Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Genesi 49


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Giacobbe moribondo benedice ad uno ad uno i figliuoli, ma per alcuni la benedizione è cambiata in maledizione, e riprensione se vera. Predice ad essi le cose future, e finalmente, dichiarato il luogo di sua sepoltura, sen muore.

1E chiamò Giacobbe i suoi figliuoli, e disse loro: Raunatevi, affinché vi annunzi le cose, che a voi succederanno ne' giorni avvenire.2Raunatevi, e ascoltate, figliuoli di Giacobbe, ascoltate Israele vostro padre.3Ruben mio primogenito, tu mia fortezza, e principio del mio dolore: il primo ai doni, il più grande in potestà.4Tu ti sei disperso, come acqua: tu non crescerai; perché sei salito sul letto del padre tuo, e hai profanato il suo talamo.5Simeon, e Levi fratelli, strumenti micidiali d'iniquità.6Non abbia parte ai loro consigli l'anima mia, e la mia gloria non intervenga alle loro adunanze; perché nel loro furore uccisero l'uomo, e nel loro mal talento atterrarono la muraglia.7Maledetto il loro furore perché ostinato, e la loro indegnazione, perché inflessibile: io li dividerò in Giacobbe, e li dispergerò in Israele.8Giuda, a te daran laude i tuoi fratelli: tu porrai la tua mano sulla cervice dei tuoi nemici: te adoreranno i figliuoli del padre tuo.9Giuda giovin lione tu, figliuol mio, sei corso alla preda: poi riposandoti ti sei sdraiato, qual lione, e qual lionessa: chi anderà a stuzzicarlo?10Lo scettro NON SARÀ TOLTO da Giuda, e il condottiero della stirpe di lui, fino a tanto che venga colui, che dee esser mandato, ed ei sarà l'espettazione delle nazioni.11Egli legherà alla vigna il suo asinello, e la sua asina, o figlio mio, alla vite. Laverà la sua veste col vino, e il suo pallio col sangue dell'uva.12Gli occhi suoi son più belli del vino, e i suoi denti più candidi del latte.13Zabulon abiterà sul lido del mare, e dove le navi hanno stazione, si dilaterà fino a Sidone.14Issachar asino forte giacerà dentro i suoi confini.15Egli ha considerato, come buona cosa è il riposo, e che la sua terra è ottima: e ha spiegato i suoi omeri a portar pesi, e si è soggettato al tributo.16Dan giudicherà il suo popolo, come qualunque altra tribù d'Israele.17Divenga Dan un serpente sulla strada, nel sentiero un ceraste, che morde l'unghie del cavallo per far cadere il cavaliere all'indietro.18LA SALUTE tua aspetterò io, o Signore.19Gad armato di tutto punto combatterà dinanzi a lui: e si allestirà per tornare all'indietro.20Grasso è il pane di Aser, e sarà la delizia de' re.21Nephtali, cervo messo in libertà, egli pronunzia parole graziose.22Figliuolo crescente Giuseppe, figliuolo crescente, e bello di aspetto: le fanciulle corsero sulle mura.23Ma lo amareggiarono e contesero con lui, e gli portarono invidia i maestri di tirar frecce.24L'arco di lui si appoggiò sul (Dio) forte, e i legami delle braccia e delle mani di lui furono disciolti per mano del possente (Dio) di Giacobbe: indi uscì egli pastore, e pietra d'Israele.25Il Dio del padre tuo sarà tuo aiutatore, e l'Onnipotente ti benedirà colle benedizioni di su alto del cielo, colle benedizioni dell'abisso, che giace giù basso, colle benedizioni delle mammelle, e degli uteri.26Le benedizioni del padre tuo sorpassano quelle dei padri di lui; fino al venire di lui, che è il desiderio dei colli eterni: posino elle sul capo di Giuseppe, sul capo di lui Nazareno tra' suoi fratelli.27Beniamino lupo rapace, la mattina divorerà la preda, e la sera spartirà le spoglie.28Tutti questi capi delle dodici tribù d'Israele. Queste cose disse loro il padre, e ciascheduno di essi benedisse colla propria sua benedizione.29Diede poi loro ordine, dicendo: Io vo ad unirmi al mio popolo: seppellitemi coi padri miei nella doppia caverna, che è nel campo di Ephron Hetheo,30Dirimpetto a Mambre nella terra di Chanaan, la quale Abramo comprò insieme col campo da Ephron Hetheo per avervi un sepolcro.31Ivi fu sepolto egli, e Sara sua moglie: ivi fu sepolto Isacco con Rebecca sua moglie: ivi fu sepolta anche Lia.32Finiti poi gli avvertimenti dati da lui per istruzione de figliuoli, raccolse i suoi piedi nel letticciuolo, e si morì: e andò ad unirsi al suo popolo.

