Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Giobbe 10


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1Io sono stanco della mia vita!
Darò libero sfogo al mio lamento,
parlerò nell’amarezza del mio cuore.
2Dirò a Dio: “Non condannarmi!
Fammi sapere di che cosa mi accusi.
3È forse bene per te opprimermi,
disprezzare l’opera delle tue mani
e favorire i progetti dei malvagi?
4Hai tu forse occhi di carne
o anche tu vedi come vede l’uomo?
5Sono forse i tuoi giorni come quelli di un uomo,
i tuoi anni come quelli di un mortale,
6perché tu debba scrutare la mia colpa
ed esaminare il mio peccato,
7pur sapendo che io non sono colpevole
e che nessuno mi può liberare dalla tua mano?
8Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto
integro in ogni parte: e ora vorresti distruggermi?
9Ricòrdati che come argilla mi hai plasmato;
alla polvere vorresti farmi tornare?
10Non mi hai colato come latte
e fatto cagliare come formaggio?
11Di pelle e di carne mi hai rivestito,
di ossa e di nervi mi hai intessuto.
12Vita e benevolenza tu mi hai concesso
e la tua premura ha custodito il mio spirito.
13Eppure, questo nascondevi nel cuore,
so che questo era nei tuoi disegni!
14Se pecco, tu mi sorvegli
e non mi lasci impunito per la mia colpa.
15Se sono colpevole, guai a me!
Ma anche se sono giusto, non oso sollevare il capo,
sazio d’ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.
16Se lo sollevo, tu come un leone mi dai la caccia
e torni a compiere le tue prodezze contro di me,
17rinnovi contro di me i tuoi testimoni,
contro di me aumenti la tua ira
e truppe sempre nuove mi stanno addosso.
18Perché tu mi hai tratto dal seno materno?
Sarei morto e nessun occhio mi avrebbe mai visto!
19Sarei come uno che non è mai esistito;
dal ventre sarei stato portato alla tomba!
20Non sono poca cosa i miei giorni?
Lasciami, che io possa respirare un poco
21prima che me ne vada, senza ritorno,
verso la terra delle tenebre e dell’ombra di morte,
22terra di oscurità e di disordine,
dove la luce è come le tenebre”».

Note:

Gb 10,5:Dio conosce le profondità dei cuori e non ha bisogno di torturare Giobbe per provare la sua innocenza (v 4, cf. vv 6-7a). Dio che domina il tempo non ha bisogno di compiere subito la vendetta e può mostrarsi longanime (v 5, cf. v 7b).

Gb 10,8:integro in ogni parte: con il TM; BJ con i LXX traduce: «poi, ricredutoti».

Gb 10,10:La scienza medica antica si raffigurava la formazione dell'embrione come una coagulazione del sangue materno sotto l'influsso dell'elemento seminale.

Gb 10,13:nascondevi nel cuore: questa sollecitudine di Dio nascondeva dunque esigenze temibili. L'uomo è responsabile di tutte le sue azioni di fronte a Dio. Il lamento di Giobbe traduce una tragica verità. L'uomo dovrebbe essere in grado, usando spontaneamente della sua libertà, di vivere in pace con Dio e in armonia con gli esseri e le cose. Si sente invece dipendente da una volontà misteriosa ed esigente che lo lascia nell'incertezza su se stesso e su Dio, mette alla prova la sua coscienza e gli nega quelle garanzie sulle quali vorrebbe appoggiarsi. In forma negativa, Giobbe evoca il dramma stesso della fede.

Gb 10,15:ebbro di miseria: ûreweh `oni conget.; il TM legge: «e vedendo (?) la mia pena», ûre'h `onji.

Gb 10,16:se la sollevo: conget. in base a jige'eh («egli è fiero»?) del TM; BJ congettura: «fiero».

Gb 10,17:i tuoi attacchi: alla lettera «la tua ostilità», `edjeka, conget., il TM ha: «i tuoi testimoni», `edeka. - Per l'ultimo stico si sono seguiti i LXX; il TM ha: «rinforzi ed esercito con me».

Gb 10,20:i giorni della mia vita: jeme heldi, conget.; il TM legge: «i miei giorni, la smetta», jamaj jahadal. - lasciami: alla lettera «guarda lungi da me», she`eh mimmenni, conget.; il TM ha: «poni lungi da me», weshit mimmenni.

Gb 10,22:Lo sheol (cf. Nm 16,33+). - Il TM aggiunge: «come la notte tenebrosa ombra fitta».