Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Giobbe 6


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NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Respondens autem Iob dixit:
1 Giobbe prese a dire:
2 “ Utinam appenderetur aegritu do mea,
et calamitatem meam assumerent in statera!
2 «Se ben si pesasse la mia angoscia
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura,
3 Nunc vero arena maris haec gravior apparet,
inde verbis meis haesito.
3 certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo le mie parole sono così avventate,
4 Quia sagittae Omnipotentis in me sunt,
quarum venenum ebibit spiritus meus;
et terrores Dei militant contra me.
4 perché le saette dell’Onnipotente mi stanno infitte,
sicché il mio spirito ne beve il veleno
e i terrori di Dio mi si schierano contro!
5 Numquid rugiet onager, cum habueritherbam?
Aut mugiet bos, cum ante praesepe plenum steterit?
5 Raglia forse l’asino selvatico con l’erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
6 Aut poterit comedi insulsum, quod non est sale conditum?
Aut poterit gustari herba insulsa?
6 Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c’è nel succo di malva?
7 Quae prius nolebat tangere anima mea,
nunc prae angustia cibi mei sunt.
7 Ciò che io ricusavo di toccare
ora è il mio cibo nauseante!
8 Quis det, ut veniat petitio mea,
et, quod exspecto, tribuat mihi Deus?
8 Oh, mi accadesse quello che invoco
e Dio mi concedesse quello che spero!
9 Utinam Deus me conterat;
solvat manum suam et succidat me!
9 Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!
10 Et haec mihi sit consolatio,
et exsultabo vel in pavore, qui non parcat,
nec celabo sermones Sancti.
10 Questo sarebbe il mio conforto,
e io gioirei, pur nell’angoscia senza pietà,
perché non ho rinnegato i decreti del Santo.
11 Quae est enim fortitudo mea, ut sustineam?
Aut quis finis meus, ut patienter agam?
11 Qual è la mia forza, perché io possa aspettare,
o qual è la mia fine, perché io debba pazientare?
12 Num fortitudo lapidum, fortitudo mea?
Num caro mea aenea est?
12 La mia forza è forse quella dei macigni?
E la mia carne è forse di bronzo?
13 An non est auxilium mihi in me,
et virtus quoque remota est a me?
13 Nulla c’è in me che mi sia di aiuto?
Ogni successo mi è precluso?
14 Qui tollit ab amico suo misericordiam,
timorem Omnipotentis derelinquit.
14 A chi è sfinito dal dolore è dovuto l’affetto degli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.
15 Fratres mei mentiti sunt me
sicut alveus torrentium, qui evanescunt
15 I miei fratelli sono incostanti come un torrente,
come l’alveo dei torrenti che scompaiono:
16 nigrescentes glacie,
cum ingruit super eos nix.
16 sono torbidi per il disgelo,
si gonfiano allo sciogliersi della neve,
17 Tempore, quo diffluunt, arescunt
et, ut incaluerit, solvuntur de loco suo.
17 ma al tempo della siccità svaniscono
e all’arsura scompaiono dai loro letti.
18 Deflectunt viatorum turmae de viis suis,
ascendentes per desertum pereunt.
18 Le carovane deviano dalle loro piste,
avanzano nel deserto e vi si perdono;
19 Commeatus Thema consideraverunt,
viatores Saba speraverunt in eis.
19 le carovane di Tema li cercano con lo sguardo,
i viandanti di Saba sperano in essi:
20 Confusi sunt, quia speraverunt;
venerunt eo usque, et pudore cooperti sunt.
20 ma rimangono delusi d’aver sperato,
giunti fin là, ne restano confusi.
21 Ita nunc vos facti estis mihi;
videntes plagam meam, timetis.
21 Così ora voi non valete niente:
vedete una cosa che fa paura e vi spaventate.
22 Numquid dixi: Afferte mihi
et de substantia vestra donate mihi?
22 Vi ho detto forse: “Datemi qualcosa”,
o “Con i vostri beni pagate il mio riscatto”,
23 vel: Liberate me de manu hostis
et de manu robustorum eruite me?
23 o “Liberatemi dalle mani di un nemico”,
o “Salvatemi dalle mani dei violenti”?
24 Docete me, et ego tacebo,
et, si quid forte ignoravi, instruite me.
24 Istruitemi e allora io tacerò,
fatemi capire in che cosa ho sbagliato.
25 Quare detraxistis sermonibus veritatis,
cum e vobis nullus sit, qui possit arguere me?
25 Che hanno di offensivo le mie sincere parole
e che cosa dimostrano le vostre accuse?
26 Ad increpandum tantum eloquia concinnatis,
sed in ventum verba desperati.
26 Voi pretendete di confutare le mie ragioni,
e buttate al vento i detti di un disperato.
27 Super pupillum irruitis
et subvertere nitimini amicum vestrum.
27 Persino su un orfano gettereste la sorte
e fareste affari a spese di un vostro amico.
28 Nunc, quaeso, convertimini ad me,
et in faciem vestram non mentiar.
28 Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
davanti a voi non mentirò.
29 Revertite! Nulla erit improbitas.
Revertite! Adhuc praesens adest iustitia mea.
29 Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
Ricredetevi: io sono nel giusto!
30 Estne in lingua mea improbitas?
An palatum meum non discernit nequitiam?
30 C’è forse iniquità sulla mia lingua
o il mio palato non sa distinguere il male?