Note:

49,1:Chiamò Giacobbe i suoi figliuoli, ec. Notisi l'antichissimo costume, secondo il quale i padri prima di morire lasciavano i loro avvertimenti e ricordi a' figliuoli, e poi li benedicevano così fece Mosè e Giosuè e Tobia e Mathathia e lo stesso Cristo. Qui Giacobbe raunati i figliuoli annunzia loro le cose, che avverranno ne' tempi avvenire; vale a dire ne' tempi susseguenti e prossimi e remoti, nel quale annunzio contiensi anche un gran tesoro di salutari avvertimenti.

49,3:Tu mia fortezza. Primo frutto della mia più vegeta età. E principio del mio dolore. Sia perché i figliuoli portano molte cure, e sollecitudini ai genitori, sia pell'incesto commesso da lui. L'Ebreo può dare un altro senso. e tradursi: principio di mia robustezza, di mia fecondità, principio di figliuolanza, come sono tradotte le stesse parole. Deuter. XXI. 17., e come qui leggono anche i LXX.
Il primo a' doni. Il Caldeo, e le altre parafrasi, e S. Girolamo, e comunemente gl'interpreti sottintendono, tu saresti stato; onde dice Giacobbe: tu saresti stato il prima a doni; vale a dire a te come primogenito dovea spettare il diritto della doppia porzione nella terra di Chanaan, e il sacerdozio, al quale era annesso il diritto di ricevere le oblazioni. Questi due diritti di primogenitura son qui accennati colla parola doni: il terzo è quello, che segue.
Il più grande in potestà. Il primogenito avea un quasi principato sopra gli altri fratelli. Vedi Gen. XXVII.29. Così dovea essere; ma pel peccato di Ruben la doppia porzione fu data a Giuseppe, cioè a' suoi figliuoli; onde 1. Paral. v. 1. si dice trasferita la primogenitura da Ruben in Giuseppe, il sacerdozio a Levi, l'impero a Giuda.

49,4:Tu ti sei disperso, come acqua. Versando da un vaso l'acqua per terra, non rimane nel vaso nessun segno di quello, che ivi fu: così, dice Giacobbe, tu o Ruben, hai perduta tutta la tua dignità, e grandezza, e nulla te n'è rimase; perché ti abbandonasti ad una brutale passione, e incesti oltraggio alla moglie del padre tuo. Si potrebbe forse tradurre: tu sei svaporato, come acqua: come acqua, che bolle, e svapora fino a ridursi a nulla; cosi tu per la tua indegna passione ti sei svaporato, e quasi annichilato in paragone di quello che eri. Non crescerai. La tua libidine sarà punita anche colla sterilità. Quindi la tribù di Ruben fu sempre poco stimata, e di scarso numero. Vedi Deuter. XXXII. 6.

49,5:Simeon e Levi fratelli. Simeon e Levi similissimi nella fierezza, e nella crudeltà, sono fratelli nel male.
Strumenti micidiali d'iniquità. In tre parole descrive il furore e la frode usata da questi contro de' Sichimiti.

49,6:Non abbia parte a' loro consigli l'anima mia. Detestai, e detesto tuttora i perfidi e crudeli loro disegni.
E la mia gloria non intervenga ec. La mia gloria è qui l'istesso, che l'anima mia, come in varj luoghi de' Salmi (Ps. XXIX. 13., XV. 9., VII. 6.). Ripete con maggior forza il sentimento precedente: io sono stato, e starò sempre lontano dalle loro conventicole, nelle quali poté ordirsi una si orribil tragedia.
Uccisero l'uomo. Il singolare pel plurale; ma qui questo singolare ha forza particolare: parlasi tuttora della strage di quei di Sichem.
E nel loro mal talento atterrarono la muraglia. Non perdonarono nemmeno alle mura delle case, e de' palagi, ovvero alle mura stesse della città.

