Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Giobbe 7


font

1L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
2Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
3così a me sono toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
4Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”.
La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
5Ricoperta di vermi e di croste polverose è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si dissolve.
6I miei giorni scorrono più veloci d’una spola,
svaniscono senza un filo di speranza.
7Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
8Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi mi cercheranno, ma io più non sarò.
9Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende al regno dei morti più non risale;
10non tornerà più nella sua casa,
né più lo riconoscerà la sua dimora.
11Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell’angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore!
12Sono io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu metta sopra di me una guardia?
13Quando io dico: “Il mio giaciglio mi darà sollievo,
il mio letto allevierà il mio lamento”,
14tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.
15Preferirei morire soffocato,
la morte piuttosto che vivere in queste mie ossa.
16Mi sto consumando, non vivrò più a lungo.
Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
17Che cosa è l’uomo perché tu lo consideri grande
e a lui rivolga la tua attenzione
18e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metta alla prova?
19Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?
20Se ho peccato, che cosa ho fatto a te,
o custode dell’uomo?
Perché mi hai preso a bersaglio
e sono diventato un peso per me?
21Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia colpa?
Ben presto giacerò nella polvere
e, se mi cercherai, io non ci sarò!».

Note:

Gb 7,1:duro lavoro: nel senso di servizio militare (cf. Gb 14,14): lotta e impegno insieme. Il greco traduce: «prova»; volg. militia. - Il mercenario, pagato a giornata (Dt 24,15; Mt 20,8), fatica ogni giorno per altri, da mattina a sera. Lo stesso per lo schiavo (Lv 25,39s).

Gb 7,4a:mi alzerò: con il TM; BJ traduce con i LXX: «il giorno».

Gb 7,4b:Traduzione congetturale. BJ propone: «quando sarò alla sera?», mi jitten `ereb, e considera incomprensibile middad `ereb del TM.

Gb 7,7:Solidale con l'umanità sofferente, rassegnato a morire, Giobbe abbozza una preghiera per domandare a Dio qualche istante di pace prima della morte.

Gb 7,9:Secondo l'opinione corrente, che l'autore sembra condividere (qui e in Gb 10,21; Gb 14,7-22; Gb 16,22 ; cf. 2Sam 12,23; Sal 88,11 , ecc.), è impossibile risalire dallo sheol (cf. Nm 16,33+).

Gb 7,12:Secondo la cosmogonia babilonese, Tiamat (il mare), dopo aver contribuito alla nascita degli dei, era stato vinto e assoggettato da uno di essi. La fantasia popolare o poetica, attribuiva a Jahve la vittoria, anteriore all'organizzazione del caos, e se lo figurava come colui che ancora tiene assoggettati il mare e i mostri suoi ospiti (cf. Gb 3,8+; Gb 9,13; Gb 26,12; Gb 40,25s; Sal 65,8; Sal 74,13-14; Sal 77,17; Sal 89,10-11; Sal 93,3-4; Sal 104,7; Sal 104,26; Sal 107,29; Sal 148,7; Is 27,1; Is 51,9).

Gb 7,15:preferirei essere soffocato: contrariamente all'egiziano «stanco di vivere», Giobbe non pensa mai al suicidio. Questo è un gesto che nell'AT compare solo in casi eccezionali (cf. 2Sam 17,23+). - i miei dolori: `accebotaj, conget.; il TM legge: «le mie ossa», `acemotaj.

Gb 7,17:L'autore sembra riprendere, con ironia amara, espressioni del Sal 8 . La sollecitudine di Dio verso l'uomo diventa qui sorveglianza «soffocante». L'autore del Sal 139 trovava in questo atteggiamento di Dio un motivo di fiducia, Giobbe invece si sente trattato come un nemico da Dio che lo scruta. Dibattendosi contro una nozione giuridica della religione e del peccato, cerca a tastoni il Dio della misericordia (v 21).

Gb 7,20:che cosa ti ho fatto: Dio non può essere toccato dal peccato. - ti sono diventato: con i LXX; il TM legge: «mi sono diventato».

Gb 7,21:Queste ultime parole, inattese, riportano l'immagine di un Dio chino misteriosamente sull'uomo.