.
17 Sono attaccati gli uni agli altri, ed accoppiati insieme, E non possono spiccarsi l’uno dall’altro.
18 Qui impegerit in eum, gladius eius non stabit
nec hasta neque pilum neque thorax;
18 I suoi starnuti fanno sfavillar della luce, E i suoi occhi son simili alle palpebre dell’alba.
19 reputat enim quasi paleas ferrum
et quasi lignum putridum aes.
19 Della sua gola escono fiaccole, Scintille di fuoco ne sprizzano.
20 Non fugat eum vir sagittarius,
in stipulam versi sunt ei lapides fundae.
20 Delle sue nari esce un fumo, Come d’una pignatta bollente, o d’una caldaia.
21 Quasi stipulam aestimat fustem
et deridet vibrantem acinacem.
21 L’alito suo accende i carboni, E fiamma esce della sua bocca.
22 Sub ipso acumina testae,
et sternit tribula super lutum.
22 La possa alberga nel suo collo, E la doglia tresca davanti a lui.
23 Fervescere facit quasi ollam profundum
et mare ponit quasi vas unguentarium.
23 Le polpe della sua carne son compresse; Egli ha la carne addosso soda, e non tremola punto.
24 Post se illuminat semitam,
aestimatur abyssus quasi canescens.
24 Il cuor suo è sodo come una pietra, E massiccio come un pezzo della macina disotto.
25 Non est super terram potestas, quae comparetur ei,
qui factus est, ut nullum timeret.
25 I più forti e valenti hanno paura di lui, quando egli si alza; E si purgano de’ lor peccati, per lo gran fracasso.
26 Omne sublime videt:
ipse est rex super universos filios superbiae ”.
26 Nè la spada di chi l’aggiungerà potrà durare, Nè l’asta, nè lo spuntone, nè la corazza:
27 Egli reputa il ferro per paglia, E il rame per legno intarlato.
28 La saetta non lo farà fuggire; Le pietre della frombola si mutano inverso lui in istoppia.
29 Gli ordigni son da lui riputati stoppia; Ed egli si beffa del vibrare dello spuntone.
30 Egli ha sotto di sè de’ testi pungenti; Egli striscia come una trebbia di ferro in sul pantano.
31 Egli fa bollire il profondo mare come una caldaia; Egli rende il mare simile a una composizione d’unguentaro.
32 Egli fa rilucere dietro a sè un sentiero, E l’abisso pare canuto.
33 Non vi è alcuno animale in su la terra che gli possa essere assomigliato, Che sia stato fatto per esser senza paura.
34 Egli riguarda ogni cosa eccelsa, Ed è re sopra tutte le più fiere belve