49,7:Io li dividerò in Giacobbe, e li dispergerò in Israele. La loro unione nel mal fare la punirò col dispergerli nella terra d'Israele, e nella eredità di Giacobbe, e separarli gli uni dagli altri. La tribù di Levi fu dispersa pelle città assegnate a' Leviti nelle terre dell'altre tribù; e alla tribù di Simeon toccò per sua parte un angolo nella tribù di Giuda, e quando quelli di Simeon crebbero di numero, andarono a cercarsi delle terre nel deserto parte a Gador, e parte a Seir. Vedi 1. Paralip. IV. 27. 39. 42. Gli Ebrei dicono, che gli Scribi, e i maestri dei fanciulli venivano quasi tutti da questa tribù, e per guadagnarsi da vivere andavano chi in un luogo, e chi in un altro a fare scuola. Così la dispersione de' Leviti, e anche di quelli della tribù di Simeon tornò in vantaggio della religione, e della pietà; onde la profezia di Giacobbe per un certo lato è una benedizione.

49,8:Giuda, a te daranno laude i tuoi fratelli. Allude al nome di Giuda, che vale, lodare, confessare. La madre avea posto a lui questo nome per significare, che questo figliuolo le era per lei argomento di dar lode a Dio: Giacobbe dice ora, ch'egli merita questo nome, perché sarà lodato, e celebrato da tutti i fratelli. Vedremo in quanto occasioni questa tribù si distinse sopra le altre. Da questa nacque Davidde e Salomone e gli altri re fino alla cattività di Babilonia, e Zorobabele condottiere del popolo nel suo ritorno della cattività; e finalmente ella è oltre modo gloriosa per essere nato di lei il Cristo.
Tu porrai la tua mano sulla cervice de' tuoi nemici. Per prostrargli, gettargli a terra.
Te adoreranno i figliuoli del padre tuo. Non dice i figliuoli di tua madre, ma i figliuoli del padre tuo, per significare, che tutti quanti i figliuoli di Giacobbe renderanno a lui onore, e ossequio come a primogenito. Rigorosamente parlando questa profezia non ebbe il suo pieno adempimento, se non in Cristo nato del sangue di Giuda, adorato da tutti gli uomini come Dio e Salvatore.

49,9:Giuda, Giovin leone, tu figliuol mio sei corso alla preda. Parla qui de' posteri di Giuda: quale è Giuda tragli altri fratelli, tale dice che sarà la tribù di Giuda tralle altre tribù: ciò si verificò principalmente sotto Davidde principe hbllicoso e conquistatore, e a lui a alla sua tribù e ottimamente adattata la similitudine d'un giovin lione.
Poi riposandoti ti sei sdraiato, qual lione e qual lionessa. Il regno di Salomone in un regno pacifico, ma rispettato e temuto da tutti; come un lione o una lionessa non lasciano d'incuter terrore, benché satolli di preda si stiano sdraiati per terra.

49,10:Lo scettro non sarà tolto da Giuda... fino a tanto che venga colui, che dee essere mandato. Che in queste parole si contenga una cortissima predizione del Messia, e un'epoca infallibile di sua venuta, consta dalla tradizione non solamente della Chiesa cristiana, ma anche della Sinagoga. Tutte le parafrasi Caldaiche convengono nel senso di questa profezia; e i più celebri Rabbini non solo antichi. ma anche i moderni.
Noi vedremo la tribù di Giuda godere una speciale preminenza sopra le altre tribù, prima che fosse re in Israele. Vedi Num. X. 14., XI. 3., VII. 12., Josue XVI. 1., Jud. I. 2. Da Davidde fino alla cattività di Babilonia tutti i re di Gerusalemme furono della stirpe di Giuda. Nel tempo della cattività troviamo de' giudici della medesima stirpe. Dan. XIII. 4. Dopo il ritorno di Babilonia questa tribù ebbe tal predominio, che diede il nome a tutta la nazione degli Ebrei; e i suoi ottimati ebbero autorità superiore nel sinedrio, magistrato supremo, il quale, benché con autorità limitata da' Romani, governò la nazione fino agli ultimi tempi. Se i Maccabei, che erano della tribù di Levi, governarono un tempo, e se i capi del sinedrio furono talora della stessa tribù, la potestà, che ebbero questi, venne in essi trasfusa dalla tribù di Giuda; la quale non perde perciò il suo impero, come nol perde un popolo libero, che si elegge de' consoli e de' rettori di altra nazione, i quali coll'autorità ricevuta di lui lo governino. E anche da osservare, che dopo il ritorno dalla cattività i miseri avanzi dell'altre tribù si unirono e si incorporarono con Giuda, e fecero con esso un sol popolo. Così in Giuda rimase lo scettro fino alla venuta del Siloh, o come traduce il Caldeo, fino alle venuta del Messia, a cui il ragno appartiene. Da Gesù Cristo in poi Giuda non ha più né stato, nè scettro, ne autorità, e non è più un popolo. Gesù nato di quella tribù fonda il SUO nuovo regno, in cui raduna i Giudei fedeli e le nazioni, le quali lo adorano come loro re e loro Dio. Egli è il vero Siloh cioè il Messo o sia Ambasciatore spedito da Dio con autorità suprema, e a questo suo titolo alludesi in moltissimi luoghi dell'Evangelio e di tutto il nuovo testamento. Vedi Joan. IX. 7. ec.
Ed ci sarà l'espettazione delle nazioni. Le nazioni correranno a lui, come se tutto lo avessero aspettato e desiderato. Alcuni traducono l'Ebreo: a lui obbediranno le genti: altri: a lui si congregheranno, o si aduneranno le genti; cosi in Aggeo, cap. 11. 8., il Messia dicesi il desiderato da tutte le nazioni.

