Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Genesi 9


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Dio benedice Noè, e i figli; e assegna loro per cibo tutti gli animali insieme co' pesci, proibendo perì il sangue. Il patto tra Dio, e gli uomini di non mandar via le acque del diluvio è confermato coll'iride. Cham, che avea schernito Noè nella sua ebbrezza, è maledetto nel figlio Chanaan. Sem, e Japheth son benedetti.

1E Dio benedisse Noè, e i suoi figliuoli. E disse loro: Crescete e moltiplicate, e riempite la terra.2E temano, e tremino dinanzi a voi tutti gli animali della terra, e tutti gli uccelli dell'aria, e quanto si muove sopra la terra: tutti i pesci del mare sono soggettati al vostro potere.3E tutto quello che ha moto e vita, sarà vostro cibo: tutte queste cose io do a voi, come i verdi legumi;4Eccetto che voi non mangerete carne col sangue.5Imperocché io farò vendetta del sangue vostro sopra qualsisia delle bestie: e farò vendetta della uccisione di un uomo sopra l'uomo sopra l'uomo fratello di lui.6Chiunque spargerà il sangue dell'uomo, il sangue di lui sarà sparso: perocché l'uomo è fatto ad immagin di Dio.7Ma voi crescete, e moltiplicate, e dilatatevi sopra la terra, e riempitela.8Disse ancora Dio a Noè, e a' suoi figliuoli con lui:9Ecco che io fermerò il mio patto con voi, e con la discendenza vostra dopo di voi:10E con tutti gli animali viventi, che sono con voi tanto volatili, come giumenti, e bestie della terra, con tutti quegli che sono usciti dall'arca, e con tutte le bestie della terra.11Fermerò il mio patto con voi, e non saranno mai più uccisi colle acque del diluvio tutti gli animali, né diluvio verrà in appresso a disertare la terra.12E disse Dio: Ecco il segno del patto, ch'io fo tra voi, e me, e con tutti gli animali viventi, che sono con voi per generazioni eterne.13Porrò il mio arcobaleno nelle nuvole, e sarà il segno del patto tra me, e la terra.14E quando io avrò coperto il cielo di nuvole, comparirà il mio arco nelle nuvole:15E mi ricorderò del patto, che ho con voi, e con ogni anima vivente, che informa carne: e non verran più le acque del diluvio a sterminare tutti i viventi.16E l'arcobaleno sarà nelle nuvole, e io in veggendolo mi ricorderò del patto sempiterno fermato tra Dio, e tutte le anime viventi di ogni carne, che è sopra la terra.17E disse Dio a Noè: Questo è il segno del patto, che io ho fermato tra me, e tutti gli animali, che sono in terra.18Erano adunque i tre figliuoli di Noè, che uscirono dall'arca, Sem, Cham, e Japheth: e Cham è il padre di Chanaan.19Questi sono i tre figliuoli di Noè, e da questi si sparse tutto il genere umano sopra tutta la terra.20E Noè, che era agricoltore, principiò a lavorare la terra, e piantare una vigna.21E avendo bevuto del vino si inebriò, e si spogliò de' suoi panni nel suo padiglione.22E avendo veduto Cham padre di Chanaan la nudità del padre suo, andò a dirlo a' due suoi fratelli.23Ma Sem, e Japheth, messosi un mantello sopra le loro spalle, e camminando all'indietro coprirono la nudità del padre, tenendo le facce rivolte all'opposta parte, e non videro la sua nudità.24E svegliatosi Noè dalla sua ebbrezza, avendo inteso quel che avea fatto a lui il suo figliuolo minore,25Disse: Maledetto Chanaan, ei sarà servo de' servi a' suoi fratelli.26E disse: Benedetto il Signore Dio di Sem; Chanaan sia suo servo.27Dio amplifichi Japheth, e abiti ne' padiglioni di Sem, e Chanaan sia suo servo.28E visse Noè dopo il diluvio trecento cinquanta anni.29E tutta intera la sua vita fu di novecento cinquanta anni, e si morì.

