Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Genesi 26


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Isacco pellegrino in Gerara a causa della carestia. Promessa della terra di Chanaan, e benedizione del seme di lui. Abimelech lo riprende, perchè avea detto, che Rebecca era sua sorella. Essendo venuti a contesa i loro pastori per le cisterne, Abimelech fa alleanza con Isacco. Esaù prende delle mogli.

1Ma essendo venuta la fame in quel paese dopo la sterilità avvenuta ne' giorni di Abramo, se n'andò Isaac da Abimelech re de' Palestini in Gerara.2E il Signore gli apparve, e disse: Non andare in Egitto; ma posati nel paese, ch'io ti dirò;3E stavvi pellegrino, e io sarò teco, e ti benedirò: imperocché a te, e al seme tuo darò tutte queste regioni, adempiendo il giuramento fatto da me ad Abramo tuo padre.4E moltiplicherò la tua stirpe come le stelle del cielo: e darò ai tuoi posteri tutte queste regioni: e nel seme tuo SARAN BENEDETTE tutte le nazioni della terra,5Perché Abramo obbedì alla mia voce, e osservò i precetti, e comandamenti miei, e mantenne le cerimonie, e le leggi.6Isacco adunque si fermò in Gerara.7Ed essendogli fatte delle interrogazioni dalla gente di quel luogo intorno alla sua moglie, rispose: Ella è mia sorella: perocché ebbe paura di confessare, che fosse unita seco in matrimonio, sospettando, che forse presi dalla bellezza di lei non lo uccidessero.8E passato un lungo tempo, e abitando egli nel medesimo luogo, traguardando Abimelech re de' Palestini per una finestra, lo vide scherzare con Rebecca sua moglie.9E fattolo venir a sé, disse: Egli è fuor di dubbio, ch'ella è tua moglie: per qual motivo hai tu affermato, esser lei tua sorella? Rispose: Temei di essere a causa di lei ucciso.10E disse Abimelech: Per qual motivo ci hai tu ingannati? poteva alcuno fare oltraggio alla tua donna, e tu ci avresti tirato addosso un gran peccato. E fece intimare a tutto il popolo questa parola:11Chi toccherà la moglie di quest'uomo, sarà punito di morte.12Ma Isacco seminò in quella terra, e in quell'anno trovò il centuplo: e il Signore lo benedisse.13Ed egli diventò ricco, e andava crescendo di bene in meglio, talmente che divenne sommamente grande.14Egli fu anche padrone di pecore, e d'armenti, e di numerosa servitù. Quindi portandogli invidia i Palestini,15Accecarono in quel tempo tutti i pozzi scavati da' servi del padre di lui Abramo, empiendoli di terra:16E la cosa andò tanto in là, che lo stesso Abimelech disse ad Isacco: Ritirati da noi; perocché sei molto più possente di noi.17Ed egli si partì per andare verso il torrente di Gerara, e ivi abitare:18E di nuovo votò altri pozzi scavati dai servi del padre suo Abramo, i quali, morto quello, i Filistei avean già tempo otturati: e pose loro gli stessi nomi, che avean già avuto dal padre.19E avendo fatto scavo nel torrente, trovarono dell'acqua viva.20Ma ivi ancora fu altercazione de' pastori di Gerara contro i pastori d'Isacco, dicendo quelli: L'acqua è nostra. Per la qual cosa da quello, che era avvenuto, chiamò quel pozzo col nome di Soperchieria.21E ne scavarono ancora un altro: e per ragione di questo ancora vi ebbe rissa, e lo chiamò Nimistà.22E partitosi di là scavò un altro pozzo, per ragion del quale non v'ebbe contrasto: e perciò chiamollo Largura, dicendo: Adesso il Signore ci ha messi al largo, e ci ha fatti crescere sopra la terra.23E salì da quel luogo a Bersabee,24Dove gli apparì il Signore la stessa notte, dicendo: Io sono il Dio d'Abramo padre tuo: non temere; perocché io sono con te: ti benedirò, e moltiplicherò la tua stirpe per amore di Abramo mio servo.25Per la qual cosa egli edificò in quel luogo un altare, e invocato il nome del Signore, tese il suo padiglione; e ordinò a' suoi servi, che scavassero un pozzo.26Nel qual luogo essendo venuti da Gerara Abimelech, e Ochozath suo amico, e Phicol capitano delle milizie,27Disse loro Isacco: Per qual motivo siete venuti da me, da un uomo odiato da voi, e da voi discacciato?28Risposer quelli: Abbiam veduto, che il Signore è con te, e perciò abbiam detto: Si giuri, e si stringa tra noi alleanza,29Di modo che tu non faccia a noi male alcuno, come noi pure nulla abbiam toccato di quel che è tuo, né abbiam fatto cosa in tuo danno; ma ti abbiam lasciato partire in pace ricco della benedizione del Signore.30Egli adunque imbandì ad essi il convito, e dopo che ebber mangiato, e bevuto,31Levatisi la mattina fecero scambievole giuramento, e Isacco lasciogli andare in pace a casa loro.32Quand'ecco lo stesso dì arrivarono i servi d'Isacco, recando a lui la nuova del pozzo scavato, e dicendo: Abbiamo trovata acqua;33Per la qual cosa lo chiamò Abbondanza: e alla città fu posto il nome di Bersabee, come lo ha fino al dì d'oggi.34Ma Esaù in età di quarant'anni prese per mogli, Judith, figliuola di Beeri Hetheo, e Basemath, figliuola di Elon del medesimo luogo:35Le quali ambedue avevano disgustato l'animo d'Isacco, e di Rebecca.