49,11:Egli legherà alla vigna il suo asinello e la sua asina... alla vita. I Padri generalmente prendono queste parole come spettanti al Messia, di cui nel versetto precedente; ed è forza di confessare, che non parlandosi qui di Giuda, come apparisce da quest'apostrofo: Egli legherà... o figliuol mio (o Giuda): ad altra persona non può più naturalmente applicarsi quallo, che qui si dice, se non a quella, di cui erasi già cominciato a parlare, cioè al Siloh. Del Messia adunque con figure profetiche ragiona Giacobbe, e dice, ch'egli legherà col vincolo della fede il popolo Gentile alla sua vigna, vale a dire alla Chiesa, la quale dei credenti Giudei fu primamente formata: e la sua asina, vale a dire il popolo Ebreo avvezzo già al giogo della legge, legherà alla sua vite, vale a dire a se stesso; perocche egli è vera vite, come sta scritto. Joan. XV. 1.
Laverà la sua veste col vino, ed il suo pallio col sangue dall'uva. Vino e sangue dell'uva sono la medesima cosa. Questo vino significa il sangue di Cristo sparso da lui in tanta copia, che ne fu lavata non solo la veste interiore, cioè la carne di lui; ma anche l'esteriore veste, cioè la Chiesa.

49,12:Gli occhi suoi sono più belli del vino, e i suoi denti più candidi del latte. Descrivasi la sovrumana bellezza del Cristo e particolarmente dopo la sua risurrezione.

49,13:Zabulon abiterà sul lido del mare, ec. Dugento anni prima della conquista della terra di Chanaon predice Giacobbe i luoghi, che dovean toccare in sorte a' suoi posteri; e Mosè, che tutte queste cose racconta, non entrò né pur egli nella terra promessa, la quale solamente dopo la sua morte fu conquistata e divisa. Zabulon più giovane è benedetto prima d'Issachar maggiore di età; e ciò da alcuni interpreti si crede fatto in grazia dal Messia, il quale fu concepito in Nazareth e dimorò molto tempo in Capharnoum, che erano l'una e l'altra di questa tribù.
Si dilaterà fino a Sidone. Intendesi non sino alla città di Sidone nella Fenicia, ma sino a' confini della provincia chiamata Sidone nelle Scritture, dal nome della città capitale. Il paese di Zabulon a occidente finiva al mare Mediterraneo e ad oriente al mare di Tiberiade.

49,14-15:Issachar asino forte ec. Questa comparazione a' tempi nostri parrebe poco graziosa; ma un eroe da Omero è paragonato a un asino per la fortezza e per la paztenza ne' travagli; Il. XII. E' notato qui il naturale robusto e laborioso di quelli della tribù d'Issachar: e soggiunge, ch'ei si contenteranno di restare ne' loro confini e lavorare in pace i loro buoni terreni pagando anche un tributo a' nemici piuttosto, che far guerra per liberarsene. Vedi 1. Paralip. 32. XI. - Alcuni spiegano un po'diversamente e dicono, che Issachar amò meglio di pagare un tributo al re d'Israele, che andar a servire nella milizia, la quale godea l'esenzione dal tributo. Il paese, che toccò alla tribù d'Issachar, era maravigliosamente bello e fertilissimo.

