Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Giobbe 16


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1Giobbe prese a dire:
2«Ne ho udite già molte di cose simili!
Siete tutti consolatori molesti.
3Non avranno termine le parole campate in aria?
O che cosa ti spinge a rispondere?
4Anch’io sarei capace di parlare come voi,
se voi foste al mio posto:
comporrei con eleganza parole contro di voi
e scuoterei il mio capo su di voi.
5Vi potrei incoraggiare con la bocca
e il movimento delle mie labbra potrebbe darvi sollievo.
6Ma se parlo, non si placa il mio dolore;
se taccio, che cosa lo allontana da me?
7Ora però egli mi toglie le forze,
ha distrutto tutti i miei congiunti
8e mi opprime.
Si è costituito testimone ed è insorto contro di me:
il mio calunniatore mi accusa in faccia.
9La sua collera mi dilania e mi perseguita;
digrigna i denti contro di me,
il mio nemico su di me aguzza gli occhi.
10Spalancano la bocca contro di me,
mi schiaffeggiano con insulti,
insieme si alleano contro di me.
11Dio mi consegna come preda all’empio,
e mi getta nelle mani dei malvagi.
12Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha scosso,
mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato;
ha fatto di me il suo bersaglio.
13I suoi arcieri mi circondano;
mi trafigge le reni senza pietà,
versa a terra il mio fiele,
14mi apre ferita su ferita,
mi si avventa contro come un guerriero.
15Ho cucito un sacco sulla mia pelle
e ho prostrato la fronte nella polvere.
16La mia faccia è rossa per il pianto
e un’ombra mortale mi vela le palpebre,
17benché non ci sia violenza nelle mie mani
e sia pura la mia preghiera.
18O terra, non coprire il mio sangue
né un luogo segreto trattenga il mio grido!
19Ecco, fin d’ora il mio testimone è nei cieli,
il mio difensore è lassù.
20I miei amici mi scherniscono,
rivolto a Dio, versa lacrime il mio occhio,
21perché egli stesso sia arbitro fra l’uomo e Dio,
come tra un figlio dell’uomo e il suo prossimo;
22poiché passano i miei anni che sono contati
e me ne vado per una via senza ritorno.

Note:

Gb 16,4:affogherei: 'akbidah, conget.; il TM ha: «disporrei», 'ahbirah. - scuoterei il mio capo: gesto sia di condoglianza, sia di disprezzo o di scherno.

Gb 16,6:A differenza dei suoi consolatori che non si interessano se non a parole del suo caso, Giobbe, parli o taccia, soffre senza tregua. Giustifica in tal modo il tono dei suoi interventi (cf. Gb 6,26) contro Elifaz (cf. Gb 15,5s).

Gb 16,8:il mio calunniatore: alla lettera «il mio mentitore», kehashi, conget.; il TM ha: «la mia magrezza», kahasi. - I vv 7-8 sono molto difficili; la traduzione segue da vicino il TM (tranne la correzione di cui sopra), ma questo sembra piuttosto corrotto.

Gb 16,11:empio: alla lettera «un empio» (collettivo), con le versioni; il TM ha: «un monello».

Gb 16,18:Il sangue grida vendetta verso Dio finché non è stato ricoperto dalla polvere del suolo (cf. Gen 4,10; Gen 37,26; Is 26,21; Ez 24,8). Giobbe, ferito a morte, vuole che rimanga un perenne appello alla vendetta della sua causa (cf. Sal 5,11): sulla terra il suo sangue e davanti a Dio il grido della sua preghiera. Questa viene personificata e, a questo titolo, può diventare presso Dio «il testimone» e «il difensore» di Giobbe (v 19). Ma questi termini possono venire applicati anche a Dio stesso, il Dio della fedeltà e della bontà a cui Giobbe, in tal caso, farebbe appello in un sussulto di speranza. Si potrebbe anche pensare che si tratti di un mediatore di Giobbe. Il contesto sembra piuttosto in favore della prima interpretazione.

Gb 16,20:avvocati: alla lettera «i miei interpreti» o «schernitori», melicaj del TM; BJ congettura «interprete», melic. davanti a lui: con i LXX; il TM omette.

Gb 16,22:Giobbe spera di essere giustificato prima della morte e auspica che Dio oda il suo grido, poiché sarebbe ora? Oppure respinge questa possibilità come illusoria e non aspetta più che la fine ormai prossima?