Note:

9,2:E temano, o tremino dinanzi a voi ec. Effetto di questa legge posta da Dio si è che le bestie più forti e robuste dell'uomo lo rispettino, nè ardiscano mai di offenderlo, se non forse offese da lui, o strette dalla fame. Plinio racconta, che l'elefante s'impaurisoe al solo vedere le pedate di un uomo; e che le tigri appena veduto un cacciatore trasportano altrove i teneri loro parti, come se un istinto interiore avvertisse le bestie, che l'uomo è il loro amico signore. Cosi Dio ha voluto conservare all'uomo una porzione di quell'assoluto dominio, che egli avea conceduto a Adamo innocente.

9,3:Tutto quello, che ha, moto e vita, sarà vostro cibo. Dio permette l'uso delle carni degli animali. Il Grisostomo, Teodoreto, e molti interpreti moderni credono, che avanti il diluvio non fosse proibito assolutamente l'uso delle carni; ma che gli uomini più religiosi, come i discendenti di Seth, se ne astenessero; perché Dio (cap. 1. vers. 29) avea assegnato per cibo all'uomo non le carni, ma i legumi. Vedi detto luogo. Questa permissioue di Dio secondo S. Girolamo restringesi a quegli animali, che sono mondi: imperciocchè egli crede, che la distinzione di animali mondi e immondi (la quale abbiamo detto di sopra essersi ossenata riguardo a' sacrifizj) avesse già luogo anche per l'uso de' cibi.

9,4:Non mangerete carne col sangue. In virtù di questa legge, rinnovata poi nel Levitico VII. 26. XVII. II. 14, fu proibito di mangiare il sangue o rappreso nelle membra degli animali, e da essi separato. La ragione di tal proibizione si è: primo, d'infonder negli uomini una maggior avversione dallo spargimento del sangue umano, Vers. 5.: Secondo, perché Dio volle, che il sangue, che è quasi la vita dell'animale, a lui solo fosse offerto in sacrifizio in cambio della vita dell'uom peccatore. Vedi Levit. XVII.II. Questa legge in rinnovata di poi dagli Apostoli nel concilio di Gerusalemme (Atti XV. 29.), e fu osservata in molte Chiese anche per molti secoli. Ma siccome non per altro era stata introdotta, se non affine di facilitare agli Ebrei tenacissimi delle lor costumanze l'ingresso nella Chiesa di Gesù Cristo, quindi è che fino da' tempi di S. Agostino cominciò questa legge a non essere più osservato in molti luoghi e a poco a poco cessò interamente, attenendosi i cristiani in quella parola di Gesù Cristo: Non quello, che entra per la bocca, imbratta l'uomo. Vedi August. lib. XXXII. cont. Faust. cap. 13.

9,5:Io farò vendetta del sangue vostro sopra qualsisia delle bestie. Dimostra, che la ragione della precedente proibizione si è di allontanare quel più gli uomini dallo spargere il sangue umano. Io punirò le bestie istesse, che avranno commesso un simil delitto, affinchè l'uomo apprenda, quanto debba rispettare il sangue dell'altro uomo. Vedi Exod. XXI. 28.
Farò vendetta... sopra l'uomo, sopra L'uomo, fratello di lui. Questa repetizione aggrava il delitto dell'omicidio, rappresentandone l'iniquità: farò vendetta sopra l'uomo della uccisione fatta da lui di un uomo, di un uomo, che è suo prossimo e suo fratello.

9,6:Chiunque spargerà il sangue dell'uomo, il sangue di lui sarà sparso. Vale a dire è giusto, che sia messo a morte chiunque ad un uomo avrà data la morte. Alcuni vogliono qui stabilita la legge, che dicesi del taglione, in virtù della quale permettevasi di vendicare il sangue col sangue, la morte colla morte: il qual diritto dopo la fondazione delle società passò interamente ne' rettori e magistrati delle medesime società.