49,16:Dan giudicherà il suo popolo, come re. E come se dicesse: il giudice farà giudizio, ec., Alludendosì qui al nome di Dan. Vedi cap. xxx. 6. La tribù di Dan avrà de' griudici del popolo d'Israele, come avere li possa qualunque altra tribù. Non mancherà a te quest'onore; benché Dan sia figliuolo di un'ancella, e la sua tribù non sia delle più grandi. Gli Ebrei e S. Girolamo e molti dotti interpreti vogliono, che qui sia accennato Sansone, e che di lui si parli anche nel versetto seguente: egli 3ra di questq tribù e fu uno de' giudici d'Israele

49,17:Divenga Dan un serpente sulla strada. Dan, cioè Sansone, sarà come un serpente, il quale nascosto lungo la strada assalisce improvvisamente i passeggieri.
Nel sentiero ceraste, che morde ec. Il cercato e un serpente del colore dell'arena, cornuto (donde il nome di ceraste), il quale non potendo offendere il cavaliere morde nel piede il cavallo per far cadere il cavaliere, e ucciderlo. Vedi Plin. lib. 8. cap. 29. Così vuol significarsi, che Sansone opererà cose grandi anche più coll'astuzia, che colla forza. Vedi il libro dei Giudici. Non debbo però tacere, che questo versetto da molti Padri è inteso dell'Anticristo, il quale debba nascere da questa tribù, e combattere la Chiesa non tanto colla forza, quanto coll'astuzia, e colle frodi, e con ogni maniera di seduzione. Vedi quello, che abbiamo detto al capo VII. dell'Apocalisse, vers. 4.

49,18:LA SALUTE tua aspetterò io, o Signore. Tenerissima aspirazione di Giacobbe, il quale pieno di fede, e di speranza nel vero Liberator d'Israele dall' aver rammentato Sansone il terrore de' nemici del popol suo prende occasione di volgersi nuovamente a Dio per domandargli quella vera salute, ovvero quel Salvatore, che viene da lui, ch'egli manderà. Il Caldeo parafrasò in tal guisa: Io non aspetto la salute di Gedeone figliuolo di Joas, la quale è sol per un tempo, nè la salute di Sansone figliuolo di Manue, la quale è transitoria, ma aspetto la redenzione del Cristo figliuolo di David, il quale verrà a chiamare a se i figliuoli d'Israele: la redenzione di lui e bramata dall'anima mia. Non è inutile l'osservare in questo modo gli antichi Ebrei intendessero le Scritture, prima che lo spirito di carità, e di errore s'impossessasse della Sinagoga.

49,19:Gad armato di tutto punto combatterà dinanzi a lui. Cioè dinanzi, ovvero innanzi ad Israele., di cui vers. 16. Sembra, che si accenni quello, che leggiamo ne' Numeri. cap. XXXII.17., dove vedesi, come la tribù di Gad, e que' di Ruben, e una parte della tribù di Manasse, essendo stata loro assegnata la porzione di là dal Giordano, si offersero a passare quel fiume innanzi a tutti i loro fratelli per conquistare la terra di Chanaan.
E si allestirà per tornar all'indietro. Collocato le altre tribù ne' luoghi, che ad esse erano destinati, se ne torneranno que' di Gad finalmente alle loro stanze. Vedi.Josue XXII., e S. Girolamo.

49,20:Grasso è il pane di Aser. Giacobbe commenda i grani del paese, che toccherà ad Aser. Mosè aggiunge (Deuter. XXXIII. 21.) ch'egli abbonderà di olio prezioso; e si se ancora che avea de' vini eccellenti: tutto questo è espresso nobilmente con dire, che i frutti di quel paese saran la delizia del re.

