Giobbe 37
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BIBBIA CEI 2008 | VULGATA |
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1 Per questo mi batte forte il cuore e mi balza fuori dal petto. | 1 Super hoc expavit cor meum, et emotum est de loco suo. |
2 Udite attentamente il rumore della sua voce, il fragore che esce dalla sua bocca. | 2 Audite auditionem in terrore vocis ejus, et sonum de ore illius procedentem. |
3 Egli lo diffonde per tutto il cielo e la sua folgore giunge ai lembi della terra; | 3 Subter omnes cælos ipse considerat, et lumen illius super terminos terræ. |
4 dietro di essa ruggisce una voce, egli tuona con la sua voce maestosa: nulla può arrestare il lampo appena si ode la sua voce. | 4 Post eum rugiet sonitus ; tonabit voce magnitudinis suæ : et non investigabitur, cum audita fuerit vox ejus. |
5 Dio tuona mirabilmente con la sua voce, opera meraviglie che non comprendiamo! | 5 Tonabit Deus in voce sua mirabiliter, qui facit magna et inscrutabilia ; |
6 Egli infatti dice alla neve: “Cadi sulla terra” e alle piogge torrenziali: “Siate violente”. | 6 qui præcipit nivi ut descendat in terram, et hiemis pluviis, et imbri fortitudinis suæ ; |
7 Nella mano di ogni uomo pone un sigillo, perché tutti riconoscano la sua opera. | 7 qui in manu omnium hominum signat, ut noverint singuli opera sua. |
8 Le belve si ritirano nei loro nascondigli e si accovacciano nelle loro tane. | 8 Ingredietur bestia latibulum, et in antro suo morabitur. |
9 Dalla regione australe avanza l’uragano e il gelo dal settentrione. | 9 Ab interioribus egredietur tempestas, et ab Arcturo frigus. |
10 Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e le distese d’acqua si congelano. | 10 Flante Deo, concrescit gelu, et rursum latissimæ funduntur aquæ. |
11 Carica di umidità le nuvole e le nubi ne diffondono le folgori. | 11 Frumentum desiderat nubes, et nubes spargunt lumen suum. |
12 Egli le fa vagare dappertutto secondo i suoi ordini, perché eseguano quanto comanda loro su tutta la faccia della terra. | 12 Quæ lustrant per circuitum, quocumque eas voluntas gubernantis duxerit, ad omne quod præceperit illis super faciem orbis terrarum : |
13 Egli le manda o per castigo del mondo o in segno di bontà. | 13 sive in una tribu, sive in terra sua, sive in quocumque loco misericordiæ suæ eas jusserit inveniri. |
14 Porgi l’orecchio a questo, Giobbe, férmati e considera le meraviglie di Dio. | 14 Ausculta hæc, Job : sta, et considera mirabilia Dei. |
15 Sai tu come Dio le governa e come fa brillare il lampo dalle nubi? | 15 Numquid scis quando præceperit Deus pluviis, ut ostenderent lucem nubium ejus ? |
16 Conosci tu come le nuvole si muovono in aria? Sono i prodigi di colui che ha una scienza perfetta. | 16 Numquid nosti semitas nubium magnas, et perfectas scientias ? |
17 Sai tu perché le tue vesti sono roventi, quando la terra è in letargo sotto il soffio dello scirocco? | 17 Nonne vestimenta tua calida sunt, cum perflata fuerit terra austro ? |
18 Hai tu forse disteso con lui il firmamento, solido come specchio di metallo fuso? | 18 Tu forsitan cum eo fabricatus es cælos, qui solidissimi quasi ære fusi sunt. |
19 Facci sapere che cosa possiamo dirgli! Noi non siamo in grado di esprimerci perché avvolti nelle tenebre. | 19 Ostende nobis quid dicamus illi : nos quippe involvimur tenebris. |
20 Gli viene forse riferito se io parlo, o, se uno parla, ne viene informato? | 20 Quis narrabit ei quæ loquor ? etiam si locutus fuerit homo, devorabitur. |
21 All’improvviso la luce diventa invisibile, oscurata dalle nubi: poi soffia il vento e le spazza via. | 21 At nunc non vident lucem : subito aër cogetur in nubes, et ventus transiens fugabit eas. |
22 Dal settentrione giunge un aureo chiarore, intorno a Dio è tremenda maestà. | 22 Ab aquilone aurum venit, et ad Deum formidolosa laudatio. |
23 L’Onnipotente noi non possiamo raggiungerlo, sublime in potenza e rettitudine, grande per giustizia: egli non opprime. | 23 Digne eum invenire non possumus : magnus fortitudine, et judicio, et justitia : et enarrari non potest. |
24 Perciò lo temono tutti gli uomini, ma egli non considera quelli che si credono sapienti!». | 24 Ideo timebunt eum viri, et non audebunt contemplari omnes qui sibi videntur esse sapientes. |