Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Genesi 45


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Giuseppe si dà a conoscere ai fratelli, e sbigottiti, come trono, gli abbraccia, e li bacia. Faraone pieno di allegrezza con tutta la sua casa ordina, che si faccia venire il padre con tutta la sua famiglia in Egitto. La stessa cosa ordina Giuseppe: e fatti molti doni ai fratelli, li rimanda al padre.

1Non poteva più contenersi Giuseppe, molti essendo d'intorno a lui: per la qual cosa ordinò, che tutti si ritirassero, affinché nissuno straniero fosse presente, mentre ad essi si dava a conoscere.2E piangendo alzò la voce: e fu udita dagli Egiziani, e da tutta la casa di Faraone.3E disse a' suoi fratelli: Io son Giuseppe: vive tuttora il padre mio? Non poteano dargli risposta i fratelli per l'eccessivo sbigottimento.4Ma egli con benignità disse loro: Appressatevi a me. E quando gli furon dappresso: Io sono, disse, Giuseppe vostro fratello, che voi vendeste per l'Egitto.5Non temete, e non vi sembri dura cosa l'avermi venduto per questo paese: perocché per vostra salute mandommi Dio innanzi a voi in Egitto.6Imperocché sono due anni, che la fame ha principiato nel paese: e rimangono ancor cinque anni, ne' quali non si potrà arare, né mietere.7E il Signore mi mandò innanzi, affinché voi siate salvati sulla terra, e possiate aver cibo per conservare la vita.8Non per vostro consiglio sono stato mandato qua, ma per volere di Dio, il quale mi ha renduto quasi il padre di Faraone, e padrone di tutta la sua casa, e principe di tutta la terra d'Egitto.9Speditevi, e andate a mio padre, e ditegli: Queste cose ti manda a dire Giuseppe tuo figlio: Dio mi ha fatto signore di tutta la terra d'Egitto: vieni da me; non porre indugio,10E abiterai nella terra di Gessen, e sarai vicino a me tu, e i tuoi figliuoli, e i figliuoli de' tuoi figliuoli, le tue pecore, e i tuoi armenti, e tutto quello che possiedi.11E ivi ti sostenterò (perocché vi restano tuttora cinque anni di fame), affinché non perisca tu, e la tua casa, e tutto quello che possiedi.12Ecco che gli occhi vostri, e gli occhi del fratello mio Beniamino veggono, che son io, che di mia bocca vi parlo.13Raccontate al padre mio tutta la mia gloria, e tutto quello che veduto avete in Egitto: affrettatevi, e conducetelo a me.14E lasciandosi cader sul collo del suo fratello Beniamino pianse, piangendo ugualmente anche questi sul collo di lui.15E baciò Giuseppe tutti i suoi fratelli, e pianse ad uno ad uno con essi: dopo di ciò preser fidanza di parlare con lui.16E si sentì dire, e divulgossi di bocca in bocca per la reggia di Faraone: Sono venuti i fratelli di Giuseppe: e Faraone, e tutta la sua famiglia ne provò gran piacere.17E disse a Giuseppe, che comandasse, e dicesse ai suoi fratelli: Caricate i vostri giumenti, e andate nella terra di Chanaan;18E di là prendete il padre vostro, e la sua famiglia, e venite da me: e io vi darò tutti i beni dell'Egitto, e vi nutrirete del midollo della terra.19Ordina ancora, che prendano carri dalla terra di Egitto per trasportare i piccoli loro figli, e le donne, e dirai loro: Prendete il padre vostro, e affrettatevi, e venite con tutta celerità.20E non vi date pena di non portare tutti i vostri utensili; perocché tutte le ricchezze dell'Egitto saranno vostre.21E i figliuoli d'Israele fecero, com'era lor comandato. E Giuseppe diede loro de' carri, conforme avea ordinato Faraone, e i viveri pel viaggio.22E ordinò ancora, che fossero messe fuori due vesti per ognuno di essi: e a Beniamin diede trecento monete d'argento con cinque ottime vesti:23Altrettanto denaro, e altrettante vesti mandò a suo padre colla giunta di dieci asini, che portavano d'ogni sorta delle ricchezze d'Egitto, e altrettante asine cariche di grano e di pane pel viaggio.24Licenziò adunque i fratelli, e mentre stavano per partire disse: Non sieno dispute tra voi per viaggio.25Quelli partiti dall'Egitto giunsero al padre loro Giacobbe nella terra di Chanaan.26E gli dieder le nuove, e dissero: Giuseppe il tuo figlio vive, ed egli è padrone in tutta la terra d'Egitto. Udita la qual cosa Giacobbe, quasi da profondo sonno svegliandosi, non prestava però fede ad essi.27Ma quelli tutta raccontaron la serie delle cose. E quando ebbe egli veduti i carri, e tutte le cose, che quegli avea mandate, si ravvivò il suo spirito,28E disse: A me basta, che sia ancor in vita Giuseppe mio figlio: anderò, e lo vedrò prima di morire.