49,21:Nephtali, cervo messo in libertà, ec. Gli Ebrei, e con essi alcuni interpreti riferiscono queste parole a Barach, che era di questa tribù, il quale ebbe da principio la timidità del cervo; ma di poi nel perseguitare i nimici imitò il cervo stesso nella celerità. Le grandiose parole, ch'ei pronunciò, sono il cantico cantato da lui e da Debora. Vedi Jud. IV. I LXX lessero: Nephtali è come una pianta, che getta de' nuovi rami, e le mosse di cui sono buone. Nephtali avea quattro soli figliuoli, quando andò in Egitto, e la sua tribù era di quattrocento cinquantatre mila e quattrocento uomini capaci di portar l'armi, quando uscì dall'Egitto: gran moltiplicazione è questa in poco più di dugento anni.

49,22:Figliuolo crescente Giuseppe, figliuolo crescente, ec. Giacobbe si diffonde con particolare affetto nel benedire Giuseppe; Io che egli fa non tanto per la tenerezza, ch'egli avea verso questo figliuolo diletto, quanto per riguardo a colui, del quale fu si bella, ed espressa figura Giuseppe e nei patimenti, e nella gloria. Alludendo qui al nome di lui il dire, ch'egli è un figliuolo, che va sempre di bene in meglio, prospera, e si avanza; e così sarà della sua tribù, o piuttosto delle due tribù, che da lui avranno origine, Ephraim, e Manasse: egli soggiunge, che le fanciulle Egiziane prese dall'avvenenza di lui correvano su' terrazzi, quand'ei passava, affin di vederlo. Questa particolarità non parrebbe degna della gravità patriarcale di Giacobbe, s'ella non servisse a profetizzare l'ardore, e l'impegno, con cui correranno a Cristo le nazioni mosse dalle attrattive del più specioso tra' figliuoli degli uomini, Psalm. 44.

49,23:Ma lo amareggiarono, e contesero con lui. L'Ebreo può tradursi: lo amareggiarono, e lo trafissero; nondimeno la nostra vulgata da un ottimo senso: amareggiarono Giuseppe, e vennero in rotta con lui que' maestri di frecce, quegli arcieri: cosi Giacobbe nomina quei suoi figliuoli, i quali co' detti mordaci, colle decisioni, e colle calunnie afflissero l'anima di Giuseppe, e finalmente lo gettaron nella cisterna, e lo venderono: così contro Cristo adoperaron le frecce della lingua gli Ebrei, e colla spada della lingua l'uccisero prima, che Pilato lo facesse crocifiggere: e a Cristo hanno relazione queste parole del Patriarca.

49,24:L'arco di lui si appoggiò sul (Dio) forte. Per l'arco intendesi frequentemente la difesa: così qui dicesi: la difesa di Giuseppe posò tutta sopra l'assistenza del forte per eccellenza, cioè Dio. Vedi Job. XLIX. 20.
E i legami delle braccia, e delle mani di lui furono disciolti. Giuseppe tralle catene non fu dimenticato da Dio: la sapienza eterna non abbandonò il giusto venduto, e incatenato, Sap. cap. X. La mano del possente Dio di Giacobbe fu quella, che spezzò le catene di Giuseppe. Indi egli uscì pastore, e pietra d'Israele. Per questo, perché la mano dell'Onnipotente era con lui, per questo egli da' suoi combattimenti, e travagli uscì rettore di popoli, e pietra fondamentale d'Israele, cui egli salvò dalla fame, e lo stabilì in ottima terra. Giuseppe fu il Sostegno della nazione, guida de' fratelli, fermezza del popolo, come si ha, Ecclesiastico XLIX. 17. Tutto ciò infinitamente meglio conviene a Cristo liberato dalla morte, e risuscitato per essere pastore del nuovo popolo, e pietra fondamentale della nuova Chiesa.

49,25:Colle benedizioni di su alto del cielo. Colle benedizioni, che vengono di lassù, cioè dal cielo. Colle benedizioni dell'abisso, che giace giù basso. Siccome colle benedizioni del cielo s'intendono le piogge; così colle benedizioni dell'abisso s'intendono le sorgenti, le quali da' luoghi sotterranei sorgono fuori, e scaturiscono ad irrigare, e fecondare la terra.
Colle benedizioni delle mammelle, e degli uteri. Intendesi la fecondità delle donne, e anche de' bestiami, e l'abbondanza del latte nelle madri per nutrire i loro parti: imperocchè tutto è dono, tutto è benedizione di Dio, il quale dona ad ogni momento all'uomo anche quello, che secondo le leggi della natura ordinate da lui fin da principio stabili di concedergli. Tutte le benedizioni, che può dare il Cielo, tutte le benedizioni, che può ricever la terra, convengono a Cristo, in cui piacque al padre, che abitasse corporalmente tutta la pienezza della divinità, e da cui riceve la Chiesa sua sposa quell'ammirabile fecondità, per cui e celebrata cotanto da Isaia; cap. 49., e 60.