9,10:E con tutti gli animali viventi, che sono con voi ec. Con queste parole Dio s'impegnò a conservare sopra la terra tutte le specie degli animali, a provvederle di cibo e di nutrimento, e a perpetuarne la fecondità. Cosi Gesù Cristo ci assicura nel suo Vangelo, che neppur uno de' più piccoli volatili è dimenticato da Dio.

9,13:Porrò il mio arcobaleno nelle nuvole. La maniera di parlare di Dio, e quello, che egli vuol che significhi in appresso agli uomini l'arcobaleno, sembra, dimostri assai chiaro, che questo non eresi veduto giammai prima del diluvio; benché non sia da dubitare, che per tutto quel tempo non mancaron le piogge: imperocchè, lasciando le altre riflessioni da parte, nissun potrà comprendere, come le nuvole o sia i vapori esalati continuamente dalle acque della terra e accresciuti in infinito per lo spazio di due mila anni si potessero sostenere nell'atmosfera senza mai sciogliersi in pioggia. L'iride adunque mancò prima del diluvio, non perché mancassero le piogge, ma perché le acque superiori, delle quali abbiamo parlato al Cap. VII. II, impedivano, che potesse aver luogo questo fenomeno. Tolto queste acque superiori, le quali si versarono sopra la terra e non ritornarono più all'antica loro sede, pote allora vedersi l'iride, ed essere un segno nuovo e infallibile, che il diluvio non sarebbe mai più. Vedi la spiegazione, di cui sopra. VII. II.
E sarà segno del patto tra me e la terra. Il Caldeo porta: del patto tral mio Verbo e la terra; accennando, come il figliuolo di Dio è stato il mediatore di tutte le alleanze tra Dio e gli uomini; perché tutte hanno avuto per oggetto e fine la grande e divina alleanza, che egli dovea contrarre con noi nella sua incarnazione.

9,16:Io in veggendolo mi ricorderò del patto sempiterno ec. Egli è anche giusto per conseguenza, che gli uomini si ricordino anch'essi, in veggendo l'Iride, del terribile universale castigo, col quale Dio punì i peccati del mondo, e grazie rendano a lui della misericordia usata con essi.

9,19:E da questi si sparse il genere umano sopra tutta la terra. Noè adunque non ebbe altro, che tre figliuoli, e da questi, dopo lo sterminio di tutti gli altri uomini nel diluvio, fu ripopolata la terra. Chanaau nacque dopo il diluvio.

9,24:Il suo figliuolo minore. Cham: il quale venghiamo ad intendere, che era il più giovine de' tre figliuoli di Noè, e cioè senza paragone più naturale, che il dire, che debba intendersi il nipote Chanaan, di cui la Scrittura non ha parlato, se non incidentemeote di sopra al vers.18.

9,25:Maledetto Chanaan. Noè non maledice il figliuolo Cham, ma si il nipote Chanaan: perché in primo luogo non volle gettare la sua maledizione sopra un figliuolo a cui Dio avea data la sua benedizione poco prima: in secondo luogo veniva ad essere punito forse più sensibilmente il padre colla punizione del figliuolo: in terzo luogo ottimamente Noè rivolge con profetico spirito la sua maledizione contro di Channan, perché i posteri di lui, i Chananei furono quelli, sopra dei quali per la loro empietà venne a verificarsi visibilmente nesta maledizione allorché furono sterminati, o ridotti in dura schiavitù da' discendenti di Sem, ossia degli Ebrei. Cesì la maledizione di Noè non è tanto una maledizione, quanto una profezia.
Servo de' servi. Significa servo intimo e della più abietta condizione.

9,26:Benedetto il Signore Dio di Sem. Dall'altra parte Noè veggendo col medesimo spirito i benefizj, e le grazie, che Dio avrebbe a larga mano diffuse sopra Sem e sopra i suoi posteri, si rivolge con tenera gratitudine a benedire e ringraziare per esse il Signore. La massima delle prerogative di Sem dovea essere il culto del vero Dio conservato da' suoi discendenti, e il Messia, che dovea nascere da questi.