Note:

45,3:Io son Giuseppe. Chi può spiegare la confusione, lo stordimento, il terrore, che dovette cagionar questa voce nel cuor di quei poveri fratelli? Ma Giuseppe in quanto può per incoraggìrli. Così Gesù Cristo dopo la sua risurrezione facendosi vedere ammantato di gloria a' suoi amici, gli Apostoli, i quali lo aveano già abbandonato e negato; dice: son io. non temete. Luc. XXIV. 36.

45,5: E non vi sembri dura cosa l'avermi venduto ec. Giuseppe non proibisce ai fratelli di affliggersi, e d'avere un giusto orrore del loro fallo; ma teme gli eccessi, e cerca di mitigare il loro dolore col far vedere il bene, che ha saputo trarre la Provvidenza dalla loro scelleraggine, per ragion del qual bene in permessa da Dio la vendita, che avea fatto di lui. Cosi il principe degli Apostoli parlando del secondo Giuseppe, Atti II,23. 24. ec., dice: questi per determinato consiglio, e presenza di Dio essendo stato tradito, nor trafiggendolo per le mani degli empi lo uccideste... Questo Gesù lo risuscitò Iddio... Esaltato egli adunque, e ricevuta dal Padre la promessa dello Spirito santo, lo ha diffuso, quale voi lo vedete e udite... Sappia dunque tutta la casa d'Israele, che Dio ha costituito Signore, e Cristo questo Gesù il quale voi avete crocifisso. Ma tornando a Giuseppe, il Grisostomo così interpreta le sue parole. Quella servitù mi ha meritato questo principato; la vendita mi ha innalzato a questa gloria; quella afflizione è stata per me causa di tanto orrore; quell' invidia mi ha partorito tanta grandezza. Ascoltiamo noi queste cose, anzi non le ascoltiamo solamente; ma imitiamole e consoliamo quelli, che ei han recato afflizione, non imputando loro quel, che han fatto contro di noi, e ogni cosa sopportando con gran carità, come quest'uomo ammirando, hom. 64.

45,6:Non si potrà arare, né mietere. Si e già osservato, che ne' luoghi più bassi e umidi presso al Nilo si seminava, e qualche cosa si raccoglieva. Vedi cap. XLVII. 19.; ma ciò ora si poca cosa, che Giuseppe nol contava per un soccorso.

45,8:Quasi il padre di Faraone. Così il re di Tiro dà al suo principal consigliere, il titolo di padre suo, 2. Paralip. II. 13. e Aman è chiamato padre di Artaserse, Esther. XII. 6 e gli imperatori Romani davano il titolo di padre al prefetto del pretorio.

45,10:Abiterai nella terra di Gessen. Secondo S. Girolamo il nome di Gessen viene da una voce, che significa pioggia, perché in quell'angolo vicino all'Arabia cadeva della pioggia, lo che non avveniva in tutto il resto dell'Egitto. La città principale del paese di Gessen era Ramesse.

45,12-16:Tutto questo ragionamento di Giuseppe spira una bontà di cuore così grande e divina, che per questo lato ancora egli merita di rappresentare colui, il quale non ebbe a sdegno di esser chiamato l'amico de' peccatori, e di dichiarare, che per questi egli era venuto dal cielo in terra.