49,26:Le benedizioni del padre tuo sorpassano ec. Tralle varie sposizioni di questo luogo questa mi è partita la più semplice, e anche più adattata al testo originale. Le benedizioni, che io da a te (dice Giacobbe), sorpassano quelle, onde io fui benedetto da' padri miei: tu sarai benedetto più di me, sopra di me, e di me più felice.
Fino al venir di lui, ch'è il desiderio de' colli eterni ec. Debbo osservare, che dove nella nostra vulgata si ha adesso donec veniret, in varj antichi manoscritti di essa si ha donec veniat. Tutte queste benedizioni vengano sopra Giuseppe, sopra di lui, ch'è Nazareno tra' suoi fratelli, fino a tanto che venga colui, ch'è il desiderio de' colli eterni, il quale amplissima benedizione porterà a' posteri di Giuseppe, e al mondo tutto. Cristo è qui chiamato il desiderio de' colli eterni; vale a dire degli Angeli, e di tutte le creature spirituali: in lui, dice l'Apostolo Pietro, desiderano gli Angeli di fissare lo sguardo. Giuseppe è detto Nazareno tra' suoi fratelli, che vuol dir separato, ovvero coronato, e distinto tra' suoi fratelli: egli fu separato, e distinto per la sua innocenza, e per l'esimia virtù, e fu coronato, vale a dire ebbe suprema potestà in Egitto. Questo nome istesso ci rappella il Cristo, di cui in figura Giuseppe, il Cristo, che portò il nome di Nazareno, e fu segregato da tutti gli uomini, e consacrato a Dio, e nato re, e pontefice.

49,27:Beniamin lupo rapace, la mattina ec. Descrivesi il naturale indomabile e fiero di quei della tribù di Beniamino col ritratto di un lupo, il quale al mattino si divora la preda, e la sera torna a spartirne della nuova. Questo carattere de' Beniamitì apparisce in quello, che di essi raccontasi Jud. cap. XX.
Quasi tutti i Padri Latini con S. Girolamo e S. Agostino e alcuni anche de' Padri Greci intendono queste parole di Paolo Apostolo nato di questa tribù, il quale la mattina, cioè nei suoi primi anni fu lupo rapace, persecutor della Chiesa; la sera poi, vale a dire ne' tempi veguenti dopo la sua conversione, arricchì la Chiesa di molto conquiste.

49,28:Ciascheduno di essi benedisse ec. Giacobbe non diede qui veruna benedizionea Ruben, nè a Simeon, nè a Levi; ma la riprensione, ch'ei fece loro, tiene luogo di benedizione, in quanto per questo nome s'intendono i sentimenti, e i ricordi di un padre vicino a morire.

49,32:Raccolse i suoi piedi nel letticciuolo. Egli nel tempo, che parlava a' figliuoli, sedeva sopra un lato del letto co' piedi in fuora: finito che ebbe di parlare raccolse i piedi nel letto, e rendè lo spirito. Questa è la descrizione di un uomo il quale disponendosi a pigliar sonno accomoda le sue membra in quel sito, che più gli pare; ma la morte del giusto non è altro che un dolce sonno. Abbiamo in varj luoghi osservato, come questo gran Patriarca nel la sua vita laboriosa e piena di patimenti e di affanni fu una figura di Gesù Cristo l'uomo de'dolori, e provato ne' travagli, come chiamollo Isaia; quello, che io desidero, che si noti particolarmente in lui, si è la fede immobile e fermissima alle promesse di Dio. Egli vide il figliuolo quasi re in Egitto, vien dato a lui in quel regno un paese fertilissimo, e pieno di ogni bene: tutto questo non è capace d'intiepidire in lui il desiderio di quella terra, nella quale volea Dio stabilita la sua discendenza: egli non vuole nemmeno, che le sue ossa restino in Egitto; ma ordina che sieno portate nella terra di Chanaan, della quale non solo conferma ad essi il dominio con questa disposizione, ma molto più colla divisione delle parti di essa tra' suoi figliuoli.