9,27:Dio amplifichi Japheth, ec. Il Signore darà il Japheth un'amplissima posterità, ma il Signore abiterà nelle tende di Sem, e Chanaan sarà suo schiavo. Tale è il senso di questo verso secondo il Caldeo: e questo senso è seguitato da Teodoreto, dal Lirano, dall'Abulense e da altri interpreti. Noè in questo versetto conclude la sua benedizione, predicando a Japheth una numerosissima discendenza (Japheth e il padre de' Gentili): indi ritorna a Sem e ripete l'altissimo privilegio di lui d'aver Dio abitante nelle sue tende non solo per ragione del culto di Dio conservato ne' suoi posteri, ma molto più per ragione di colui, nel quale abitar dovea corporalmente la divinità. Coloss. II, 9.; per ragione del Messia, cioè del Verbo di Dio, il quale fatto carne pose suo padiglione (così il Grisostomo Jo. I. 14) e abitò tra' discendenti di Sem: dopo di ciò Noè ripete la sua maledizione contro di Chanaan tanto era egli certo dell'avveramento di sua predizione. Questa sposizione ci fa qui vedere una chiara profezia dell'incarnazione di Cristo. Non debbo però tacere che molti Padri riferiscono quelle parole, e abiti ne' padiglioni di Sem, non a Dio, ma a Japheth; e intendono queste parole della vocazione de' Gentili, i quali entreranno nelle tenda di Sem, quando si uniranno alla Chiesa di Gesù Cristo figliuolo di Sem secondo la carne.

9,28:Visse Noè dopo il diluvio trecento cinquanta anni. Abramo essendo nato l'anno duecento novantadue dopo il diluvio, ne segue perciò, che egli visse con Noè cinquanta otto anni. La lunga vita de' primi Padri nell'ordine della divina provvidenza fu il mezzo di far passare la religione, e il culto di Dio a tutti i loro posteri. Noè, (dice l'Apostolo) avvertito da Dio di cose, che ancora non ai udeano, con pio timore andò preparando l'arca per salvare la sua famiglia, per la quale (arca) condannò il mondo, e diventò erede della giustizia, che vien dalla fede. Hebr. XI. 7. Per questa giustizia fu egli degno di essere una viva figura del Giusto per eccellenza, del vero Riparatore e Salvatore del genere umano, che dalla stirpe di lui dovea nascere, ed essere con migliori titoli il consolatore e la speranza del mondo. La incredulità degli uomini e il disprezzo, che questi fecero della predicazione di Noè, che gl'invitava a penitenza, dimostrano, in qual maniera sarà ricevuto il Messia dal suo popolo, e lo sterminio di quelli per mezzo delle acque del diluvio presagisce la piena de' mali e delle orrende sciagure onde sarà repentinamente oppresso il popolo Ebreo per avere rigettato il suo Cristo. Vedi Matth. XXIV. 37. Noè che riunisce nell'arca e salva sopra le acque la sua famiglia, rappresenta visibilmente il Salvatore degli uomini, il quale riunisce nella sua Chiesa (fuori di cui non è salute) la sua famiglia per santificarla, mondandola colla lavanda di acqua mediante la parola di vita. Ephes. v. 26. La stessa ebbrezza di Noè e ciò che no avvenne ci dipinge al vivo l'estremo amore di Cristo verso la Chiesa; amore, che lo ridusse a spogliarsi di tutta la sua gloria, e ad esporsi alle ignominie e agli schemi de' suoi nemici, e a soffrire il più obbrobrioso supplizio, nessun caso facendo della confusione: sostenne la croce di: cumulo la confusione. Ma due de' figliuoli di Noè rispettano ed onorano la dignità del padre nella sua umiliazione; a Gesù Cristo in virtù delle stesse sue umiliazioni sarà adorato qual Dio dal popolo Gentile figurato in Japheth, e dall'Ebreo fedele imitatore di Sem; e la maledizione e l'ira starà sino al fine sopra gli empi discendenti di Cham, sopra i Giudei increduli, traditori, ed uccisori del Cristo.