Note:

26,1:Dopo la sterilità avvenuta ec. L'Ebreo e i LXX leggono oltre, ovvero fuori della fame avvenuta ne' giorni di Abrahamo, cioè cento tre anni prima.
Andò Isaac da Abimelech. Figliuolo probabilmente di quello, ch'è nominato al capo XXI.

26,2:Non andare in Egitto. Dio rimuove Isacco dall'andare in Egitto per trovar da vivere, benché vi avesse mandato Abrahamo. Noi non vediamo le ragioni né del primo ordine, né del secondo; ma Abmhamo obbedì a Dio, e andò; e Isacco obbedì a Dio, e fermossi, dove Dio gli comandò di fermarsi.

26,5:Perché Abrahamo obbcdì alla mia voce ec. Dio, dice il Crisostomo, rammenta ad Isacco l'obbedienza del padre, affinchè veggendola così rimunerata nella sua persona si animi ad imitarla e sorpassarla (se fosse possibile) affin di conseguirne più gran mercede;

26,7:Ella è mia sorella. Rebecca veniva ad essere cugina d'Isacco. S. Agostino giustifica il fatto d'Isacco colle stesse ragioni, colle quali avea già giustificato il fatto d'Abrahamo. Vedi Gen. XIII. 13., e August. emzt. Faust. lib. XXII. cap. 33. o 46.

26,10:Ci avresti tirato addosso un gran peccato. Avresti dato occasione a un gran peccato, qual è quello dell'adulterio.

26,11:Sarà punito di morte. Questa era la pena dell'adulterio tra' Filistei, e i Chananei, e gli Ebrei stessi avanti la legge.

26,22:E partitosi di là ec. Il Grisostomo ammira qui con ragione la mansuetudine d'Isacco. Il giusto, dice egli, non disputa, e non contrasta; ma cede anche a de' pastori; perve che questa è vera mansuetudine, non quando uno offeso da chi più può, sopporta con pazienza, ma quando offeso anche da quelli, che si credono inferiori, non fa resistenza.
Adesso il Signore ci ha messi al largo. Il Grisostomo. Vedi tu, dice, un animo pio, come senza far parola delle atroci contraddizioni, che sceglierano opposte, si ricorda solo del bene, e di questo a Dio rende grazie? Perocchè nissuna cosa è tanto accetta a Dio, come un'anima riconoscente... e facendo a noi infiniti benefizj ogni giorno, non altro chiedo da noi, che rendimenti di grazie per muoversi a darci quelli, che sono più grandi.

26,29:Ne abbiam fatto cosa in tuo danno. Ma avean permesso a' loro pastori di far il danno, e non ne avean fatta giustizia.

26,33:E alla città fu posto il nome ec. Questo nome lo ebbe prima il pozzo; indi la città edificata vicino al pozzo.

26,35:Avevano disgustato l'anima ec. L'Ebreo erano amarezza d'animo per Isacco ec. Superbe per la loro nascita (Giuseppe scrive , che i loro padri erano principi degli Hethei) e per avere sposato Esaù, che ella consideravan per primogenito della famiglia; essendo anche aliene dalla pietà servirono ad esercitare la mansuetudine d'Isacco, e la pazienza di Rebecca.